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Autore: Athelye    06/07/2016    4 recensioni
Un leggero ticchettio si avvicinava, con un crescendo d’intensità, incrinando la quiete. Tornò il silenzio, ma fu questione di pochi istanti, perché un tonfo lo ruppe definitivamente.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo una notte passata fra abbracci, graffi, baci e sospiri, i due ragazzi dormivano tranquilli nella penombra della stanza, avvolti nelle coperte.
Un leggero ticchettio si avvicinava, con un crescendo d’intensità, incrinando la quiete. Tornò il silenzio, ma fu questione di pochi istanti, perché un tonfo lo ruppe definitivamente.
“Paul, cazzo! Il tuo maledetto cane!”
Una nuvola di pelo era appena atterrata sul letto, accoccolandosi fra i due giovani. Una risatina leggera giunse da sotto le lenzuola.
“Buon giorno John.. E buon giorno anche a te, Martha.” Masticò quello, allungando una mano per incontrare il pelo vaporoso del cane.
“Stupido sacco di pulci..” Mormorò il maggiore, imitando, senza saperlo, l’altro.
Si trovarono con le dita mentre accarezzavano l’animale, che nel frattempo se ne stava lì, beata, chiedendosi perché si fossero fermati dal coccolarla. Fermi tutti, e ora perché avevano tolto la mano?
Martha alzò la testa, lamentandosi con un uggiolio di protesta. Dopo un paio di schiocchi, il cane si sentì rispondere dalla voce profonda di John, preceduta da un sospiro scocciato.
“Si può sapere che vuoi?”
“Oh dai, Johnny, ignorala..”
Sussurrò il minore, avvolgendo il collo dell’altro con le braccia. Seguì qualche altro schiocco affettuoso.
Martha, sentendosi esclusa da quello che lei riteneva fosse un gioco, cominciò ad agitarsi e muoversi a scatti, guaendo e facendo schioccare i denti, come a provocare i due amanti. Si sentì stuzzicare da due mani, iniziando a brontolare mugugnando a bocca chiusa e annaspando, come se stesse soffrendo il solletico.
“John, lasciala stare..!” Esclamò ridendo Paul.
“Ma mi provoca!” Rispose quello, ridendo a sua volta mentre affondava le mani in quell’esplosione di pelliccia.
Ormai il ragazzo si era tirato su a sedere, incrociando le gambe per muoversi meglio. Paul invece si era sollevato di poco col busto puntando i gomiti sul cuscino, e osservava con un sorriso la scena: John che sembrava stesse impastando quel fagotto peloso, Martha che scalciava con le zampe per aria e tirava boccate a vuoto. A John erano sempre piaciuti gli animali, ma lui adorava i gatti, e questo aveva generato non pochi dubbi a Paul, quando si era trattato di prendere la cucciola.

 
“Cos’è quell’affare?”
“Cosa?”
“Quel coso, il mocho in miniatura che si rotola nel tuo giardino.”
“Ah, è Martha!”
“Ha anche un nome?”
“Certo che ce l’ha, è la mia nuova cucciola.”
John inarcò un sopracciglio verso l’amico, tornando poi a guardare verso il giardino, sistemandosi gli occhiali sul naso. Sobbalzò al richiamo improvviso dell’altro.
“MARTHA!”
“Che fai?!”
Paul allontanò le mani dalla bocca per rispondere.
“La chiamo, mi sembra ovvio.” Disse, riportandole subito al viso per gridare ancora.
“Mi stai facendo diventare sordo, e scommetto anche lei.. Ma.. Che..?”
Il piccolo bobtail cominciò a saltare goffamente nella loro direzione, correndo fino a schiantarsi con una testata contro le gambe di John, il quale rivolse uno sguardo interrogativo alla bestiola scodinzolante accanto al suo piede, che lo guardava con la lingua di fuori.
“Ha la tua stessa faccia.”
Paul inclinò la testa di poco, abbozzando un mezzo sorriso.
“Mi stai dicendo che ho gli occhi grandi?”
“In realtà che quando mi guardi ansimi e sbavi, ma sì, hai anche gli occhi grandi.”
Il minore mise immediatamente un finto broncio e incrociò le braccia, mentre l’altro ridacchiava. Si chinò sulla cucciola, dandole qualche pacca sulla testa. La prese delicatamente in braccio, continuando ad accarezzarla, ignorando che gli stesse sbavando sulla camicia, e la avvicinò con il naso al suo, ricevendo una leccata impacciata sulla punta. John fece una smorfia, arricciando il naso. Si avvicinò all’altro puntandogli contro il muso di Martha.
“Cane, o presunto tale, dai un bacino a Paul..!” Disse alla cucciola, mentre questa si allungava per strofinare il tartufo sulla guancia del suo padrone e leccargli l’orecchio, scatenando una risata nel giovane.
Paul si girò per prendere la cagnolina in braccio, sfilandola dalla presa di John.
“Certo che sei proprio bella, eh..” Gongolò, con una vocina vagamente stupida.
“Ma perché non hai preso un gatto?” Chiese John, chinandosi un poco e accarezzandola.
“Perché un cane riempie di più la casa..” Rispose sorridendo, non staccando gli occhi dal batuffolo.
“Questo lo farà di sicuro, ma perlomeno un micio è più sveglio.” Affermò scherzosamente, guadagnandosi un’occhiataccia dal più piccolo.
“.. E poi perché si fa coccolare finché voglio.”
“Ah, quindi io non basto?” Chiese, alzando gli occhi verso l’altro.
“Sì, certo, ma non vivi mica qui. E poi le piace quando suono.”
“Oh, intendi quando strimpelli quelle quattro note in croce?”
“Se non la finisci ti faccio mordere.”
“Ok, ok.” Il maggiore rise, alzando le mani, poi riprese a picchiettare la testa della cucciola. “Beh, dai, magari in fondo non sarai così male come penso.”


 
Uno schiocco di dita lo riportò alla realtà, mentre John lo guardava sorridente.
“A che pensavi principessa?”
“Niente, solo che devo farle il bagno uno di questi giorni.” Scosse piano la testa, passando lo sguardo dal cane disteso sul letto all’amico.
“Cosa?” Chiese quello, guardandolo perplesso per un secondo. Ma il guizzo negli occhi di Paul gli fece capire. “No, scordatelo.”
“Oh, perché?” Domandò con uno sguardo implorante quest’ultimo, mettendosi a sedere per stare più comodo, dato che gli stavano cominciando a formicolare le spalle. Dio, era rimasto così tanto in quel modo?
“Perché?” Chiese retoricamente John, inarcando le sopracciglia. “È stata quella palla di pelo a fare il bagno a noi, anziché viceversa.” Sbuffò, appoggiandosi alla testiera del letto con la schiena, intrecciando le dita dietro alla nuca, e chiuse gli occhi fino a che non lo sentì parlare.
“Tante lamentele per due schizzi? Davvero?”
Paul guardò il compagno con un sorriso pronto a diventare una risata. John gli rimandò lo sguardo, un po’ contrariato, poi chiuse di nuovo gli occhi. Il minore gli si avvicinò, posando la testa sulla sua spalla e incastrandosi perfettamente con il fianco dell’altro. Fece scorrere due dita lungo il petto chiaro con finta nonchalance. Sapeva bene come prenderlo per fargli fare quello che voleva.
“E poi.. Non mi sembra ti sia dispiaciuto molto il post-lavaggio..” Disse a bassa voce, con distrazione, come a buttar lì una frase qualsiasi.
Le labbra di John si incurvarono inevitabilmente in un sorrisetto furbo. Fu una contrazione assolutamente involontaria, generata dal semplice ricordo, il quale gli fece immediatamente scottare la pelle sotto il tocco leggero delle dita del minore. Bingo, si ritrovò a pensare Paul, mentre posava dei baci leggeri sulla spalla e sulla clavicola.

 
“Tienila ferma!”
“Cosa credi che stia facendo?! La abbraccio per sport?!”
I due giovani stavano letteralmente lottando con Martha, per tenerla buona e riuscire a lavarla. Erano riusciti, non si sa bene come, a braccarla e infilarla in una vaschetta di plastica verde e, dopo essersi rimboccati le maniche, a insaponarla più o meno bene. Erano in giardino, con il sole estivo che, pur essendo mattina, già cominciava a picchiare su di loro.
“Sai che il getto dell’acqua lo devi mandare contro di lei e non me, vero Macca?”
“Scusa tanto, ma se non la blocchi continuerò a prendere te.”
Martha, con la pelliccia zuppa, decise che quello fosse il momento davvero perfetto per scrollarsi, bagnando i due.
“Stupido ammasso di pelo..” Sibilò il maggiore, ritrovandosi coperto di schiuma.
In qualche modo riuscirono a sciacquarla, ma la bobtail sgusciò improvvisamente alla presa di John, facendolo finire nella vasca. Paul non si accorse in tempo del salto del cane, e spruzzò un getto d’acqua contro il suo amico. Appena se ne rese conto, lasciò cadere il tubo di gomma, guardando l’amico fradicio.
John si passò una volta la lingua sul labbro superiore, raccogliendo le gocce che scivolavano dai baffi, e alzò lo sguardo verso Paul, stringendo le labbra in una linea sottile. Non sembrava arrabbiato, ma più scocciato.
Paul si morse il labbro inferiore, sentendosi tremendamente in colpa per averlo ridotto così, anche se gli stava nascendo un sorriso a quella vista. Forse si stava per prendere una sfuriata, ma sembrava così tenero zuppo d’acqua e sapone.
“John.. Scusa.. Io..”
Quello fece schioccare la lingua, prima di parlare.
“Quale parte di ‘non devi lavare me, ma il cane’ non hai capito?” Non era un tono minaccioso, e neanche troppo infastidito adesso, forse leggermente divertito, ma non voleva davvero darlo a vedere.
Paul trattenne una risatina, che non passò inosservata all’altro, appoggiato sugli avambracci per rimanere con il petto fuori dall’acqua.
“Ah, ti diverti eh?” Chiese con un sorriso, alzando un sopracciglio, prima di schizzare il minore con un paio di onde abbondanti.
Paul cadde indietro a sedere, ridendo sorpreso, e alzò un braccio per pararsi dagli schizzi.
Nel frattempo John si era alzato, grondante d’acqua, e si dirigeva verso la porta.
“Dove vai?” Chiese Paul, mentre il riso ancora scemava nella sua voce.
“A farmi una doccia.” Rispose l’altro senza girarsi, prima di entrare in casa.
Il giovane, ancora seduto per terra, lanciò un’occhiata a Martha, che saltava entusiasta nel prato, sentendosi pulita e leggera. Ogni tanto si scrollava, e poi ricominciava a rincorrere una farfalla, o a fare un agguato mal riuscito all’uccellino che becchettava nell’erba.
Paul decise di alzarsi e, dopo essersi scrollato di dosso un po’ di terra, si avvicinò al cane, piegandosi sulle ginocchia davanti a lei, e le diede qualche pacca sulla testa.
“Ora raggiungo John, tu fai la guardia, mi raccomando.” Le disse come si parlerebbe a una bambina, alzandosi, e dandole un’ultima grattatina sulla testa.
Martha, che non aveva capito un granché, abbaiò una volta, e poi tornò a saltare per i fatti suoi, mentre Paul rientrava in casa sfilandosi la camicia.
 

“Ti ho convinto?” Chiese Paul, lasciando alcuni baci leggeri alla base del collo di John, sdraiato sotto di lui.
“Mh-mh.. Decisamente principessa..” Mormorò il più grande, passando le dita fra i capelli corvini dell’altro.
Martha era scesa da un po’, da quando i due avevano cominciato ad agitarsi, e si era appisolata sotto il letto, dove c’era più fresco. Ora sì che cominciava a fare caldo, anche se il suo padrone teneva chiuse le finestre per non far entrare la luce rovente dell’estate, rifiutandosi di aprirle e di uscire da sotto le lenzuola. Aveva reso ben chiare le sue intenzioni per quella giornata: letto, per tutto il giorno. E anche quell’altro, John, sembrava essere più che d’accordo su questa scelta. A Martha venne da chiedersi se almeno si sarebbero alzati per mangiare, perché lei cominciava ad avere fame, anche se l’attività fisica, apparentemente, l’avevano fatta loro. Ancora non capiva che razza di sport potesse essere quello, ma pareva piacergli molto. Meglio per loro, si disse, però chissà cos’aveva di tanto speciale il sei luglio per non alzarsi dal letto..







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Angolo Autrice

Salve a tutti! Volevo 'celebrare' l'anniversario dei nostri McLennon in qualche modo, e ci tenevo così tanto che sto pubblicando dal cellulare (e porca paletta non lo farò più perché è un suicidio!), quindi perdonate eventuali errori, appena arrivo a casa rimedio e risistemo tutto.
L'idea di Martha che zompa sul letto mi è venuta da quella disgraziata della mia canina ('ina' si fa per dire, è 22kg di pelo e pulci) che la mattina mi salta sulla pancia a orari improbabili perché vuole giocare, tipo verso le cinque di mattina ecco. E da quello tutto il resto insomma. Tra l'altro credo che chi ha un cane concorderà con me che a volte fanno davvero gli scemotti così XD
E dunque, fatemi sapere che ne pensate, se vi è piaciuta, se vi ha fatto ribrezzo, o qualsiasi altra cosa con un commento, o un messaggio privato se preferite!
Ringrazio la mia beta di fiducia, e Anya, a cui l'ho mandata in anticipo, dato che non sapevo se avrebbe potuto leggerla durante il ritorno (e perché non mi ha ancora uccisa anche se le rompo le scatole :'D )
Un gigantesco grazie anche e soprattutto a chi ha letto e leggerà questa storia!
Ci si legge presto!

~ Athelyè
   
 
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