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Autore: Ria-chan    06/06/2016    1 recensioni
Perché ognuno subisce dei traumi, nella vita.
E per Daichi sembra che tutti si siano concentrati nell'arco di una settimana che non dimenticherà molto facilmente. Anzi, che non dimenticherà proprio per nulla.
# Paura (SugaxDaichi) "C’erano volte in cui Daichi capiva seriamente cosa fosse la paura."
# Limite (IwaOi) "Si dice che dopo averne viste di tutti i colori non c’è nulla più in grado di sorprenderti."
# Sorriso (Aone) "Peccato solo che anche Aone della Date Tech High stava passando di lì e, da come aveva virato per accostare Hinata e gli aveva poi poggiato una mano sulla zazzera arancione, non sembrava essere dello stesso avviso di Daichi."
# Fermezza (AsaNoya) “Ho detto no, Noya. Non ci vengo a casa con te e quella cosa… noi-noi non la faremo.”
# Interesse (Terushima Yūji x Daichi) "Si augurava almeno che, scartata l’Aoba Josai la Date Tech High, le altre squadre non gli offrissero motivo alcuno per dubitare ancora e seriamente della sua sanità mentale.
Peccato solo che non si possano fare i conti senza l’oste e l’oste, in quel caso, era la Johzenji High."
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Daichi Sawamura, Hajime Iwaizumi, Koushi Sugawara, Takanobu Aone, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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I 5 traumi di Daichi Sawamura

 
 

# Paura (SugaxDaichi)
C’erano volte in cui Daichi capiva seriamente cosa fosse la paura.
E non quella davanti ad un match cruciale.
Quella semmai avrebbe potuto facilmente trasformarsi in entusiasmo e caricarlo a mille.
E poi, da tempo, aveva imparato egregiamente a dominarla.
No, quella che definiva davvero Paura era d’altro genere. Più subdola e inattesa.
“E qu-questo p-perché?”
“Sei troppo teso. Rilassati un po’, Daichi.”
Il fatto che Koushi lo avesse letteralmente schiacciato nel muro, con un ginocchio a premere tra le sue gambe e la bocca incollata alla sua, era già di per sé decisamente destabilizzante. Senza contare poi il tono sensuale e quei movimenti decisamente poco casti della lingua! Ma che, con tale gesto il setter avesse anche solo creduto di poterlo calmare beh, era insanamente spaventoso.
Ma, ciò che più di tutto aveva terrorizzato a morte il povero Daichi, era stato il constatare quanto, il loro angelo “Sugawara-san”, fosse perfettamente conscio di non averlo aiutato a calmarsi per nulla.
Anzi.
“Ci occuperemo dopo di quel problemino, Daichi.”
Aveva detto allontanandosi e sfoggiando un sorrisino maligno.
Ed allora Daichi aveva tremato: se ora sapeva bene cosa fosse la Paura era solo grazie a quel sorriso.
E, ovviamente, a quello che sarebbe seguito dopo. 
 
# Limite (IwaOi)
Si dice che dopo averne viste di tutti i colori non c’è nulla più in grado di sorprenderti.
E Daichi, trascorrendo ogni giorno con un gruppo di idioti patentati quali erano i suoi compagni di squadra, era certo che quel detto valesse anche per lui. O almeno, non era solo in quanto a sorprese che non si aspettava più nulla no, era anche ben convinto che nessuno potesse superare i loro limiti.
Ma neanche a raggiungerli, eh.
Ma si era dovuto ricredere.
E anche della grossa.
Il tutto era avvenuto quando un pomeriggio di una noiosa domenica di riposo, si era concesso una passeggiata in paese per schiarirsi un po’ le idee: il che significava, letteralmente, camminare con la testa tra le nuvole, senza far caso a niente e nessuno, semplicemente concentrando tutta la sua attenzione su giocatori e squadre varie che avrebbe voluto umiliare in questo o in quell’altro modo.
Ultimamente, a causa dell’amichevole sostenuta contro lo Aoba Josai, i suoi pensieri erano quasi completamente catalizzati su  di essa e sui suoi giocatori: e gli elogi, nella sua mente, si sprecavano.
Quella sì che era una squadra equilibrata!
Quella sì che era una squadra disciplinata e ben bilanciata!
Ottimi giocatori –non che non ne avessero anche loro, questo sì- un Ace dalla volontà di ferro –in tutto e per tutto identico ad Asahi pronto a darsela a gambe- un alzatore con una pazienza infinita –non fare alcun confronto con Kageyama- e sicuramente possedevano tante altre buone qualità ancora non scoperte.
Come ad esempio la sanità mentale.
Quella Daichi l’aveva notata subito.
Certo, il loro capitano sembrava un tipo parecchio frivolo e l’ace faceva parecchia fatica a tenerlo a bada ma, a parte un po’ di sano divertimento fuori dal campo, poteva ritenerli assolutamente normali.
E seri.
Oh, se erano seri!
E neanche a farlo apposta, seduti nel bar che stava appena superando, eccoli lì, i due seri e affidabili numero 1 e 4 della Josei.
Forse avrebbe dovuto entrare a salutarli e perché no, visto che c’era chiedere qualche consiglio su come rendere la sua squadra disciplinata come la loro.
Sì, poteva farlo!
E ci provò, se non fosse che:
“Oi! Idiota! Quella era mia!”
“Oh? Gomen gomen, Iwa-chan.”
“Un cazzo! Lo sai che vengo qui solo per quello!”
“E io che pensavo fosse un appuntamento! Crudele, Iwa-chan!”
“Sta’ zitto Idiokawa!”
“Ahi ahi! Mi sahi mahe, Iwa-shannnnn!”
Vedere il numero 4 allungarsi oltre il tavolino, ficcare due dita nella bocca del numero 1, tirando ai lati nel tentativo di allargarla quanto più possibile, fece ricredere Daichi su molte cose.
Il fatto che fosse una scena pubblica lo fece ricredere sulla compostezza e sulla serietà dei due.
Il fatto che, apparentemente, Iwaizumi fosse convinto di riuscire a riprendersi la fragola che Oikawa aveva rubato dalla sua torta, lo fece ricredere sulla sanità mentale di entrambi.
E, decisamente, il fatto che Oikawa stesse cercando di staccarsi il compagno di dosso spalmandogli una buona manciata di torta in faccia lo fece ricredere sul fatto che nessuno potesse raggiungere i limiti di idiozia che credeva la sua squadra avesse addirittura superato.
Del resto… dopo il bacio che Suga-san gli aveva strappato, aveva iniziato a ricredersi riguardo la sua sessualità.
Quindi ora non vedeva perché non poteva ricredersi anche su quello:
Si dice che dopo averne viste di tutti i colori non c’è nulla più in grado di sorprenderti. 
Balle.
Tutte balle!
 
# Sorriso (Aone)
“Idiota! Muoviti, dobbiamo rientrare!”
“Aspetta solo un attimo, Kagebaka!”
“Ahh?? Cosa hai detto, Hinata bastardo??!!”
Daichi si era ritrovato solo per caso a passare di lì, davanti all’atrio della palestra che dava sul giardino esterno della scuola.
L’avere una piccola pausa tra un match e l’altro significava avere  l’occasione perfetta non solo per rilassarsi un attimo e poi concentrarsi nuovamente ma, anche, per starsene un poco in grazia di Dio senza tutto il chiasso che i suoi compagni immancabilmente facevano.
“Me ne torno dentro! Tu resta pure qui a giocare, baka-baaaaaka!”
Daichi aveva osservato l’espressione innervosita di Hinata ed una gocciolina di sudore, accompagnata da un sorriso rassegnato, era scorsa sulla sua tempia: quei due erano un caso perso. Potevano ritersi un’accoppiata vincente in campo tanto quanto un duetto di idioti molesti ed infantili, fuori. E lui non poteva di certo cambiare le cose per magia.
Purtroppo.
In ogni caso, poco importava, lui era lì per rilassarsi e non per farsi salire i nervi a fior di pelle grazie a Kagayema che, ignorando le proteste del futuro piccolo gigante stava rientrando in palestra e del numero 10 che, con lo sguardo rivolto verso il cielo, continuava a saltare come una cavalletta tentando, invano, di recuperare un pallone incastrato tra i rami di un albero.
Che poi…seriamente.
Seriamente quel nanetto dal poco sale in zucca se ne stava lì a saltare, sprecando preziose energie prima di un match importante? Daichi ebbe l’istinto di ucciderlo, se non fosse che a loro quel piccoletto serviva e che, ovviamente, l’omicidio non è legale, non in Giappone.
Con passo fermo iniziò a scendere le scale deciso a cantargliene quattro e, se quelle quattro non fossero bastate, sapeva che la sua espressione da sola avrebbe fatto il resto. Del resto essere capitano significava anche quello: tenere a bada i primini e dare il buon esempio.
Peccato solo che anche Aone della Date Tech High stava passando di lì e, da come aveva virato per accostare Hinata e gli aveva poi poggiato una mano sulla zazzera arancione, non sembrava essere dello stesso avviso di Daichi.
Così, il capitano se ne stette per un attimo a guardare: da fuori sembrava quasi una bella scenetta quella tra due avversari che, fuori dal campo, si aiutavano a vicenda e stringevano amicizia.
Doveva ammetterlo, quel gamberetto sapeva come farsi voler bene ed attrarre l’attenzione altrui e, anche, Aone sembrava una brava persona a dispetto della sua aria poco rassicurante.
Daichi sorrise: se dopo aver raccolto facilmente la palla ed averla consegnata nelle mani di Hinata avesse anche detto qualcosa di carino, forse al capitano della Karasuno sarebbe probabilmente preso un colpo. L’ennesimo durante quella settimana.
Ma per fortuna ciò non avvenne e Daichi sospirò confortato se non che, quando sollevò la testa per richiamare Hinata e ringraziare Aone, il colpo lo prese davvero.
Un colpo bello grosso e pure tremendo.
Grosso come Aone e tremendo come il suo sorriso.
Perché sul fatto che quello fosse un sorriso Daichi ne avrebbe avute tante da ridire ma, che fosse tremendo, era una pura e semplice constatazione.
Forse anche più di quello di Kageyama che, tra parentesi, Daichi si augurava di non rivedere mai più.
Ma l’assurdità più grande, la più scioccante delle cose, fu vedere Hinata ricambiare dolcemente il sorriso prima di trotterellare allegramente verso di lui.
Doveva avere uno stomaco forte, il piccolo chibi-chan.
E, di certo, non tutte le rotelle a posto.
Cosa aveva fatto di male, Daichi, per finire in mezzo a quella combriccola di mentecatti proprio non riusciva a spiegarselo.
 
# Fermezza (AsaNoya)
“Ho detto no! Per favore Noya, non insistere!”
“Ma! Asahi-san…”
“Quante volte devo ripetertelo ancora? Conosci il significato della parola “no”?”
“Dannazione, certo che sì! Ma lo avevi promesso!”
“I-io…n-non…Non mi ricordo di aver fatto una promessa del genere.”
“L’hai fatto!”
“L’ho fatto?”
“L’hai fatto! Altrimenti non staremmo qui a parlarne!”
Non era di certo la prima volta che voci concitate provenissero dallo spogliatoio e che, anche dall’esterno, chiunque potesse sentirle forte e chiaro. Daichi ormai ci aveva rinunciato ad insistere sul fatto che se qualcuno aveva qualcosa da discutere, IN PRIVATO, andare ad urlare nello spogliatoio non era la migliore delle soluzioni ma, beh, non erano affari suoi se del resto nessuno voleva dargli retta.
E neanche se poi qualcuno, incuriosito dal discorso, si fosse messo ad origliare.
Qualcuno come lui, ad esempio.
Per la verità non era particolarmente curioso di solito, finché tutti andavano d’amore e d’accordo e mantenevano un buon rendimento sul campo, il numero 1 della Karasuno non riteneva necessario sapere di cosa spettegolassero gli uni con gli altri o chi fosse più o meno in sintonia fuori dalla palestra e durante la vita quotidiana.
Semplicemente, quella volta, sembrandogli di aver udito la voce di Asahi, si era incuriosito particolarmente.
E da quanto Nishinoya sembrava concitato, doveva essere davvero qualcosa di importante.
“Sìì uomo e tieni fede alla tua parola!”
Beh, certo non era una novità che Asahi si tirasse indietro in qualcosa.
“I-io…Noya… io…”
E che balbettasse come un menomato non sapendo in che modo esprimersi o troppo spaventato per farlo.
Daichi sospirò: la guancia schiacciata contro il metallo e l’orecchio attaccato alla porta.
Se c’era un’altra cosa che aveva imparato dalla vita era che non tutte le apparenze sono conferme.
Asahi poteva sembrare grande e grosso, un uomo fatto e vissuto in apparenza ma, in realtà, era un bambinone frignone e lamentoso. Di certo non c’era da stupirsi se non riusciva a tenere testa alla fermezza di Nishinoya.
“Smettila, Ashai-san! Dopo vieni a casa con me e lo facciamo! Hai promesso!”
“Ma-ma- io non me la ricordo questa promessa.”
La voce piagnucolosa fece addirittura sorridere Daichi se non fosse che quel discorso aveva qualcosa di equivoco che non gli quadrava molto.
“Ti ho detto che l’hai fatta! Andiamo! Non puoi sempre scappare!”
Ed era vero, non poteva sempre scappare ma… andiamo, era Asahi quello e non c’era modo alcuno che si comportasse diversamen-
“No.”
“No, cosa?”
“Ho detto no, Noya. Non ci vengo a casa con te e quella cosa… noi-noi non la faremo.”
“Ma perché? Possibile che non ti piaccia neanche un po’?”
“Io… io… è che… io… No! No Noya! Ho detto no! No! No! No! L’esorcista stanotte con te non lo guardo! Non posso rimanere sveglio per tutta la settimana!”
“Ma…Asahi-san…”
“No! Arrenditi, Noya. Ho detto no!”
Reputando che ormai aveva ascoltato abbastanza, staccando l’orecchio dalla porta e rimettendosi dritto per ritornare in palestra a svolgere attività più fruttuose, Daichi non avrebbe ben saputo cosa dire riguardo a quella faccenda.
Prima aveva creduto che Asahi fosse un uomo tutto d’un pezzo.
Poi era stato smentito riscoprendolo il bambinone frignone e lamentoso che tutti conoscevano.
E poi, traumatizzandolo, era riuscito perfino ad imporsi con Nishinoya.
Nishinoya!
Daichi non seppe dire fosse stato davvero quel “no” a traumatizzarlo o il fatto che, per un breve momento, aveva frainteso tutta la conversazione.
Decisamente però il fatto che Asahi avesse rifiutato di vedere un film horror non gli aveva fatto né caldo né freddo: quella era solo normale routine.
 
# Interesse (Terushima Yūji)
Quella settimana era stata un vero inferno per Daichi: dal profondo del cuore si augurava che non ci fossero più sorprese di alcuna sorta ad attenderlo fino alla fine del liceo.
Cosa statisticamente impossibile poiché, nonostante di tempo gliene rimanesse poco, come aveva già assodato non c’era mai limite al peggio. E lui ci sguazzava, nel peggio. Circondato da una massa di adorabili deficienti.
Si augurava almeno che, scartata l’Aoba Josai di cui aveva già avuto un assaggio e la Date Tech High e il suo terrificante muro sorridente, le altre squadre non gli offrissero motivo alcuno per dubitare ancora e seriamente della sua sanità mentale.
Peccato solo che non si possano fare i conti senza l’oste e l’oste, in quel caso, era la Johzenji High.
“Mi sbagliavo, capitano, non sei così noioso come pensavo.”
Qualcuno avrebbe dovuto spiegargli, prima o poi, perché tutti sembravo avere come hobby lo sbatterlo contro un muro.
“Yūji Terushima. Lasciami andare.”
“Vedo che hai già imparato il mio nome.”
Daichi si premurò di non rispondere: un po’ perché non avrebbe avuto alcuna risposta intelligente da dare ed un po’ in più perché il viso di quel ragazzo, così vicino al suo, lo aveva fatto fremere e tremare.
Se lo avesse beccato Suga-san in quel momento, gli avrebbe fatto il culo.
In tutti i sensi.
“Per questa volta avete vinto ma-“
Yuuji si era avvicinato ancora di più, il suo fiato caldo ad infrangersi contro il collo sensibile di Daichi che, istintivamente, aveva chiuso gli occhi con forza.
“ma la prossima volta andrà diversamente.”
Per sua fortuna, però, Yuuji sembrò volerlo risparmiare e, a parte un principio di infarto galoppante, Daichi se l’era cavata con poco.
“Ah! Capitano-san! Il gamberetto mi ha dato il tuo numero. Ci vediamo presto.”
Il fatto che quel folle biondino gli avesse lanciato un sorriso ammiccante nell’allontanarsi e che in pratica avesse cercato di sedurlo apertamente, non scioccò affatto Daichi: Koushi aveva già inferto un duro colpo alla sua presunta eterosessualità per cui, davvero, di scioccante in tutta quella situazione c’era rimasto ben poco.
“Capitano-san! Dimenticavo! Avvisa anche la vostra bella manager, magari possiamo divertirci tutti e tre insieme.”
Il fatto però che gli fosse appena stata proposta una threesome aveva di grand lunga superato tutti i traumi subiti durante l’intera settimana.

 
Angolino della vergogna:
Ehm... correrei a nascondermi se non fossero le 3:15 di notte e ne avessi le forze xD 
Non ho idea di come mi sia uscito questo scempio, tra l'altro durante un viaggio in metropolitana, e quale malattia mentale mi stia portando ora a proporvelo ma... beh, orai era tutto scritto e finito per cui... sì, beh... insomma... dovete sorbirvelo! Hahahaha
Spero non sia il disastro totale che pare a me e che un po' possa avervi diverito e quindi, se anche solo siete riuscite ad arrivare fin qui, che vi facciano sante subito!!
Spero di tornare presto con una storia seria, per una volta!
Ah! E a presto con l'aggiornamento della Iwaoi :D 
Notte Notte :D
   
 
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