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Autore: _Blackheart    04/06/2016    1 recensioni
Steve non ha mai avuto il sonno leggero, ed è per quello che quella notte sente appena dei passi leggeri nella sua stanza d'ospedale. Ha gli occhi ancora chiusi però, non capendo se si tratti semplicemente delle confusione del dormiveglia, se i passi provengano davvero dalla sua camera o se sia solamente una guardia che passeggia nel corridoio.
[TWS][Stucky-ish]
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Fading out of my sight

 

 

Leaving me speechless

 

La prima cosa che nota appena apre gli occhi è l'assenza di Sam sulla sedia alla sua destra, la seconda è il dolore persistente che prova all'altezza del ventre, ricordino gentilmente donatogli dal Soldato d'Inverno qualche ora prima.
Si era sentito cadere, ricorda, e poi tirare su, sempre più su, fino a quando l'aria non era tornata nei polmoni e il terreno diventato più asciutto. Era stato Bucky a tirarlo fuori, ne è certo, la corrente del fiume non sarebbe mai stata in grado di spingerlo a riva.
Pochi secondi prima lo stava uccidendo e poi...e poi si era ricordato di lui?
L'infermiera arriva per la normale routine, lo saluta con un solare «Buongiorno Capitano» e controlla la sacca della flebo. Poi qualcosa attira la sua attenzione. Sul tavolino ai piedi del letto ci sono dei fiori, osa riconoscere Steve nella sua ignoranza.
«Zinnie» chiarisce l'infermiera.
«Come ci sono arrivate qui?» ne prende una in mano e guarda Steve dubbiosa.
«Le ha portate Sam quando è passato a trovarmi» mente. Tutto ciò che Sam ha fatto in quelle ore è stato quello di fargli una cultura musicale, facendogli ascoltare alcune, tutte pensa Steve, canzoni di Marvin Gaye. Neanche l'ombra di un fiore.
L'infermiera annuisce convinta, posa il fiore e poi «Con permesso» esce dalla stanza.
I fiori rimangono puntati quasi minacciosi verso Steve, li fissa pensieroso ed è ben consapevole di come siano arrivati lì.

 

 

Like that time I almost saw you

 

Steve non ha mai avuto il sonno leggero, né da bambino né soprattutto da soldato, dove ogni rumore poteva significare una possibile bomba o un attacco nemico.
Non ha mai avuto il sonno leggero, ed è per quello che quella notte sente appena dei passi leggeri nella sua stanza d'ospedale. Ha gli occhi ancora chiusi però, non capendo se si tratti semplicemente delle confusione del dormiveglia, se i passi provengano davvero dalla sua camera o se sia solamente una guardia che passeggia nel corridoio.
Il tocco delicato e impercettibile che sente su una guancia lo inchioda sul letto, i muscoli si tendono, trattiene il respiro, ed è quasi sicuro che il suo cuore abbia smesso di battere.
La fonte di tale carezza è calda e delicata ed è ciò che basta per scaraventare Steve indietro di quasi un secolo, quando le carezze che riceveva erano quelle di Bucky, sempre al suo fianco, pronto a prendersi cura di un ragazzino malaticcio.
I ricordi e quelle sensazioni gli sembrano tanto irreali che ora è sicuro di star sognando, per questo il viso si muove d'istinto verso la fonte di tali attenzioni. Il movimento però spaventa la mano, le cinque dita ben percettibili glielo fanno capire, e sente distintamente un respiro trattenuto con timore.
Quando apre gli occhi si ritrova solo nell'oscurità della stanza, rotta soltanto dalla luce del corridoio che passa dalla porta ancora oscillante.

 

 

And the one I finally did

 

È un respiro proveniente a pochi passi da lui, fresco contro la pelle cullata da quella sensazione, che lo sveglia. Questa volta è consapevole che non sia un sogno: apre le palpebre e le sbatte delicatamente per permettere agli occhi di adattarsi all'oscurità, ed è in quel momento che lo vede. Occhi di ghiaccio che lo scrutano nel buio, capelli scuri a incorniciare il volto dell'osservatore, un riflesso metallico a illuminare leggermente la scena.
Steve ricorda di come quegli stessi occhi lo accogliessero a ogni suo risveglio, di come quei capelli fossero più corti e le dita ci scorressero dolci e libere, di come quel riflesso metallico ora sembri terribilmente sbagliato pensando alla carne e al calore che un tempo lo sostituivano.
Bucky non si scompone quando lo sguardo di Steve incontra il suo – se avesse voluto fuggire l'avrebbe fatto molto prima, quando ancora l'altro stava dormendo – e rimane a osservarlo come già stava facendo.
Steve non sa se provare timore – il Soldato d'Inverno avrebbe potuto attaccarlo lì, in un lettino d'ospedale, e non sarebbe stato in grado di difendersi – o se essere anche solo vagamente felice perché il suo migliore amico si trova a pochi passi di distanza e non sembra avere alcuna intenzione di ucciderlo.
Mi ha riconosciuto, è quello che continua a ripetersi Steve, quasi troppo entusiasta a quell'idea, ma consapevole che l'altro abbia ancora tanti dubbi e vuoti da riempire. Avrebbero davvero tanto da dirsi, da recuperare, ma non è quello il luogo e neanche è sicuro che Bucky sia pronto ad affrontare le proprie azioni e il proprio passato.
Non lo ferma quando si alza, lo guarda avanzare impassibile verso la porta, gelido
, e spera davvero con tutto se stesso che possa rivederlo ancora.
Bucky si gira appena verso di lui, occhi negli occhi, prima di scivolare fuori dalla stanza, sparendo così com'è apparso.










**
Buonsalve gente! 
Breve storia ambientata nel periodo in cui Steve si trovava all'ospedale dopo tutta la lotta sugli helicarrier con Bucky.
Per i meno informati come me le zinnie sono un fiore ornamentale che significa qualcosa come "
la tua assenza mi addolora" e mi sembravano azzeccate per i due patatini qua sopra.
E nient'altro. Fatemi sapere cosa ne pensate ^^

Alla prossima-

  
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