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Autore: NonnaPapera    11/06/2016    2 recensioni
La nostra nuova opera d’arte ancora dondola leggermente, come se del vento riuscisse a penetrare le mura di cemento spesse due metri dello scantinato, o se avesse trovato un accesso attraverso l’unica finestra murata dai mattoni.
E’ splendido! Le unghie, che ho tolto fin da subito tu le hai disposte con cura e minuzia in circolo attorno ai piedi che ti sei premunito di legare con un nodo elegante e raffinato.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'Piccole Fiabe Moderne'
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Non avrei mai immaginato di poter essere così felice e appagato. Sospiro rilassandomi sul divanetto ricoperto dal soffice lenzuolo bianco, la tua idea dei petali di rosa e delle candele è stata magnifica, ha reso tutto più intimo e sensuale, tutto così maledettamente perfetto.
Se penso che stavo per non accorgermi di quanto fossi magnifico mi si stringe il cuore, ho rischiato di perderti, di confonderti con tutti gli altri… ero troppo preso a soddisfare i miei bisogni atavici e ho rischiato di non vederti. Stavo per fare a te quello che facevo agli altri, ti avevo scelto come mio nuovo modello, ma fortunatamente mi sono accorto di quanto profondamente vicini fossimo… l’altra metà della mia anima tormentata. Tutto da quel momento è stato più facile e più bello.
Ti accarezzo delicatamente i capelli biondi poggiando la mia testa sul braccio che ho allungato verso di te. So che non devo esagerare, non voglio disturbarti, non voglio distogliere il tuo sguardo estasiato dalla splendida visuale che hai di fronte.
Ho fatto tutto per te, seguendo i tuoi preziosi consigli e il risultato è stato il migliore che abbia mai ottenuto in anni e anni di prove e tentativi.
Osservo il sangue gocciolare lentamente, ormai si sta rapprendendo; l’odore è forte, intenso e inebriante.
E tu, tu sei la cosa più bella del mondo, appoggiato in modo rilassato, con la schiena contro la base del divano, la testa leggermente inclinata sorretta dalla tua mano sottile mentre respiri soddisfatto e mi permetti ti infilare le dita tra i tuoi capelli morbidi.
La nostra nuova opera d’arte ancora dondola leggermente, come se del vento riuscisse a penetrare le mura di cemento spesse due metri dello scantinato, o se avesse trovato un accesso attraverso l’unica finestra murata dai mattoni.
E’ splendido! Le unghie, che ho tolto fin da subito, tu le hai disposte con cura e minuzia in circolo attorno ai piedi che ti sei premunito di legare con un nodo elegante e raffinato.
Io sono grottesco in confronto alla tua maestria. Ho sempre fatto le cose di fretta, con furia, sbrigandomi a terminare il prima possibile, desideroso di raggiungere immediatamente quell’appagamento mistico e profondo che mi sconvolge sempre quando, finalmente, vedo l’ultimo respiro di vita esalare dalle mie splendide creazioni.
Con te  al mio fianco però le cose sono cambiate, in meglio ovviamente. Tu mi hai fatto capire quanto sia più soddisfacente prendersi del tempo, assaporare ogni azione, ogni singolo gesto, ogni più piccola e recondita emozione di terrore che si riesce a procurare ai nostri ospiti prima che diventino capolavori sublimi.
Tu mi completi, sei la mia anima gemella.
Ti stiracchi lentamente, sospirando piacevolmente appagato e mi guardi, ti sorrido soddisfatto e ti bacio con delicatezza, perché non voglio sporcare questo momento magico con nulla di troppo sessuale. Per quello ci sarà tempo, quando ripenseremo a questi istanti, quando ne parleremo in ogni dettaglio per il mese successivo, allora potremmo dare foga alla nostra passione.
Fintanto che non troveremo qualcun altro con cui dilettarci.
Sorridi a tua volta e ti stacchi piano da me alzandoti poi da terra con movimenti lenti e armoniosi.
Avanzi verso il centro della stanza e accarezzi con riverenza la pelle fredda e bluastra dell’uomo appeso alla corda rossa.
“Domani dovremmo pulire, così sarà tutto pronto per la prossima volta” mormori sovrappensiero.
Io mi sollevo dal letto e ti raggiungo abborracciandoti la vita da dietro, ondeggio un po’ stringendoti di più al petto e osservandoti mentre, come sempre, decidi quale sia la parte migliore da conservare.
“E’ stato perfetto anche per te?” domando piano per non disturbarti.
Ti volti e mi accarezzi la guancia poi torni a fissare lo sguardo il quello ormai vacuo della nostra tela umana.
“La perfezione non esiste, si può sempre migliorare”
Io annuisco, come al solito ammirato dalla tua innata dedizione al raggiungimento dell’eccellenza.
“Questa volta conserviamo gli occhi. Sono davvero belli, di un colore molto particolare” decidi infine, passando il pollice sul iride spalancato della nostra opera d’arte.
Senza esitare ti accontento, infilando il coltello prima in un’orbita e poi nell’altra, facendo saltare fuori con maestria i due bulbi oculari.
Te li porgo con reverenza e tu, dandomi un bacio a fior di labbra, ti avvii verso il tavolo in fondo al bunker e li infili in un barattolo, immergendoli nel liquido conservante, avviti il tappo con attenzione e poi posizioni il contenitore nel posto che gli spetta, di fianco agli altri tutti disposti con rigorosa attenzione, in fila.
“Proprio belli” sussurri soddisfatto e io condivido pienamente.
Aspetto immobile che torni da me e che mi abbracci dolcemente come sempre.
“Ti amo” sussurro lievemente.
Mi ricambi con un sorriso dolce sfiorandomi la guancia con la stessa mano con cui poco prima avevi stretto i bulbi oculari, sporca di sangue raggrumato… terribilmente sensuale.
“La prossima volta… presta più attenzione alle incisioni sull’addome” mi dici con qualche esitazione, perché sai che sono sensibile su questi argomenti e non vuoi offendermi.
“Ho ancora molto da imparare” rispondo, consapevole dei miei limiti e grato di avere a fianco qualcuno come te che me li possa far superare.
Mi baci sulle labbra soddisfatto e poi mi prendi per mano: “Adiamo, mi è venuta fame” e io mi lascio condurre fuori dal nostro posto speciale seguendoti docilmente senza protestare.

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