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Autore: SilviAngel    21/05/2016    3 recensioni
DAL TESTO:
“Stiles porta a casa Derek. Io accompagno Kira e Malia. Per questa notte cerchiamo di non pensare a quanto sarà difficile da domani in avanti”
Dando ancora qualche dritta ai presenti, l’alpha si allontanò tenendo stretta la sua ragazza e lasciandosi alle spalle per il momento ogni altra preoccupazione.
“Bene” uscì stridula la voce del figlio dello sceriffo “Sei la mia personalissima palla al piede in qualunque forma tu sia, forza andiamo” si rivolse a Derek.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Piccola stupidaggine ispirata da questa fan art trovata online…

Se l’autore di quest’opera desiderasse la cancellazione della stessa sarà sufficiente comunicarmelo in un messaggio privato.
Buona lettura
 
Stiles sta’ zitto
Derek era appena tornato adulto davanti agli occhi di tutti e Stiles non sapeva come spiegare a se stesso quella sensazione strana – quasi di dispiacere – che gli era appena esplosa nel petto.
Si era occupato del mannaro adolescente per poco, ma inspiegabilmente aveva avvertito una strana empatia, una complicità che mai aveva avvertito con il Derek che conosceva da tempo.
Inutile era pensare a queste cose, dato che non avrebbe di certo più dovuto preoccuparsi per lui, anche se una vocina nella sua mente sembrava divertirsi nel ripetergli che tanto lui avrebbe continuato a preoccuparsi comunque per quel lupo scontroso.
 
Guardandosi attorno, Stiles si avvide che erano tutti ammaccati e sconvolti.
Kate era riuscita nuovamente a scappare. I mostri a cui ora si accompagnava erano forti e all’apparenza indistruttibili e Peter aveva appena annunciato la sparizione di una enorme somma di denaro dal caveau.
Di certo quella serata non sarebbe potuta andare peggio.
Stiles si maledisse non appena quel pensiero prese forma in lui, consapevole che avrebbe solo attirato altri guai.
Scott fu il primo a parlare nel bel mezzo del trambusto.
“Stiles porta a casa Derek. Io accompagno Kira e Malia. Per questa notte cerchiamo di non pensare a quanto sarà difficile da domani in avanti”
Dando ancora qualche dritta ai presenti, l’alpha si allontanò tenendo stretta la sua ragazza e lasciandosi alle spalle per il momento ogni altra preoccupazione.
“Bene” uscì stridula la voce del figlio dello sceriffo “Sei la mia personalissima palla al piede in qualunque forma tu sia, forza andiamo” si rivolse a Derek.
Il mannaro non disse nulla, guardandolo come suo solito dritto in viso prima di incamminarsi verso la scuola.
Il viaggio in auto fu silenzioso, non che Stiles non avesse tentato una qualche forma di assurda conversazione, ma ogni volta i suoi approcci finivano nel baratro nel mutismo del suo compagno di sventure.
Giunti a destinazione, dopo aver borbottato un laconico “Grazie” che il liceale a malapena udì, il licantropo scese dalla Jeep e, attraversata la strada, sparì all’interno dell’edificio che ospitava all’ultimo piano il suo appartamento.
 
Inveendo contro la maleducazione e l’inesistente capacità comunicativa di un certo Sourwolf, Stiles no mise in modo immediatamente e anzi rimase nell’auto per alcuni minuti.
Aveva notato come Derek fosse molto più stanco e provato di quanto avrebbe dovuto essere in realtà. Purtroppo con tutti i guai che avevano dovuto affrontare a Beacon Hills, il ragazzo era oramai abituato a vedere i suoi amici e compari uscire da sanguinose battaglie e mai ricordava di aver visto l’ex alpha così malconcio.
Mordendosi le labbra e spettinandosi i capelli con le mani, Stiles non sapeva cosa fare, fino a quando, smettendo per una attimo di arrovellarsi su mille possibili alternative, non si limitò ad aprire la portiera della sua adorata e a seguire i passi compiuti poco prima dall’altro.
 
Arrivato davanti alla pesante porta di metallo del loft, sicuro che il padrone di casa fosse a conoscenza della sua presenza lì, agì nuovamente d’impulso e la spalancò, trovando Derek con addosso solo i pantaloni, il corpo piegato in avanti e le mani poggiate sul grande tavolo davanti alla finestra.
Stiles non aveva sbagliato.
Il moro era davvero stanco e scoraggiato; il corpo indebolito forse dalla repentina e improvvisa trasformazione subita poco prima.
“So che non dovrei essere qui” iniziò a parlare Stiles, avvicinandosi un poco e preoccupandosi ancor di più dato che Derek non reagiva, neppure per urlargli contro e intimargli di sparire “So che di certo sono l’ultima persona che vorresti avere attorno adesso, o forse sempre, ma comunque ecco, io mi chiedevo se stessi bene. Perché sai non sembri stare bene. È anche vero che da quando ti conosco sono state più le volte in cui ti ho visto sanguinante, agonizzante, quasi morto che le volte in cui fossi il ritratto della salute. Non che tu non sia in salute, santo cielo, guardati, ma non è questo che volevo dire. Quello che volevo dire è che… che…”
A corto di fiato e con la gola secca per il troppo parlare, il liceale iniziò a rallentare per poi balbettare incapace di concludere il proprio pensiero e fu in quell’istante che finalmente Derek si mosse.
 
Raddrizzata la schiena, il mannaro si voltò osservando, per la prima volta dal suo arrivo, l’ospite presente. Mosse i piedi lentamente, uno dopo l’altro, avvicinandosi sempre senza parlare costringendo Stiles ad arretrare.
Ogni passo compiuto da Derek generava un passo a specchio del figlio dello sceriffo che si fermò solo quando i polpacci toccarono qualcosa. Girando rapido il capo prima di riportare la sua attenzione nuovamente davanti a lui, Stiles vide di aver raggiunto il logoro divano presente nel loft e che quindi ogni via di fuga gli era adesso preclusa.
Derek intanto continuava ad avanzare, all’apparenza incurante che i movimenti dell’altro si fossero arrestati.
“Non volevo disturbarti, se vuoi vado via e ti lascio ricaricare le batterie in tutta tranquillità. Forse avete qualche rito particolare per recuperare energia e la mia presenza non può che essere un problema quindi” nuovamente Stiles non poté terminare il suo sproloquio, non per mancanza di parole ma perché Derek era giunto a un solo passo da lui.
 
Il licantropo sollevò lentamente le braccia e posò le mani sulle spalle di Stiles spingendolo poi, con gesto deciso ma delicato, all’indietro.
Le gambe dell’umano si piegarono docili, permettendogli di sedersi.
Stiles aveva la mente completamente vuota, sensazione che non conosceva molto. Era abituato ad avere mille idee che gli frullavano in mente, spesso contemporaneamente, ma non ad avere una tabula rasa che lentamente venne occupata dallo sguardo serio e sicuro di Derek.
Non appena Stiles fu comodamente seduto sul sofà, il padrone di casa si spostò di un passo a lato, prima di accomodarsi anch’egli.
I suoi movimenti non si limitarono però a imitare la postura di Stiles perché, non appena ebbe occupato il posto ancora libero, il mannaro sollevò le gambe distendendole sui cuscini e insieme lasciò scivolare a lato il busto affinché la testa si posasse perfettamente sulle gambe di ragazzino.
L’intero corpo del liceale si irrigidì e i polmoni si arrestarono, anche solo se per un attimo, a metà di un respiro.
Stiles era nel loft di Derek, seduto sul divano e con in grembo il capo del mannaro?
Ok, forse era lui ora ad essere sotto incantesimo o forse lo erano entrambi perché di certo quello non era un comportamento che Stiles si sarebbe aspettato dal lupo.
Trovando chissà dove un brandello di coraggio, il figlio dello sceriffo, schiaritosi la voce, provò a domandare “Derek stai bene?”
“Sì” la voce del mannaro, calda ma in parte attutita dalla posizione tenuta, si fece finalmente udire.
“Bene. Allora io dovrei, ecco, penso proprio che dovrei andare e-”
“Stiles, sta’ zitto” ordinò Derek strusciando la guancia sulle cosce di Stiles, cercando una posizione più comoda e, quando l’ebbe trovata, rilasciò un piccolo sospiro sollevato.
“Me ne starò buonino qui mentre ti riposi allora e poi-”
Un suono roco e vibrante si sollevò dal corpo rilassato di Derek.
“Stai facendo le fusa?” chiese Stiles divertito e stranito al tempo stesso.
Il suono si ripeté ora con tono più alto palesando senza ombra di dubbio la sua natura.
“Oh, no, non sono fusa. Stai ringhiando. Capito, starò zitto”
Derek sollevò il capo solo per incrociare le braccia e usarle in parte come cuscino, prima di tornare a sdraiarsi placidamente sulle gambe di Stiles che finalmente aveva deciso di tenere per un po’ chiusa la bocca.
In fondo, riflette il figlio dello sceriffo, era un piccolo sacrificio considerato che avrebbe finalmente permesso a Derek di riposare sereno.
   
 
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