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Autore: Tessrel    18/06/2016    2 recensioni
Stiles parla con Scott riguardo alla presunta minaccia di morte di Derek. Grazie a questa chiacchierata, Stiles viene a conoscenza di una realtà a cui non avrebbe mai pensato.
Seguito di "Un sentimento inaspettato" e di "Una promessa di morte o cos'altro?"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sterek forever'
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La chiacchierata con Scott

 

 

 

Parlare con Scott McCall… più facile a dirsi che a farsi.
Aveva un piano: andare a casa dell'amico per parlare della questione "Derek entra in camera mia: Mi vuole uccidere!". Tuttavia era già passata una settimana e ancora non era riuscito a restare da solo con lui nemmeno per un secondo. Infatti, o erano sempre circondati dal Branco al completo, più un Peter Hale inspiegabilmente tornato a nuova vita e molto incline ad aiutarli con la faccenda "Kanima e relativo padrone", per cui non poteva saltarsene fuori con un: "Scott, ti devo parlare in privato" perché, a causa del superudito da licantropo, non avrebbero mai parlato in privato, ma sarebbero stati ascoltati da tutti loro, specialmente da Derek, e Stiles non voleva di certo questo, oppure erano stati troppo occupati a salvare loro stessi e gli altri abitanti di Beacon Hills da un Jackson versione lucertola gigante assassina.
Fortuna che era riuscito almeno riuscito a mantenere il suo intento di non trovarsi da solo con l'Alpha, anche considerato il fatto che sembrava proprio che il sopracitato uomo cercasse in tutti i modi di evitarlo a sua volta il più possibile a aveva persino raddoppiato le sue minacce nei suoi confronti, intimandogli di tenersi alla larga dal sovrannaturale e dalle loro faccende.
Questo non aveva fatto altro che aumentare il sospetto che lo volesse morto, il che stava a significare che doveva parlare con Scott il più presto possibile. Erano quasi le cinque e mezza, dunque il ragazzo doveva trovarsi ancora alla clinica veterinaria a lavorare, per cui, per evitare di rimandare all'infinito quella conversione di vitale importanza, decise di raggiungerlo lì, sperando che non ci fossero molti clienti.
Prese le chiavi della sua fedele jeep, il cellulare e il portafogli, suo padre era alla centrale di polizia, perciò gli lasciò un biglietto, nel caso fosse tornato a casa prima di lui. Mise in moto la macchina, ma la sua fedele jeep decise di non essere più così fedele, dato che non partiva. Non capiva qual'era il problema, soprattutto perché l'aveva utilizzata meno di tre ore prima per tornare a casa. Decise allora di raggiungere la clinica a piedi, lasciando il problema della macchina in un secondo momento.
La prima cosa che fece non appena raggiunse la sua destinazione fu quella di sedersi e, appurato che, almeno per il momento, non ci fossero clienti, chiedere ad uno Scott sorpreso di trovarlo lì un bicchiere d'acqua, al quale se ne aggiunsero subito altri due.
“Caspita amico, hai corso una maratona nel deserto per essere così assetato?” chiese l'ispanico passandogli il terzo bicchiere.
“No Scottie, ho camminato da casa fino a qua”
“Hai camminato? Perché non hai usato la macchina?”
“Lo avrei fatto, credimi, ma chissà per quale motivo ha deciso di tradii e di non partire e, dato che dovevo parlati urgentemente, ho deciso di farmela a piedi”
“Ok, ho capito… Di che cosa dovevi parlarmi? C'è stato un altro attacco da parte di Jackson?”
“No Scott, nessun attacco… o almeno nessun attacco imminente da parte del lucertolone”
“Che vuoi dire con questo?”
“Credo, anzi ne sono sicuro, che Derek stia attentando alla mia vita. Insomma, lo so che posso essere un po' logorroico a volte ed è già tanto se lui comunica con due serie di ringhi diversi e con quelle maledette sopracciglia, ammetto anche che molto probabilmente si sia sentito un tantino in imbarazzo e con in morale e l'orgoglio sotto tre metri di terra nell'essere stato salvato da uno che è la metà di lui, senza un minimo di muscolo e con ancora meno forza fisica, ma mica per questo merito di essere sbranato vivo, ho forse torto? Visto anche tutto l'aiuto che vi ho dato in passato e che vi sto dando tutt'ora aiutandovi come meglio posso nella lotta contro il male, come può volermi morto! Batman non può voler uccidere Robin solo perché questo gli ha salvato la vita una volta e vuole partecipare all'azione stando tra i piedi continuamente, no? Certo, Robin è stato addestrato e ha a disposizione molte armi e marchingegni per combattere il crimine, mentre io ho sì e no una mazza di legno che non serve praticamente a nulla contro licantropi e kanima, ma ho un cervello niente male e il mio corpo è composto per il 65% di sarcasmo anziché di acqua, il che è una cosa molto positiva se consideri che rischiamo la pelle ventiquattro ore su ventiquattro a soli sedici anni… bisogna pur sempre ridere, non trovi anche tu? Io vi rallegro le giornate fratello! E il Sourwolf che fa? Mi vuole uccidere, ovvio! Senti, sniffami un po', così mi dici quanto tempo mi resta da vivere, sai, per fare testamento… dici che sia il caso di fare anche una polizza sulla vita? Credi che ce ne sia una che copra anche la morte causata da Derek - ce l'ho col mondo - Hale?”
Scott, per tutto il tempo del monologo dell'amico, aveva più e più volte tentato di interromperlo per chiedergli spiegazioni su cosa stesse dicendo, tuttavia Stiles era come un treno in corsa a grande velocità, non lo sentiva nemmeno e continuava ininterrottamente a parlare.
Una volta ritornato il silenzio, spazientito aveva preso subito la parola al posto suo.
“Stiles, di che diavolo stai parlando? Cos'è questa storia che Derek ti vuole eliminare? E comunque la faccenda del "fiutare" non funziona in questo modo”
“Semplice Scottie, sto parlando del fatto che ho beccato già due volte Derek a notte fonda di fronte al mio letto!”
“Oh… e tu sei preoccupato perché?”
“Non hai sentito che cosa ho appena detto? O forse ti si sono riempite le orecchie di peli lupeschi? Derek - ti taglio la gola con i denti - Hale è entrato nella mia camera di notte! È ovvio che avesse in mente qualcosa, e quel qualcosa sono i suoi denti affondati nella mia carotide, mentre io urlo in modo molto ma molto virile!”
“Stiles, calmati ok? Non penso che Derek voglia uccidere la persona con cui sta”
“Ma chi ha parlato della persona con cui si vede il Sourwolf? Io no di certo”
A quel punto Scott parve più spazientito di prima: “Amico, sei stato proprio tu a dire che vuole ucciderti, no? E io, appunto, ti ho risposto che non penso che voglia togliere di mezzo il suo ragazzo, ossia tu”
Stiles non faceva altro che boccheggiare da quando l'amico aveva pronunciato quelle assurde parole. Non appena si fu un po' ripreso dallo shock, si avvicinò a Scott, che era seduto affianco a lui, con aria molto preoccupata e cominciò a parlargli molto lentamente, come se stesse parlando con un bambino molto piccolo, mettendogli le mani sulle braccia nel tentativo di farlo sentire di più a suo agio, e lo guardò dritto negli occhi.
“Ascoltami, non so che cosa tu abbia preso o cosa ti abbiano dato, ma ti consiglio di smettere subito perché, lupo mannaro o no, sei fuori come un balcone, se non di più. Posso aiutarti a venirne fuori, credimi, ma non posso farlo da morto, per cui prima dobbiamo occuparci della questione "Derek impazzito" e poi potremo occuparci con tutta calma e con la massima tranquillità della tua dipendenza e del tuo pusher!”
“Co-cosa? Io non mi drogo! Che cavolo ti viene in mente?”
“Scott, è chiaro come il Sole che sei strafatto: pensi che io e lo Sourwolf stiamo insieme! Da dove ti è venuto fuori un pensiero del genere se non fossi sotto l'effetto di allucinogeni molto potenti?”
“Andiamo, pensi forse che non me ne sia accorto di cosa prova Derek per te? Se ne era reso conto persino Matt!”
“Di che diavolo stai parlando?”
“Ma sì, del fatto che Derek provi qualcosa per te… Credevo che in questi mesi venisse da te per passare del tempo insieme, e che tu non me ne avessi ancora parlato perché non ti sentissi ancora pronto per affrontare un tale argomento”
“Frena un momento! Tu! Tu sapevi che lui entrava in casa mia da tutto questo tempo, lo hai sempre saputo, e non hai pensato, neanche per un millesimo di secondo, di dirmelo? E poi lo ripeto, noi due non stiamo insieme, non abbiamo una tresca clandestina e lui, l'unica cosa che prova per me, è l'inesorabile desiderio di sbattermi la testa da qualche parte per farmi fuori!”
“Te l'ho già detto, pensavo che lo sapessi già. E, per quanto riguarda quello che Derek prova per te, ti sbagli. Forse è vero che in precedenza non ti sopportasse e che non avrebbe mosso un dito ti fosse successo qualcosa, ma è già da tempo che il suo odore cambia quando ci sei tu. Tiene a te, molto più di quanto lascia trasparire, per non parlare di come era in ansia e furioso quando eri stato rapito da Gerard… sinceramente, temevo che lo avrebbe ucciso se se lo fosse trovato davanti. Se ci sono arrivato io non capisco come non possa esserci arrivato tu, poteri da licantropo a parte”
Stiles era completamente interdetto dalla confessione dell'amico e non sapeva né cosa dire né cosa pensare a riguardo.
Dopo circa una decina di minuti, tempo che era servito al ragazzo per assimilare tutte quelle parole e per ragionare su di esse, si avviò verso l'uscita della clinica nel più assoluto silenzio.
Davanti alla porta si girò verso Scott e prese a parlare: “Ascolta, io vado ok? Sì, devo… devo riflettere, e molto anche, su tutta questa situazione, che si fa via via sempre più assurda e strana. Insomma, non so se sentirmi sollevato dal fatto che Alpha Derek non mi voglia uccidere ma solo fare la festa! Oddio! Ho davvero detto una cosa simile? Ok, devo andare. Sì, devo proprio andare!”
Così, sotto lo sguardo attonito dell'altro, era uscito sbattendo la porta.

Parlare con Scott McCall… più facile a dirsi che a farsi.

Aveva un piano: andare a casa dell'amico per parlare della questione "Derek entra in camera mia: Mi vuole uccidere!". Tuttavia era già passata una settimana e ancora non era riuscito a restare da solo con lui nemmeno per un secondo. Infatti, o erano sempre circondati dal Branco al completo, più un Peter Hale inspiegabilmente tornato a nuova vita e molto incline ad aiutarli con la faccenda "Kanima e relativo padrone", per cui non poteva saltarsene fuori con un: "Scott, ti devo parlare in privato" perché, a causa del superudito da licantropo, non avrebbero mai parlato in privato, ma sarebbero stati ascoltati da tutti loro, specialmente da Derek, e Stiles non voleva di certo questo, oppure erano stati troppo occupati a salvare loro stessi e gli altri abitanti di Beacon Hills da un Jackson versione lucertola gigante assassina.

Fortuna che era riuscito almeno riuscito a mantenere il suo intento di non trovarsi da solo con l'Alpha, anche considerato il fatto che sembrava proprio che il sopracitato uomo cercasse in tutti i modi di evitarlo a sua volta il più possibile a aveva persino raddoppiato le sue minacce nei suoi confronti, intimandogli di tenersi alla larga dal sovrannaturale e dalle loro faccende. Questo non aveva fatto altro che aumentare il sospetto che lo volesse morto, il che stava a significare che doveva parlare con Scott il più presto possibile. Erano quasi le cinque e mezza, dunque il ragazzo doveva trovarsi ancora alla clinica veterinaria a lavorare, per cui, per evitare di rimandare all'infinito quella conversione di vitale importanza, decise di raggiungerlo lì, sperando che non ci fossero molti clienti.

Prese le chiavi della sua fedele jeep, il cellulare e il portafogli, suo padre era alla centrale di polizia, perciò gli lasciò un biglietto, nel caso fosse tornato a casa prima di lui. Mise in moto la macchina, ma la sua fedele jeep decise di non essere più così fedele, dato che non partiva. Non capiva qual'era il problema, soprattutto perché l'aveva utilizzata meno di tre ore prima per tornare a casa. Decise allora di raggiungere la clinica a piedi, lasciando il problema della macchina in un secondo momento.

La prima cosa che fece non appena raggiunse la sua destinazione fu quella di sedersi e, appurato che, almeno per il momento, non ci fossero clienti, chiedere ad uno Scott sorpreso di trovarlo lì un bicchiere d'acqua, al quale se ne aggiunsero subito altri due.

“Caspita amico, hai corso una maratona nel deserto per essere così assetato?” chiese l'ispanico passandogli il terzo bicchiere.

“No Scottie, ho camminato da casa fino a qua”

“Hai camminato? Perché non hai usato la macchina?”

“Lo avrei fatto, credimi, ma chissà per quale motivo ha deciso di tradirmi e di non partire e, dato che dovevo parlati urgentemente, ho deciso di farmela a piedi”

“Ok, ho capito… Di che cosa dovevi parlarmi? C'è stato un altro attacco da parte di Jackson?”

“No Scott, nessun attacco… o almeno nessun attacco imminente da parte del lucertolone”

“Che vuoi dire con questo?”

“Credo, anzi ne sono sicuro, che Derek stia attentando alla mia vita. Insomma, lo so che posso essere un po' logorroico a volte ed è già tanto se lui comunica con due serie di ringhi diversi e con quelle maledette sopracciglia, ammetto anche che molto probabilmente si sia sentito un tantino in imbarazzo e con in morale e l'orgoglio sotto tre metri di terra nell'essere stato salvato da uno che è la metà di lui, senza un minimo di muscolo e con ancora meno forza fisica, ma mica per questo merito di essere sbranato vivo, ho forse torto? Visto anche tutto l'aiuto che vi ho dato in passato e che vi sto dando tutt'ora aiutandovi come meglio posso nella lotta contro il male, come può volermi morto! Batman non può voler uccidere Robin solo perché questo gli ha salvato la vita una volta e vuole partecipare all'azione stando tra i piedi continuamente, no? Certo, Robin è stato addestrato e ha a disposizione molte armi e marchingegni per combattere il crimine, mentre io ho sì e no una mazza di legno che non serve praticamente a nulla contro licantropi e kanima, ma ho un cervello niente male e il mio corpo è composto per il 65% di sarcasmo anziché di acqua, il che è una cosa molto positiva se consideri che rischiamo la pelle ventiquattro ore su ventiquattro a soli sedici anni… bisogna pur sempre ridere, non trovi anche tu? Io vi rallegro le giornate fratello! E il Sourwolf che fa? Mi vuole uccidere, ovvio! Senti, sniffami un po', così mi dici quanto tempo mi resta da vivere, sai, per fare testamento… dici che sia il caso di fare anche una polizza sulla vita? Credi che ce ne sia una che copra anche la morte causata da Derek - ce l'ho col mondo - Hale?”

Scott, per tutto il tempo del monologo dell'amico, aveva più e più volte tentato di interromperlo per chiedergli spiegazioni su cosa stesse dicendo, tuttavia Stiles era come un treno in corsa a grande velocità, non lo sentiva nemmeno e continuava ininterrottamente a parlare.

Una volta ritornato il silenzio, spazientito aveva preso subito la parola al posto suo.

“Stiles, di che diavolo stai parlando? Cos'è questa storia che Derek ti vuole eliminare? E comunque la faccenda del "fiutare" non funziona in questo modo”

“Semplice Scottie, sto parlando del fatto che ho beccato già due volte Derek a notte fonda di fronte al mio letto!”“Oh… e tu sei preoccupato perché?”

“Non hai sentito che cosa ho appena detto? O forse ti si sono riempite le orecchie di peli lupeschi? Derek - ti taglio la gola con i denti - Hale è entrato nella mia camera di notte! È ovvio che avesse in mente qualcosa, e quel qualcosa sono i suoi denti affondati nella mia carotide, mentre io urlo in modo molto ma molto virile!”

“Stiles, calmati ok? Non penso che Derek voglia uccidere la persona con cui sta”

“Ma chi ha parlato della persona con cui si vede il Sourwolf? Io no di certo”

A quel punto Scott parve più spazientito di prima: “Amico, sei stato proprio tu a dire che vuole ucciderti, no? E io, appunto, ti ho risposto che non penso che voglia togliere di mezzo il suo ragazzo, ossia tu”

Stiles non faceva altro che boccheggiare da quando l'amico aveva pronunciato quelle assurde parole. Non appena si fu un po' ripreso dallo shock, si avvicinò a Scott, che era seduto affianco a lui, con aria molto preoccupata e cominciò a parlargli molto lentamente, come se stesse parlando con un bambino molto piccolo, mettendogli le mani sulle braccia nel tentativo di farlo sentire di più a suo agio, e lo guardò dritto negli occhi.

“Ascoltami, non so che cosa tu abbia preso o cosa ti abbiano dato, ma ti consiglio di smettere subito perché, lupo mannaro o no, sei fuori come un balcone, se non di più. Posso aiutarti a venirne fuori, credimi, ma non posso farlo da morto, per cui prima dobbiamo occuparci della questione "Derek impazzito" e poi potremo occuparci con tutta calma e con la massima tranquillità della tua dipendenza e del tuo pusher!”

“Co-cosa? Io non mi drogo! Che cavolo ti viene in mente?”

“Scott, è chiaro come il Sole che sei strafatto: pensi che io e lo Sourwolf stiamo insieme! Da dove ti è venuto fuori un pensiero del genere se non fossi sotto l'effetto di allucinogeni molto potenti?”

“Andiamo, pensi forse che non me ne sia accorto di cosa prova Derek per te? Se ne era reso conto persino Matt!”

“Di che diavolo stai parlando?”

“Ma sì, del fatto che Derek provi qualcosa per te… Credevo che in questi mesi venisse da te per passare del tempo insieme, e che tu non me ne avessi ancora parlato perché non ti sentissi ancora pronto per affrontare un tale argomento”

“Frena un momento! Tu! Tu sapevi che lui entrava in casa mia da tutto questo tempo, lo hai sempre saputo, e non hai pensato, neanche per un millesimo di secondo, di dirmelo? E poi lo ripeto, noi due non stiamo insieme, non abbiamo una tresca clandestina e lui, l'unica cosa che prova per me, è l'inesorabile desiderio di sbattermi la testa da qualche parte per farmi fuori!”

“Te l'ho già detto, pensavo che lo sapessi già. E, per quanto riguarda quello che Derek prova per te, ti sbagli. Forse è vero che in precedenza non ti sopportasse e che non avrebbe mosso un dito ti fosse successo qualcosa, ma è già da tempo che il suo odore cambia quando ci sei tu. Tiene a te, molto più di quanto lascia trasparire, per non parlare di come era in ansia e furioso quando eri stato rapito da Gerard… sinceramente, temevo che lo avrebbe ucciso se se lo fosse trovato davanti. Se ci sono arrivato io non capisco come non possa esserci arrivato tu, poteri da licantropo a parte”

Stiles era completamente interdetto dalla confessione dell'amico e non sapeva né cosa dire né cosa pensare a riguardo.

Dopo circa una decina di minuti, tempo che era servito al ragazzo per assimilare tutte quelle parole e per ragionare su di esse, si avviò verso l'uscita della clinica nel più assoluto silenzio.

Davanti alla porta si girò verso Scott e prese a parlare: “Ascolta, io vado ok? Sì, devo… devo riflettere, e molto anche, su tutta questa situazione, che si fa via via sempre più assurda e strana. Insomma, non so se sentirmi sollevato dal fatto che Alpha Derek non mi voglia uccidere ma solo fare la festa! Oddio! Ho davvero detto una cosa simile? Ok, devo andare. Sì, devo proprio andare!”

Così, sotto lo sguardo attonito dell'altro, era uscito sbattendo la porta.

  
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