Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Francine    26/05/2016    5 recensioni
Ha deciso. Oggi si chiamerà Athanasios. Colui che non muore. Gli è sembrato un nome appropriato, anche se il soggetto che ha scelto non è l’uomo più puro al mondo. Anzi.
Suo fratello avrà qualcosa da ridire, su quella e su molte altre delle sue scelte, ma pazienza. I fratelli maggiori brontolano per contratto. E quel corpo deve piacere a lui, deve calzargli come un
exomis di buona fattura che non costringa i movimenti, ma li esalti.
E deve piacere a lei; quel tanto che basta per farsi ascoltare, si capisce. E decidere che, forse, il gioco vale la candela.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hades, Poseidon Julian Solo, Saori Kido
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Quando piovono le stelle'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



7.
 
 




Il pavimento è freddo e duro sotto al sedere. Il suo coccige protesta con fitte di dolore che le percorrono la colonna vertebrale ed i muscoli della schiena, ma non si muove. Se ne resta come una tartaruga rivoltata sul dorso, i pugni stretti, le palpebre serrate e la bocca spalancata in un urlo muto. Se potesse, si rannicchierebbe ancora di più su se stessa, fino a rientrare nel terreno come un piccolo seme di mela per nascondersi ed aspettare che passi la burrasca. Ma c’è una superficie rigida, sotto di lei. E non ci sono molte possibilità che si apra e la accolga in sé. Ma lei ci spera. Ci spera perché ne ha viste troppe. Scalinate di marmo bianco chiazzate di sangue. Stivali di soldati in marcia. Carrozzine rovesciate con le ruote ancora in movimento. Fiumi in secca. La terra spaccata in una ragnatela di fessure. Nuvole rosse di sangue. Il cielo gonfio di urla, bestemmie e…

«Madre?»
La Terra dischiude appena gli occhi, sbirciando il mondo da dietro le ciglia scure. C’è il bel visetto di sua figlia che la guarda con espressione preoccupata, le mani paffute attorno alla colonna del baldacchino.
«Sì… sì, tesoro?», le dice, la voce simile ad un raschio. Le fa male la gola. Forse ho davvero gridato, pensa la Terra mettendosi a sedere e guardandosi attorno. È di nuovo nel suo palazzo. E quello su cui è seduta è il freddo e rigido e solido pavimento di piastrelle esagonali, che disegnano dei fiori dai petali rosso scuro e dal centro nerissimo. Dei papaveri stilizzati. Una delle ragioni per cui ha scelto quell’abitazione, assieme all’esposizione ad est, all’ampia terrazza con vista mare e al mobilio dalla squisita fattura. Bianco. Bianchissimo. Come il chitone per le sue nozze con Ennosigeo che non aveva mai lasciato il telaio, e come le corone di fiori che…
«Tutto bene?», le chiede sua figlia, piegando appena la testolina boccoluta di lato.
«Certo, amore. Mamma ha fatto solo un brutto sogno…» Un sogno orribile. C’era quello scellerato di tuo marito che aveva mozzato la testa della Fanciulla e… «Ma adesso va tutto bene, cara. Davvero. Che ore sono?»
«Le undici del mattino, Madre.»

La Terra sbatte le palpebre, perplessa. Perché la voce non è quella melodiosa di sua figlia, ma quella bassa e baritonale di un uomo. Sgrana gli occhi e, timidamente, sbircia oltre il bordo del materasso. E lo vede osservarla dalla porta, oltre le montagnole di lenzuola ammonticchiate, appoggiato ad uno stipite, le braccia incrociate e un’espressione di trionfo a colorargli il viso pallido.
«Cosa fai tu qui?!», ruggisce la Terra, mentre la sua mano destra corre ad acciuffare la parrucca che l’aspetta, paziente, sul comodino. Si sistema i capelli calcandoseli sulla testa come se fossero un cappellaccio in una giornata di pioggia e gli regala un’occhiata di fuoco.
«Sono venuto a prendervi, Madre», risponde lui, sincero.
«Hmpf!», ribatte lei, sputando fuori il fiato come fosse veleno con cui accecarlo. «Ti sei confuso, mio caro. Siamo in luglio. È ancora presto…»
«Oh, questo lo so anche io», replica lui, la veste nera con dettagli d’argento che fruscia al suo passaggio. «Ma sembra più novembre, che luglio. Piove ogni giorno. Due ore di follia, tra le quattro e le sei. Così ho pensato che voleste tornare e sono venuto a prendervi…»
«Certo! Tornare!» La Terra assesta un pugno sul materasso, che si piega con un sordo SBOFF. «Ma cosa credi, che siamo qui in villeggiatura? Noi stiamo lavorando, capito? La. Vo. Ran. Do!»
Gli regala uno sguardo in cagnesco carico di odio e livore. Perché lei sa che c’è lui, dietro al suo incubo. Sicuro come il sole sorge ad est. Chi altri può sfruttare a proprio piacimento il mondo dei sogni?
«Lo so», replica lui. Pacato.
«Madre, abbiamo una notizia da darti», le dice sua figlia. Abbracciando il marito. «Una notizia meravigliosa

È come se sua figlia l’avesse pugnalata al cuore col sorriso. La Terra trema. Le sue mani stringono il lenzuolo, per avere un appiglio cui aggrapparsi e non scivolare giù, nel baratro che si è aperto sotto ai suoi piedi. Una notizia meravigliosa, ha detto sua figlia. E quale notizia può essere più meravigliosa di… una… grav…
No. Non la mia bambina. Non con quella mezza calzetta!, pensa la Terra, la parrucca che scivola in avanti e le copre gli occhi.
«Vuoi dirgliela tu?»
«No, amore. Digliela tu.»
Stanno tubando. Come due colombi. Davanti al suo naso. Manca poco che lei si senta di troppo.
«Sicura?»
«Sì.»
«Sicura sicura?»
«Sicurissima», e sua figlia arrossisce.
La Terra decide che la misura è colma. Si alza. Li fronteggia. Sposta il suo sguardo di fuoco da lei a lui un paio di volte, poi resta a fissarlo. E se gli occhi potessero uccidere, lo Sconosciuto sarebbe morto e risorto almeno una dozzina di volte. Trafitto al busto da nodosi e possenti radici di sequoia.
«Che sta succedendo qui?», domanda la Terra, pronta a cavare gli occhi a quello scellerato di suo fratello.
«Mio marito ha parlato col Padre!», trilla la Figlia. E la Terra suda freddo. Certo. Il Padre. Quell’irresponsabile. Prima gliel’ha data in sposa, e poi gli avrà anche concesso di ingravidarla! Nossignore. Non fino a quando io sarò in vita!, pensa la Terra. Fissando lo Sconosciuto come se volesse scorticarlo vivo con lo sguardo. «Oh, scusa amore», e la Figlia sorride, leziosa.
«Nulla, nulla…», replica lui, come se fossero ancora in luna di miele.
«Quindi?», domanda la Terra, il suono secco dei rami spogli che sbattono contro i vetri di una finestra nel vento freddo di novembre.
Lo Sconosciuto storna lo sguardo da sua moglie e lo piazza su di lei. Occhi chiari e purissimi, come una stella appena nata. Sorride.

«C’è stato un malinteso, mamma», dice, e quando lui la chiama così sono grane in arrivo.
«Un malinteso? Che genere di malinteso?» Forse ha scoperto che non è obbligato ad ospitarla durante i sei mesi in cui la Figlia scende nell’Oltretomba?
«Quello con la Fanciulla», e le mani della Terra ricordano con dolorosa precisione la setosa consistenza dei suoi capelli tra le dita.
«Spiegati… meglio», gli intima, i boccoli scomposti sul viso e un alone di belletto sulle guance paffute.
«La questione del primo sangue. La Fanciulla ed io credevamo che si trattasse del primo sangue in assoluto. E invece…»
«E invece?»
Lo Sconosciuto si stringe nelle spalle. «È una questione relativa.»
«Relativa, in che senso?»
«Nel senso che la Fanciulla ed io possiamo continuare a combattere, ma dobbiamo interromperci quando uno dei due resta ferito. Capisci, mamma? Possiamo continuare all’infinito! Che sciocchi, siamo stati!»
«Non è una notizia meravigliosa?», trilla la Figlia, stringendosi – aggrappandosi – al braccio di suo marito.
«Oh, sì. Meravigliosa invero, amor mio.» Le prende la testa tra le mani, le dita che s’insinuano nei suoi capelli. «Ho tutto il tempo perché il lavoro del Citaredo si cicatrizzi. E vedrai, la prossima volta ti porterò la testa della Fanciulla, su di un piatto d’argento…»
«Non è possibile!», e gli occhi della Terra sono laghi smarginati ricolmi di inquietudine e paura e qualcos’altro su cui è meglio non indagare.

«Certo che sì», replica lui, sfiorando la fronte di sua moglie con le labbra. «Chi altri può prendere il mio posto? Tu? Il Mare? Il Citaredo? La Cacciatrice? Sono l’unico che i mortali odiano, che i mortali temono a sufficienza. Sono un appuntamento improcrastinabile, mammina...»
«Tu non puoi farcela contro di lei!»
Lo Sconosciuto sorride, e la Terra assapora il terrore – quello puro – serpeggiarle per le ossa quando lui ribatte: «Scommettiamo?».



 Glyfada.
Dêmêtra si guarda attorno, confusa. Dove sono finiti tutti?, si chiede. L'ultimo ricordo coerente che ha è di lei nel camerino, assieme a Aphroditê, la truccatrice. Stavano... discutendo. Sul fatto che Iannis, il fotografo, fosse gay oppure metrosexual. Che non signifca essere effemminati, no. Significa prendersi cura di se stessi, tutto qui.
Ma Aphroditê non era d'accordo, perché, a detta sua, Iannis è dell'altra sponda. Senza se e senza ma. «Fidati, tesoro. Sto in quest'ambiente da almeno vent'anni e qui i maschi etero sono più rari di un quadrifoglio», le ha detto, sfumandole il correttore ai lati del naso. E Dêmêtra teme che la ragazza abbia ragione.
D'accordo, ma cosa ci faccio qui?, si chiede, guardandosi attorno. Ha i capelli spettinati, i vestiti stazzonati dopo una notte brava e il freddo che solo una nottata sulla rena ti sa regalare. Il sole è appena sorto e la sabbia le è arrivata ovunque,rammentandole delle pieghe del suo corpo che non era certa di conoscere.
C'è un uomo accanto a sé. Un uomo dall'aspetto vissuto. Mani grandi, forti, screpolate dal lavoro. Ha le unghie a pelle e la barba folta. Non è un hipster, ché il suo aspetto le sembra poco curato e quella canotta nera e slabbrata fa tanto anni '90, ma c'è qualcosa che le piace, in lui. Che socchiude gli occhi, scuri come la notte senza stelle, e la fissa. Sbatte le palpebre un paio di volte, poi si tira su. Si mette a sedere, si guarda attorno e poi le dice: «Buongiorno.».
Come se fosse la cosa più normale del mondo da dire svegliandosi in riva al mare accanto ad una sconosciuta.
«Buongiorno», replica lei, ché sì, è la cosa più normale da fare, in una situazione bizzarra ed imbarazzante di suo. «Sai come ci siamo finiti, qui?»
Lui la guarda, sporge in avanti il labbro inferiore, poi le dice: «Un'idea ce l'ho, anche se mi sembra impossibile e anche se detesto dover ammettere che non mi ricordo i particolari.».
«E quale sarebbe, quest'idea?», domanda lei, prima di aggiungere: «E perché sarebbe impossibile?».
«Non saprei. Ho le idee confuse. Magari, facendo colazione...»
«Buona idea. Ho bisogno di un caffè.»
«C'è un bar nello stabilimento accanto. Possiamo mettere qualcosa sotto i denti lì», le propone lui, alzandosi e porgendole la mano. «Athanasios.»
«Dêmêtra», risponde lei, afferrando quelle cinque dita ed alzandosi dalla sabbia. Si spolvera il vestito ed i capelli. «Pensi che potremo fare una doccia?»
Lui si stringe nelle spalle. «In effetti, ne avrei bisogno anch'io. Ma prima, pensiamo alle cose serie», le dice, porgendole il braccio. Lei accetta, lo smalto rosso che spicca contro la pelle abbronzata di lui.
«Dì, secondo te ce l'avranno il latte di soia?», gli chiede, incamminandosi verso lo stabilimento, mentre il sole illumina la spiaggia ed il mare batte e leva contro la battigia.
   

 


Saint Seiya, ® Masami Kurumada, Toei Animation, 1986. Grafica ® Francine.




Note:
Per la serie Don Rodrigo nun te temo!, Hades si è preso la sua rivincita. Spero che la Terra la smetta di rompergli le uova nel paniere, anche se non ci spererei troppo, se fossi in lui. Certe donne sono delle vere e proprie palle al piede, ed è difficile disinnescarle. Ma puoi metterle a tacere. Per cinque minuti almeno. Fino alla prossima Guerra Sacra. Sì perché io voglio credere che Rhadamanthys darà di nuovo del filo da torcere ai Santi di Athena, tra duecentocinquant'anni!

In tutto ciò, grazie per essere passati, grazie per avermi fatto compagnia e grazie per aver recensito questa storia! Grazie a chi si è perso per strada e grazie anche quei fedeli lettori silenziosi, che l'hanno inserita tra le preferite/seguite/da ricordare. Vi ho visto, cosa credete! Grazie di cuore. E adesso, un bel caffè!
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Francine