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Autore: Cipollina    11/07/2016    1 recensioni
Qualcuno ha chiesto a Harry di salutare Draco... cosa si nascondeva nel suo strano tono? Quale sarà la reazione di Draco al nome di questa persona? ... e se questa reazione a Harry non piacesse per nulla?! Chi è questo sconosciuto e come osa seminare zizzania tra i nostri due piccioncini?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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“Oggi al lavoro una persona mi ha detto di salutarti…”

Draco alzò appena lo sguardo dal giornale, il minimo indispensabile per comunicargli che lo stava ascoltando, prima di riabbassarlo sulla fotografia di Paciock e della pianta che aveva salvato dall’estinzione, in secondo piano Blaise aveva un’espressione tanto tenera da dargli del materiale per prenderlo in giro a vita.

“Non mi è piaciuto il modo in cui l’ha detto…”

“Di solito i miei conoscenti che incontri sul lavoro sono ammanettati o quasi stati ammazzati, chiunque fosse, probabilmente aveva tutte le ragioni per avere un tono strano”

“Era lì di sua spontanea volontà…”

Draco alzò definitivamente gli occhi dal giornale, Harry gli parlava raramente del suo lavoro, era stato un loro tacito accordo fin da quando era diventato ufficialmente Auror. Quella persona doveva averlo turbato davvero.

“Ti ha minacciato?”

“No, mi ha solo chiesto di salutarti… ma aveva un tono beffardo, curioso, strano… quasi che…”

Draco socchiuse gli occhi scrutando il suo volto pensieroso, perso nei pensieri tanto intensamente da dare l’impressione di essere sfocato, non esattamente seduto sul divano. Si tese verso di lui per potergli sfiorare il viso con la punta delle dita e Harry sorrise, la sua attenzione nuovamente rivolta al presente. Afferrò la sua mano tra le proprie e posò un bacio leggero sulla punta dei polpastrelli, ma dopo non lo lasciò andare, continuando a giocherellare con le sue dita.

“Aveva l’aria di uno che aveva fatto sesso con te… forse qualcosa di più, forse voleva soltanto farmelo credere… ma è stato spiacevole, mi ha messo una strana sensazione addosso, quasi che tu gli appartenessi  più di quanto appartieni a me…”

Draco lo scrutò con attenzione, cercando di capire quello che gli stava dicendo, consapevole che la sua era una richiesta ma non del tutto certo che cercasse solo rassicurazione…

“Tu sei l’unico che abbia ottenuto da me qualcosa di più del sesso… lo sai benissimo che nessuno potrebbe portarmi via da qui, portarmi via da te…”

Harry sorrise nuovamente, ma ancora una volta era assente, distratto, ancora una volta il ricordo di quell’incontro aveva vinto sulla realtà. Draco sentì l’irritazione filtrargli sotto la pelle, chiedendosi chi fosse colui che aveva osato gettare il seme del dubbio nel suo Harry, chi poteva mai aver avuto la faccia tosta di ritenerlo di sua proprietà… chi?!

“Chi era?”

Sapeva di non avere probabilmente il diritto di chiederlo, non aveva idea di che cosa ci facesse alla Sede Auror quella persona e forse Harry gli aveva già detto troppo, eppure l’irritazione e la curiosità vinsero e Harry strinse le labbra, fissandolo con sguardo nuovamente lucido e… ferito?

“Peter Greengrass”

Draco tenne gli occhi fissi in quelli del compagno, non osando abbassarli, anche se quel nome scoppiò nel suo petto e gli arrossò le guance. Harry si rese conto della sua reazione, ma malgrado il dolore che gli irrigidì la mascella e gli contorse lo stomaco, non si privò della vista dell’uomo che amava mentre reagiva vergognosamente al nome di un altro.

Draco sentì una risatina imbarazzata salirgli alle labbra, avrebbe potuto metterla sul ridere, burlarsi della propria reazione e fingere che non fosse che una sciocchezza, avrebbe potuto scherzare, cambiare argomento e fare l’amore con Harry tanto forte da fargli uscire il cervello dalle orecchie… eppure soffocò l’imbarazzo, soffocò la voglia di proteggersi e di nascondersi e prese un respiro profondo, abbassando infine gli occhi e preparandosi a mettersi a nudo davanti a Potter, timoroso ma fiducioso al tempo, perché per quanto si fosse esposto, Harry non gli avrebbe fatto del male, o forse semplicemente perché era intollerabile per lui l’idea di far soffrire il compagno.

“Peter è stato… il mio primo uomo… il mio primo in assoluto a dire il vero… Peter… “

“Peter, cosa?”

Draco prese un altro respiro profondo, ma non c’era spazio per nulla che non fosse la verità tra di loro, anche se avrebbe fatto male.

“Credo di essere stato innamorato di lui, credo di esserlo stato perché sono sicuro che mi ha spezzato il cuore ad un certo punto. Peter mi ha avuto, questo è vero, ma mi ha anche lasciato cadere e poi si è assicurato di calciarmi lontano… forse sarei stato diverso se non lo avessi incontrato, forse sarei stato diverso se al suo posto avessi incontrato qualcun altro, forse quando finalmente ti ho conosciuto avrei avuto un rapporto diverso con il sesso, se non mi avesse ferito tanto profondamente… sì, Peter mi ha avuto e sì, ha avuto da me qualcosa di più del sesso… ma di certo nulla di paragonabile a quello che tu hai risvegliato in me…”

“Non mi hai mai parlato di lui”

“No, mi ha fatto male, non è qualcosa di cui mi piace parlare”

“Mi hai parlato di cose molto spiacevoli”

“Sì”

“… ma non di Peter Greengrass”

“Forse non volevo lo sapessi…”

Harry tacque, appoggiandosi allo schienale del divano con gli occhi fissi davanti a sé e la mascella rigida. Aveva sentito qualcosa che lo aveva messo a disagio nelle parole di quell’uomo, nello scherno dei suoi occhi, nella sua aria di superiorità, nel modo famigliare con cui aveva pronunciato il nome di Draco, del suo Draco. Nella sua immediata reazione aveva sentito la sicurezza di conoscere il compagno meglio di chiunque altro… poi la sua vecchia ferita era riemersa, la sua vecchia paura di non riuscire a comprenderlo davvero, che per quanto avesse tentato non sarebbe stato in grado di conoscerlo mai. E l’ilarità negli occhi di quell’uomo era aumentata, i suoi lineamenti si erano trasfigurati nella finzione della compassione e Harry si era richiuso su se stesso, nascondendosi in un angolo della sua mente a piagnucolare e gemere per il resto della giornata fino a quando il suo io razionale era andato a prendere per mano il suo io in lacrime e lo aveva portato da Draco, per chiedergli, ancora un volta, di curare una ferita che aveva finito per procurarsi da solo, per chiedergli di salvarlo ancora una volta.

“…non ha colpe, non è stato il primo per suo merito, è stato il primo per puro caso e non è stato speciale se non per caso…”

“Ma speciale lo è stato”

“Non quanto lo è stata Ginny per te, i sentimenti che ho provato per lui non sono mai stati reali”

“Non mettere Ginny di mezzo, ti ho raccontato tutto di lei, non ho mai pensato di tenerti nascosto nulla”

“Non ti ho mai nascosto Peter, l’ho solo tenuto lontano, mi ha fatto sentire debole e impotente, mi ha fatto sentire piccolo e insignificante in un periodo della mia vita dove mi avevano insegnato che ero l’esatto opposto. Mi ha ferito e non ci ripenso con piacere, ero un bambino e mi sono illuso che il sesso e l’amore fossero la stessa cosa… lui mi ha chiarito quanto sbagliassi… non l’ha fatto in modo carino, ma non credo che fosse capace di fare diversamente, dopotutto era un bambino anche lui…”

“Gli hai mai detto che lo amavi?”

Draco prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi e lasciando ricadere la testa contro il divano. Perché doveva autoimporsi quella sofferenza? Perché non poteva smettere di fargli quelle domande, perché non poteva accettarlo come la cotta infantile che era stata? Perché doveva indagare tanto?

“Sì, ma pensavo che l’amore fosse quello che si legge nei libri, quello che esiste solo a parole e che suona tanto carino… non mi è mai capitato di dirglielo mentre si allacciava le scarpe, mentre era seduto sul cesso o mentre si scaccolava leggendo un libro… era sempre la situazione più stupidamente falsa che riuscivo a creare, era sempre quello che era giusto dicessi in quel momento, mai quello che non riuscivo a trattenermi dal dire, non è mai stato spontaneo, non è mai stato vero”

Draco vide la tristezza colorare il volto del compagno e percepì il suo autocontrollo cedere appena, non avrebbe più potuto fermarsi, se avesse esitato, se avesse omesso o perfino mentito, Harry lo avrebbe capito, il suo cuore si sarebbe spezzato e questo lui non sarebbe mai riuscito a tollerarlo.

“Com’eri quando facevi l’amore con lui?”

“Era sesso… no, peggio, era finto amore… c’erano un sacco di parole, un sacco di fai quello, fai questo… un sacco di parolacce, a volte… dolore…”

Harry strinse forte i denti, furiosamente geloso di quel giovane e inesperto Draco, del piccolo Draco tra le mani di un altro che invece di venerarlo, invece di accompagnarlo tenendolo per mano, invece di coccolarlo, invece di amarlo, di… Draco!, Draco tra le mani di uno sciocco, di un bruto, Draco tra le mani di Peter Greengrass!!

“… e tanto imbarazzo, un mare di imbarazzo, avresti mai pensato che ci potessero essere degli errori mentre si fa sesso, che ci potessero essere dei rimproveri, che si potesse essere maldestri?... per un bel periodo ho pensato che non fossi bravo, che semplicemente non fossi in grado… mi preoccupavo sempre di dove fossero le mie mani, le mie braccia, le mie gambe, perfino i miei capelli…”

Una pausa di silenzio carico di ricordi, poi Draco lasciò che un sorriso intenerito passasse le sue labbra, quante volte aveva sbattuto contro la testa, i denti, un braccio, una gamba di Harry, quante volte lo aveva schiacciato, quante volte gli aveva fatto male senza volerlo… quante volte si erano messi a ridere, quante volte avevano dovuto spingere, tirare, rotolare, scalciare… quante volte la passione non aveva fatto altro che alimentarsi di quell’aria stupita, di quel spostamento subitaneo, perfino della fitta di dolore appena prima di annegare nuovamente nel piacere… non si era mai sentito inadeguato con Harry, niente panico, niente calcoli, niente finzioni, niente imbarazzo, mai! Si mise a ridacchiare, ricordandosi della volta che nel bel mezzo di una sessione di sesso mozzafiato aveva cercato di scostare Harry dal proprio volto, preso in contropiede da uno starnuto improvviso. Harry non aveva voluto scostarsi, troppo preso da quello che stavano facendo per capire perché lo stesse scostando e aveva finito per ricevere lo starnuto in pieno viso. La sua espressione di totale sorpresa era stata impagabile, Draco era scoppiato a ridere e aveva raggiunto l’orgasmo nello stesso momento. La settimana successiva gli bastava starnutire per avere un’erezione e ancora adesso, a volte, dopo uno starnuto lui e Harry si cercavano con lo sguardo, complici.

Harry cercò la calma in quella risatina sicura, quella risatina che lo riportò prepotentemente al Draco di adesso, il Draco adulto, il Draco sicuro, il Draco che avrebbe potuto prendere Peter Greengrass per la collottola e scuoterlo fino a togliergli la polvere di dosso, o meglio, quello che lo avrebbe guardato dritto negli occhi e con un sorrisino appena accennato lo avrebbe fatto sentire la persona più insignificante sulla faccia del pianeta.

“Lo odio”

Draco trasalì, impreparato a quella cupa rabbia, a quel dolore vivo e sfavillante.

“Non devi… non si merita tanta considerazione, mi ha dato una lezione di vita, ma lo ha fatto senza rendersene conto, stava semplicemente facendo lo stronzo, forse era stato trattato a quel modo in passato, spero per lui che in seguito abbia trovato qualcuno che gli insegnasse cos’è l’amore, spero che sia cresciuto… avrà sempre una certa importanza per me, ma non gli permetterò mai di averne troppa e non dovresti permetterglielo nemmeno tu, non se la merita.”

Harry si rese conto di avere ancora la sua mano tra le proprie e se la portò alle labbra sotto i suoi occhi attenti. Posò nuovamente un bacio sui polpastrelli perfetti, succhiandoli fino a farli arrossare per poi studiarli con attenzione, quasi potesse trovarvi le parole che cercava… quando infine alzò gli occhi Draco gli rapì la bocca con la propria e Harry sentì una cascata ruzzolargli dalla nuca alla spina dorsale e infrangersi fra le sue cosce tanto improvvisamente da essere quasi dolorosa.

“Pensavo Peter mi avesse convinto a rinunciare all’amore, ma non avevo idea di quello a cui avevo deciso di rinunciare fino a quando non sei arrivato tu… pensavo mi avesse insegnato tutto, ma la verità è che non poteva insegnarmi nulla, perché nemmeno lui sapeva… la prossima volta che lo vedi non permettergli di guardarti con superiorità, è stato una formichina, tu sei la mia vita.”

Harry posò le mani sul suo volto, scrutandolo negli occhi quasi potesse scorgerci la sua anima, quasi potesse guardargli dentro e vederlo, vederlo davvero. Ma Draco lasciò che lo guardasse, sicuro, rilassato, aperto… e lui capì che non conosceva tutto di lui, che non lo comprendeva, che forse non sarebbe mai riuscito a comprenderlo e a conoscerlo davvero, ma allo stesso tempo sapeva di amarlo, di amarlo per tutto ciò che di lui conosceva e anche per tutto ciò che di lui intuiva soltanto, amava la sua luce e amava la sua ombra… e tutto il resto non aveva importanza.

 

***

 

“Salve”

Harry alzò gli occhi dai documenti che doveva firmare, riconoscendo all’istante il tono ironico anche se lo aveva udito una sola volta. Peter Greengrass lo stava osservando con la sua solita aria di superiorità. Un accenno di rabbia e di gelosia si agitarono nel suo petto ma il suo corpo rispose con un gemito di stanchezza. Ieri aveva esagerato con Draco, non aveva più l’età per certe cose…

“Salve, Malfoy mi ha detto di ricambiare il saluto, gli ha fatto piacere ricordarsi di lei, ha risvegliato molti ricordi”

Harry sorrise dolcemente, sorrise del giovane Draco che era tanto abituato a ricevere amore da lasciarsi spezzare il cuore da qualcosa che ne era solo la parodia, sorrise con tenerezza a quel Draco inesperto che spezzato e ferito era finito tra le sue braccia, sorrise perché era tra le sue braccia che era guarito e cresciuto, era tra le sue braccia che aveva imparato a volare.

Peter Greengrass guardò l’Eroe del Mondo Magico e si sentì spiazzato e insicuro, era certo di averlo ferito il giorno prima, di aver colpito nel giusto, ma allora perché gli occhi verdi erano tanto calmi, tanto sereni, tanto felici? Era stato lui a prendere la verginità del bambinotto biondo, era stato lui ad insegnargli l’amore, era stato lui a togliergli quell’aria sicura e a scoprire sotto la sua aurea corazza il cucciolotto indifeso, era stato lui!

“Sarei felice di riportare quei ricordi in superficie assieme a lui, ne sono passati di anni…”

“Potresti venire a bere il the a casa nostra un giorno di questi, sarà divertente ricordare di quando eravate entrambi bambini”

Peter non si lasciò sfuggire il bambini, ma soprattutto non si lasciò sfuggire la minaccia pacata del sorriso lieve sulle labbra dell’uomo davanti a lui. Non credeva si potesse instillare terrore con un sorriso, ma un’ondata di paura gli stava scorrendo nelle vene sebbene Harry Potter stesse solo sorridendo. C’era qualcosa di amichevole nell’occhiata sicura e aperta, qualcosa di terrificante nel corpo muscoloso che ricordava una tigre che cammina maestosa in una foresta, pronta ad azzannarti puntando alla gola. Ricordava ancora adesso, dopo tutti quegli anni, quanto potessero essere affilate le occhiate di Draco, non c’era alcun dubbio: aveva un ottimo allievo.

“… sarebbe carino, ma non penso che ce ne sarà l’occasione, dopotutto è passato molto tempo da allora, non siamo più bambini”

Harry lo guardò serio per un paio di imbarazzanti e silenziosi secondi, poi una mezza risata gli brillò nello sguardo e lui tornò ai suoi documenti, senza degnarlo di ulteriore considerazione mentre Peter Greengrass si ritrovò in imbarazzo in mezzo all’atrio, senza essere sicuro di essere stato congedato. Infine si voltò silenziosamente e uscì, Harry non se ne accorse nemmeno.

Quello che se ne accorse fu Draco, Harry aveva dimenticato il suo tesserino quella mattina, forse perché dopo la serata bollente non aveva sentito la sveglia ed era terribilmente in ritardo, o forse perché appena prima di uscire aveva dovuto sfilargli tre volte le mani dai pantaloni per poter lasciare davvero la casa. Merlino quanto aveva voglia di lui, malgrado quello che avevano fatto la sera prima, malgrado quella mattina, malgrado tutti  quegli anni…

E adesso, dopo averlo visto parlare con Peter, cogliendo quello che stava dicendo malgrado fosse troppo lontano per sentirli, adesso, dopo averlo visto vincere contro il suo passato per l’ennesima volta… adesso ne aveva ancora più voglia, avrebbe voluto fondersi con lui, assaggiarlo, aspirarlo, toccarlo… avrebbe voluto prendere Peter e baciarlo come Potter lo baciava, avrebbe voluto fargli capire quanto era insignificante, quanto era stato piccolo e stupido, avrebbe voluto fargli assaggiare la grandezza di Potter… e allo stesso tempo non sarebbe mai stato disposto a condividerla con nessuno!

Per un istante pensò di andare da Harry e dirgli che lo amava, dirglielo e basta, guardandolo dritto negli occhi e scorgendo la sua infinita felicità, la sua debolezza nella gelosia, il suo sconfinato amore, la profondità della sua tenerezza… tutto quanto mentre gli diceva che lo amava…

Con un sospiro sentì la punta delle dita dei piedi fremere dalla voglia di avanzare sul serio… ma si rese conto che il suo non era amore, era la voglia di firmarlo, era la voglia di far sapere a tutti, a Peter compreso, che Harry era suo, suo soltanto, voleva marchiarlo così come i cani pisciano contro gli angoli delle case… Scosse la testa, sorridendo alla stupidità dei propri sentimenti.

Un nuovo sospiro e uscì per andare al lavoro con il tesserino di Harry ancora in tasca, era Harry Potter dopotutto, lo avrebbero lasciato entrare ovunque anche senza tesserino… quanto al marchiarlo lo avrebbe fatto quella sera, la sera dopo e quella dopo ancora... perché Peter non esisteva più, era stato un alito di passato e lì sarebbe restato, nel passato.

 

 

 

 

 

 

TADADADAAAAAAN!

Ecco la vostra nuova ficcina, spero che vi sia piaciuta, come al solito la prossima al prossimo lunedì!

  
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