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Autore: Hikari_Sengoku    22/06/2016    1 recensioni
Salve efp! Questa fanfic parla di Ichigo e Rukia in una notte invernale. Cosa avrá mai da pensare Ichigo, in questa notte cosí particolare? Abbiate pietá, é la mia prima fanfic! Grazie
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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…Connessione col cervello ripristinata. È notte, nella mia stanza. Disteso nel letto, mi ritrovo a fissarti. Sei bellissima. Gioco con una ciocca dei tuoi morbidi capelli neri, mentre vedo il tuo volto rilassato, il tuo splendido corpo coperto dalla mia grigia coltre invernale. Hai la pelle bianca, come la neve senza macchia, che contrasta con la mia ambrata. Ti sento stringerti al mio petto, nel sonno. Un tenue sorriso ti arcua le labbra pallide, quasi anemiche, che io bacio con foga, ma dolcemente, non ti voglio svegliare. Le tue braccia mi stringono, timide anche nel sonno, quasi volessero tornare indietro anche oggi. Ma indietro oggi non si può tornare. Le mani piccole e delicate mi stringono ancora la schiena. La testa si poggia sul mio petto. Quanto sei piccola. Sembri quasi annegare nelle coperte. Ti sposto una ciocca lucida di sudore dal viso. I tuoi immensi occhi color della notte sono chiusi, e forse adesso è meglio, così forse riuscirò a pensare. Ne ho bisogno, e non posso annegare di nuovo nei tuoi occhi, o rischierei di fondermi con te. Il tuo piccolo seno, bianco e rotondo, preme contro il mio petto, eccitandomi. Ma non mi posso lasciar prendere dall’eccitazione adesso. Che cosa ho fatto? Rukia… Per un tempo indefinito questo è il mio unico pensiero, che quasi mi ferisce dall’interno. Che cosa ti ho fatto Rukia? Lo sai vero, da qui non si può tornare indietro. Un bacio si può dimenticare, ma fare l’amore… Come si può?  Vorrei poter affondare dentro di te, adesso, e nascondermi per sempre dal tuo sguardo, e da quello di Byakuya, quando lo scoprirà, perché LO SCOPRIRà, ne sono più che certo, e non credo ci vorrà neanche tanto prima che mi stacchi la testa con un taglio netto di Senbonzakura. Mannaggia a noi fratelli maggiori e al nostro dannatissimo senso d’iperprotezione.
Non tornare indietro anche oggi, Rukia. Lo so che hai paura, ma non posso permetterti di scappare di nuovo. L’hai fatto quando Renji e Byakuya sono venuti a prenderti, dicendomi che non mi avresti perdonato se ti avessi seguita. Ma come potevo non seguirti? Se anche all’epoca non t’amavo, eri stata tu a permettermi di salvare la mia famiglia, finendo per questo crocifissa su quella maledetta rupe. Come potevo abbandonarti? Eri già mia amica, non potevo permetterti di morire. Sei fuggita anche quel giorno, quando ti ho vista sparire nel nulla, quando l’unica cosa che avevo ancora di te erano quelle lacrime adamantine che volavano via nel vento. Non sei più tornata, per molto tempo. Cos’era, non potevi sopportare la mia vista, quando io non ti potevo vedere? Ti facevo pena? O forse avevi solo paura, come mi hai detto tutte le volte che ti baciavo e ti accarezzavo, e tu fermavi la mia mano sul tuo fianco, dicendo: “Ti prego, No. Non sono pronta”. O quando ti ho baciata per la prima volta, sotto la pioggia nel viale pieno di negozi.
Era sera, e io ti accompagnavo tra i negozi. Tu eri assolutamente certa di voler fare un regalo a Rangiku, che aveva assolutamente bisogno di una nuova gonna umana. Che poi il motivo non si sa, dato che su nella Soul Society si mette solo la divisa. Però non eri certa, invece, di che gonna volessi farle. E io ti dovevo accompagnare, altrimenti chi ti sentiva? Sarebbe stato meglio andarsi a buttare in forma umana direttamente tra le braccia di Grimmjow. Eppure, quel giorno eri strana. Volavi da un negozio all’altro, senza guardarne uno, e spesso ti soffermavi a parlarmi e a guardarmi di sguincio, tra un portico ed un altro, finchè io non ti ho fermato. Ti ho preso per un polso, mentre veleggiavi verso l’altro lato della strada, leggera nel tuo abito rosa pastello già fradicio, con la tua lunga sciarpa viola che ti faceva da vela. Ti sei girata, fissandomi con quegli enormi occhi pieni di stelle. Non ti ho dato il tempo di parlare. Ti ho baciata, all’improvviso. Ma tu non mi hai fermato. Anzi, mi hai preso la testa con la mano, quasi volessi trattenermi a te ancora. Quando ci siamo lasciati, le tue ciglia erano ricoperte di tondi brillanti, come il tuo sguardo. Mi hai sorriso, e sei fuggita, perdendoti nella folla. Non mi hai parlato per giorni. Mi hai solo e sempre sorriso. Un solo altro giorno, e giuro che quel sorriso te l’avrei strappato a forza dalla faccia. Fuggirai ancora, magari con quel singhiozzo in gola che però annoda a me il petto e la voce?
“Ehi, guarda che stavolta non ho intenzione di andarmene” La tua voce mi fa trasalire. Come al solito, mi leggi nel pensiero.
Mi sorridi. “No, non ti leggo nel pensiero. Mi stai soffocando”. Ed è allora che mi accorgo che le mie braccia si sono a poco a poco strette intorno al tuo corpo, fino a svegliarti. Allento la mia stretta. Ci guardiamo, e io mi perdo nella notte luminosa del tuo sguardo. Mi baci, le tue morbide labbra contro le mie.Ti avvolgo di nuovo nel mio abbraccio, mentre tu mi stringi a tua volta, scendendo lentamente verso il basso, baciandomi lentamente e con piccoli baci gli addominali, e poi più giù. Connessione col cervello conclusa. See you later.​




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