[...]Era tutta la vita che aspettava questo momento.
L’attimo era giunto in casa di Sora, una di quelle fortuite sere in cui sua madre era fuori…
Il luogo della perfezione era il divano azzurro del salotto, quello pieno di pupazzi appollaiati sullo schienale.
Davvero, praticamente Riku aveva passato ognuno dei suoi diciotto anni a figurarsi mentalmente il momento in cui avrebbe potuto stringere tra le dita i fianchi fini di Sora. [...]