La mia vita è come quella di tutti gli altri ragazzini
orfani della città di Hyrule. Alcuni di noi vivono perennemente in una casa
famiglia, altri, come me, si sono costruiti una casetta sull'albero con tutte
le loro cose dentro. Penserete che la mia vita sia scomoda, ma a me piace.
Nonostante possiate pensare che sia cresciuto in fretta per la mia età di
appena sedici anni... beh, forse non lo sono. Mi guadagno da vivere
rubacchiando mele qua e là, o facendo gare con gli altri ragazzi. Scommettiamo
tutti qualcosa, e vinco sempre io. In che cosa, vi chiedete? Ci battiamo nella
fantastica arte della spada! Io sono l'unico ad avere una spada vera, tutti gli
altri ne hanno una di legno. Quella che ho io mi è stata regalata da un vecchio
piuttosto simpatico. Un certo Smith, fabbro di Hyrule. Naturalmente, quando
combatto con i miei amici, uso anche io una spada di
legno. Ma vinco lo stesso. Il mio aspetto fisico?
Occhi biondi, capelli azzurri... no, aspettate... occhi
azzurri e capelli biondi. Dovreste ridere... ridete,
avanti! Ok, mi sento realizzato. Ho un fisico alto e slanciato e, modestia a
parte, quando mi specchio nel Lago, durante le mie passeggiate in groppa ad Epona, la mia puledra, mi reputo piuttosto carino. E ho
anche notato che molte ragazze mi guardano con occhi... strani. Ma no, l'amore non è tra i miei pensieri... troppi doveri.
Ora sono libero, e, finché posso, voglio restare tale.
Il mio nome è Link.
In questo momento ho appena rubato l'ennesima mela al povero
fruttivendolo della città. Vado soprattutto da lui perché, dopo sedici anni, è
l'unico che ancora si arrabbia. E ci godo, quando mi urla dietro, tanto.
-Link, maledetto! Se ti prendo!!-
Inizia ad inseguirmi tra le strade
della città. Io do un morso alla mela, poi inizio a correre, mi arrampico sui
balconi, salto le staccionate, inciampo, cado, mi strappo per un'altra volta i
pantaloni, che dovrebbero essere bianchi, ma oramai sono quasi beige, incurante
di tutto ciò mi rialzo ancor più veloce di prima, do
un secondo morso alla mela sotto lo sguardo del fruttivendolo che arranca
tenendosi la schiena.
-Ti prendo... insolente ragazzino!-
Io sorrido in segno di sfida, do un altro morso alla mela e
con un fischio chiamo la mia amata Epona. Faccio qualche decina di metri
correndo all'indietro, giusto per godermi lo spettacolo di quel poveretto che
ora sta quasi strisciando in terra, rido sonoramente, poi tendo il braccio,
sento un lontano rumore di zoccoli, qualcosa di rosso e bianco mi passa a
fianco e lo afferro senza neanche guardare. So cosa è, o meglio, chi è. Epona, no?! Mi aggrappo alla briglia, e mi siedo con
le gambe tutte e due da un lato, come faccio sempre. Passo a fianco al
fruttivendolo dando un quarto morso alla mela, che è già quasi finita. Lui mi
bestemmia dietro, ed io ricambio con piacere. Buone maniere? Bon ton? Rispetto
per le persone anziane? Mai stato educato a questo. Ed è molto meglio! La mia quotidiana conversazione col signore?
-Sei un maledetto figlio di puttana!- lui.
-TUA SORELLA!- Io. Così impara. I miei genitori non si
toccano, anche se non li conosco.
Come al solito finisco la mela che
sono vicino al bosco, lancio lì il torsolo, e intravedo tutti gli altri di
questi giorni. Mi siedo bene su Epona, le dò una
spinta con i piedi e subito parte al galoppo diretta verso il Lago Hylia, il
mio posto preferito.
Spero che voi non vi siate fatti un'idea sbagliata di me.
Non sono maleducato o menefreghista, voglio solo godermi la vita, dato che non ho mai avuto la possibilità di andare a scuola
o altro, non devo studiare, aiutare in casa e bla, bla, bla. Avete presente
Peter Pan e
l'Isola che non c'è? Una roba del genere, solo che io... beh, prima o poi crescerò. Spero che i due anni che mi mancano
alla maggiore età vadano molto, molto lenti.
Smonto da cavallo e mi avvicino al lago. Intravedo alcuni
pesci che ci sguazzano dentro e immediatamente corro al mio rifugio segreto,
che è dietro un cespuglio. Solo io e Saria, la mia
migliore amica, sappiamo che c'è, e soprattutto come accedervi. Prendo la mia
personalissima canna da pesca, fatta con le mie mani, e ritorno al luogo in cui
avevo visto i pesci. Non ce ne sono più. Sono piuttosto spiazzato, devo
ammetterlo. In lontananza sento un pianto leggero.
Riconoscerei quel tono di singhiozzi da chilometri. E'
Saria, e odio quando piange. Ha quindici anni, uno meno di me, ma siamo sempre
andati d'accordo.
E’ appoggiata al muro del Laboratorio con la testa tra la
pancia e le ginocchia. Mi avvicino lentamente, ma so che mi ha già sentito.
-Non so come hanno fatto...-
mormora, alzando lo sguardo.
-Erano in quattro, vestiti completamente di nero... due
maschi e due femmine, sulla trentina, uno di loro aveva i bottoni del mantello
colorati di blu. I mantelli avevano dei cappucci, molto lunghi. Il ragazzo coi bottoni blu era moro, una ragazza aveva i capelli lunghi
e mossi, di un giallo talmente chiaro che sembrava bianco. Gli altri due non so. Tutti alla cintura avevano dei pugnali...e...
mi hanno vista...-
Ho sempre amato la sua capacità di ricordare alla perfezione
qualsiasi particolare. Capisco all'istante.
-Saria, non ti hanno fatto del male, vero?-
-Non è grave...- tira su col naso.
Intravedo del rosso tra le sue dita.
-Fammi vedere... ora.-
-Sto bene... sto bene...- non fa in
tempo a dirlo che sviene.
Certo, non era grave, come no.
Allorah... questa fanfiction doveva essere pubblicata tipo tre settimane fa... ma voi non potevate saperlo quindi shhhhhhhhhhhhht.
Come prologo è un po' povero, ne sono sicura xD
Ma vi prometto che il resto della fanfiction sarà decisamente migliore.
Solo una cosa: lo so.
LOH SOH che il titolo fa schifo.
Evitate di dirlo xD
Beh, per ora è tutto :D
ValyXD <3