Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Irian    04/07/2016    0 recensioni
Tutto sembra andare bene nella Brooklyn del XXI secolo:
Anna e Kristoff vivono insieme, Jenette e Jason escono tutte le domeniche, il teatro Crono è stato ricostruito.
E se qualcosa cambiasse all'improvviso?
Se Anna, alla ricerca di sua sorella Diana, si ritrovasse faccia a faccia con le ombre del passato? Se scoprisse un'angosciosa verità per mezzo della comparsa del fantasma di Elsa?
Se si rendesse conto di non essere davvero la persona che era convinta di conoscere bene?
*seguito di "your magical mystery ride"*
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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KRISTOFF

Dannazione.
Dannazione, dannazione, dannazione.
“Dannazione Anna, rispondi a questo cacchio di telefono!” urlò e lanciò il telefono sopra il divano.
Anna era via ormai da lungo tempo e Kristoff non aveva la minima idea di dove fosse. Aveva provato a cercarla al mercato, al teatro, a casa dei suoi vecchi amici; eppure niente.
Le era sempre sembrata strana.
Cioè, non sempre.
Solo da quando Elsa era morta.
Era troppo felice e convinta di qualcosa di cui solo lei all’apparenza sembrava davvero essere sicura.
“L’ho superata” era maledettamente convinto che fosse quello il pensiero nella testa di Anna “mia sorella è morta MA io sto bene”.
Kristoff lo sapeva che non era vero.
Dio quanto lo sapeva.
Stupido, stupido Kristoff. La tua ragazza sta male e tu cosa fai? Ignori il problema e vai avanti, è così che si comporta uno zotico, e tu non sei uno zotico, giusto?
Sì invece. Sei un grande zotico, un lurido zotico.
“Dannazione!”
                                                               ANNA
 “Signora Arendelle” Diana entrò nella camera dove Anna dormiva. O meglio, dove cercava di dormire.
Era orribile, lei, la sua vita, tutto quanto era orribile, quella camera dalle luci deboli e i colori statici, tutto il suo dolore, sembrava spalmato sui muri come la vernice.
“Signora Arendelle, sono il suo medico, devo parlarle.”
“Cosa mi vuole dire?” si sollevò dalle coperte “Sto morendo?”
Si sedette sul letto e la guardò negli occhi.
Anna in quel momento pregò con tutte le forze che Diana Berg sparisse dalla sua camera e non riapparisse mai più.
“Il suo tumore ha provocato una metastasi al cervello”
“Quanto?”
“Quanto cosa?”
“Quanto mi resta”
Diana la guardò negli occhi “Se si fa operare, ancora molto tempo”
Anna scosse piano la testa “Facciamolo” disse “Datemi ancora uno straccio di vita”
“Firmi questo” le diede un foglio e Anna scribacchiò velocemente senza nemmeno leggerlo
Diana fece per andarsene ma Anna la trattenne
“Mi ascolti” Diana si sedette di nuovo
“Ho paura. E non di morire. Di morire da sola. Ho un fidanzato. Non lo chiamerò, non so nemmeno perché, probabilmente non lo amo più, o forse non l’ho mai amato. Non ho nessuno in cui riporre fiducia, morirò da sola, non è vero?”
“Non morirai da sola Anna.” Le disse Diana assumendo un sorriso naturale “Ti darò del tu perché puoi fidarti di me. Non so chi sei e non ti conosco, ma puoi fidarti di me.”
Anna sorrise lievemente e Diana proseguì.
“Vengo da una famiglia molto povera, sono scappata quando ero giovane per lavorare nell’esercito, mh? Mi segui? Tutti pensano che sia un’eroina perché non ho più la gamba” disse sollevando di poco il pantalone, quel che bastava per mostrare la gamba. “Non sono un’eroina, sono scappata di casa perché mia madre mi ha detto che se fossi rimasta ancora mi avrebbe uccisa con le sue stesse mani.”
Anna la guardò negli occhi e vide davvero qualcuno che aveva sofferto. La forza di Diana e delle sue parole la colpì così tanto che credette che non sarebbe mai stata la stessa.
“Non voglio parlare con il mio fidanzato” concluse Anna “Non voglio”
“Dovresti farlo”
“Ma non voglio”
“Allora non farlo”
“Non lo farò” disse Anna, e lasciò andare il braccio di Diana.
“Devo andare ora Anna, ma ti prometto che presto tornerò”
Se ne andò e per le seguenti due ore, sperò che Diana tornasse.

KRISTOFF

Entrò nell’ospedale rosso in viso, impaurito.
“Salve signore, come posso esserle utile?” lo accolse Erick Lane
“Salve, ieri la mia fidanzata è andata via, non ha portato via nulla della sua roba quindi dubito che sia scappata, nonostante questo non ho idea di dove possa essere, l’ho cercata ovunque, forse è qui”
“Capisco. Io sono il dottor Lame, primario di oncologia, se mi dice il nome della sua fidanzata posso cercarla nei registri”
“Anna Arendelle” disse senza esitazione.
A quel punto Kristoff vide sul viso dolce del Dottor Lame mille espressioni diverse, dapprima consapevolezza, confusione, tristezza, infine alzò lo sguardo verso di lui.
“No” disse Kristoff “Non può essere”
Lame lo guardò con uno sguardo velato di amarezza e poi disse “Anna è arrivata qui ieri, ha battuto la testa e le abbiamo trovato un tumore alle ossa, con metastasi nel cervello”
“Deve esserci un errore! Insomma, ci saranno centinaia di Anna in questo ospedale, in fondo lei non ha nemmeno letto la cartella…”
“Non ne ho bisogno”
Kristoff si rattristò all’improvviso, le lacrime gli bagnarono il volto “P-posso vederla?”
“Sì, camera 14. Non la stressi troppo, verrà operata domani”
“Sì” Kristoff non si preoccupò nemmeno di questa presunta operazione, corse verso la camera 14, dove trovò Anna nel letto mentre leggeva una rivista.
“Anna”
“Kristoff” lo guardò, sembrava impaurita
“Anna…come hai potuto? Come hai potuto non dirmi nulla?” disse con voce straziata “Sei andata via all’improvviso, credevo che volessi lasciarmi. Ti ho cercata dappertutto, ho chiesto a chiunque se potevano averti vista, credevo davvero che non saresti mai tornata. E poi…poi mi è balenata l’idea che stessi male. Perché non mi hai detto nulla?” stava piangendo “Perché?”
“Perché sapevo che avresti reagito in questo modo. Guardati. Piangi. Cosa dovrei dire io? Ieri stavo così male che ho pensato di togliermi la vita, ma lo sai cosa mi ha trattenuto? Non tu né la mia famiglia. E lo sai perché? Perché nella mia famiglia sono tutti MORTI. Non puoi sapere quello che sto passando, e probabilmente nemmeno ti interessa. Non puoi semplicemente gestirlo. Il motivo per cui non mi sono ancora ammazzata è che la mia dottoressa è venuta da me e mi ha aiutata. E non mi conosce nemmeno. Cosa pensi stia passando io? Pensi di stare peggio di me? Vattene via da quella stanza, non tornare mai più”
“Anna…ma io ti amo”
“Va via” disse senza pensarci due volte

DIANA

“E’ arrivato il ragazzo di Anna…era sconvolto” disse Lane entrando nella stanza dove Diana stava studiando per la futura operazione
“Da quando la chiamiamo per nome?” disse ridendo
“Diana…” Lane si avvicinò e la guardò negli occhi “So quanto hai preso a cuore questo caso e…Anna (sì la sto chiamando per nome) in questo momento avrà di sicuro bisogno di qualcuno. Va da lei”
Diana annuì e fece per andare via.
“Ti va di prendere un drink più tardi?”
“Perché no” rispose Erick sorridendo


ANGOLO DELL’AUTRICE
GOSH NO ONE BELIEVED THAT IRIAN COULD BE BACK
Heeeeey! Sono MESI che non ci si sente, mi mancava da morire scrivere qui! E’ solo che con lo studio e tutto, non avevo mai tempo e temevo che l’ispirazione non sarebbe mai tornata! Direi che mi sono presa una (dovuta ma) luuuunga pausa e mi sembrava il tempo di abbandonare le mie vesti da scrittrice saccente e riprendere in mano le mie storie.
Bene.
Sono tornata, e non me ne andrò tanto in fretta.
State attenti, non vi prometto capitoli bellissimi e pubblicazioni regolari, anche perché insomma, beh penso ve ne siate accorti da voi.
Nonostante ciò farò del mio meglio!
Tra poco compio 15 anni gossssssh e quando ho aperto questo account era il 18 luglio 2013! Il che significa che tra poco questo account compie 3 anni! Congratsss to meeee!
Dovremmo festeggiare! Qualche idea?
Okay, sto straparlando, anzi stra-scrivendo (what??).
Ciao e alla prossima!

  
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