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Autore: MadogV    06/07/2016    4 recensioni
Una storia dimenticata ..."Perché solo quello che è scritto esiste, il resto è leggenda."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa shot la dedico a Mergana, spero che ti piaccia.

Come sempre leggete, recensite, commentate e….

A rileggersi.

 

Si dovevano salvare le apparenze, le forme, le vecchie vetuste regole, le vecchie ottuse regole.

Nessun insegnante poteva avere una relazione con un alunno, tantomeno di natura omossessuale.

Il Wizengamot si era riunito per giudicare il professor Hans Southern.

Ed egli stava lì, castano, viso franco e aperto al sorriso, occhi fermi e sinceri, fisico asciutto, fiero ed elegante portamento, lì in mezzo al consesso per essere giudicato.

Sapeva però che il suo orientamento sessuale era stata solo la pietra dello scandalo per poter muovergli contro un processo.

Quei vecchi maghi ottusi, quei vecchi maghi retrogradi, arroccati nelle loro primitive convinzioni, con le voci arrocchite e pigolanti, come falchetti appena nati.

E come falchi se ne stavano ora, tutti seduti, in attesa del pasto imminente.

Hans lo sapeva, era lì non per la sua condotta “disdicevole”, ma per il suo passato di Mangiamorte, per le sue idee “sovversive” in campo magico, per il suo essere franco e schietto, per il rapporto che riusciva ad avere con i suoi alunni.

Non piaceva a quel consesso di vecchi, né a lui piaceva quel consesso.

Il primo a parlare fu Paul Cattermole, un mago tanto alto quanto largo, un vero gigante dalla pelle pergamenacea e due occhietti cattivi incassati in folte sopracciglia.

“I fatti sono questi: All’inizio del mese di ottobre di quest’anno, il professore Hans Southern è stato visto in atteggiamenti promiscui con lo studente Kristoff Svenson. Si suppone che l’aspetto efebico dello studente abbia risvegliato le perversioni, già latenti, del professor Southern. A questo consenso sono già note le tendenze di questo professore e le sue deprecabili e inaccettabili teorie.”

Ma che fosse un vero e proprio processo sommario, parziale e volto solo a decidere quale, fra le più severe sanzioni, infliggere, Hans ne ebbe la certezza quando vide prendere la parola un mago sulla sessantina (abbondantemente passata), fisico robusto, volto scalpellato nella nuda roccia e inghirlandato da un riporto color della stoppa e da una folta barba, finemente curata.

“Mio figlio.” Disse Wolfang Svenson:” È legato da fidanzamento con Merida Dun Brouch da più di cinque anni. Questa relazione continuata dimostra come gli atteggiamenti del professor Southern siano offensivi e perversi, dimostrano che sicuramente è stato usato un incantesimo per controllarlo.”

E mentre Svenson sparlava, Hans rimaneva lì, in mezzo al consesso, immobile, non era minimamente seccato, solo divertito.

Stava aspettando il momento in cui avrebbero tirato fuori le vere accuse, anzi si stava davvero annoiando, aveva una lezione da tenere, mica poteva badare a questi vecchi bacucchi e ottusi.

Poi si arrivò al sodo.

“E quando parlo di incantesimo del controllo, intendo dire l’incanto proibito Imperio.” Continuò Wolfgang, preso dalla foga della sua filippica:”. E sappiamo tutti a chi appartengono questi incantesimi: ai mangiamorte.”

“Tombola” Pensò Hans, facendosi lasciar scappare un mezzo sorriso.

Sorriso che fu colto da Svenson:” Vedete, anche ora egli ci irride. Chissà quali macchinazioni perverse sta ora macchinando contro di noi. Chissà quali feroci mali si prepara a scagliare contro la nostra comunità magica.  Io dico di renderlo inoffensivo.”

“Hai perfettamente ragione.” Disse un altro mago, che rispondeva al nome di Remus Pince.

Basso, magro, quasi secco, una grossa palla da bowling per testa, naso a patata, occhietti verdi da bue, bocca grossa, Pince odiava Hans, per il fatto di non essere mai stato nominato professore di Hogwarts.

Hans tentò di trattenersi dal ridere per quel processo che si stava rivelando una farsa, ci mancavano solo Lucius Malfoy e Narcissa Minus, perché il processo mostrasse la sua vera faccia.

Ma quando una maga dall’aspetto di procella unito a quello di un felino pronto all’assalto della preda espresse il suo assenso, fu chiaro che il solo a mancare fosse il Malfoy.

Minus continuò, leccandosi predatoriamente le labbra:” Da tempo sentiamo parlare sul conto di Southern.” Aveva apposta omesso il titolo di professore, proprio per dare una maggior risalto al disprezzo per quel professore.

“Ne sentiamo parlare per il suo essere “compagnone” con gli alunni, per le sue teorie assurde ed eretiche, per l’esser stato al soldo di Lord Voldemort.”

“Tutte accuse giuste.” Rincalzò Pince:” Si proceda alla lettura degli atti e alla condanna.”

E mentre il Wizengamot apriva il faldone del processo e procedeva alla lettura, Hans, che si era annoiato, presa, senza permesso, la parola.

“Imputato Hans Southern.” Disse con voce fintamente solenne:” Ecco i suoi capi di accusa:

Omosessualità- colpevole, ma ciò non è rilevante.

Essere un mangiamorte- colpevole, è questo è grave.

Essere un libero pensatore- più che colpevole, ed è questa la vera accusa.”

A quella sparata di Hans, il Wizengamot esplose in un boato, in un chiassoso chiacchiericcio.

E mentre questi urlavano e sbraitavano, senza far effettivamente niente.

“Maghi e maghe. Nemici e nemici.” Disse Hans con pacatezza, ma senza perdere del tutto il suo sorrisetto beffardo:” Era naturale che prima o poi si sarebbe arrivati a questo. Il mio unico cruccio è che ciò sia arrivato troppo presto.”

“Troppo presto per te!” Lo rimbeccò Minus.

Hans non rispose, quegli sciocchi arroganti avevano voluto intentare un processo, trasformandolo in una farsa.

Ad Hans pareva che quelli sciocchi, ottusi “saggi maghi”, si fossero comportati come il tennista che, fiero delle sue abilità, sfida un avversario più debole, salvo poi rovinare al suolo al primo rovesciò dell’avversario.

Quegli sciocchi avevano intentato il processo nella convinzione di poterlo spezzare, senza neanche farsi passare nell’anticamera del cervello che Hans potesse ritorcerlo contro di loro.

Era arrivato il momento del contropiede, e sarebbe stata un’azione spettacolare, che avrebbe messo tutti in ginocchio.

Hans sapeva che per poter fare un processo nel Wizengamot occorreva un numero determinato di maghi ed era certo che in quel processo farsa non potevano esserci solo maghi a lui ostili, ma anche maghi pavidi e pigri, che non avrebbero fatto niente per salvarlo, pur non avendocela con lui.

Ma nella fretta, i suoi nemici avevano gettato la rete su tutto un gruppo di maghi, senza effettivamente controllare la loro neutralità.

E quando la rete fu tirata su e i “pupazzi” piazzati nel consesso, per dare al tutto un aspetto di legalità, nessuno si accorse che alcuni di quei “pupazzi” agivano per conto loro e a tutto vantaggio di Hans.

Il primo di questi a prendere la parola fu un mago grasso, con la pappagorgia, il parrucchino e il grosso naso rubizzo.

Lee Coot era il suo nome e molto doveva a Southern.

“Consesso egregio.” Cominciò con voce baritonale:” È palese la volontà di condannare l’imputato, ma…” E sollevò la mano in un gesto teatrale:” Non sarebbe giusto, non sarebbe corretto privarlo di una assistenza, almeno per salvare la facciata.”

E dietro di lui un altro mago prese la parola, sistemandosi la piccola montatura d’oro sul suo grosso naso d’aquila:” Ha ragione.” Disse con voce nasale:” Hans è colpevole, ma dobbiamo rispettare le regole.”

Hans sorrise divertito dall’intervento del suo amico, il mago Percival Polikiss.

Altri due alleati presero la parola, sempre riconoscendo la colpevolezza dell’imputato, ma facendo leva sul rispetto, almeno formale, delle regole.

Così gli accusatori si trovarono la loro frittata completamente ribaltata, perché sapevano ben due cose:

La prima era che era compito dell’imputato nominare il proprio avvocato.

La seconda che Hans era comunque un uomo sposato, ed era sposato con una delle miglior avvocatesse del mondo magico: Hanna Arendille.

Facendo due più due, capirono subito che il processo, ad un passo dalla vittoria, ora si volgeva in tremenda sconfitta.

Hanna pur avendo un volto sbarazzino, per via delle treccine biondo fragola, era un vero mastino del foro e questo avrebbe significato che il processo sarebbe durato per le lunghe.

Ma come sempre le cose non vanno come ci si aspetta, ed anche Hans, così sicuro e spavaldo, uscì comunque scornato.

Infatti appena Hanna arrivò e si presentò loro, non prese le difese del suo assistito, ma propose un patteggiamento.

“Egregio consenso.” Disse con pacata fermezza:” Voi volete condannarlo e lui vuole salvarsi e uscirne indenni. Purtroppo la bilancia è in perfetto equilibrio e nessuno di voi otterrà quello che si aspettava di avere. Ne voi, né il mio assistito. Propongo quindi un patteggiamento per abbreviare i tempi e andarsene a casa quanto prima. Voi avrete una condanna, mentre lui potrà uscire di qui senza macchia.”

“E qual è il patteggiamento?” Chiese Svenson

“Cacciatelo via da Hogwarts, ma lasciate che egli viva la sua vita e possa proseguire la sua carriera qui al ministero.”

“Cosa?” Dissero accusatori e accusati

Poi Hans si avvicinò a sua moglie e le sussurrò:” Che stai combinando, tesoro?”

Hanna tirò un sospiro di sconforto:” Non capisci. Da questo processo non potrai uscirne indenne, almeno così limitiamo i danni:”

E così il consesso fu costretto a riunirsi e dopo un quarto d’ora emise la sentenza.

“Hans Southern lei è radiato dall’albo degli insegnanti di Hogwarts, inoltre le è interdetto dai pubblici uffici per i prossimi cinque anni, ma potrà svolgere lezioni private e presso congressi magici, inoltre la sua pensione ministeriale continuerà a risultare attiva e quindi potrà incrementarla anche in questi cinque anni di interdizioni.” Dichiarò il presidente Paul Cattermole

Poi il consesso si sciolse e vennero apposte le sette firme rosse per ufficializzare la sentenza.

Hans e Hanna si avviarono verso l’uscita e una volta nel corridoio si misero a parlare.

“Non è andata poi così male.” Disse Hans:” Pensò che mi ritirerò a vita privata:”

“Allora hai deciso.”  Ribatte Hanna con una punta di rammarico.

Hans si fermò un attimo e ristette, ma poi ripensò al suo Kristoff e rispose affermativamente.

“Allora, se così.” Disse Hanna, con sorriso sbarazzino:” Queste sono le carte del divorzio.”

E gli passò un’intera cartella in carta azzurro acquamarina.

Hans sorrise a sua volta e la strinse affettuosamente:” Grazie, per aver protetto il mio segreto per tutti questi anni. Ti voglio bene, Ny.”

Anche il divorzio fu una pratica davvero breve e costo non poco, ma ad Hans non importava, ciò che gli importava era quello di ritirarsi a vita privata.

E lo fece, si ritirò a vita privata, nella sua villa a due piani tutta in legno e con vista sul fiordo.

Li rimase per tutta la durata della Seconda Guerra magica, a fare l’amore con il suo Kristoff in ogni singola stanza della villa, ed era una villa piuttosto grande.

Non gli importava del mondo magico e non gli importò neanche quando, al termine della Seconda Guerra Magica, venne concessa una amnistia generale, che però di fatto lo escludeva, prevedendo la sua applicabilità ai soli maghi avente preso parte attiva contro Lord Voldemort.

Ma a lui questo non importava, aveva già il suo lieto fine: una vita affianco del suo amato Kristoff Svenson.

E dalla tragedia poi nacque del bene, perché il lieto fine di Hans fu coronato dall’essere nominato, insieme al suo Kristoff, tutore legale del figlio di Hanna e del suo secondo marito Olaf Snwoman, uccisi in circostanze misteriose.

Seppure vennero condannati due mangiamorte (Pier Bryce e Gordon Skeeter), in molti sospettavano che dietro ci fosse stato un vero e proprio regolamento di conti con alcuni maghi avversari, infatti molti omicidi avvenuti nella Seconda Guerra Magica sebbene attribuiti a i mangiamorte, in realtà rimasero senza un vero colpevole.

E così per celebrare i funerali dei caduti, Hans e Kristoff, con il piccolo Marsch Snowman, misero piede per l’ultima volta ad Hogwarts.

Poi di loro non si seppe niente e infatti anni dopo, quando una scrittrice volle riportare tutte le avventure sulla Seconda Guerra Magica, non trovò traccia di loro, facendoli precipitare nello oblio.

Perché solo quello che è scritto esiste, il resto è leggenda.

È questa è la storia dei miei avi.

                                                        In fede

                                                                    Julius Kristoff Southern III

   
 
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