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Autore: Lady_Pendragon    06/06/2016    2 recensioni
|| S t e v e & B u c k y || B r o o k l y n || 1 9 4 0 ||
« . . . Avrei lottato per qualcosa di giusto. » Replicò così Rogers, guardando dritto negli occhi quei due pozzi vitrei che erano le iridi di Barnes.
« --- Smettila! Devi smetterla, ok?! Non devi dimostrare /nulla/ a nessuno, quante volte te lo devo ripetere prima di venire a trovarti di nuovo in ospedale? » Urlò questa volta Bucky, facendo quasi fremere il corpo dell'asmatico, il quale l'aveva visto poche volte così in collera.
« Giurami, giurami che la pianterai! A partire da /ora/. Perché quando io non sarò più a Brooklyn --- quando io /partirò/ per servire il nostro paese, non potrò essere qui a salvarti, a tirarti fuori dai casini, siamo intesi? » Continuò così il moro, dando sfogo a tutto quel groviglio di preoccupazioni che aveva dentro di sé.
Una matassa a cui mai aveva dato modo di sbrogliarsi, la quale però in quel momento decise di sciogliersi pian piano.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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|| S t e v e & B u c k y || B r o o k l y n || 1 9 4 0 ||

━If they hurt y o u ; they hurt m e .


19: 00, e ancora nulla.
Bucky iniziava ad infastidirsi, in quella via centrale di Brooklyn dove vi era un via vai di persone senza tregua, ma tra cui non riconosceva i capelli biondo grano del suo amico.
Guardò un altra volta l'orologio che teneva al polso, e nel farlo prese a sbattere nervosamente la punta del piede sul marciapiede, come qualcuno che non solo sta aspettando, ma che si sta anche /preoccupando/.
Eppure era certo di aver detto al biondo alle 18: 45 al loro solito posto, così da andare a cenare insieme e poi a divertirsi per le vie di quella città.
Steve era sempre puntuale, non aveva mai mancato ad un loro impegno senza un valido motivo, e quelle rare volte in cui esso non c'era, era colpa di terzi.
Fu proprio quel pensiero a destare i sensi di James, il quale ormai stufo di attendere, si mise a percorrere la strada in direzione dell'abitazione dell'amico d'infanzia, nella vana speranza di poterselo trovare davanti, andandogli incontro.

Le iridi chiare del moro spiarono ogni viso che gli si parava davanti, ma nessuno era quello di Rogers, ed era davvero frustrante, perché ogni secondo che passava, la preoccupazione di Barnes non faceva altro che crescere, e crescere, come un onda anomala che ha la sola e unica intenzione di sovrastare qualsiasi cosa.
Dopo svariati minuti, vide due ragazze scappare allarmate da un vicolo, le quali - a giudicare dall'espressione - parevano aver visto qualcosa di /brutto/.
James si allarmò, ancor più di prima, ed il suo istinto gli disse di percorrere quel viottolo umido e sporco.
Istinto che non si smentì, perché proprio lì, a terra, vi era il suo migliore amico, e non era solo.
Un altro ragazzo era dinnanzi a lui, con i pugni alzati e il fiato pesante, segno che stava forse /lottando/?
No, perché un combattimento non poteva ritenersi tale se non era combattuto ad armi pari. 
Quello era più un atto di codardia, un coglione che si credeva uomo a pestare chi era più debole di lui.

« Allora, non ti è bastata, femminuccia? » Chiese con spavalderia il coglione, prima di sputare a terra, a pochi centimetri dal volto del biondo che stava a sua volta sputando sangue.
« Io non sono stanco. » Mormorò Steve, che nonostante avesse usato un tono lieve e spezzato come un pezzo di porcellana infranto, conteneva il coraggio e la forza di un leone.
Bucky non riuscì a trattenersi un secondo di più.
Prese l'uomo da dietro, scaraventandolo contro il freddo muro del vicolo.
Iniziò a dargli un pugno al fianco, per poi proseguire con un gancio destro, e una ginocchiata laddove non batte il sole.
Lo prese per il collo della camicia, strattonandolo, dopo avergli fatto sbattere due belle testate contro la parete.
« La prossima volta che ti rivedo, non sarò così gentile. /Vattene/ » Ringhiò il moro, prima di sbatterlo al fondo del vicolo, godendosi per qualche breve istante la sua espressione terrorizzata.

Prese un lieve respiro, e si volse verso l'amico, il quale stava tentando con tutte le sue forze di alzarsi da terra.
Quella visione gli ricordò tutte le volte in cui lo aveva difeso dai bambini che volevano rubargli i giocattoli, o la merenda a scuola.
Ogni volta lo ritrovava a terra, a subire i capricci di quei mocciosi a testa alta, ed ogni volta correva a soccorrerlo, perché pareva quasi che fosse /nato/ per quello.
Per stargli al suo fianco, dall'inizio, fino alla f i n e .
« Aspetta . . . ti aiuto. » Esclamò Bucky, avvicinandosi e chinandosi verso l'amico.
« ---No! Ce la faccio Buck. » Lo rimbeccò Steve, frapponendo una mano fra lui e il moro, mentre a stento si alzò in piedi.
La sua camicia bianca era sporca di sangue, così come il suo viso.
I capelli biondi come l'oro erano sporchi a causa del contatto con la strada, e i vestiti erano stropicciati dalle percosse subite.
James non poteva più assistere a scene del genere, perché il suo cuore non avrebbe più retto.

« Diamine Steve ---! Ma che ti prende? Cosa credevi di fare? Eh? » Sbottò così Bucky, con un tono di rimprovero, sfumato con della presente preoccupazione, mentre cercò un contatto visivo con l'altro.
« L'ho visto, stava rubando il portafoglio ad una ragazza, volevo fermarlo . . . » Si giustificò il biondo, il suo tono non era mortificato, perché lui in ciò che aveva appena cercato di fare, ci credeva /davvero/.
James sgranò gli occhi chiari, prima di alzargli il mento con una mano e /obbligarlo/ a guardarlo,a quel punto.
« Cristo --- Steve! Guardati-! Hai visto come ti ha ridotto? Se non fossi intervenuto io, che fine avresti fatto? » Esclamò a quel punto il moro, con un tono sempre più alto, dimostrazione del fatto che era sempre più coinvolto in quella discussione.

« . . . Avrei lottato per qualcosa di giusto. » Replicò così Rogers, guardando dritto negli occhi quei due pozzi vitrei che erano le iridi di Barnes.
« --- Smettila! Devi smetterla, ok?! Non devi dimostrare /nulla/ a nessuno, quante volte te lo devo ripetere prima di venire a trovarti di nuovo in ospedale? » Urlò questa volta Bucky, facendo quasi fremere il corpo dell'asmatico, il quale l'aveva visto poche volte così in collera.
« Giurami, giurami che la pianterai! A partire da /ora/. Perché quando io non sarò più a Brooklyn --- quando io /partirò/ per servire il nostro paese, non potrò essere qui a salvarti, a tirarti fuori dai casini, siamo intesi? » Continuò così il moro, dando sfogo a tutto quel groviglio di preoccupazioni che aveva dentro di sé.
Una matassa a cui mai aveva dato modo di sbrogliarsi, la quale però in quel momento decise di sciogliersi pian piano.

Steve rimase a guardarlo per svariati secondi, in silenzio.
Entrambi si persero negli occhi altrui, occhi nei quali vi era qualcosa di così intenso da poterci affogare, lì dentro, e non uscirne mai più.
« P e r c h é ? » Ebbe il coraggio di sussurrare infine Steve.
« Perché quando feriscono te, feriscono anche me. » Dichiarò Bucky, senza smettere di specchiarsi nelle sue iridi più azzurre del cielo estivo.
Erano parole forti, le sue, le quali finirono per sottolineare ancora una volta quanto forte e saldo ormai fosse il loro legame.
Un rapporto che andava ben oltre qualsiasi confine tracciato da altri, qualcosa che nemmeno il male più grande avrebbe mai potuto distruggere.
Rogers fu il primo a chinare lo sguardo, e Barnes vi lesse una nota di senso di colpa, prima di vederlo cadere verso il basso, ai loro piedi.
Forse aveva esagerato, o forse no, ma non voleva assolutamente che il biondo si sentisse mortificato.

« Adesso . . . reggiti a me, andiamo a casa e ci diamo una pulita. So che c'è uno spettacolo anche più tardi al cinema. » Disse infine Bucky, prendendo un fazzoletto bianco dalla tasca della giacca, per poi andare a pulire il viso di Steve, dal sangue e dal nero dell'asfalto.
Gli rivolse un lieve sorriso nel farlo, una piccola increspatura del labbro che si piegò all'insù, nel vago tentativo di contagiare anche l'altro, il quale alzò gli occhi da terra e li punto in quelli del moro.
« Un giorno . . . sarò io a salvare te, ricambierò ogni cosa Buck. » Quelle parole colpirono Barnes, il quale smise di ripulire il viso di Rogers, per guardarlo negli occhi e scorgere tutta quella decisione nel suo sguardo, oltre ad essersi già perso nella determinazione delle sue parole.
« Ne sono certo Steve. » Commentò poco dopo Bucky, passandogli il fazzoletto, per poi afferrare l'amico per un fianco, aiutandolo a reggersi in piedi.
« Ora però andiamo a /casa/, ho una gran fame. » Cercò così di smorzare il tutto, prima di incamminarsi verso l'appartamento.

【S o n g : https://www.youtube.com/watch?v=M5JLE5RnP60 】

   
 
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