Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: MmeBovary    16/04/2009    50 recensioni
“Sei ingiusta Mezzosangue. Io ero qui per proporti uno scambio.”
“Scambio di cosa?”
Il Serpeverde espirò una lunga boccata di fumo.
“Di favori. Io ti faccio prendere il massimo in pozioni e tu in cambio mi dai qualcosa che voglio.”
Hermione rimase un attimo in silenzio, pensierosa.
"Cosa vuoi in cambio?”
“Prima di saperlo devi accettare…”
C’era una nota di sfida nella sua voce. ...

E se Hermione si lasciasse tentare dalla sfida di una Serpe... In che trame potrebbe trovarsi coinvolta?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da V libro alternativo, Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


CAP. 1
PERSUASIONE



Hermione fissava confusa il foglio davanti a sé.
“Stiamo peggiorando, eh signorina Granger?”
La voce odiosa di Piton le ricordava che quello era il terzo 4 del mese e che di questo passo si sarebbe rovinata la media alla grande.
“Ottimo lavoro invece signor Malfoy.”
“Grazie professore! È un gioco da ragazzi… vero Mezzosangue?”
Il biondo Purosangue reclinò il suo candido collo per rivolgere un’occhiata sprezzante alla Grifondoro, sventolandole davanti un bel 10 sottolineato tre volte.
Oltre al danno la beffa! Hermione si alzò di scatto, tremando di rabbia.
“Posso uscire un attimo professore?”
Ottenuto il permesso, la giovane corse fuori e si appoggiò sospirando ad una colonna di pietra, lasciandosi scivolare a terra. Si prese la testa tra le mani. I riccioli dorati le ricaddero sul volto dai tratti delicati; ondeggiando con lievi carezze asciugarono una lacrima in fuga sulle guance arrossate per la rabbia.
-Perché non ci riesco più?-
Ultimamente i suoi risultati erano scarsissimi in pozioni. Andava benissimo nelle altre materie, ma da un po’ in quella era peggiore di Neville.
“Qualche problema Granger?”
Ancora la voce di Draco con il suo inconfondibile tono sarcastico.
“Niente che ti riguardi Malfoy.”
La Grifondoro alzò fieramente il capo sulla figura slanciata del coetaneo. Il ragazzo camminava con studiata lentezza nella sua direzione, frugandosi in tasca. Si fermò alla colonna vicina e vi si appoggiò morbidamente. Trovato l’accendino, si mise una sigaretta fra le labbra sottili e la accese.
Hermione lo guardò con aria d’indifferenza. Inclinò leggermente il capo in avanti perché i suoi boccoli coprissero le tracce del pianto.
“Che ci fai qui fuori? Sei così bravo che non devi seguire?”
“In effetti, probabilmente è così…” celiò il biondo “ma ora sono uscito solo perché volevo parlarti.”
La Grifondoro sorrise, stupita.
“Parlarmi? Ora salti anche le lezioni per non perdere un minuto in cui potresti offendermi o umiliarmi? Perché piuttosto non te ne torni là dentro a compiacerti del tuo successo?”
Draco rise ma ribatté
“Sei ingiusta Mezzosangue. Io ero qui per farti una proposta.”
“Una proposta? Non finisci mai di stupirmi Malfoy…prima vuoi parlarmi, ora addirittura sposarmi! Ma non so se sono pronta, ti conosco appena…”
“Che spiritosa Granger”  il Serpeverde batté le mani in un finto applauso “Come se potessi anche solo immaginare di mischiare il mio sangue col tuo… Quello che volevo proporti era uno scambio.”
“Scambio di cosa?”
Il Serpeverde espirò una lunga boccata di fumo.
“Di favori. Io ti faccio prendere il massimo in pozioni e tu in cambio mi dai qualcosa che voglio.”
Hermione rimase un attimo in silenzio, pensierosa.
“Mh… e come faresti a farmi prendere di nuovo buoni voti?”
“Semplice: ti do ripetizioni e se proprio non ci arrivi ti passo i compiti.”
“Vada per le ripetizioni, ma non voglio barare e prendere le tue pozioni.”
“Stupido orgoglio Grifondoro…” mormorò il biondo.
“Comunque…” osservò Hermione “Non mi hai ancora detto cosa vuoi in cambio”
Era seriamente interessata all’ offerta: Malfoy era un gran bastardo e un razzista ma a Pozioni era il migliore.
“Prima di saperlo devi accettare…”
C’era una nota di sfida nella sua voce.
“Mi prendi per scema?” ribatté Hermione fieramente, alzandosi in piedi “Poi potresti chiedermi di tutto… Una Serpe come te potrebbe persino volermi usare per arrivare a Harry o ai Grifondoro.”
“Niente di tutto ciò Granger” Rispose Draco con molta calma e serietà, finendo la sua sigaretta “Il patto riguarda solo te.”
“Hai intenzione di usarmi come manichino per provare maledizioni?”
“Non ne ho intenzione…non sarà niente di così violento o sanguinario, anzi credo che lo troverai perfino piacevole…”
Cosa poteva mai chiederle? Di fargli i compiti per un anno? Per lei studiare era un piacere… Era pronta a tutto per un 10 in Pozioni. Eppure una vocina nel suo cervello le diceva ancora di fare attenzione, di non lasciarsi manipolare. Venire a patti con una serpe poteva essere molto, molto rischioso… Guarda cosa successe a Eva quando si lasciò convincere che un morsino a una mela non le avrebbe fatto nulla…
Oh, insomma!Al diavolo i dubbi. Un 10 per lei valeva ben più dell’Eden
“Ci sto.”
I due suggellarono il patto con una stretta di mano.
“Allora, cos’è che vuoi?”
“Voglio il tuo corpo.”
Hermione lo guardò dubbiosamente, non poteva essere serio.
“Vuoi dire che vuoi scambiare il mio corpo con il tuo e diventare una donna? Non credevo avessi di questi desideri Malfoy…”
Una smorfia di disgusto increspò le regali labbra del biondo.
“Ma che hai capito Mezzosangue! Io voglio il diritto di usare il tuo corpo per il mio personale godimento, quando più mi pare e piace.”
Sorrise beffardamente e, avvicinandosi alla ragazza, proseguì:
“Per cui… se volessi farti mia qui, ora, non potresti rifiutare, visto che hai dato la tua parola di Grifondoro.”
Gettò il mozzicone a terra, schiacciandolo sotto la punta delle sue costosissime scarpe italiane.
Hermione indietreggiò fino alla colonna. Perché non aveva esaminato questa possibilità prima di accettare?
“Da un porco come te Malfoy, ci si poteva aspettare solo una cosa così viscida.”
“Allora te lo aspettavi? E hai accettato…uh…”
“No! Non intendevo questo… ma non starai parlando sul serio? Cosa vuoi davvero?”
“Mai stato più serio Mezzosangue.”
Draco cominciò ad avvicinarsi, fino a schiacciarla col proprio corpo contro il marmo..
“Ma per ora mi basta un bacio…”
Hermione sfuggì alle sue labbra nascondendo il volto nella propria spalla.
“Hai promesso Grifondoro…”
-Stupido onore!- pensò Hermione e si decise a stare alle regole. Ormai era stata così stupida da accettare, tanto valeva andare fino in fondo. E poi non voleva dare a Malfoy la soddisfazione di farle rimangiare la parola.
“Quando vuoi.”
Lo fissò dritto negli occhi, con aria di impudenza e di sfida.
“Così mi piaci Mezzosangue.”
Il biondo si avvicinò ad una guancia. Le sue labbra ripercorsero con delicatezza il tragitto salato di una lacrima per poi unirsi a quelle di Hermione, lentamente. Draco inspirò il suo profumo mentre intrecciava le dita con i suoi boccoli bruni.
Quando cercò di approfondire il contatto però la sua lingua trovò la barriera dei denti. Provò a baciare la ragazza un’altra volta, ma non andò meglio, anzi, rimediò perfino un morso.
“Per oggi mi posso accontentare Granger… Si sta facendo tardi e non vorrei che venissero a cercarci. Avrò modo di rifarmi domani…”
Detto questo si voltò e tornò verso l’aula di Pozioni, tranquillamente e leccandosi un labbro sanguinante.
“Questo Grifone sa usare i denti…” borbottò tra sé e sé, mentre pensava a come giustificarsi per la prolungata assenza.
Hermione intanto crollò in ginocchio, senza che le gambe facessero alcun particolare sforzo per sorreggerla.
Non ci capiva più nulla: Malfoy, Draco Malfoy aveva appena cercato e ottenuto il permesso di abusare del suo corpo?!? Il mondo girava al contrario e nessuno la aveva avvertita?!?
“Che situazione…”
Aprì la finestra a cercare il sollievo dell’aria fresca per il suo viso in fiamme.
Poi tornò verso l’aula, mentre pensava a come giustificarsi per la prolungata assenza.

Quando rientrò notò con stupore che tutti la guardavano.
Si rimise a sedere accanto a Harry.
“Stai meglio Herm?”
“Come?”
Non stava male, almeno non fisicamente.
“Signorina Granger” intervenne Piton “Il signor Malfoy ci ha informato che lei stava vomitando un  po’ ovunque in corridoio… spero Gazza abbia già provveduto a pulire, o dovremmo preparare una pozione impermeabilizzante?”
Vomito? Ovunque? Che?!?
“M-ma io, veramente…”
“Non si preoccupi professore è tutto pulito ed ho personalmente soccorso la Granger che stava affogando nel proprio vomito…”
Malfoy, seduto alle sue spalle, aveva un gran sorriso di vittoria stampato in faccia.
Hermione poteva pensare ad una sola parola per descriverlo: stronzo.
“Già, chi sa cosa avrei fatto senza di lui…”
Non era certo questa la scusa che aveva pensato per giustificare l’assenza, ma non poteva neanche dire la verità.
“Bene, allora 5 punti a Serpeverde, e poi dicono che nella mia casa non sono altruisti… Ora riprendiamo la lezione sugli usi del porcospino…”
Hermione prese nota mentalmente. Uso di un porcospino: ficcarlo a Malfoy dove non batte il sole…
“Che cosa vorrà da me?” si chiese “Perché questo patto?”
La giovane ora sentiva lo sguardo del Serpeverde bruciarle sulla schiena. Una lenta e dolce tortura…
Si voltò e incrociò due iridi grigie che in effetti erano puntate su di lei. Draco distolse gli occhi e lei fece lo stesso, ma 5 minuti dopo la sensazione di avere argento fuso sulla pelle era tornata.
Il biondo osservava con interesse la figura esile ma bellissima della Grifondoro, seduta davanti a lui. Seguiva ogni minimo spostamento dei suoi morbidi boccoli bruni, al ritmo del suo respiro. Quella Mezzosangue aveva qualcosa che lo attirava, che lo ossessionava, ed ora avrebbe potuto liberarsi di quella fissazione. Come? Beh, l’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi e ora aveva trovato il modo di farlo. Grande idea quella del patto.
“Sarai mia Mezzosangue…”

Finita la lezione, Hermione si trattenne per chiedere un chiarimento al professore. Draco voleva parlarle, quindi usò tutta la sua fantasia per riuscire ad impiegare 10 interi minuti per rimettere a posto le sue poche cose.
“Draco tutto bene?” gli chiese Goyle “Ci hai messo 5 minuti a chiudere la boccetta dell’inchiostro…”
“…e altrettanto” proseguì Tiger “A piegare un foglio per gli appunti.”
“Certo che sto bene!” ritrose il biondo “Voi scimmioni non potete capire la perfezione. E ora andatevene. Vi raggiungo dopo.”
“Va bene capo.” Dopo questa risposta in coro, i due lo lasciarono.
Ormai erano solo lui, la Grifondoro e Piton.
“Muoviti Granger…” pensò “o dovrò metterci altri 10 minuti a cercare la penna che ho già messo a posto…”
Poi la vide salutare il professore ed andarsene. Si affrettò a gettare confusamente in borsa tutto ciò che era ancora sul banco e la seguì.
“Ehi ferma Mezzosangue!”
“Non hai detto che ti bastava per oggi Malfoy?”
“Infatti” spiegò il ragazzo “Ora sta a te prendere la tua parte.”
“Quando e dove.”
“Tra dieci minuti nel mio letto?” celiò il biondo con una voce roca terribilmente sexy.
Hermione per poco non gli diceva di sì -Controllati Herm!-.
“Malfoy!!!”
riuscì a suonare sufficientemente indignata.
“Scherzavo, scherzavo… come sei nervosa Granger. Che ne dici della mia Sala Comune?”
“Non mi pare il caso… magari in biblioteca?”
“Troppa gente, non vorrei mi vedessero con te.”
“Ti assicuro che il desiderio è reciproco.”
“Allora?”
“Che ne dici della Stanza delle Necessità?” propose la Grifondoro
“Come vuoi tu Granger. Ci vediamo là dopo pranzo e porta i tuoi appunti, non ho seguito oggi.”
“Cosa?!? E tu dovresti aiutarmi?”
“Oh non preoccuparti Mezzosangue il mio è un talento naturale che non necessita di spiegazioni.”
“Sempre modesto, eh Malfoy?”    
“Sempre…” ripeté il Serpeverde mentre si allontanava “Sempre…”

A pranzo Hermione si sedette accanto a Harry come ogni volta.
“Hey Herm! Come è andata al test di pozioni?”
“Male come al solito. E a voi?”
“Se non ci capisci nulla tu” rispose Ron “Figurati noi!”
“Però potremmo studiare insieme oggi. Da tre cervelli caveremo qualcosa…”
L’offerta era partita da Harry, ma la sua amica fu costretta a declinarla
“In realtà…”
Che scusa poteva inventare? In-realtà-studio-con-Malfoy avrebbe molto probabilmente stroncato la giovane vita del Bambino Sopravvissuto con un infarto!
“In realtà… oggi devo già studiare Incantesimi e volevo farlo da sola… sai per non rischiare di lanciare un incantesimo a qualcuno…”
“Ok Herm, come vuoi.”
“Sei tu il capo!” scherzò Ron “Vorrà dire che io e Harry studieremo da soli. Soli soletti, senza l’aiuto di nessuno, senza poter sapere se facciamo errori, senza sostegno, abbandonati al nostro destino…”
“E piantala…”
Hermione si sentiva un verme. Odiava mentire ai suoi amici, ma in quel caso era necessario. Non avrebbero mai capito come aveva potuto venire a patti con la serpe.
Il moro stava facendo gli occhioni da cucciolo nella sua direzione per convincerla a cambiare idea.
“Anche tu finiscila, non cederò.”
“Ma come puoi resistere a questo sguardo?”
Ron scrollò la testa.
“È  senza cuore…”
“Non c’è altra spiegazione…”
“O cederebbe a quello sguardo languido…”
“Cedono tutte…”
“Basta ho detto! Io non sono una studentessa arrapata del primo anno che non regge l’occhiata sexy del Cercatore Grifondoro, ok? Ti conosco fin troppo bene Harry, con me non attacca…”
I due ragazzi alzarono le spalle con aria dubbiosa e decisero di lasciar perdere.
Hermione tornò a dedicarsi al pranzo che per la tensione quasi non aveva toccato. Il suo sguardo però scivolò presto verso il tavolo Serpeverde dove un sensuale ragazzo biondo sedeva, comportandosi nel suo solito modo superbo e altero, con una ragazzina attaccata al suo braccio e uno sguardo impassibile.
Eppure Hermione era sicura che quegli occhi grigi potessero avere anche espressioni più dolci… Non la nota di boriosa vanità che aveva quando parlava ai suoi compagni, non lo sfondo di lussuria che appannava il suo argento quanto lo scopriva a fissarlo e neppure la punta di disprezzo che rivolgeva a pochi fortunati, lei e Harry inclusi… no, solo uno sguardo dolce e sincero. Sereno insomma. O forse era un’ utopia la sua…
“Hey ‘Mione ti sei incantata?”
“Come?”
La voce di Harry la riscosse. Ma a che cosa si era messa a pensare?!?
“Chi stavi fissando?”
“Nessuno!”
Ma si affrettò un po’ troppo a rispondere e la sua voce suonava falsa, molto falsa.
“Ah…” Gli occhi verdi del Grifondoro si illuminarono “Non è che guardavi un ragazzo?”
“Nooo… che ti salta in mente?”
Harry diresse lo sguardo dove prima era quello della sua compagna cercando di capire chi potesse essere l’ oggetto del suo interesse. La bruna pensò seriamente di rovesciargli in testa la ciotola della gravy per impedire che vedesse Draco, ma non ce ne fu bisogno.
“Forse mi sono sbagliato…davanti abbiamo i Serpeverde, quindi a meno che tu non stia progettando di sbatterti Tiger o Goyle…”
“Harry che schifo, siamo a tavola!”
“…o quel ragazzino lentigginoso del primo anno di cui non ricordo il nome, o Malfoy…”
“Ora piantala Harry!”
Ron rideva a crepapelle, ma lei era nervosa e imbarazzata.
Harry cessò l’elenco.
“Ok, scusa Herm, non te la sei presa vero?”
“Ma no, no figurati…” lo rassicurò la sua amica “è solo che non sopportavo più la risata di Ron! Sembri un rinoceronte col mal di pancia!”
“Ehi!”
Tutti e tre scoppiarono a ridere.
Hermione tirò un sospiro di sollievo.

Draco Malfoy era seduto tra i suoi scagnozzi e una rossa del terzo anno che si strusciava contro il suo braccio come un gatto.
“Ehy tesoro, finirai per sgualcirmi la giacca…”
“Oh scusa Dracuccio!”
La ragazza si staccò dal suo arto superiore e cominciò ad accarezzargli una coscia.
-Certa gente non capisce proprio- pensò il biondo, ma la lasciò fare dato che non aveva voglia di spiegare a quella cerebrolesa che anche i pantaloni si sgualciscono.
Alzò un attimo lo sguardo verso il tavolo dei Grifondoro e vide Hermione chiacchierare con Harry. Per un secondo prima, mentre cercava di staccarsi di dosso quella ragazzina-piovra gli era parso di sentirsi osservato dalle iridi dorate della Granger. La sensazione di calore che gli provocava era inconfondibile.
Ora però il trio Grifondoro rideva allegramente, senza curarsi minimamente di lui.

Ille mi par esse deo videtur
ille, si fas est, superare divos,
qui sedens adversus identitem te
spectat et audit

dulce ridentem, misero quod omnis
eripit sensus mihi…

Quegli mi sembra simile a un dio,
quegli, se è lecito dirlo, mi sembra superiore agli dèi,
che seduto davanti a te può spesso
vederti e ascoltarti

mentre dolcemente sorridi: felicità che a me
sventurato rapisce l’uso di tutti i sensi
                                                  Catullo, carme 51


 Dopo pranzo la rossa era ancora avviluppata attorno a Draco.
“Senti, io ora devo andare…” cercò di giustificarsi il biondo “Perché non rimandiamo a stasera?”
“Ma io ti voglio ora Dracuccio…” si strinse a lui ancora più forte, intrufolando una mano dentro i pantaloni neri della Serpe.
“Ehi…”
Beh se era così decisa perché no?
“E va bene…”
La giovane emise un gridolino di gioia e iniziò a sbottonarsi la camicia.
“Aspetta non qui in corridoio!”
Mentre trascinava quella ninfomane verso un’aula vuota Draco pensava che se avesse sfogato i propri istinti ora forse avrebbe resistito alla tentazione di farlo con la Grifondoro dopo, visto che per ora lei sembrava piuttosto restia a concedersi.
“Però abbiamo solo 10 minuti…”
Detto questo Draco e la giovane compagna sparirono dietro una porta vicina.

Hermione aspettava nella stanza delle necessità già da  quasi 20 minuti quando finalmente vide entrare Draco.
“Alla buon ora! Credevo non venissi più.”
“Per pochi minuti di ritardo Granger? Non puoi proprio vivere senza di me, eh?”
“No, non potrei mai, né senza di te né senza il mio tuffo mattutino nel lago della piovra… sai io adoro farmi del male…”
“Temevi ti avessi preso in giro ieri? ”
“No, è solo che sei uscito dalla Sala Grande prima di me e poi ti sei fatto aspettare 20 minuti…”
“Sono stato trattenuto.” Tagliò breve il giovane, mentre preparava alcuni ingredienti e guardava gli appunti della Grifondoro. Intanto si tolse la giacca e si stiracchiò il collo con un sospiro di piacere e Hermione notò un segno scuro sulla pelle diafana, vicino alla clavicola.
Ripensò alla ragazzina che gli aveva visto avviluppata addosso. Poteva immaginare cosa lo avesse trattenuto… Bhe in fondo non erano affari suoi, lei lo odiava.
“Cominciamo!” sentenziò il biondo, riportandola alla realtà.
“Sissignore!” rispose prontamente Hermione e riuscì persino a strappare un sorriso a quel serio Serpeverde.

La lezione andò benissimo. Draco era un maestro eccezionale e Hermione imparava in fretta. In più c’era uno strano feeling tra loro che rendeva tutto più facile. Dopo appena due ore Herm aveva già preparato  abbondanti dosi  di quella pozione per cui si era meritata un 4.
“Sembra perfetta Granger.”
Draco osservò una fialetta controluce e la odorò.
“Non ci resta che provarla.”
“E come Malfoy? È una pozione rigeneratrice, serve a curare le ferite e nessuno di noi due ne ha.”
“A questo si può rimediare…”
Prima che la Grifondoro si rendesse conto di cosa stava succedendo, Draco prese un coltello dal tavolo e le afferrò una mano.
“Non pensarci nemmeno Malfoy! Non mi farò tagliare le vene per un compito!”
La giovane ritrasse le dita con orrore, ma in realtà il biondo le stava porgendo il manico dell’arma, non la lama.
“Che hai capito Mezzosangue? Il tuo sangue torbido mi farebbe schifo…Volevo ferissi me, ma se non vuoi…peggio per te, avresti potuto toglierti una soddisfazione…”
Hermione impallidì.
“Cosa?”
Ancora una volta la Serpe la colse alla sprovvista e senza che lei avesse realizzato le sue intenzioni, il ragazzo si procurò un lungo e profondo taglio sul braccio.
“Oh mio Dio, Draco sei impazzito?!?”
Nonostante il dolore il giovane rimase impassibile, prese una fialetta, la stappò con i denti e ne rovesciò il contenuto sulla ferita sanguinante.
Hermione cercò di fermarlo.
“Aspetta, non farlo, e se avessi sbagliato qualcosa? Non è sicuro! Dobbiamo andare da Mme Chips, dobbiamo…oh!”
Non finì la frase perché rimase a bocca aperta guardare il taglio che magicamente si rimarginava senza lasciare traccia o cicatrice.
“Wow…”
“Visto Granger?”
Lei lo guardò con vivo stupore.
“Ti sei fidato di me?”
Draco sussultò.
In effetti era così, ma non voleva farglielo sapere.
“Più che altro mi sono fidato di me, visto che ti ho sorvegliata io, chiaro?”
Hermione mise il broncio, spingendo in fuori il labbro inferiore.
“Comunque la mia pozione funziona.”
“Se non muoio entro stasera.”
“Ti starebbe bene, con lo spavento che mi hai fatto prendere.”
Lui sorrise beffardamente.
“Preoccupata per me Mezzosangue?”
Hermione avvampò.
“No certo che no, ci sarebbe stato un bastardo in meno su questa terra.”
“Uh…che cattiva che sei Granger, così mi spezzi il cuore…”
“Perché ne hai ancora uno? Sbarazzatene, prima che si sappia in giro…”
“Crudele Grifondoro…”
Hermione non poté impedirsi di sorridere, si stava proprio divertendo a stuzzicarlo.
Improvvisamente però il sorriso le morì sulle labbra.
Draco stava tremando e cadde a terra tenendosi il braccio. Hermione tentò di soccorrerlo.
“Oh no, no… Draco… no… Che ho fatto? Che hai fatto? Oh Dio Santo! Aspetta chiamo Mme…”
Si fermò quando vide un sorriso sulle labbra del biondo, sorriso che si tramutò in una fragorosa risata.
“Ah,ah,ah, Granger… avresti dovuto vederti… che faccia…”
Fece una sua brutta imitazione assumendo un tono di voce incredibilmente acuto
“Oh Dio, Draco, no… come farò senza di te… l’ omicidio finirà sul mio curriculum…”
Hermione si rialzò, rossa di rabbia
“Stronzo! Mi hai preso in giro!”
Lui si asciugò gli occhi, lacrimanti per il troppo ridere.
“Perspicace Mezzosangue… Non ho saputo proprio resistere.”
“Non è stato divertente!”
Le lacrime cominciavano a pungerle gli occhi. La aveva presa in giro e ferita nell’ orgoglio. Ma soprattutto la aveva fatta preoccupare.
Draco si risollevò da terra con calma, sistemandosi i vestiti.
“Forse non lo è stato per te Granger, ma ti assicuro che io me la sono spassata parecchio…”
Avvicinandosi a lei cominciò a sussurrare.
“…Comunque forse hai ragione, ho un po’ esagerato.”
Le asciugò una lacrima.
“Il Principe delle Serpi ammette di avere torto?”
 “Ehi, non ti allagare Granger, ho detto che forse tu hai un po’ ragione, non che io ho torto!”
“Ah, ora ha più senso…”
“Comunque, a parte la mia piccola recita…”
“Per cui, credo, sei appena stato ufficialmente nominato agli Oscar come miglior coglione protagonista…”
“Non interrompere Mezzosangue! Comunque, dicevo… a parte la mia piccola recita, la pozione non ha mostrato strani effetti e tu stai per prendere un meraviglioso voto a Pozioni.”
Il volto di Hermione si illuminò
“Non credi, Granger, che questo valga qualcosa di più del morso di stamattina?”
L’allegria della ragazza si spense: rieccoci…
“Come ti pare Malfoy.”
“Allora…”
Draco fece scivolare la mano con cui aveva asciugato la lacrima di Hermione lungo il volto della ragazza, accarezzandole la guancia fino alle labbra, che si dischiusero leggermente al suo passaggio, poi il giovane mise entrambe le mani dietro la schiena di Hermione e la attirò a sé.
Avvicinò il proprio volto a quello della fanciulla, lentamente, fermandosi a pochi centimetri dalle sue labbra. Sentiva il suo respiro caldo fondersi col proprio.
Dopo alcuni secondi, che gli parvero un’eternità, raggiunse quei morbidi petali di rosa che agognava da lunghissime ore.
Com’era assurdo ritrovare l’emozione che un così lungo intervallo aveva ricacciato in una vaga lontananza.
Provò a rendere più profondo quel contatto, assaggiando il suo sapore ed Hermione lo lasciò fare.
Ma non rispose al bacio.
La Grifondoro era immobile davanti a lui, con le braccia che le ricadevano inermi lungo i fianchi.
Il biondo pose fine a quella patetica imitazione di bacio. Era visibilmente irritato.
“Così non è molto divertente… ho visto bambole gonfiabili più coinvolte di te…”
Hermione lo guardò con aria di sfida e rimase in silenzio.
“Abbiamo un patto, ricordi Granger?”
“Certamente.”
La sua voce era calma, pacata. Vi si intendeva una malcelata nota di soddisfazione per la vittoria imminente.
“Ma tu, Draco, hai detto che vuoi il mio corpo…non il mio cuore. O sbaglio?”
Detto ciò, la bruna prese le sue cose, inclusa la pozione, e se ne andò, lasciando il ragazzo senza parole.
Come un serpente che si sia avvelenato col proprio morso.


Tum vos, o Tyrii, stirpem et genus omne futurum
Exercete odiis cinerique haec mittite nostro
Munera. Nullus amor populis nec foedera sunto.

E voi. O Tirii, la sua stirpe e tutta la futura genia
Assillate col vostro odio e recate queste funebri offerte
Al cenere nostro. Non ci siano né amore né patti tra i popoli.

Virgilio, Eneide
Libro IV, 622-624 (Didone)



…………..continua………………



§ Spazio autrice: §

Il titolo del capitolo è anche il titolo di un libro di Jane Austen (una delle mie scrittrici preferite!).
Infatti, ogni capitolo, per un mio personale capriccio (ognuno ha di queste fisime…) prenderà il proprio nome da un’opera diversa. Il libro in questione è un romanzo su una storia d’amore finita per volontà della famiglia della ragazza e tornata a rifiorire dopo anni (niente a che vedere con la mia fic, ma è il titolo da solo che calza a pennello!).
À bientôt!

P.S. Commentate numerosi come sempre, mi raccomando!
MmeBovary
  
Leggi le 50 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MmeBovary