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Autore: Serendipity__    22/06/2016    8 recensioni
Ciò che succede a Las Vegas rimane a Las Vegas. Si dice spesso così, ma può valere anche per un matrimonio?
Se lo chiede la ventenne Beth Greene che in una notte di follia si ritrova sposata al rude, ma affascinante, Mr. Dixon.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno care fanciulle!
Lo so cosa starete pensando... che dovrei essere alle prese con ben altre storie, invece di postarne una nuova! Ma sto provvedendo anche a quelle, lo giuro!
Intanto, però, c'era questa storiella che mi girava in testa... specie perchè ho visto una di quelle commedie romantiche che ti fanno sorridere anche se romantica non lo sei, e non ho resistito all'idea di calare in una situazione simile la mia coppia preferita! XD
Perciò, prendete quanto scriverò - e saranno pochi capitoli - per quello che vuole essere: una storia divertente e sì, anche un pò romantica (per quanto può esserlo Mr. Dixon, ecco!).
Ovviamente è una AU, per cui sapete che cerco di mantenere i personaggi il più possibile IC, però nelle sfumature - e in alcuni tratti - saranno diversi.
Buona lettura e se avete voglia, fatemi sapere che ne pensate!
Baci
Serena




JUST MARRIED



Una lama di luce aveva illuminato il viso di Beth, che facendo una smorfia, si era portata una mano sugli occhi, strizzandoli per contrastare il dolore acuto che le stava facendo esplodere la testa.

Cosa cavolo aveva fatto la notte prima per guadagnarsi quei postumi mostruosi?
Con un mugulio, Beth aveva richiuso gli occhi, concentrandosi su un primo dato importante, ossia che almeno si era risvegliata nell'albergo giusto e soprattutto nella stanza giusta, cioè la sua.
Il secondo traguardo che aveva dovuto raggiungere, era stato quello di sollevarsi a sedere per tentare di mettere ordine nel caos assoluto che regnava sovrano nella sua testa.
Allora, Beth, calma e sangue freddo. Un passo alla volta.
Si trovava a Las Vegas dal mattino precedente, dove lei, Darla e Carolyn erano venute a festeggiare l'addio al nubilato proprio di quest'ultima. Dopo di loro, erano arrivate anche le due cugine della sposa. Fin qui non era stato difficile ricordare. La sera prima, quindi, come da programma si erano recate allo Stratosphere 
: prima avevano cenato nel lussuoso ristorante, poi si erano trasferite nella discoteca adiacente.
Ecco, da lì, i ricordi iniziavano a farsi molto più confusi.
Sicuramente dovevano aver prenotato un primo giro di Mojito, seguito subito da un secondo e poi da un terzo. Era il cocktail preferito di Carolyn, e non avrebbero potuto iniziare con niente di più appropriato per festeggiare il suo imminente matrimonio.
Poi, era abbastanza sicura che si fossero scatenate sulla pista da ballo. Questo, ovviamente, aveva messo una gran sete a tutte quante, per cui dovevano aver ordinato un altro giro di cocktail.
Probabilmente diverso da un Mojito.
Le era sfuggito un gemito, perchè se c'era una cosa che suo fratello Shawn le aveva ripetuto spesso, è che non c'era niente di peggio che mischiare tra loro vari alcolici. La predica gliel'aveva fatta quando per i suoi diciotto anni, insieme a Darla e Carolyn, si era presa la sua prima e unica sbronza.
Unica sino alla notte prima.
Si era sentita un pò in colpa, perchè si era ripromessa che non avrebbe esagerato lì a Las Vegas, però in fondo c'era stato un altro motivo valido per festeggiare.
E poi non era più una ragazzina, no?
Anche se, con i suoi vent'anni appena compiuti, la sua famiglia non è che la ritenesse molto più grande di due anni prima.
Okay, ma doveva andare avanti e cercare di capire come aveva fatto a ridursi in quello stato pietoso.
Il mal di testa, infatti, era aumentato di intensità, tanto che le sembrava di avere un tamburo al posto del cervello.
Ballato, ballato, sete, bevuto, ballato, ancora sete, ancora bevuto. Ragazzi simpatici, brindato, ballato, idea grandiosa.
Nel cercare di ridurre i pensieri allo stretto necessario, Beth era arrivata ad un ricordo ben preciso, che le aveva fatto immediatamente accapponare la pelle, mentre con un moto di panico aveva sollevato il lenzuolo per osservarsi.
Oddio, oddio, oddio! Lo avevano fatto sul serio!
La prova tangibile dell'idea folle che avevano messo in pratica era lì, tatuata sul suo fianco sinistro!
24 05 2015
Come in un sogno - o incubo? -, aveva rivissuto la scena in cui Carolyn le aveva riunite tutte intorno a sè, dichiarando che quella serata memorabile se la sarebbero dovuta incidere a fuoco nella mente!
Peccato che poi, era in un'altra maniera che avevano deciso di inciderla!
Ubriache perse, ecco come erano state tutte quante. Alla faccia delle raccomandazioni che avevano rispettivamente ricevuto dai propri familiari.
Oddio, oddio, oddio!
Proprio in quel momento, lo squillo del telefono posto sul comodino accanto al letto, le aveva perforato il cervello con il suo trillo acuto. Per quello era stata ultraveloce nel sollevare la cornetta, solo per dare pace alla sua testa già messa a dura prova.
- Mrs. Greene?
Sebbene la voce fosse stata gentile, alle sue orecchie era suonata comunque troppo squillante, strappandole una smorfia.
- Sì, sono io.
- Buongiorno, sono Alice Benson, la chiamo dalla reception. Volevo informarla che c'è una visita per lei. Posso farla salire?
Una visita per lei?
Nel giro di qualche secondo aveva dovuto sottoporre il suo cervello ad un ulteriore lavoro straordinario per capire appieno il senso di quella frase. Senza però riuscirci, dato che si era ritrovata a ripetere come un pappagallo le stesse parole appena sentite.
- Una visita per me?
C'era stato un secondo di silenzio, poi la voce gentile aveva ripreso a squillarle nelle orecchie.
- Sì, Mrs Greene. C'è qui un signore, Mr. Dixon, che dice di dover parlare urgentemente con lei.
Un uomo le voleva parlare? Mr. Dixon?
Non sarebbe potuta essere più confusa di così, sul serio.
Doveva promettere solennemente a se stessa che non avrebbe mai più toccato un goccio d'alcol in vita sua.
- Mi spiace, ci deve essere un errore, non conosco nessun Mr. Dixon.
Oddio, ma era davvero sua quella voce impastata e rauca?
Una parte del suo cervello si era persa dietro a quel pensiero, l'altra aveva registrato che dalla cornetta era giunta  la voce gentile - e sempre troppo squillante - dell' addetta alla reception, inframmezzata però da un ringhiare alquanto preoccupante che per logica doveva appartenere al misterioso Mr. Dixon.
A quel punto, Beth era stata costretta ad ammettere una verità inquietante: non ricordava assolutamente nulla da dopo che Carolyn le aveva riunite per esporre la sua grande idea! Che fossero andate davvero da un tatuatore era indubbio, ma poi? Quale altro disastro potevano aver combinato? Mr. Dixon poteva c'entrare qualcosa?
Oddio, oddio, oddio!
- Mrs. Greene? E' ancora lì?
Nella voce gentile questa volta c'era stata anche una punta di impazienza.
- Sì, mi scusi, sono ancora qui.
- Ecco... Mr. Dixon non ha voluto sentire ragioni, e sta venendo comunque su da lei, nella sua stanza. Devo chiamare la sicurezza dell'albergo e bloccarlo?
Oddio, oddio, oddio!
Beth si era catapultata giù dal letto, consapevole che non poteva solo limitarsi a pensare quell'oddio ossessivo che le risuonava in testa!
- No! Sì! Cioè... oddio!
Le sembrava di essere andata completamente fuori di testa! Chi era quell'uomo che insisteva per venire da lei, anche se gli aveva fatto sapere attraverso la reception che doveva esserci uno scambio di persona? Perchè lei era certa di non conoscere nessun Mr. Dixon!
- Mrs. Greene, devo chiamare la sicurezza sì o no?
La voce dell'addetta ora si era fatta incalzante. 
- No, no. Lasci stare, spiegherò io personalmente al signore che deve aver sbagliato persona.
Ecco, Beth, mettiti in qualche altro grande casino, eh?
A parlarle, stavolta, era stata direttamente la voce di quella coscienza che piano piano stava tornando vigile e presente.
Sei in mutande e reggiseno, te ne rendi conto?
Ecco un altro suggerimento prezioso! Con uno scatto, si era gettata sui jeans e sul top che aveva indossato la sera prima, fregandosene che avessero un vago odore di fumo - o era erba? oddio! - e di qualcosaltro che non era riuscita a identificare - forse gasolio? -.
Gasolio? Perchè i suoi abiti sembravano davvero sapere di erba e gasolio?
Oddio, oddio, oddio!
Poi non c'era stato più tempo per nient'altro, perchè dei colpi decisi alla porta l'avevano fatta sobbalzare, inducendola a correre ad aprire, prima che chiunque ci fosse stato dietro, la buttasse giù tanta era stata l'insistenza con cui stava bussando.
Nel momento in cui l'aveva spalancata, la certezza che qualcosa di tremendo fosse successo l'aveva subito investita:  l'immagine di lei avvinghiata a Mr. Dixon le era comparsa come il peggiore dei flashback possibili ed immaginabili.
Oddio, oddio, oddio!
C'erano mille campanelli d'allarme che risuonavano a pieno volume e che le stavano dicendo che quell'uomo alto, muscoloso e dallo sguardo parecchio incazzato, lei - anche se non ricordava come fosse avvenuto - lo aveva conosciuto!
- Cazzo! Cazzo! Cazzo! Allora esisti davvero!
A giudicare dall'espressione tempestosa che era comparsa in quegli occhi azzurro ghiaccio, e che sembrava la stessero passando ai raggi laser, doveva trovarsi in guai seri per il fatto di esistere davvero.
- Mi scusi, io non credo di...
Ma non aveva fatto in tempo ad aggiungere altro, perchè Mr. Dixon le aveva afferrato la mano sinistra quasi gliela volesse strappare via.
- Cazzo, è vero anche questo!
Nei secondi successivi a quelle parole, Beth aveva sentito la terra tremarle letteralmente sotto i piedi, perchè solo in quel momento aveva realizzato che cosa avesse voluto controllare l'uomo sulla sua mano sinistra, e cioè che sull'anulare faceva bella mostra di sè un anello a dir poco terrificante!
Una sottile fascia dorata.
Prima che potesse anche solo formulare un pensiero coerente, la successiva mossa dell'uomo l'aveva ulteriormente gettata in un panico che stava dilagando dentro di lei come se fosse stata una marea nera.
Infuriato come un toro davanti ad un drappo rosso sventolato con insistenza, l'uomo le si era gettato praticamente addosso, afferrandola per le spalle e scuotendola come se fosse stata un fuscello.
- Ragazzina, ti rendi conto in che razza di guaio ci siamo cacciati?
- Guaio?
Cercando di contrastare il movimento ondulatorio a cui la stava sottoponendo la stretta ferrea di quelle mani, Beth aveva cercato davvero di tirare fuori la testa da quel mare di confusione e panico in cui stava annegando.
Che cosa aveva combinato insieme a quell'uomo?
L'unico flashback che continuava a girarle in testa, era quello di loro avvinghiati - e a cavallo di una moto - intenti a.... baciarsi!
Oddio! Oddio! Oddio!
- Sì, cazzo! Questo guaio! Un grande, grandissimo e fottutissimo guaio!
Se nella sua breve vita, perchè vent'anni lo erano dopotutto, avesse dovuto cercare il momento peggiore, quello che stava vivendo lo era appena diventato di diritto!
Perchè Mr. Dixon, lasciandola andare di colpo, le aveva piantato davanti al naso la sua mano sinistra, peraltro enorme rispetto alla sua, mostrandole qualcosa che l'aveva fatta quasi svenire.
Una sottile fascia dorata identica alla sua!
- Oddio! Oddio! Oddio! Non può essere vero!
Per tutta risposta gli occhi azzurri che continuavano a fissarla come se fosse stata la creatura più infernale sulla faccia della terra, erano riusciti a diventare ancora più tempestosi rispetto a prima.
- Eccome se lo è, ragazzina! E' tutto fottutamente vero come c'è scritto qua sopra! Nero su bianco, porca puttana!
Mr. Dixon le aveva sbattuto in faccia un semplice foglio A4, che però a lei era sembrato l'equivalente di una condanna a morte.
Certificato di matrimonio.
Aveva sollevato di poco gli occhi sopra il foglio, ritrovando quelli dell'uomo che l'avevano inchiodata a quella verità tremenda.
- Ora hai capito? Siamo maledettamente sposati!
Oddio! Era tutto un incubo! Doveva esserlo per forza!
E se lo era dato per davvero un pizzicotto sulla guancia, e anche bello forte! Solo che non l'aveva svegliata, ma l'aveva resa solo certa che quella che stava vivendo era una terribile realtà!
- Oddio!
- Cristo, ma non hai nient'altro da dire?
- Sì, in realtà qualcos'altro ci sarebbe...
Perchè dentro di lei si era fatto strada un altro pensiero terribile.
- Noi abbiamo... ecco... abbiamo... sì... bè... anche consumato?
Quello che era successo subito dopo la sua domanda, se lo sarebbe ricordato per un bel pezzo, ne era intimamente certa. Perchè tutta l'incazzatura di Mr. Dixon si era di colpo trasformata in un'emozione così potente, da indurla a compiere qualche passo indietro per mettere una maggiore distanza tra loro.
- No.
Quel "no" era stato scandito con un tono di voce che si era fatto basso e profondo.
Attrazione, pura e incontrollabile attrazione.
Ecco cosa si era scatenata tra di loro. La più potente e sconvolgente attrazione chimica che lei avesse mai provato in vita sua. E a giudicare da come si era acceso anche lo sguardo di quegli occhi azzurri, era certa che la cosa fosse stata reciproca.
- Ma voglio essere sincero con te, ragazzina.
E nel dirglielo aveva fatto due passi in avanti, per tornare ad annullare quella distanza che aveva messo tra di loro.
- Se fosse successo, sarebbe stata l'unica cosa che non avrei rimpianto del grandissimo casino in cui ci troviamo.
Oddio, devo essere impazzita del tutto!
Beth non aveva potuto fare a meno di pensarlo, perchè nel momento in cui si era detta che baciare Mr. Dixon sarebbe stata la più grande stupidata da fare in quel momento, in pratica lo stava già facendo.
E nel momento in cui le loro labbra si erano di nuovo incontrate, una pioggia di sensazioni, una più travolgente dell'altra, si erano riaccese di botto.
Perfezione assoluta.
Ecco cosa aveva provato anche la prima volta che lo aveva fatto. Il ricordo, nonostante fosse stata ubriaca, si era fissato prepotentemente dentro di lei.
Un uomo da sposare.
Ecco l'altro ricordo che era emerso insieme alle sensazioni paradisiache che stava rivivendo avvinghiata nuovamente a quel corpo muscoloso.
Solo che la notte prima non si era limitata a pensarlo e basta. A quanto pare lo aveva anche fatto.




Continua....










  
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