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Autore: AlessiaCo    21/05/2016    1 recensioni
Era come se le loro labbra fossero state create per baciarsi in un solo modo, il loro
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- E questo che significa? -- L'ho fatto per non dimenticare - - Per non dimenticare che cosa? - - Che ho trovato il mio punto cardinale -
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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ALICIA
L’acqua usciva flebile dal rubinetto della cucina e togliermi tutto quel sangue dalle mani risultò più complicato del previsto. Le mie mani tremavano… il mio corpo tremava… Non avevo mai fatto una cosa del genere e, una cosa del genere, non avrei mai pensato potesse accadere. Chiusi il getto d’acqua e lentamente mi girai a osservare il corpo sanguinante di quella che, pochi istanti prima, era la persona a cui dovevo la vita. “ Che cazzo ho fatto ”. Mi passai le mani ancora umide sul volto e quel gesto sembrò alleviarmi quella sensazione di soffocamento che non intendeva lasciarmi. Non avevo tempo, non avevo tempo per rimpianti, avevo fatto la cosa giusta, dovevo farlo. Lanciai un’ ultima occhiata al cadavere non riuscendo però a trattenere le lacrime che iniziarono ininterrottamente a rigarmi il viso. Dovevo andare. Dovevo fare ciò che mi era stato ordinato. I miei passi mi portarono in camera, mi avvicinai all’armadio e presi uno zaino da viaggio riempiendolo con gli indumenti più comodi che possedessi. Prima di andarmene percorsi con lo sguardo ogni angolo di quella stanza per imprimere nella mia mente ciascun dettaglio di quello che, da sempre, era stato il mio rifugio. Ma ora quello non era più un luogo sicuro, no. In realtà non so nemmeno se ci sia più un luogo sicuro là fuori. Dovevo sbrigarmi, dovevo cercare mio fratello e sperare che con lui le possibilità di sopravvivenza aumentassero.
Acqua, snack, medicine, scatola pronto soccorso, torcia, un coltello da cucina. Avevo tutto…almeno,  per sopravvivere un paio di giorni, forse. Tornai rapidamente verso il soggiorno cercando le chiavi dell’auto che sapevo si trovassero vicino al mobile dell’ingresso. Le afferrai di corsa, presi un bel respiro e senza pensarci ulteriormente uscii di casa.
 
Ero in viaggio da ormai una ventina di minuti e spesso mi capitò di incontrare dei non morti in mezzo alla strada e io, prontamente, ci passai sopra con la macchina senza farmi alcun problema “ pezzi di merda “. Ero arrabbiata, ero arrabbiata con questa vita che mi aveva tolto tutto in pochi giorni senza nemmeno avermi dato la possibilità di proteggere le persona a cui tenevo. Nella mia testa incominciai a pregare tutti i Santi del paradiso sperando che Nick si trovasse effettivamente a casa perché, se così non fosse stato, le mie possibilità di trovarlo diminuivano drasticamente.
 
 
ELYZA
 
. - Elyza prendi quel maledetto zaino e usciamo di qui! – sentii Raven urlarmi furiosa. Sapevo che mi odiava, ma ogni volta, nel bene e nel male, assecondava le mie follie. – Devo prendere altra roba! Non so quando ci ricapiterà un’occasione del genere Raven! - - Se non ti dai una mossa credo mai più. Ne stanno arrivando altri! – Guardai fuori le finestre del market e notai un vasto gruppo di zombie avvicinarsi all’edificio, aveva ragione, dovevo sbrigarmi. – Quanti sono? – Chiesi a gran voce sapendo che stava facendo da palo – Non riesco a contarli ma all’incirca una quindicina credo – Merda - . Non avevamo armi, non avevamo diversivi, non avevamo nulla con noi. Infilai velocemente l’ultimo barattolo di fagioli dentro lo zaino cercando di chiudere la zip nel tragitto verso l’uscita. – Oddio Elyza c’è una macchina! Corri corri ! – Una macchina? Non ne vedevamo una funzionante da settimane ormai. Sapevo che quella era l’unica nostra via di uscita quindi, anche se la macchina stava viaggiando a una velocità inaudita, mi misi in mezzo alla strada cominciando a sbracciarmi e a pregare a gran voce.
 
 
 
ALYCIA
 
Alzai il volume della musica cercando di focalizzarmi sul testo della canzone per non pensare a tutti ciò che mi stava succedendo. I finestrini abbassati facevano entrare l’aria che inevitabilmente mi scompigliava i capelli che più volte mi ritrovai a portare dietro l’orecchio. – Ma che cavolo… - In un gesto incondizionato il mio piede fece pressione sul freno lasciando delle lunghe strisce nere sull’asfalto a causa della forte frenata – Ma guarda questa… - Osservai la ragazza che stavo quasi per investire avvicinarsi con una faccia disperata – Ti prego, ti scongiuro, dammi un passaggio -. Continuai a osservare la sua espressione spaventata e inevitabilmente nella mia testa la coscienza prese parola “ Non ti fidare mai di nessuno Alicia, MAI. Non è più un mondo sicuro ”. Naturalmente non l’ascoltai, non lo facevo mai, e questa volta non avrei fatto diversamente… dopotutto avevo un coltello con me e quella biondina non mi sembrava in alcun modo minacciosa. – Muoviti! Sali! – le dissi allungandomi  per aprirle la portiera da dentro. – Aspetta! – mi rispose sorridente prima di girarsi – Raven muoviti! - - Hey no aspetta! Non avevo capito ci fosse altra gente! -  La ragazza non badò nemmeno alle mie parole e la vidi aiutare la sua amica a sfilarsi un pesante zaino dalle spalle per poi buttarglielo addosso una volta entrata in auto.   I miei occhi, che finora era intenti a studiare le due, si posarono alle loro spalle e fu in quel momento che vidi un orda di non morti avanzare verso di noi. – Oddio! Li avete chiamati voi quelli!? – Misi in prima e alzai un polverone dietro di noi sgasando via all’impazzata, la vista di quell’accumulo di carni putrefatte mi aveva scombussolata non poco e non ero nemmeno sicura di farci l’abitudine.
Il vento riprese a  passarmi tra i capelli ma questa volta mi sembrò molto meno sgradevole, anzi… parve tranquillizzarmi. – Io sono Elyza – Interruppe il silenzio la ragazza alla mia destra. Io non staccai gli occhi dalla strada e qualcosa dentro di me mi suggerì che sarebbe stato meglio tenerle allo scuro sulle mie informazioni personali, ero già stata fin troppo disponibile. – Mi hai sentita? – - Si ti ho sentita –  la vidi lanciare uno sguardo interrogativo verso la sua amica ma dallo specchietto retrovisore  notai l’altra limitarsi a un alzata di spalle e rimettersi giù a dormire.
 
 
 
ELYZA
All’improvviso mi sentii in imbarazzo. Non volevo crearle dei problemi ma purtroppo o per fortuna quella macchina era l’unica nostra salvezza. Osservai Raven accovacciarsi nuovamente in posizione di riposo prima di voltarmi ad ammirare  il profilo di quella ragazza che, inutile negarlo, era dannatamente perfetto. Ogni tanto mi capitava di sentire i suoi lunghi capelli solleticarmi il volto e più di una volta ne inspirai il profumo, vaniglia? Forse.
Rimanemmo in silenzio per un’ ora buona prima che la taciturna autista decidesse di accostare e fermare il veicolo – Che stai facendo? – le chiesi curiosa e spaventata allo stesso tempo – Ormai siamo lontane, abbiamo percorso più di 100 km, direi che il passaggio è finito – - Cosa??!! –Sentii Raven svegliarsi di soprassalto, giusto in tempo per sentire la decisione presa da quella ragazza che sapevo non le stesse simpatica – Senti… Bella Tenebrosa… tu hai bisogno di noi – la sentii dire canzonatoria mettendo su un ghigno strafottente – Oh… ma davvero ? – Le chiese sarcastica l’altra. Mi misi le mani nei i capelli, se avessi lasciato la parola a Raven non avremmo concluso niente – Ti prego… dobbiamo arrivare a Wilshire Square e raggiungere il nostro gruppo, non manca molto – Per la prima volta la vidi guardami negli occhi e scoprii che i suoi erano di un colore mozzafiato, un verde chiaro rarissimo da incontrare. Cercai di giocare tutte le mie carte quindi aggrottai la fronte nel tentativo di somigliare a un cane bastonato, nella speranza che almeno in questo modo accettasse la mia richiesta. Iniziai a sentire una strana sensazione allo stomaco e le mani inumidirsi, trovavo il suo sguardo troppo insistente ma tremendamente ipnotico, tanto che io dovetti distoglierlo per non far trapelare il mio malessere. – Va bene. Spero che i vostri amici abbiano un bagno perché necessito di una doccia – rispose con tono scocciato prima di rimetterci in marcia. Tornai a respirare regolarmente e mi arrabbiai notando Raven riaddormentarsi dopo pochi minuti… lei era un tipo molto alla mano e prendeva ciò che la vita le offriva al momento, senza preoccuparsi molto degli altri. Io no, non ci riesco, anzi… il più delle volte mi trovo nel casini proprio per aiutare gli altri.
 
. - Alicia – – Come scusa? - - Mi chiamo Alicia Clark – Le regalai un sorriso ma non potè vederlo perchè i suoi occhi rimasero fermi sull’asfalto – Elyza Lex… e quella è Raven Rayes – le risposi indicando verso le nostre spalle con un gesto della testa. Sperai che quel momento di umanità durasse per ancora qualche secondo quindi ne approfittai per farle qualche domanda – Da dove vieni? - - Sono australiana ma ho vissuto tutta la vita a Los Angeles - - La tua famiglia? - - Sto andando a cercare mio fratello. Mi è rimasto solo lui –Mi rispose con un tono quasi impercettibile. Abbassai lo sguardo, mi dispiaceva per lei ma non glielo dissi, sarebbe stato troppo scontato. Io mi ritengo fortunata. Non ho più la mia famiglia… è vero… ma in compenso ero riuscita a mettermi in salvo con i miei amici di infanzia.
. - Siamo arrivati, accosta qui –La invitai parcheggiare nel vialetto della villa situata a destra della strada principale. La zona era tranquilla infatti non incontrammo più nessuno zombie lungo il tragitto. La vidi uscire dall’auto con lo sguardo intento a scrutare il luogo intorno a lei – Sembra tranquillo qui - - Si, per ora lo è – le risposi seguendola fuori dall’abitacolo. La vidi osservare Raven addormentata spiaccicata al finestrino posteriore e non feci a meno di notare un sorrisino beffardo nascere sulle sue labbra, capii subito quale fosse il suo intento. Come previsto aprì la portiera facendo quasi cadere la malcapitata – Svegliati Bella Addormentata! Siamo arrivate – sorrisi divertita a quella scena “ Hai trovato pane per i tuoi denti Raven” pensai tra me e me. Raven non le rispose ma a bassa voce mi sussurrò qualcosa all’orecchio – Che guerra sia… Bella Tenebrosa dei miei stivali – sorrisi nuovamente.
 
ALYCIA
. - Finalmente siete tornate! – vidi un ragazzo alto venire verso di noi con un sorriso genuino in volto – Bellamy! Aiutaci con gli zaini – il ragazzo si fermò e trasformò il suo sorriso in un broncio poco convincente – La risposta doveva essere “ Bellamy, che bello rivederti! – lo sentii dire fingendosi offeso. Aspettai che il gruppetto si lasciasse ai saluti prima di avvicinarmici un po’ incerta sul da farsi. Fortunatamente la biondina… ok… Elyza, sembrò accorgersene e venne in mio soccorso – Bell, lei è Alicia. Ci ha salvato la vita… - lo informò trascurando la parte in cui avevo tentato di lasciarle a metà strada.  Il sorriso che mi donò mi fece sentire terribilmente in colpa e mi ripromisi di farle le mie scuse alla prima occasione, non era mia intenzione essere così bastarda. – Piacere Alicia. Io sono Bellamy. Entriamo… così conosci anche gli altri – Non badai molto alle parole del ragazzo ma rimasi stranamente interdetta dalla gioia che trasmettevano.
 
L’ingresso era decisamente il doppio di quello di casa mia e rimasi sorpresa notando l’ordine in cui versava. I miei pensieri volarono subito a mio fratello, lui era un totale disastro, disordinato come pochi. I miei pensieri furono interrotti dalla grida dei resto del gruppo che ci accolse appena entrammo – Ohhh avete portato gente nuova vedo – constatò una ragazza avvicinandosi a noi – Non potevamo lasciarla, ci ha salvato la vita…- sentii rispondere Raven imitando la voce di Elyza di pochi istanti prima – Sei un’idiota Raven – le rispose l’altra di rimando.  Sorrisi a quei giochetti verbali… Non dovevo starle simpatica per forza, ma sapevo che se fossi rimasta li sarebbe nata una bella intesa fra noi due.  – Io sono Octavia.  – mi disse allungandomi la mano in attesa che la stringessi – Alicia – mi limitai a risponderle – E lui è Finn – continuò indicandomi un ragazzo dall’altra parte della sala.
. - Dove sono gli altri? – Mi voltai a guardare l’aria stranita di Elyza. Dedussi quindi che il gruppo non si limitasse a quei cinque membri e curiosa aspettai insieme a lei la risposta. Il ragazzo alto si avvicinò a lei  e lo osservai appoggiarle una mano sulla spalla e quel gesto sembrò preoccuparla ulteriormente –  Dopo ti racconto, ora andate a rinfrescarvi e a sistemarvi. Avete un odore insopportabile -. Vidi Elyza arrossire e anche io a mia volta mi vergognai un po’. Odiavo essere sporca e odiavo ancora di più le persone che me lo facevano notare. La notai cercarmi con lo sguardo e cordialmente mi invitò a seguirla.
Al piano superiore c’erano abbastanza camere per un esercito. L’arredamento era essenziale ma anche nella sua semplicità risultava di ottima fattura e di ottima scelta – E’ molto grande questa casa, di chi è? - - E’ di Bellamy, aveva una famiglia numerosa -. Notai il verbo al passato, quindi decisi di non proseguire ulteriormente con le domande – Qui c’è un bagno. Io vado in quello in fondo al corridoio. Tra i tanti lati positivi di questa casa c’è anche quello dei bagni -. La guardai e non riuscii a trattenere un sorriso, forse il primo che le rivolsi. – Ok, Grazie –
 
ELYZA
 
Sentivo l’acqua scivolarmi giù per il corpo e i capelli mi si appiccicavano insistentemente sulle spalle. Rimasi per alcuni istanti immobile sotto il getto d’acqua… troppo fredda per i miei gusti ma tremendamente rilassante per i miei muscoli rimasti in tensione tutto il giorno. Ripensai all’intera giornata appena passata e mi ritrovai a sorridere. Non mi sentivo in colpa per aver invitato Alicia a conoscere gli altri, vedevo in lei qualcosa di buono e io ero completamente affascinata dal suo mistero. Uscii dal box doccia, facendo attenzione a non scivolare sull’umidità creatasi sul pavimento lucido. Indossai l’accappatoio e con una manica pulii lo specchio appannato. “ Sono orribile” mi dissi osservando le enormi occhiaie sul mio volto. Non dormivo da giorni.  Presi un lungo asciugamano e me lo arrotolai tra i capelli bagnati prima di uscire dal bagno e, appena oltrepassata la porta, la vidi… Alicia, a differenza di me , portava i capelli sciolti sulle spalle e un asciugamano praticamente inesistente che le copriva a malapena le parti intime. Mi accorsi di non stare respirando, ma fortunatamente mi bastarono due o tre respiri più profondi per far tornare l’ossigeno al cervello – Perdonami… non avevo altro –  mi disse arrossendo. Riacquistai quel briciolo di lucidità necessaria per togliermi l’asciugamano dalla testa e porgerglielo – Tieni, puoi prendere questo se ti va –lei allungò la mano ma il suo sguardò non si spostò dal mio e, come la prima volta, ne fui stregata.  – Vieni con me, il tuo zaino è nella mia stanza –
 
ALICIA
Appena Elyza aprì la sua camera un ondata di profumo invase le mie percezioni e un senso di pace mi avvolse. Notai numerose foto appiccicate alle pareti e curiosa mi precipitai ad  osservarle. Le immagini la raffiguravano con il suo gruppo di amici…era felice… sorrideva – Sono belle – commentai senza distogliere lo sguardo. – Le ho messe li per non dimenticare - -  Dimenticare cosa? - - Che vale sempre la pena sorridere per qualcosa -. La sua risposta mi colse impreparata, io davvero non capivo come riuscisse a essere così ottimista. – Ti auguro di non trovare mai il motivo per smettere di farlo -. Per me di certo non ne erano rimasti tanti di motivi. Ero sola, e se anche Elyza mi stava concedendo questi attimi di spensieratezza, sarei dovuta partire per cercare almeno mio fratello.
Mi vestii velocemente ma la fretta non mi impedì di scorgere alcuni tatuaggi sul suo corpo – Quanti ne hai? -. La vidi girarsi imbarazzata  e subito mi pentii di quella domanda, era ovvio che la stessi guardando vestirsi – Ne ho tre -. Fortunatamente quella timida situazione venne interrotta da Raven che fece capolino tra la fessura della porta. – ALLORA? SIETE PRONTE O NO? - - Mamma mia! Abbiate pazienza! – Elyza mi rivolse uno sguardo complice e divertita dalla scena mi avviai insieme a loro di sotto.
Nell’aria c’era un profumino niente male e non riuscii a impedire al mio stomaco di emettere brontolii udibili a metri di distanza – Quindi anche tu sei umana! – mi chiese sarcastica Raven sentendo il suono della mia pancia. Assottigliai gli occhi a due fessure cercando di lanciarle lo sguardo più minaccioso che riuscissi a fare – Che state combinando? – sentii Elyza chiedere una volta entrate in cucina. Ci stiamo godendo la cena. Muovetevi che si fredda –
 
ELYZA
 
Consumammo il pasto in tempo di record ma tutti sembrarono grati di quel poco che riuscivamo a trovare, senza lamentarsi delle minime quantità. Osservai Alicia e finalmente, dopo un bagno e un sostanzioso pasto, mi parve molto più rilassata e incline al dialogo. I ragazzi tornarono ai loro doveri lasciando a noi due il compito di sparecchiare e sistemare la cucina. – Sei sicura di volertene andare ? – Alla mia domanda la vidi posare lo sguardo sul pavimento, non doveva essere facile per lei rimanere sola, io non lo sopporterei. Lentamente riprese a sparecchiare la tavola e in silenzio la lasciai riflettere – Devo raggiungere Nick - - Ma sei sicura che non sia… si insomma… - - In realtà non ho sue notizie da due giorni - -  Ma come ha fatto a contattarti? Le linee telefoniche non sono più utilizzabili da mesi ormai - - Tramite radio. La mia… la persona con cui vivevo aveva una radio con cui trasmettere - - Dovresti chiedere a Raven di aiutarti prima di partire alla cieca - - Che intendi dire? - - Lei è brava con queste cose… potrebbe contattare tuo fratello e sapere se è ancora li -  Sembrò pensarci a lungo e io di certo non volevo farle fretta, non ero nessuno per costringerla a rimanere. – Questa è una zona tranquilla Alicia… ma non so dirti se a pochi chilometri da qui sia lo stesso – dissi cercando di convincerla. Per chissà quale assurdo motivo avevo paura di perderla nonostante fossero poche ore che la conoscessi. Mi sentivo in dovere di aiutarla e ormai avevo preso a cuore la sua storia…in fondo, le ero debitrice. – Rimani con noi almeno questa notte. Ormai è tardi e non sarebbe prudente rimettersi in strada -. Questa volta cercò il mio sguardo e io fui felice nel vederla acconsentire alla mia richiesta con un cenno del capo.
Sentii una mano poggiarsi sulla mia schiena e se anche mi trovavo di spalle non avevo bisogno di chiedermi chi fosse. - Perché non andate a letto? Finisco io qui, il mio turno di guardia inizia tra poco – Mi girai a fronteggiarlo e una volta davanti a lui mi ricordai del nostro discorso in sospeso. Mi voltai verso Alicia che sembrò intuire la mia richiesta di lasciarci un attimo soli per parlare – Aspettami in camera arrivo subito – le dissi prima di vederla scomparire su per le scale.
. - Bell… che fine hanno fatto gli altri? - - La verità è che non lo so Elyza. Stavano facendo il turno di guardia e quando ci siamo svegliati la mattina non c’erano più - -  Avete provato a contattarli via Radio  - - Raven è sempre collegata sulla loro frequenza ma niente… - Ero stanca di tutta quella situazione e il pensiero che i miei amici non fossero al sicuro mi logorava dentro– Hey dai… Vedrai che stanno bene. Lincoln era con loro, lo sai, lui se la sa cavare. – cercò di rassicurarmi prendendomi per le spalle notando la mia espressione triste. Lentamente mi sciolsi dalla sua stretta e dopo avergli fatto un sorriso poco convincente lo lasciai al suo dovere.
 
 ALICIA
. – Dove posso dormire? – le chiesi notandola imbambolata sull’uscio. Lei sembrò quasi spaventarsi e capii di averla destata dai suoi pensieri  – Puoi stare qui se ti va. Non ho nessun problema nel dividere il letto –mi rispose seriamente. Era ovvio che non stesse alludendo a nessun doppio senso… ma io ci pensai ugualmente e cercai di soffocare la risata. Tornai seria notando il suo viso pensieroso – Qualcosa non va? - - No… sono solo un po’ preoccupata per il resto del gruppo – mi confidò portandosi una mano sul collo e massaggiandoselo per alleviare la tensione. Non le dissi nulla, non sapevo che dire, non le avrei dato false speranza dicendole “ vedrai che andrà tutto bene”, anche perché non sapevo nemmeno a chi mi stessi riferendo. – Dormiamo ora, anche tu sembri stanca – La vidi assecondare la mia proposta e lentamente ci lasciammo andare a quegli attimi di pace.
 

Ciao a tutti. Mi dispiace aver pubblicato questa storia in un momento così delicato... ma purtroppo per me equivale a una cura, dopo l'ultima puntata di ieri ne ho sentito il bisogno. Spero che questo inizio vi piaccia e che vi icentivi a continuare la lettura. a presto :) 

 
  
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