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Autore: Heart    01/07/2016    2 recensioni
Naraku si è ritirato dopo che la sfera si è spezzata in due. Una parte ce l'ha lui e l'altra Kagome.
Nel silenzio, una nuova presenza appare. Una giovane arrivata da molto lontano per distruggere una volta per sempre la Shikon no Tama.
Ma qual è la sua vera missione? Misteri e segreti si susseguiranno con l'andare del tempo, sentimenti sconosciuti usciranno allo scoperto e attrazioni fatali provocheranno quasi la morte.
Il mondo del sovrannaturale apre le sue porte.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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XXI
“Il passaggio di età”


 
 
Erano passate due ore da quando le ragazze erano nel famoso negozio “Yume”. Tra prove e chiacchiere, alla fine avevano trovato ciò che cercavano, anche se ancora c’erano dei dubbi. Sango non era abituata a quella moda, ma pian piano si stava sistemando. Ogni volta che provava un capo faceva mille storie per le parti che rimanevano scoperte, ma alla fine aveva trovato anche lei il suo. Si chiedeva che faccia avrebbe fatto Miroku a quella vista. Tutt’altra cosa era stato trovare un vestito per la sacerdotessa che si era subito trovata al suo agio, anche se osservava i vari prezzi che erano talmente alti da non potersi permettere nulla, ma Dafne l'aveva rassicurata.
Alla fine tutti avevano trovato il vestito adatto a loro.
Le tre straniere si chiesero che cosa sarebbe successo a quel famoso compleanno, la sorella e la madre ne parlavano di continuo, ma loro ci capivano poco, l’unica cosa sicura era che sarebbe stato memorabile.
Nel pomeriggio dopo pranzo si diressero verso il cinema dove si sarebbe tenuta la proiezione della famosa trilogia che aveva scombussolato il mondo anni prima.
Nessuna delle tre si aspettava un film del genere, di sicuro Sango e Rin non sapevano che cosa fosse la parola “film”, ma osservarono con curiosità le varie scene ed erano stupite, il mondo moderno era una bomba. La cultura era del tutto differente da quella del loro periodo storico, le donne avevano diritto di voto e di vivere la vita come meglio volevano, senza restrizione.
Quando ritornarono a casa erano senza parole.
-Kagome che cosa hai? –Chiese curioso Inuyasha che era balzato subito in piedi nel momento in cui la sua amata aveva varcato la porta.
L'aveva vista strana, con una faccia da pesce lesso. Be’ non era l’unica: Sango era diventata subito rossa quando Miroku si era avvicinato, e non parliamo della piccola Rin, che era fuggita a gambe levate.
Invece le padrone di case ridevano come delle pazze; la donna, Jenny, si era avvicinata a suo marito che era seduto sul divano; un momento prima era serio come un dittatore e un secondo dopo aveva abbracciato la sua donna e le aveva sorriso. Chissà che cosa si erano detti, anche se i due non avevano aperto bocca.
-Oh Inu-chan è tempo sprecato osservarli, tanto non li capirai mai! –Puntualizzò Dafne osservando i genitori in una discussione inesistente tranne che per loro stessi.
-Fhe! Come se m’importasse! –Affermò deciso. Ma non poteva mettere in dubbio che era attratto da quella strana coppia: con una sola carezza quella donna sapeva far cambiare quell'uomo così altero. L’amore era tangibile nei loro gesti. La guardava con una emozione intensa, a cui nemmeno sapeva dare un nome.
-Dai non fare il timido, lo vedo come li guardi. –Disse Dafne dandogli una gomitata e facendolo arrossire.
-Smettila. Non vorrei finire per essere quasi fatto fuori come quella volta, ci tengo alla pelle. –Borbottò girandosi.
Lasciò l’amica per andare verso Kagome. La ragazza si era seduta sul divano e fissava il muro, non era da lei comportarsi in quella maniera.
-Dafne, che cosa le hai fatto? –Chiese sottovoce.
Lei gli fece l’occhiolino –L’ho istruita, non ti preoccupare …-Detto questo chiamò il fratello.
Appena il giovane aveva messo piede in sala, Juuri la sorella gli si era buttata addosso, talmente forte che il poverino aveva quasi perso l’equilibro. Lei parlava così velocemente che non ci capiva nulla. In quella sala c’era qualcosa che non andava. I genitori di quei pazzi erano occupati a scambiarsi effusioni, i due fratelli parlavano senza sosta, Miroku cercava di tirar fuori qualche parola a Santo, che però non smetteva di usare la mani contro il poverino.
-Non capisco. –Mormorò Inuyasha, sedendosi come al suo solito. Sedere a terra e le due braccia infilate nelle ampie maniche della sua veste di Hinezumi.
-Uffa anch’io voglio sapere cosa avete visto! –Esclamò Miroku sbuffando.
-Pazienza Miroku, se fai il bravo te li mostrerò, ma credo che Sango mi ucciderà! –Affermò Dafne. Detto questo la ragazza chiamata in causa si risvegliò e saltò come una molla, -non osare farlo Dafne-chan…poi non me lo levo più di torno! - Urlò con forza.
-Allora è una cosa seria? –Obbiettò il monaco facendo quello sguardo malizioso.
-Miroku guarda, questa è la copertina. –Disse all’improvviso Juuri, mostrando una scatolina di plastica dove c’era un immagina senza censura. Si vedeva una ragazza appesa a delle maniglie e una benda sugli occhi, il corpo era praticamente nudo, anche se non si vedeva nulla. Ma ciò che lo colpì era una cinghia di cuoio che si posava sulla nuca della donna che aveva il collo reclinato come se temesse o meglio godesse di quelle attenzioni.
Il ragazzo non capì chiaramente il messaggio, ma già iniziò a immaginare le varie scene e lo scenario di tale atto. 
-Bah…-Sbuffò Inuyasha.
 
 
 
Da quella giornata non ne fu più preso argomento, le ragazze erano troppo timide e sconcertate da tale usanze.
Comunque il tanto atteso compleanno si stava avvicinando, la casa era in fermento. Dafne e la madre non c’erano quasi mai. La villa sembrava uno spettro dal silenzio che vi regnava.
-Uffa che noia. Che cosa facciamo? –Chiese Rin.
-Non saprei, non vorrei combinare danni. Mi sembra che tutto in questa casa sia talmente costoso... se rompessi qualcosa non saprei come ripagarla. –Borbottò Kagome.
-Già. –Rispose Sango, mettendo una mano sotto il mento.
 
Nel frattempo i tre ragazzi erano in giardino. Inuyasha si stava allenando con la spada, Miroku cercava di meditare e Sesshomaru era su un ramo.
Il suo sguardo era fisso nel cielo, quella dannata ragazza ancora non si faceva vedere, dopo avergli promesso che avrebbe trovato un rimedio per aggiustare la sua spada. Stanco, si alzò e scese con un salto, entrò nel salone e iniziò a girare per l’immensa casa. Gli abitanti erano fuori, ma percepiva un’energia sospetta al suo interno, come se ci fosse un nucleo che lo alimentasse. Si fece trascinare da quella aura, fino a che si trovò a scontrarsi in una barriera.
Cercò di superarla ma un secondo dopo avvertì una nuova presa, infatti alle sue spalle apparve un’ombra. Si stupì di vedere se stesso. Come era possibile che ci fossero due lui? Sicuramente si trattava di una illusione, ma ben presto capì che anche se era un fantoccio, parava tutti i suoi colpi ed era più forte di lui.
-Sei molto agile. Ma non abbastanza. –Rise una voce.
Il demone si alzò dopo essere stato messo k.o. e si trovò davanti Jenny, seduta con le gambe penzolanti.
-Donna, ti stai prendendo gioco di me? Come osi? Io sono il principe dei demoni! –Ringhiò.
La osservò. Quella donna era strana, misteriosa come la figlia. In lei non sentiva nessuna particolarità, ma tutto poteva essere nascosto con una buona concentrazione e autocontrollo.
-Non lo farei mai, principe. –Scese con un salto e si avvicinò al demone che la fissava senza perderla di vista
La donna gli fu sotto il mento in un millesimo di secondo.
-Sei troppo lento. Leggo nel tuo cuore orgoglio, se continui lungo questa strada non otterrai mai ciò che cerci di ottenere da anni. L’umiltà e la clemenza ti porteranno in alto, fino a raggiungere il potere. –Affermò, sorridendogli. Ma Sesshomaru non gradì quello scambio di parole, e l’attaccò con le sue unghie velenose.
Rise a quella piccola vittoria, ma fu breve.
Jenny era svanita ed era rimasta solo la sua proiezione e dopo il nulla, lo prese di contropiede e lo bloccò. Le sue braccia esili lo cinsero dal collo facendolo dimenare, la sua bocca era vicinissima alle sue orecchie a punta.
-Non prenderti certe libertà con me, demone. Con me non si gioca. –Sussurrò facendogli provare un brivido freddo lungo la colonna vertebrale. Infine la donna sciolse quell’abbraccio fatale e rimbalzò di tre passi indietro.
-Taci! –Si buttò all'attacco Sesshomaru, sguainando Tenseiga, ma il suo attacco fu respinto da un contrattacco. Un uomo apparve dal nulla, e ripensò allo stesso episodio che capitò in passato con Dafne, che fosse il suo guardiano?
Ciò che lo colpì furono i suoi occhi argentati come i capelli, legati in una coda bassa. L’uomo in mano aveva una lunga spada, che sembrava brillare quanto la sua.
-State bene mia signora? –Chiese senza voltarsi.
-Si. Che ne dici di dare una lezione a questo sbruffone? Ho una questione da sbrigare a Lux, mancherò poco. –Detto questo, dopo aver trovato l’assenso dall’uomo s’incamminò fino a sparire.
-Chi sei? Anche tu un guardiano? –Domandò curioso.
L’uomo lo fissò.
-Ci rivediamo Signore dell’Ovest, ma credo che non ti rammenti di me. –Disse lui.
-Sei colui che ha fermato Dafne dopo aver perso il lume della ragione. Guardiano a cosa? –
L’uomo rise. –Noi guardiani prendiamo possesso di un lato del nostro signore, io sono la sua parte oscura.  Non credere che sarà una passeggiata scontrarti con me. – S’inchinò di quarantacinque gradi e poi sfrecciò verso Sesshomaru che non si fece trovare impreparato.
Ad ogni colpo che riceveva sembrava che il suo corpo perdesse le energie, probabilmente quell’arma risucchiava la forza vitale. Aveva un’ottima tecnica, era agile e freddo. Non seppe quanto durò quello scontro, tuttavia nel momento in cui la donna riapparve, lui era senza fiato e sudato, invece il suo avversario era fresco come una rosa.
-Oh lo hai proprio sfinito. –Affermò Jenny che si era cambiata di vestito, indossando un vestito corto e bianco.
I due si scambiarono qualche parola, ma poi lo osservarono nuovamente.
 
 
A cena c’era il solito chiasso. I ragazzi parlavano senza fermarsi un momento.
Sesshomaru se ne stava dritto nella sedia e fissava i commensali, senza mai toccare cibo. La famiglia era al completo. Il padre di Dafne stava discutendo di qualcosa riguardo a degli scontri nel paese accanto, i suoi figli erano talmente disconnessi con i vari argomenti che perse subito l’interesse di scoprire qualcosa su di loro. Il gruppo di suo fratello sembrava a suo agio con quella modernità.
-Dovremo proteggere l’evento che avverrà tra qualche giorno. –Affermò Haruka.
L’uomo era molto simile a Kaname, anche se quest’ultimo sembrava molto più vecchio. Tuttavia si apprestò a captare informazioni utili.
-Ci ho già pensato. –Rispose lui.
-Non ce ne sarà bisogno. I miei uomini saranno disposti a dovere per proteggere tutto l’operato, lascia che i vampiri continuino le loro mansioni, Kaname. –Aggiunse Jenny, fissando il marito.
-E’ un mio dovere proteggere la mia famiglia. –Replicò lui.
-Oh ci risiamo. Mamma, papà sappiamo benissimo che se dovesse succedere qualcosa ci saremo noi a proteggervi. Ogni volta è la stessa storia. –Confermò Juuri stanca di quella guerra.
-No, tesoro. Questa volta è diverso. Abbiamo un nemico che vuole molto di più, e non si farà scrupoli a ricattarci con ogni cosa. Credo che sia giusto mettere a conoscenza anche i nostri ospiti. –Affermò Jenny rivolgendosi ai nuovi arrivati, che posarono le posate per capire meglio – credo che mia figlia vi abbia informato del nostro nemico. Sarà scaltro e astuto. –
-Non si preoccupi Jenny-sama. Non ci faremo cogliere impreparati. - Dichiarò Miroku a nome di tutti.
-Bene. –Terminò Kaname.
La discussione sembrava chiusa, ma dopo il tè Sesshomaru ritornò all’attacco.
-Dafne voglio che mantieni la promessa che mi hai fatto. Non ti ho seguito per perdere tempo. –
La ragazza aveva alzato la testa e lo aveva fissato negli occhi.
-Dimmi. –Disse, mentre voltava la testa di scatto.
-Non fare la finta tonta. Mi hai detto che c’era un modo per riparare la mia Bakusaiga. –
-Non saprei…eheh. –Disse indietreggiando. Ma a Sesshomaru non piacque quella truffa e la fermò.
-Trova un modo o ti faccio fuori! –Sentenziò.
-Ma non lo so, non sono in grado di aiutarti. – Disse Dafne cercando di calmarlo, ma il demone non ne voleva sapere.
-Ehi! Togli le tue manacce da mia sorella! –un attacco a sorpresa lo spinse di lato e si ritrovò bagnato. Il demone fissò il suo nemico e allungò gli artigli.
-Ryou stai calmo, non è successo nulla. –Cercò di calmarlo Dafne, ma il fratello si mise davanti a lei per proteggerla.
-Levati bamboccio! –
-Bamboccio io? Non sai con chi stai parlando spettro! – Fece defluire nella mano una bolla d’acqua e la scagliò su di lui, che la schivò senza problemi.
In breve tempo i due ragazzi iniziarono a scontrarsi senza sosta. Le urla di Dafne erano inutili e anzi alla fine peggiorano la situazione, facendo accorrere gli altri che, quando videro che il fratello era in svantaggio, non persero tempo ad aiutarlo.
-Accidenti! –La furia di Dafne scosse tutti, infatti la ragazza aveva gli occhi rossi ed era alterata da quel comportamento idiota di tutti. Doveva essere più flessibile con quella zucca vuota di Sesshomaru, ma si era imbambolata.
-Adesso basta! –La voce di Jenny diede fine a quella battaglia futile, -per tutti i Kami, Juuri controllati. Povero nipote, sarà stressato fin da ora. Ragazzi non c’è bisogno di scontrarsi, siamo persone pacifiche, c’è un rimedio per tutto. –Disse più calma, per poi fissare il demone. - Da come ho sentito hai un problema con la tua spada? Mostramela. –Disse autoritaria.
Sesshomaru non lo gradì tanto, ma fece come gli aveva ordinato. La spada si era proprio spezzata a metà lama, la donna esaminò l’arma con attenzione e poi sentenziò la sua ipotesi.
-Non è grave come immaginavo, ma saranno necessari degli interventi.  Avrò bisogno dei petali di un fiore raro e di una gemma particolare. –
-E’ possibile aggiustarla, madre? –Chiese curiosa Dafne.
-Si. La modificherò affinché non succeda più, la tua energia è nelle armi dei tuoi nuovi amici e questo permette loro di resistere ad attacchi più forti…non ti preoccupare, entro due giorni sarà tutta nuova, sempre se il suo custode sappia trovare le due essenze. – disse, Adocchiandolo.
-Dimmi dove si trovano e te li porterò. –Parlò il demone.
-Ottimo. Ti devi procurare una gemma uguale al colore dei tuoi occhi e un fiore raro. Si tratta della Phalaenopsis* conosciuta come orchidea falena. Deve essere integra e appena sbocciata, ho bisogno della sua energia. -  Fece qualche passo in avanti come se stesse pensando, per poi continuare –Ryou ti accompagnerà…-
-Non ho nessuna intenzione di andare con lui. Perché non Aki? –Obbiettò il ragazzo.
-Perché tua sorella potrebbe avere bisogno di lui. Tuttavia sei tu che hai molta confidenza con Emily, di sicuro lei saprà aiutarvi. Dovrete partire subito, prima che l’eclissi avvenga. –Terminò.
 
 
Il demone seguiva silente il ragazzo.
Si trovavano in una radura talmente immensa che non sapeva dove fosse l’inizio o la fine. Ryou sembrava al suo agio, e a Sesshomaru non comportava nessun problema, abituato a quel vasto verde, ma ciò che lo incuriosiva era la fragile energia che avvertiva al suo interno. Aveva notato che ogni componente della famiglia, soprattutto i tre fratelli, possedevano rispettivamente gli elementi primari cioè acqua, fuoco e aria.
Chiuse un attimo gli occhi e fu in quel momento che scorse qualcosa correre nella loro direzione.
Un attacco non previsto lo prese, ma con agilità lo schivò e lo mise a tappeto. Si trattava di una fata? Da quando esistevano? Be’ ormai si aspettava di tutto…
-Benvenuti. –Disse un folletto. Aveva una veste fatta di fiori e di foglie, molto tradizionale. –Oh ci siete voi, Ryou-sama. La mia signora sarà subito da voi. –Si apprestò a inchinarsi e a svanire.
Non passò molto quando una giovane ragazza dai lunghi capelli ramati e occhi verdi apparve con un ciclone di fiori.
-Credevo di vederti tra due giorni Ryou,-disse lei per poi spostare lo sguardo a Sesshomaru – sei in missione, mio principe? –Domandò con sarcasmo. Il ragazzo rise per poi cambiare espressione. –Capisco. Dimmi, di che cosa hai bisogno? –
-Grazie per la comprensione. Ci chiedevamo se tu sapessi dove fosse un certo fiore chiamato orchidea falena. –Spiegò.
Emily annuì per poi chiudere gli occhi.
-Certo. E’ uno dei fiori più rari che ci sono al mondo, ma non impossibili. Lo troverete a sud dell’Africa centrale. Ma state attenti alle belve feroci, i suoi guardiani sono molto restrittivi. –
-Non puoi fare nulla? Lo sai che non posso perdere tempo…l’eclissi è vicina. –Affermò.
La ragazza capì la situazione poiché doveva prestarci attenzione anche lei, chiuse le mani e fece apparire da esse una farfalla con le ali di cristallo. –Mostrala ai guardiani e loro capiranno, ma state comunque attenti, il fiore si mostrerà solo a chi se lo merita. Buon viaggio. –Detto questo si allontanò nell’eco del bosco.
 
Il caldo era afoso. Sia Ryou che Sesshomaru stavano lottando contro un nemico tenace, ma nessuno dei due si lamentò per quel calore insopportabile.
Il giovane fissò la mappa data dalla ragazza e sbuffò. Era un buco nell’acqua, come era possibile che ogni volta che andava in missione si perdeva? Se non fosse stato per Emily lui avrebbe girovagato all’infinito, aveva un senso dell’orientamento pessimo.
La prima giornata passò senza ricavare nulla, il tempo stava per scadere, doveva ritornare a casa prima che l’eclisse fosse completa. Chiuse gli occhi e poi fissò il demone che si trovava dall’altra sponda, aveva il viso rivolto al cielo. Che strana creatura, era molto solitario.
-Ma voi demoni non mangiate? –Chiese all’improvviso per spezzare il silenzio.
Sesshomaru non diede conto alla domanda e continuò a fare ciò che stava facendo, cioè niente.
Ryou aveva capito che non gli avrebbe risposto, così per animare un poco la situazione, gli gettò una sfera d’acqua che gli ricadde sulla testa. Tuttavia il demone non si mosse, cercando di stare calmo.
-Mi chiedo che diavolo ci ha trovato la mia sorellina in uno come te, sei peggio di un ghiacciolo del polo nord! –Affermò con decisione. Continuò a gettargli attacchi, fino a che il demone si teletrasporto sotto il suo naso.
-Mi mangerò te come ricompensa! –Lo prese dal bavero e lo artigliò con forza, facendolo gemere.
Ryou si trovo al suolo e con una ferita che si espandeva con gran velocità.
-Bastardo! – Richiamò un martello con cui gli scagliò addosso un attacco potente. In men che non si dica iniziarono a darsele di santa ragione, senza notare il sorgere del sole.
-Feccia togliti di mezzo! –Urlò Sesshomaru scagliandogli il suo attacco migliore. Il ragazzo si ritrovò a fronteggiare un potere superiore a lui.
Chiuse gli occhi aspettando che finisse, tuttavia fu trattenuto da alcuni rampicanti. Si voltò e trovò la ragazza sopra un letto di fiori.
-Ciclone di primavera! –Esclamò a gran voce Emily fronteggiando l’attacco del demone e correndo subito dopo verso Ryou che cercava di rialzarsi.
-Come ti sei permesso di fargli del male? Questa me la paghi cara! –detto questo si alzo con fierezza e alzò la mano con agilità.
-Potere della terra proteggi la tua guardiana! –Un fascio di luce l’avvolse e in breve tempo Sesshomaru si ritrovò davanti una ragazza con un vestito diverso e con uno sguardo fiero e libero.
-Siete solo dei pagliacci, la vostra aura è rimasta uguale. Tenseiga! –Sfrecciò verso la ragazza, che si difese con la sua balestra. Erano veloci, saettanti, ma in confronto Luna lo era molto di più, quei due erano dei dilettanti.
-Potere dell’acqua proteggi il tuo guardiano. –Come era avvenuto per Emily anche Ryou si trasformò, cambiando abbigliamento.
 Sesshomaru fu elettrizzato da quello scontro, era un vantaggio conoscere le tecniche dei suoi avversari. Pian piano si immersero in uno scontro infinito, i due guardiani erano forti insieme, ma nulla di che per il demone che era abituato a tutt’altra velocità e forza. Preferiva scontrarsi con quel tizio, Luna, o con Eddy. All’improvviso la trasformazione di entrambi si sciolse lasciandoli scoperti, il demone ne approfittò, ma si scontrò con una barriera.
-Che …oh no! –Esclamò Ryou fissando il cielo. –Dannazione ci stavamo dimenticando dell’eclisse, dobbiamo ritornare subito a casa. Stanotte c’è la grande notte, di sicuro la mamma ci ha fermato prima che combinavamo un guaio. –Detto questo i due ragazzi fissarono il demone e, con uno schiocco delle dita, svanirono.
Si ritrovarono nell’atrio di villa Kuran.
-Bentornato Ryou com’è andata la missione? –Chiese Haruka mentre si aggiustava la cravatta.
-Lasciamo stare nonno, le ragazze sono tutte a prepararsi? –Domandò.
-Ovviamente. Oggi è un giorno importante per tua sorella. Dai, andate a prepararvi e anche tu …- disse riferendosi a Sesshomaru che storse il naso per quel linguaggio.
 
 
-Signor Sesshomaru ancora non siete pronto? –Domandò una voce timida. Il demone allungò la visuale e fissò la minuta figura di Rin. La ragazza indossava uno strano vestito che metteva inevidenza il suo seno florido e le lunghe gambe. L’abito era corto e di un colore sgargiante, era bellissima, dimenticò presto la sua vera età.
-Tra poco ce ne andremo, sbrigatevi. –Disse, allontanandosi.
Da quando la ragazza era cambiata così radicalmente? Da quando erano arrivati in quel mondo, un po’ tutti erano mutati; notava il fratellastro avere un comportamento migliore, anche se a volte era un vero stupido. Anche quegli stolti erano diversi, il futuro faceva quell’effetto? Si avviò verso la sua camera e si preparò nel suo rigoroso silenzio, senza fissare null’altro che lo specchio. Non stava mica male in quel completo grigio perla, tuttavia sembrava anche lui strano, sicuramente erano il vestiario del periodo. Legò i lunghi capelli come il fratello e scese di sotto.
 
 
Il salone era immenso.
Kagome era elettrizzata per quella occasione, fissava tutto con meraviglia. Non era la sola, tuttavia capiva che quegli anni erano speciali per l’amica che ancora non si era fatta vedere. I suoi fratelli erano già in giro a dialogare con gli ospiti, tanta gente sconosciuta, tuttavia cercò di stare tranquilla e affiancare Inuyasha che sembrava troppo teso.
-Che cosa hai? –Chiese la ragazza al demone.
-Ci sono fin troppi vampiri, non vedi come ci guardano? –Disse piano, cercando di portare Kagome vicino a sé.
-Stai tranquillo, non ci faranno nulla. Siamo degli ospiti. –Cercò di dire, ma anche i suoi amici avevano la stessa sua impressione.
-Forse tu lo risenti di meno, poiché sei della sua stessa epoca, ma a noi che siamo del passato tutto questo sembra troppo. –Parlò Sango.
Kagome avvertì disagio dai suoi compagni, tuttavia ci fu poco tempo per rifletterci sopra. Le luci si spensero e tutti si concentrarono sulla scala principale, infatti da lì apparvero Dafne con la madre. Erano splendide. L’amica indossava un lungo vestito blu con uno strato brillante che incorniciava il suo viso. Invece Jenny era vestita di bianco con qualche sfumatura azzurra per spezzare quell’infinito candore, madre e figlia avevano le mani legate. Le due si guardarono negli occhi e fu in quel momento che una strana energia vibrò nell’aria; Kagome se ne accorse, ma sembrava che nessuno ne fosse a conoscenza. Il suo cuore batteva forte, e notò che l’amica la stava sorridendo.
-Benvenuti miei cari ospiti. Oggi celebriamo una notte importante, infatti a pochi minuti la mia bambina veniva al mondo. Sono fiera di lei come madre e come sovrana, tuttavia questo non implica più responsabilità sapendo la nostra tradizione, ma soprattutto il nostro destino. Prego coloro che si sono uniti a lei di prendersi cura di questa splendida donna. –Disse, scendendo dalla scala con la figlia. –Stanotte tutto avrà inizio, siamo consapevoli che non sarà facile, ma noi saremo con te per sempre. – La strinse in un abbraccio materno per poi affiancarsi al marito.
-Grazie madre. Il vostro appoggio sarà fondamentale per crescere e avanzare nel mio eterno cammino. Ringrazio tutte le persone che sono convinte del mio operato che mi sosterranno con fiducia. Cercherò di dare il massimo per preservare l’equilibro. –Terminò con un inchino.
La festa continuò senza intoppi.
Si videro diverse facce come quella di Inuyasha che aveva provato un cibo molto piccante ed era andato a fuoco, non era bastato l’intervento dei suoi amici, Ryou gli aveva dovuto gettare una sfera d’acqua in gola. Le vicende non finirono, infatti Miroku iniziò a fare la sua corte serrata a tutte le ragazze, fino a fermarsi a Jenny, ma Kaname lo fece scappare a gambe levate, costringendo a far avvicinare la moglie più a sé.
Era una serata magica, quando alla fine ci fu il momento del ballo, tutte le coppie si riunirono al centro del salone, anche il principe dei demoni fu costretto a ballare con Rin che non smetteva di sorridere. Erano tutti felici…
-Mi sembri triste, nipote mia. –Disse Yuuki a Dafne.
-Non è vero. Sono solo malinconica. –Rispose.
-Assomigli tanto a tua madre, mio fratello lo conferma ogni anno che passa, siete due gocce d’acqua. Non ti preoccupare anche tu troverai l’altra parte della tua anima, devi avere pazienza. Il tuo sguardo cade sempre addosso a quel demone, ti piace, non è vero? –Domandò con un pizzico di malizia.
-Non ha importanza, il suo cuore appartiene ad un’altra donna. Io non avrò mai una possibilità. – Disse con voce bassa, si voltò per non vedere quelle scene. Le faceva male, ma era quella la vita. Strinse i pugni e fissò la volta celeste, l’eclissi stava per giungere al culmine.
-Credo che sia arrivato il momento di prendere le redini del mio destino. Grazie di tutto zia Yuuki. –L’abbracciò per poi rientrare in sala.
Sorrise ai suoi amici che cercarono di fermarla, ma lei negò con la testa. Era arrivato il momento tanto atteso.
-Che il destino si compia. -.
 
 
 
Un dolce venticello scompigliò la lunga chioma di Kagome, che se ne stava seduta a fissare le grandi braccia nodose del sacro albero.
Alla fine erano ritornati nel passato con malinconia, avevano dovuto salutare la famiglia che li aveva ospitati per due settimane e la loro amica, che, a quanto sembrava -e ne aveva la conferma- era cambiata. Il suo sguardo era più serio e conciso. Da quella notte, quando sei luci colorate aveva brillato nel cielo, sembrava che il mondo si fosse risvegliato. Si erano sentiti strani, come se fossero in pericolo.
Quando si erano capultati fuori le luci brillavano di una tonalità quasi fosforescente: Inuyasha e Sesshomaru si erano spinti più a largo della balconata, ma una barriera li aveva respinti con forza, rigettandoli in casa. Miroku e Kagome si erano sentiti male e si erano aggrappati con tutte le forze l’uno a Sango e l'altra ad Inuyasha che li avevano sorretti.
I poteri spirituali della miko e del monaco captavano una forza potentissima, ed era proprio lì il fulcro del potere. Qualcosa si stava risvegliando e non era un caso che una situazione astronoma fosse avvenuta in quel preciso momento, non era mai capitato che tre lune (che a quanto ne sapesse Kagome esistevano solo nel mondo di Dafne) si riunissero per formare una sola sfera.
Tuttavia il bagliore che scatenò un momento dopo li tramortì per poi svanire come era giunta.
Al loro risveglio avevano dovuto fare i conti con qualcosa di strano che galleggiava nell’aria. Infatti poco dopo un uccello di fuoco si parò di fronte a loro per conferire dei nuovi poteri.
-A te, dolce sacerdotessa, dono la saggezza e la profondità. Monaco, avrai la virtù dell’intelligenza e della sapienza. A te, demone, dono la forza fisica, ma ricordati che non sempre è abbastanza, cuore e anima devono essere sincronizzati. – Poi fissò i quattro rimasti. –Piccolo Shippo tu porterai equilibro in questo gruppo, non prendere a sconforto del suo fragile legame, perché esso sarà il fulcro del vostro potere. –Dopo avergli dato una carezza con la sua piuma infuocata indirizzò il suo sguardo su Sesshomaru e Rin, e infine su Sango.
Kagome captò un lampo di frustrazione, come se li conoscesse. –Voi tre siete possessori delle tre chiavi e non avrete bisogno del mio aiuto, ma ricordatevi che tutto ciò che farete sarà una rovina o una benedizione allo stesso tempo, abbiate cura di voi stessi. – e Sparì con un battito di ali.
Kagome ritornò al presente e ripensò come la loro amica si era sbrigata a rimandarli nel loro tempo storico, sapeva che quella notte era successo qualcosa, lo aveva notato dal corpo troppo chiaro dei suoi fratelli, la sorella era svenuta parecchie volte nel tentativo di salutarli, ma non era stato possibile. Qual era il mistero che custodivano?
-A che pensi? –Chiese Inuyasha affiancandosi alla sua amata.
-Dafne. Mi sembrava fredda… non hai avuto anche tu questa impressione? –Domandò, giocando con un fiore.
-Non solo. Intorno a lei galleggiava un vortice di potere che non avevo mai avvertito, era come se tutta l’energia della sua famiglia fosse risucchiata da lei. –Affermò il demone, per poi sdraiarsi sull’erba.
-Chissà che cosa è successo realmente nella notte dell’eclisse. Di sicuro qualcosa di eccezionale e spaventoso. Mi è dispiaciuto abbandonare quel posto, avrei imparato tanto. –Disse.
-Non ti devi preoccupare. Almeno adesso potremo vivere in pace le nostre vite…- aggiunse lui, ma il suo sguardo era perso. Aveva un brutto presentimento che non lo abbandonava.
Chissà che cosa sarebbe successo adesso.
 
 
 
 
Erano passati due mesi da quel viaggio. Il castello dell’ovest era nel totale silenzio della notte. Un demone dalla lunga chioma argentata camminava con irrequietezza nel portico. Fissò la luna e strinse i pugni. Quella maledetta donna lo aveva aggredito e rispedito nel suo mondo con violenza.
Non si capacitava di tale atto, ma dopo aver sperimentato quell’apparizioni surreale si era scontrato con la madre di Dafne; la donna aveva i capelli mossi anche se non c’era un filo di vento, gli aveva preso la spada senza chiedere e si era procurata una ferita sul polso. Il sangue aveva iniziato ad uscire copioso, ungendo la lama, sporcandola, ma pian piano un debole fascio di luce aveva iniziato a pulsare e fu in quel momento che la spada si stava rigenerò.
-I desideri sono come piccoli segreti che custodiamo nel cuore, e si difende ciò che ti è prezioso. E adesso sparisci dalla mia visuale prima che infuri una guerra contro il tuo animo! –Gli aveva gettato Bakusaiga tra le mani e con un’onda di potere lo aveva rimandato nel SenGoku, pian piano anche gli altri furono catapultati in quel tempo e tutto era ritornato alla normalità.
Sesshomaru non avrebbe mai dimenticato quegli occhi…infinite pozze scure, ma allo stesso tempo chiari come il ghiaccio.
-Padron Sesshomaru la signora madre vuole parlarle. –Dichiarò Jaken interrompendo il flusso dei pensieri del suo padrone.
Il demone lo guardò con occhi assassini per poi girarsi facendo svolazzare la sua veste e dirigersi verso i piani della madre.
 
 
Il nuovo giorno si aprì con un raduno dei grandi esponenti dei demoni cani, infatti nella notte il principe aveva appreso che i suoi nemici gli avevano dichiarato guerra. Era stato talmente impegnato per altre faccende, che aveva rimosso quella più importante. Studiò con gli altri generali una tattica di difesa e di attacco, raccolsero le varie informazioni per poi sciogliersi all’inizio di un nuovo giorno.
-Signor Sesshomaru…-una debole voce lo fece voltare per vedere la piccola Rin affaticata.
Preoccupato ma senza farsi vedere, le appoggiò una mano sulla testolina e cercò di farla parlare, ma la piccola iniziò a tossire con violenza fino a svenire di fronte ai suoi occhi.
-Rin. Rin! –La richiamò, ma la piccola non riusciva a svegliarsi, la portò in camera e la distese, richiamò con urgenza Jaken che accorse con fermento.
-Padrone, il dottore l’ha visitata e non ha trovato nulla di anomalo. La piccola potrebbe essere stata infettata da un male sconosciuto, forse quando siete partiti per il futuro è stata …-
-Zitto! Chiama subito quel bastardo di Inuyasha, voglio la sacerdotessa qui, subito! –Esclamò a gran voce, raggelando il piccolo demone, che uscì in fretta e furia.
La piccola stava soffrendo era evidente, si premeva il petto con violenza. Per un momento in quella sala sentì chiaramente qualcosa che stonava, qualcosa di malvagio si stava diffondendo nel corpo della piccola. Si alzò e sfoderò Bakusaiga che fremette con forza di fronte a quel nemico invisibile.
-Vigliacco esci allo scoperto! –Urlò.
-Ci rivediamo Sesshomaru…chissà se questa volta riuscirai a salvarla! –Rise una voce.
-Chi sei? –Domandò, fissando il nulla e la piccola che aveva iniziato a respirare con più forza come se cercasse aria. S’inginocchiò e la prese tra le braccia, Rin era diventata sempre più bianca, stava svanendo?
-Signor Sesshomaru ho paur…- non terminò la frase che venne risucchiata da un dolore maggiore, scomparendo.
Al demone rimase solo una goccia di lacrima sulla punta di un dito artigliato.
-Dove l’hai portata? –Si alzò per cercare di prenderlo, ma il suo nemico era forte.
-Mai più la vedrai, ahahahah –Rise con impeto causando una rabbia cieca al demone che lanciò un attacco al nulla provocando uno scossone in tutto il palazzo.
Il silenzio era rotto dai pilastri che cadeva al suolo, gliela avevano portata via e lui non era riuscito a proteggerla. Fu in quel frangente che Jaken riapparve con il fiatone, ma quando notò il disastro fece due passi indietro.
-Dov’è lui? – gli occhi del demone maggiore erano mutati, rossi come il sangue.
-Padrone vostro fratello è stato rapito. -
 
 
 
  
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