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Autore: LadyDenebola    30/05/2016    1 recensioni
"In quel momento sollevò il capo nella loro direzione, e Marina avvertì su di sé uno sguardo scuro e luminoso passarle da parte a parte". I nani di Thorin giungono a Minhiator, piccola città a ovest di Erebor, per liberarla dagli orchi e rafforzare l'amicizia fra i due popoli. Marina è una giovane assetata di avventure e leggende, diversa dall'immagine di donna umana che i nani hanno sempre avuto. Ambientato prima dell'arrivo di Smaug.
I personaggi e le ambientazioni appartengono in buona parte all'incommensurabile genio di Tolkien, io mi limito ad aggiungere il mio tocco (sperando di non fare casini). ^___^
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Balin, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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GIRION
 


Il brusio cresceva d’intensità a ogni minuto che passava, al punto che chi si fosse trovato fuori dalla sala del trono l’avrebbe potuta scambiare per un alveare in pieno fermento.
Thorin osservava i consiglieri confabulare, senza batter ciglio nonostante si sentisse fremere d’impazienza mentre attendeva una loro risposta e cercava di cogliere parole che potessero farlo sperare. Erano trascorsi già molti minuti da quando aveva finito di esporre la sua proposta: aveva usato le stesse parole rivolte a Thrain, nel modo più semplice possibile, per poi lasciare che si riunissero per discuterne, ma faticava a capire come la pensavano. I più continuavano a scuotere la testa e ribadire che la futura regina di Erebor sarebbe dovuta appartenere a una delle sette Case dei Nani, ma i pochi che volevano valutare seriamente l’idea del principe stavano iniziando ad alzare la voce, l’unica cosa alla quale Thorin poteva appigliarsi in quel momento.
Tuttavia, quel che gli dava da pensare ancor più dei pareri dei consiglieri era la reazione di suo nonno. Durante il suo discorso, Thror era rimasto sorprendentemente silenzioso a fissarlo con uno sguardo impassibile tradito soltanto da una ruga in mezzo agli occhi, e ora sedeva al centro del dibattito, la testa china sulle mani intrecciate senza proferir parola. Thorin non sapeva cosa aspettarsi da suo nonno, ma era certo che non gliela avrebbe fatta passar liscia tanto facilmente: non gli avevano lasciato il tempo di festeggiare la nascita di Fili, perché Thrain aveva indetto quel consiglio straordinario solo due giorni dopo il parto di Dìs.
<< Stanno facendo un po’ troppa confusione >>osservò Frerin, seduto alla sua sinistra.
I consiglieri continuavano ad alzare la voce, sempre più paonazzi, e alcuni si erano perfino sollevati a metà dalle sedie, rispondendosi l’un l’altro con veemenza. A un cenno del re, Thrain impose il silenzio, e tutti si risedettero, tacendo all’istante.
<< Il consiglio è in grado di darci un suo parere? >>domandò Thror.
Balin si alzò in piedi.<< Sire, la proposta di Thorin è molto delicata >>esordì.
<< Questo mi era chiaro fin dall’inizio >>ribatté il re.<< Tu cosa ne pensi? >>
<< Be’ >>Balin si lisciò la barba color ferro, cercando con cura le parole, << i matrimoni misti non sono una rarità e spesso si sono rivelati proficui per entrambe le parti contraenti. Non dubito che una maggior alleanza con gli Uomini possa giovare alla nostra sicurezza e ai nostri commerci: Thorin ha ragione, su questo. La famiglia di Marina gode del rispetto di queste regioni, pur regnando in città piccole rispetto a quelle dei sovrani del Sud. Ma non penso che dovremmo soffermarci a lungo sulle dimensioni delle loro città: non è da questo che possiamo misurare appieno il valore di un popolo. Minhiator ti ha dimostrato la sua amicizia come tu l’hai dimostrata loro aiutandoli contro gli orchi. Se rafforzi il legame con Minhiator e Longshale sono sicuro che non faticherai ad avere dalla tua gli Uomini del Nord-Ovest, qualora li convocassi >>
<< Non dimenticare, però, che la storia è piena anche di matrimoni misti che hanno portato distruzione alle loro famiglie per molte generazioni: pensa a quelli fra Elfi e Uomini >>ribatté Thror.
<< Non paragoniamoci agli Elfi! E non commettere l’errore di considerare gli Uomini tutti uguali >>lo ammonì Balin,<< altrimenti anche noi dovremmo tacere quando, a causa di alcuni antenati ben poco ammirevoli, ci sentiamo dire che tutti i Nani sono attratti dalle forze oscure e dall’avidità >>
A queste parole si sollevò una nuova ondata di brusii indignati. Thror osservava Balin, pensieroso, poi si rivolse ai suoi familiari.
<< Voi cosa ne pensate? >>
<< Non è mai male assicurarsi alleati fedeli per il futuro, ma prima dovremmo giudicare se la gente di Marina sia degna di un legame tanto stretto con Erebor >>rispose Thrain.
<< Non hai visto abbastanza da capire che ne sono già degni? >>sbottò Thorin, incapace di controllarsi.<< Ci hanno accolti e poi festeggiati quando li abbiamo aiutati, ci hanno onorato nel migliore dei modi quando sono stati nostri ospiti, e Marina non ha mai fatto nulla per indisporci, anzi è sempre stata entusiasta di ogni persona o cosa che vedesse a Erebor! >>
<< Non è il tuo parere, quello che ho chiesto >>lo zittì Thror, accigliato.<< Visto che l’hai nominata, però, vorrei sapere cosa ne pensano gli altri di Marina >>
<< Nessuno mette in dubbio la sua irreprensibilità e il suo disinteresse verso questo matrimonio >>rispose Balin, lanciando un’occhiataccia agli altri consiglieri. Alcuni borbottarono poco convinti, ma Thorin sorrise tra sé e sé, grato al vecchio amico.
<< Condivido >>ammise Filer,<< ma non vi nascondo il mio stupore per il fatto che Thorin si sia deciso a prender moglie così all’improvviso! >>
Thorin mantenne la calma davanti al suo sorrisetto provocatore: sapeva che la sua famiglia per prima avrebbe tentato in tutti i modi, anche col solo comportamento, a dissuaderlo, ma stavolta avrebbe tenuto a freno ogni escandescenza.
<< Sappiamo tutti che certe cose sono imprevedibili, e non credo sia il caso di chiedere a Thorin ulteriori spiegazioni o dettagli >>intervenne Gloin.<< Escludo che Marina possa averlo stregato con la magia, comunque. Il loro è un sentimento sincero >>
<< E dunque cosa proponete di fare? >>sbottò Thror.<< Convocare Minhiator e Longshale? >>
<< Sì, se il consiglio e il re approvano, e quanto prima >>rispose Balin.<< Longshale sta aspettando di sapere se Girion di Dale accetterà Marina in moglie, e se non agiamo subito potrebbero accordarsi >>
<< Così non rischiamo di scatenare un incidente diplomatico? >>intervenne Frerin con voce annoiata.<< Dale penserà che abbiamo voluto ostacolare i loro rapporti con Longshale e Minhiator >>
<< Perciò dobbiamo avviare subito un dialogo per sapere cosa ne pensano anche Girion e Marina: ricordiamo che a loro il matrimonio è stato imposto e potrebbero non approvare >>
<< E se invece l’avessero già accettata? >>chiese un nano di nome Hudròr.
<< Marina non ha alcuna intenzione di sposare Girion, e chi l’ha conosciuta lo sa >>rispose Thorin.
<< Potrebbe averlo incontrato e cambiato idea, nel frattempo >>replicò mordace Frerin.
Thorin lo guardò quasi con odio, lui che avrebbe dovuto essere il suo primo alleato.<< Non l’ha fatto né lo farà >>
<< Apprezzo la fiducia che riponi in lei, ma non dimenticare che le donne sono volubili >>
<< Ha accettato il mio pegno! Il suo cuore già appartiene a questa Montagna >>lo zittì Thorin.
Un silenzio attonito e, in fondo, anche un po’ ammirato seguì le sue parole. Thorin si guardò attorno con aria di sfida: aveva il fiato corto e le vene pulsavano così rapidamente che, per un momento, dovette slacciarsi il bracciale di pelle che teneva al polso.
<< Hai predisposto tutto ancor prima di parlarne con noi? >>esclamò Thror balzando in piedi e rovesciando la sedia.<< A che serve star qui a perdere tempo se hai già chiesto la sua mano? >>
<< Non ho predisposto un bel niente >>ribatté Thorin con forza.<< Ho dato a Marina un pegno per dimostrare a lei e voi che le mie intenzioni sono serie, e accettandolo lei ha fatto lo stesso. Non ho ancora chiesto la sua mano né l’avrei fatto senza prima sapere cosa ne pensano le nostre famiglie. Come vedi, non ho voluto scavalcare nessuno >>
Senza staccargli gli occhi di dosso, il re rimise la sedia al suo posto e tornò a sedersi. Thorin non riusciva a capire se nel suo sguardo ci fosse più indignazione o delusione, ma scoprì con feroce orgoglio che la cosa non lo feriva come invece si era aspettato. Sapere che Balin e altri consiglieri sostenevano la sua proposta era bastato a rincuorarlo: perlomeno, ora aveva la certezza – e poteva averla anche Thror – che il matrimonio con Marina non sarebbe stato una follia.
I consiglieri guardavano in attesa il re, che si era ritirato in un silenzio meditabondo ma carico di minaccia. Thror continuava a tenere gli occhi puntati sul nipote come un lupo che non voglia perdere di vista un nemico più piccolo di lui ma non per questo meno pericoloso o infido.
<< La nostra gente può già avvalersi dell’amicizia della Gente Libera di queste terre >>disse Frerin interrompendo quel silenzio pesante dopo qualche minuto.
<< Un’amicizia che finora si è basata essenzialmente sui commerci e che non è detto ci garantirà sempre il loro aiuto in caso di necessità >>replicò Thorin.
Suo fratello lo guardò accigliato, e così Thror, che a quelle parole parve riscuotersi come folgorato.
<< Ti stai muovendo come se temessi un attacco da un momento all’altro >>osservò.<< Minhiator è obbligata ad aiutarci, dopo che l’abbiamo protetta dagli orchi, e anche gli altri – che siano Uomini o Elfi – non tarderanno a intervenire qualora li chiamassi. Se Erebor dovesse cadere ne risentirebbero anche loro: siamo i principali esportatori di armi, gioielli, sete e macchine, offriamo servizi di scorta per trasportare persone e oggetti fino all’Occidente… Uomini ed Elfi hanno quanto noi interesse a difendere Erebor in caso di attacco >>
<< È pur vero che, se Erebor dovesse cadere, potrebbero cercare altrove altri con cui commerciare >>intervenne pacatamente Balin.<< E dobbiamo riconoscere che le nostre ricchezze stanno scatenando l’invidia e la bramosia di molti, fuori dai nostri confini, comprese le Genti Libere di cui parli, sire. Dunque perché non eliminare il rischio di essere traditi dai nostri amici legandoli a noi con un matrimonio? È il modo più indolore per stringere un’alleanza, e se Marina ha accettato il pegno di Thorin possiamo considerarla già bell’e fatta >>
Thror si tormentò i diamanti che teneva incastonati nella barba. Adesso fissava Balin come se non l’avesse mai osservato prima d’allora, ma il nano sostenne la prova senza batter ciglio.
<< Dunque tu sei favorevole? >>gli chiese infine.
<< Non vedo perché dovremmo opporci >>rispose Balin con serenità.
<< Vogliamo dunque che i nostri figli siano guidati da un re con sangue di Uomo nelle vene? >>proruppe Hudròr battendo la mano sul tavolo, e molti altri consiglieri si drizzarono sulle sedie sostenendolo a gran voce.
Thorin sentì il sangue ribollirgli nelle vene con una tale velocità che scattò in piedi e, poggiati i pugni sul tavolo, si chinò verso Hudròr e gli altri nani, che tacquero all’istante.
<< Vi ricordo che avrà anche sangue di Durin >>sibilò il principe, guardandoli uno a uno con occhi di fuoco.<< Se non accetterete l’erede che vi darò e la donna che prenderò al mio fianco, non accetterete neanche il vostro futuro sovrano >>e così dicendo si volse verso la sua famiglia.
Frerin e Filer non riuscivano a nascondere la propria costernazione, ma Thrain e Thror erano impalliditi. Fu Thrain a recuperare per primo la parola, ma parve parlare più a se stesso e al re che non al resto degli astanti.   
<< Thorin non ha mai preso una posizione così netta e spontanea su un affare del genere, e nulla di quel che diremo lo smuoverà >>
<< Non possiamo certo ignorare il parere dei consiglieri >>ribatté Thror. Ignorando Thorin, percorse con lo sguardo tutti i volti barbuti seduti al tavolo, e chiese:<< Quanti di voi approverebbero il matrimonio? >>
Balin, Gloin e un piccolo gruppo di consiglieri alzarono le mani senza indugiare. Hudròr e molti altri che si erano opposti fin dall’inizio incrociarono le braccia, evitando comunque di guardare Thorin. Ma altri ancora esitarono, e fra questi ce n’erano alcuni che fino a quel momento avevano rifiutato la proposta del principe. Confabularono a lungo fra loro, scuotendo più volte il capo e lisciandosi le barbe con così tanta forza da arruffarle più di quanto non lo fossero già. Infine, molti di loro si unirono a Balin, pur scoccando occhiate di scusa verso Thror. Questo rimase impassibile mentre contando si rendeva conto che la maggioranza andava a favore – seppur di poco – di suo nipote. Anche Thorin non lasciò trapelare alcuna emozione: il voto dei consiglieri poteva pesare fino a un certo punto, dopodiché sarebbe stato il re a prendere la decisione finale.
<< Mi fido della vostra saggezza >>commentò alla fine Thror, e la sua voce tradì tutta la sua disapprovazione.<< La questione ci tocca troppo da vicino per poter dare subito una risposta definitiva, perciò penserò a tutto quel che è stato detto qui e vi riconvocherò per comunicarvi la mia decisione. Potete andare >>
Con un violento grattare di sedie, i consiglieri si alzarono e iniziarono ad allontanarsi, alcuni rapidi e borbottando indignati, altri continuando a commentare perplessi. Balin fu l’unico a rimanere accanto al re mentre questo si abbandonava contro lo schienale e fissava di nuovo Thorin.
<< Sei più convinto, ora? >>chiese questi.
<< Di cosa? Di quanto tu sia diventato improvvisamente folle? >>ribatté Thror.
Thorin aprì la bocca, pronto a rispondergli senza alcuna remora ora che erano rimasti soli, ma Balin lo prevenne.
<< Tutti noi avremo bisogno di un po’ di tempo per accettare pienamente la tua proposta >>gli disse.<< Se ti fermassi a pensare, anche tu capiresti che non si può prendere una risoluzione così su due piedi >>
<< Tu però sei d’accordo con lui >>intervenne Frerin, guardandolo accigliato. Tutti si voltarono verso il consigliere, che non parve affatto imbarazzato.
<< Non devi accusarmi per questo, Frerin. Vi ho esposto le mie ragioni – che credo siano state comprensive delle necessità del regno – ma quale sarà la decisione del re, io mi rimetterò a essa >>ribatté Balin, e lanciò uno sguardo d’avvertimento a Thorin, che già si preparava ad avvertirli tutti che, da parte sua, non avrebbe accettato un rifiuto.
<< Anche tu sembri condividere l’idea di Thorin >>disse d’un tratto Thror, guardando suo figlio.
<< Per le stesse ragioni che ti ha già esposto Balin >>spiegò Thrain.<< Anch’io fatico a pensare a un erede che non abbia totalmente sangue di Durin nelle vene, ma se è vero che un’alleanza più profonda con gli Uomini potrà giovarci, allora penso che potremmo accettarla. D’altra parte, sarà pur sempre figlio di Thorin, e questo dovrebbe bastare a renderlo degno della tua discendenza >>
<< Sarà come dite voi, ma nessuno mi toglierà tanto facilmente l’impressione che quei ragazzi vogliano solo metter mano sui nostri tesori >>sospirò Thror, alzandosi pesantemente.
 << Allora non hai capito nulla di loro! >>urlò Thorin, e Thror alzò furente lo sguardo su di lui.<< Non so cosa tu abbia detto o fatto perché Marina si allontanasse da me negli ultimi giorni in cui è stata qui, ma nonostante questo non ha mai detto nulla contro di te, per quanto si sentisse in imbarazzo. Se avesse mirato davvero al tuo oro avrebbe trovato altri modi per cercare di compiacerti e farsi accettare come tua futura nipote! >>
<< Questo è troppo, Thorin >>proruppe Thrain, impedendo al re di reagire.<< Ti abbiamo dato modo di parlare, adesso rispetta il tempo che servirà a tuo nonno per accettare la notizia. Non abusare della nostra pazienza >>
<< Quel che ho fatto è stato per proteggere te e tutti i nostri interessi, ragazzo >>disse Thror con voce calma ma vibrante di minaccia.<< Non credere che voglia distruggere la tua felicità, perché ogni mia azione è ponderata solo per il bene di tutti noi >>
Thorin serrò i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne, ma preferì lasciare la sala piuttosto che dar voce ai suoi pensieri: se non si fosse trattenuto avrebbe mandato all’aria tutto quel che aveva ottenuto quel pomeriggio. Raggiunse quasi correndo le mura esterne della Montagna, rispondendo appena alle guardie che lo salutavano con profondi inchini, e si fermò solo quando ebbe raggiunto un angolo deserto. Prese lunghe boccate d’aria fresca, lasciando che lo sguardo si perdesse sulle spirali di fumo che si levavano da pochi camini di Dale e, più oltre, sui campi ingialliti che aveva percorso appena un mese prima. Gli bastarono pochi minuti per recuperare il controllo, ma ciò non gli impedì di sentirsi ancora furioso verso Thror. Una parte di sé sapeva che non avrebbe potuto aspettarsi di più da lui, dopo aver confessato i suoi sentimenti per Marina, eppure Thorin non si sarebbe sentito sicuro finché il re non avesse acconsentito. E quel che più lo irritava e preoccupava, adesso, era che non poteva avere alcuna certezza della sua benedizione. Tutto quel che poteva fare era evitare ogni scontro e sperare che Thrain mediasse per lui.
 
                                                  ***                                                                                


<< Non voglio mettere in dubbio le tue capacità intellettive, ma sei sicuro che tutto questo porterà qualche vantaggio? >>domandò perplesso Thomas prendendo una lunga boccata dalla pipa e osservando accigliato le fiamme danzare davanti a loro nel caminetto.
A quella domanda che si era sentito rivolgere almeno tre volte al giorno negli ultimi tempi, Philip annuì meccanicamente, nonostante in cuor suo iniziasse a nutrire seri dubbi.
<< Girion è qui, ormai, perciò non ci resta che stare a vedere cosa accadrà >>rispose.
Tom si guardò attorno nello studio deserto. Era da poco scesa la notte, dalle finestre si potevano ancora scorgere, lontani, i bagliori aranciati del tramonto mentre le prime stelle iniziavano a trapuntare il cielo. Alla fine, Girion era giunto quel pomeriggio accompagnato da uno dei suoi consiglieri, Alberick, per restare almeno una settimana. Ma Philip aveva ritenuto saggio che ad accoglierli avrebbero dovuto essere solo lui, Madeline e Pyown: Marina avrebbe avuto molte occasioni per ritrovarsi faccia a faccia con Girion, perciò, almeno per il momento, aveva preferito lasciarle godere quegli ultimi momenti di pace. Nelle ultime due settimane il comportamento di sua cugina l’aveva impensierito, e lui non poteva reprimere la sensazione che le cose stessero precipitando. Prima che suo padre partisse, Marina li aveva riuniti per mostrar loro un ciondolo che, a quanto pareva, le era stato donato da Thorin come pegno del suo affetto. Ma era arrivata tardi: Girion era già stato invitato, e i suoi genitori, pur lusingati dall’attenzione del principe di Erebor, volevano esaminare la sua proposta con calma. Non riuscivano a capire perché il nipote di re Thror si fosse interessato alla loro unica figlia e faticavano a credere alla purezza dei suoi sentimenti. Philip, da parte sua, non aveva potuto evitare di provare un certo trionfo: un legame profondo fra la sua famiglia ed Erebor sarebbe stato l’ideale, e se Thorin provava davvero qualcosa per sua cugina non poteva non esserne compiaciuto. Eppure, Marina non aveva insistito come si sarebbe aspettato. Aveva parlato loro del pegno e di come fosse intenzionata a mantener fede alla promessa fatta a Thorin, e, davanti alle perplessità dei suoi genitori, si era limitata a chiudersi in uno strano silenzio. Anche dopo il ritorno di suo padre a Longshale non era più tornata su quell’argomento, ma almeno aveva iniziato a indossare il ciondolo in bella vista sopra gli abiti, unica consolazione secondo Madeline.
<< Secondo te avrei dovuto avvertire Dale che il matrimonio non si farà più? >>domandò d’un tratto Philip.
<< Sì, ma tua zia non te l’avrebbe permesso >>rispose Tom, ma mai come allora Philip detestò la sua sincerità.<< Ancora non è convinta di Thorin, eh? >>
<< E temo che non lo sarà finché non lo conoscerà. Si è talmente abituata all’idea di Girion che sta provando a farla accettare anche a Marina, ma a questo punto non so a cosa possa servire. Dobbiamo solo sperare che quei due non si scontrino: non vorrei perdere l’amicizia di Dale solo per rafforzare quella con Erebor >>sospirò Philip.
Tom lo fissò.<< Se speravi che Marina conquistasse Thorin perché hai parlato della proposta di Vermion ai suoi genitori? >>
<< Non potevo sapere che Thorin si sarebbe innamorato di lei, e parliamoci chiaro: anche adesso non ne abbiamo una vera certezza >>sbottò Philip, guardandolo indignato.<< Conosco poco Girion ma ho sempre saputo che è un guerriero instancabile e un ottimo diplomatico, perciò ho pensato che potesse essere una buona idea presentarlo a Marina. Se quella sciocca avesse parlato fin dall’inizio, ci saremmo risparmiati tutte queste seccature >>
Tom tirò l’ultima boccata dalla pipa e guardò severo l’amico.<< Non prendertela con lei: si è opposta fin da subito, e Alex avrebbe dovuto assecondarla. Da quello che ho capito, Thorin le ha dato quel ciondolo solo prima che partisse, ma è inevitabile che Marina continuerà a sentirsi attratta da lui più di quanto non lo sarà dopo una settimana passata con Girion >> 
Philip scattò in piedi, sempre più irritato: sentiva di aver messo inutilmente Marina davanti a un bivio solo per i suoi desideri egoistici. Ignorando l’espressione accigliata dell’amico, lasciò lo studio e si preparò ad andare a chiamare la ragazza.
La trovò in camera sua intenta a rimirarsi nello specchio con un’aria così rassegnata da preoccuparlo. All’inizio Marina parve non essersi accorta della sua intrusione, tanto era assorta nei propri pensieri. Nonostante fosse tornata da giorni ancora faticava a rivedersi in abiti non nanici: a Erebor aveva imparato – seppur inconsciamente – a vivere coi nani e accettare i loro modi più aperti e bonari – quasi rozzi, a volte – mentre ora l’attenzione e la cura con cui era stata preparata a incontrare Girion la disorientavano. Sollevò lo sguardo sul riflesso di Philip, che ricambiò desolato, ma non si lasciò intenerire: era arrivato il momento che aveva temuto per settimane e ora stava a lei dar fondo a tutte le sue risorse perché tutti capissero che non avrebbe mai acconsentito a sposare Girion, anche se si fosse rivelato l’uomo perfetto.
<< Non credi sia meglio nasconderlo, per il momento? >>le chiese il cugino accennando al ciondolo che spiccava sulla scollatura dell’abito.
<< Credevo fosse meglio essere chiari da subito, arrivati a questo punto >>replicò Marina con freddezza. 
Philip non rispose, ma si limitò a guardarla severamente. Marina fece finta di niente: erano arrivati nella sala del trono e, non appena vi mise piede, sua madre le puntò gli occhi addosso, stringendoli come aveva appena fatto Philip alla vista del pegno. Marina distolse subito i propri e si costrinse a seguire il cugino fino al tavolo dov’era seduto il resto della sua famiglia insieme a Tom, alcuni dei consiglieri e i due uomini di Dale.
Si alzarono tutti al loro ingresso, e fu solo quando furono presentati che Marina si azzardò a osservare Girion con attenzione: con suo stupore, scoprì un uomo ancora molto giovane nel pieno delle proprie forze. Robusto e molto più alto di lei, coi capelli castano chiaro che ricadevano morbidi sulle spalle, Girion ricambiò lo sguardo con vivo interesse. Subito, Marina notò quanto quegli occhi azzurri e luminosi quanto quelli di Thorin mancavano della stessa luminosità: erano intelligenti e sorridenti, nulla in confronto all’austerità del principe di Erebor.
<< Adesso che siamo tutti riuniti, possiamo esprimere il nostro onore per essere vostri ospiti >>esordì il consigliere Alberick non appena si furono accomodati e le portate iniziavano ad arrivare.
<< L’onore è nostro: dopo l’aiuto che ci avete dato, non potevamo non ringraziarvi >>rispose Philip.
<< Abbiamo saputo che Erebor ha voluto sdebitarsi della vostra ospitalità accogliento i tuoi parenti e amici >>Alberick lanciò un fugace sguardo a Marina, che suo malgrado arrossì con fare colpevole, ma quello continuò:<< Dovremo essere all’altezza di re Thror: l’ultima cosa che vogliamo è sembrare meno ospitali di lui! >>
<< Una proposta lusinghiera >>rispose Madeline amabile ma, subito, lanciò un’occhiata d’avvertimento a Marina, costringendola a simulare subito un sorriso di circostanza.
Fortunatamente per la ragazza, gli uomini preferirono trascorrere la cena nei soliti tediosi discorsi di politica e commercio, lasciandola libera di pensare a una qualsiasi soluzione per convincere Girion – quando fosse stato il momento – a rinunciare al matrimonio. A dir la verità, lei stessa si stupì di quante volte i suoi occhi continuavano a posarsi sul loro ospite che, da parte sua, sembrava molto più preso dalla conversazione che dalla compagnia femminile. Pur non essendo più un ragazzo, Girion trasmetteva coi soli gesti ancora molta vitalità, anche se, quando taceva, aveva un’aria pensierosa e quasi preoccupata.
Al termine della cena, però, Marina fu riportata alla realtà dalla voce di Philip che, come realizzò presto con sommo orrore, le stava chiedendo di far vedere a Girion la città prima di ritirarsi. Marina fece appello a tutta la sua volontà per non lasciar trasparire alcuna emozione, anche se, mentre annuiva, il suo sguardo rimase fermo su Philip più a lungo del consueto, come a volerlo rimproverare silenziosamente.
La notte, in realtà, non era la più adatta a passeggiare all’aperto. La luna e le stelle, fredde, parevano lontane al punto che, se lungo le vie non ci fossero state le lanterne, sarebbe stato difficile camminare con scioltezza. Inoltre, in quel periodo Minhiator non offriva alcuno svago, di sera: se Girion fosse giunto qualche settimana prima, Marina avrebbe potuto mostrargli le bancarelle che vendevano dolci o i piccoli caroselli acquistati da Erebor, durante una delle tante fiere che si tenevano in estate. Ora, i due passeggiavano fianco a fianco, immersi in un silenzio imbarazzato e consapevoli di essere entrambi alla ricerca di un qualsiasi argomento per rompere il ghiaccio.
Alla fine, Marina non resistette più. Alzò lo sguardo su Girion, ma lui teneva il proprio fisso sulla strada, come se la trovasse la cosa più interessante attorno a loro.
<< Mi dispiace che non ci sia molto da farti ammirare >>esordì lei ad alta voce, costringendolo a guardarla stupito.<< Ho paura che ti stia solo annoiando >>
Girion sorrise, colpevole.
<< Speravo di non darlo a vedere >>
<< Siamo in due ad annoiarci, perciò puoi stare tranquillo: non mi hai offeso >>anche Marina sorrise, di colpo più serena.
<< In realtà, riflettevo su come iniziare un certo discorso >>ammise Girion, ora serio.
Marina sentì il sorriso congelarsi sulle labbra e lo stomaco contrarsi come se qualcuno si stesse divertendo a ridurlo a una poltiglia. 
Girion fece qualche altro passo in avanti, sovrappensiero e a disagio. Erano soli, nella strada, e dalle finestre che vi si affacciavano provenivano poche voci.
<< Speravo di parlartene spontaneamente prima che qualcun altro ci costringesse a farlo >>riprese Girion, tornando a guardare la ragazza.
Marina sospirò: era stato troppo sperare di scampare a quella tortura con tanta facilità. Ma, rifletté, forse era proprio Girion la persona giusta con cui discutere di quell’assurda faccenda. Annuì, invitandolo a continuare. Girion parve riflettere bene su quali parole usare.
<< Ammetto di essere venuto a Minhiator perché ero curioso di conoscerti >>disse.<< Non mi sono mai interessati i matrimoni combinati, e in realtà finora non ho avuto granché modo di pensare a sposarmi: ho sempre preferito lavorare per difendere e migliorare Dale. Quando abbiamo ricevuto la vostra proposta ero perplesso, ma non ho voluto pregiudicarmi nulla. Il modo migliore per decidere se accettarla era conoscerti e sapere cosa ne pensi anche tu >>
Mentre lo ascoltava, Marina avvertiva crescere un moto di simpatia e solidarietà verso quell’uomo che calibrava le parole e a malapena la guardava, come se avesse temuto di scorgere qualche segnale solo dalla sua espressione.
<< Neanch’io mi sarei mai aspettata che i consiglieri e la mia famiglia potessero concepire l’idea di programmare un matrimonio per me >>disse.<< Ho sempre voluto decidere da sola, e lo voglio anche adesso >>
<< È giusto >>annuì Girion,<< ma pensi di poter dare un’opportunità a questa… idea, se vogliamo chiamarla così? Voglio essere sincero: ho deciso di sacrificare giorni in cui avrei potuto svolgere a Dale attività cui sono più abituato per conoscerti. Anche se la proposta mi ha preso alla sprovvista, non vedo perché dovrei rifiutarla a priori >>
Marina trattenne il fiato. Non si aspettava quella piega, ma come avrebbe potuto far capire a Girion che non poteva dargli false speranze senza offenderlo? Girion, tuttavia, si accorse subito della sua reazione.
<< Non la pensi come me? O sei soltanto timida? >>
<< Voglio decidere da sola >>ripeté Marina, alla ricerca delle parole giuste per tirarsi fuori da quella trappola, ma Girion la interruppe.
<< Possiamo farlo. I giorni in cui resterò qui di sicuro non saranno sufficienti per capire se vorremo accettare la proposta, ma potrebbero aiutarci a conoscerci. Non dobbiamo dare una risposta subito >>
Marina strinse i pugni: aveva sempre più la sensazione di non avere vie di fuga. Avrebbe voluto dirgli subito di Thorin e del pegno, in bella mostra sul suo petto, ma sapeva che così facendo, forse, avrebbe compromesso i rapporti fra Dale e la sua famiglia.
<< C’è un altro? >>domandò a un certo punto Girion. Lo chiese con voce indifferente, anzi, quasi divertita, e lo sguardo colpevole della ragazza gli strappò un sorrisetto.
Per un attimo, Marina ebbe l’impressione che gli occhi del giovane si posassero proprio sul suo ciondolo, ma fu un movimento talmente veloce e la luce era così fioca che non poteva esserne sicura.
<< Ripeto: sarò sincero. Sono venuto qui per conoscere una donna, e non ho alcuna intenzione di rendere vano il mio viaggio e il tempo che trascorrerò a Minhiator. Se qualcuno vuole reclamarti come sua, che si faccia avanti, ma se non lo farà nessuno, mi sentirò in diritto di frequentarti e, eventualmente, corteggiarti >>Girion aveva parlato con molta più sicurezza di prima, senza staccare gli occhi da Marina come se avesse sperato di cogliere qualche gesto che potesse tradirla.
<< Non voglio che il tuo viaggio e il tuo soggiorno siano vani: so che hai impegni più importanti a Dale >>replicò la ragazza, cercando di mantenere il controllo, anche se cresceva la tentazione di far dondolare davanti a quello sguardo quasi insolente il pegno.<< Hai ragione, c’è qualcuno, ed è colpa mia se non sei stato avvertito prima che lasciassi Dale. Avrei dovuto parlarne subito con la mia famiglia, così avrebbero ritirato la proposta, ma ormai era tardi. Ti chiedo solo di non rovinare i rapporti fra le nostre città: se devi biasimare qualcuno, biasima me >>
<< Non voglio coinvolgere le nostre città, né le nostre famiglie, al momento >>ribatté Girion, che continuava a ostentare una calma quasi innaturale.<< Hai ragione: avresti dovuto parlarne subito, ma a questo punto voglio sfruttare i giorni che passerò qui per conoscerti, se me lo consentirai. E se a questo “qualcuno” non andrà bene, dovrà impedirmelo personalmente >>
<< Se potesse, lo farebbe >>Marina non riuscì a trattenersi.
Girion la fissò gravemente, e per un momento alla ragazza sembrò di trovarsi davanti un uomo di gran lunga più anziano, capace perfino di cogliere tutto quel che stava tacendo. Ma Girion non aggiunse altro: sembrava aver capito che, qualsiasi cosa avesse risposto, non sarebbero mai arrivati a una conclusione. Tutto quello che fece fu rincamminarsi verso il palazzo e costringere Marina a seguirlo.
Come l’andata, anche il ritorno fu immerso nel silenzio, stavolta teso e nervoso. Marina era continuamente sul punto di raccontare tutto del suo impegno con Thorin, ma si trattenne ogni volta, consapevole che non sarebbe riuscita a mantenere un tono diplomatico. Ormai, si disse amaramente, poteva solo sperare di apparire a Girion ben peggiore di quanto fosse in realtà.
Gli altri erano ancora nella sala del trono, ne riuscivano a cogliere le voci dall’atrio, ma Marina puntò decisa verso le scale: non aveva alcuna intenzione di riunirsi a loro. Con sua sorpresa, Girion la seguì senza alcuna esitazione.
<< Non ho alcuna voglia di ritrovarmi sotto gli sguardi indagatori di Alberick: so già che mi assillerà di domande quando salirà a dormire >>spiegò con un sorriso rassegnato.
<< Suppongo che dovremo farci l’abitudine, finché non capirai di non avere speranze >>replicò Marina, e, notando gli occhi sgranati di Girion, si rese conto delle sue parole.
Ma l’uomo scoppiò in una bassa risata e, prima di separarsi per raggiungere la propria stanza, disse:<< Chissà che invece non sarai tu a cambiare idea >>  
 



Angolino dell’autrice: ehm… francamente non so come iniziare, penso che qualsiasi scusa per l’indecenza del mio ritardo sia superflua. Ciononostante, ve lo chiedo lo stesso: scusatemi, se potete, ma da dicembre sono stata impegnata con la tesi e anche adesso riesco a stento a trovare momenti liberi. Se poi aggiungiamo che è stata dura scrivere questo capitolo, ecco spiegato un silenzio che iniziava a preoccupare anche me. Anche questo è un capitolo di passaggio: Thorin e Marina sono alle prese con la realtà, in altre parole con le loro famiglie, che già avevano progetti diversi per loro, ma già dal prossimo qualcosa inizierà a smuoversi (e sarebbe anche ora). Ma, soprattutto, a preoccuparmi era Girion: un personaggio di cui non si sa molto, ma ogni volta che penso a lui prima dell’arrivo di Smaug mi viene in mente una sorta di Boromir, anche se qui mi sono presa molta libertà. Girion è più grande di Marina, pensa già a quando governerà Dale e l’idea di un matrimonio combinato, pur non eccitandolo, lo interessa, tanto che questo (per lui) fantomatico “rivale in amore” non lo spaventa. A differenza di Marina, Girion non ha alcun impegno, e finché non avrà le prove che il cuore di lei è davvero impegnato e ricambiato, non rinuncerà all’occasione di conoscerla e darle l’opportunità di diventare sua moglie. È contorto, ma alla fine si tratta di giochi politici dai quali perfino Girion non può né vuole tirarsi indietro. Senza trascurare che, forse, trova Marina sinceramente interessante.
Ok, la faccio finita (in realtà speravo di farvi dimenticare il ritardo nell’aggiornamento con tutte le mie chiacchiere) e spero di poter tornare a scrivere il prima possibile. Un ringraziamento sincero a chi continua ancora a seguire la storia (abbiate fede, arriveremo a una conclusione, prima o poi XD)!
   
 
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