Prima di lasciarvi all'ottava one-shot di questa collezione, voglio ringraziare chi ha seguito e commentato fino a questo punto, con tanto affetto e un grazie davvero con il cuore. Caillean ^^
Sincerità...spietata
I corridoi del S.Mungo hanno odori che non ti piace
ricordare.
A volte l'odore della sofferenza che tua madre - la tua regina -
si sforzava di nascondere, ma che tu percepivi ugualmente, è ancora lì con
te.
L'aver lottato perchè lei non dovesse trascorrere in un luogo come questo
le sue ultime ore ti fa dire onestamente di non averla mai abbandonata.
I
dolori si stemperano nel tempo, lasciandosi dietro i ricordi.
Mentre entri
nella stanza di Sean, trovandovi Megalie e Tonks, cerchi di calmare l'ansia
portata da questi pensieri.
" Come sta il ferito di guerra? "
" Sta "
risponde Megalie. " Sta facendo impazzire le guaritrici. "
Appoggi sui piedi
del letto la sacca che Sean ti ha chiesto di portargli. Finalmente uscirà quel
pomeriggio, anche se sarà impegnato per molto con le cure per rimettersi in
sesto.
" Io mi do da fare " assicura Sean, indicandoti a Meg. " A differenza
di qualcuno di nostra conoscenza. "
" Sean, ti ho spiegato che..." sospiri,
rinunciando all'idea di spiegarti per l'ennesima volta.
Ma l'espressione di
Megalie suggerisce che non mollerà tanto presto.
" Si può sapere cos'altro è
successo, mentre ero via? Già mi sento in colpa per te, Sean...Se poi devo
venire a scoprire che anche a Kingsley..."
" Non è successo niente, Meg...ed
è completamente inutile che guardi Tonks sperando che ti dica qualcosa lei. "
Ridacchi, mentre il suo sbuffare rivela che aveva pensato proprio di prendere
quella scorciatoia.
" Pregherei i miei superiori di non mettermi in mezzo,
grazie! " replica Tonks. I suoi capelli diventano di un verde allucinato...e
allucinante.
Per tua sfortuna, mentre la accompagni a casa sua a tarda
serata, scopri che Megalie non ha intenzione di mollare.
Quando arrivate
davanti al suo portone, lei ha già intercettato il tuo sguardo diverse volte,
con quell'espressione inconfondibile sul volto.
" D'accordo. Ti concedo
dieci minuti di psicanalisi. Non di più, però. "
" Adesso mi offendi. Non
voglio psicanalizzarti. "
" Non ci casco, signorina. La tentazione è troppo
forte, per te. "
Si ferma sugli scalini di pietra, appoggiando la borsa alla
ringhiera. Si siede, alzando lo sguardo. Lo farò quando meno te lo aspetti "
dichiara. " Adesso hai le difese alzate. "
" Ecco, appunto. "
Ti siedi
accanto a lei.
Come ha fatto tante volte da quando vi conoscete, appoggia la
testa sulla tua spalla. " Mi piace Tonks. E' in gamba. "
Sorridi, d'accordo
con lei. " Decisamente in gamba. E lo è anche Rose. "
Si scosta per
guardarti in faccia. " Potrà tornare...? "
Devi dare quella risposta
silenziosa che non vorresti mai ricevere. Il peso è sempre lì, non si scioglie.
" Si è salvata, starà bene...con il tempo. Ma non...difficilmente potrà
rientrare nelle squadre sul campo. "
Fissi la pietra dello scalino sotto di
voi, il selciato del vialetto. Le lacrime silenziose sono quelle che sembrano
poterti far scoppiare da un istante all'altro. Sono le peggiori.
" Tonks..."
riprende Meg dopo un po' " mi piace perchè...è se stessa, con voi. Non sembra
temere nessun superiore. "
Annuisci, grato che lei abbia capito il tuo
momento, che abbia ripreso l'argomento di prima. " In effetti c'è da pensarlo,
nel vedere come riesce a tenere testa a Scrimgeour, senza mai sbilanciarsi e
rischiare. Sembra assolutamente impulsiva, ma ha un'idea tutta sua e molto
efficace della diplomazia. "
" Troverò lo stesso il modo di sapere da lei
quello che tu e Sean non volete dirmi, sappilo. "
" Credo tu abbia sbagliato
completamente lavoro, sai?...A meno che il negozio non sia una copertura per una
agenzia investigativa. "
" Beh, non ti nascondo che negli ultimi giorni, dopo
l'attacco dei Mangiamorte alla Coppa del Mondo, ci è capitato di fare un po' di
tutto, tra un sacchetto di mangime e una medicazione ad una zampina di gufo. "
Non ti è sfuggito l'unico segnale di paura che Megalie si è lasciata scappare,
un leggero tremore delle spalle è tutto quello che accetta da se stessa.
"
Ho sentito scemenze incredibili, questa settimana, Kingsley...Persone che non
sanno guardare, che vogliono soltanto vivere nelle loro beate tranquillità.
"
" Lo vorremmo tutti, Meg. So come la pensi, è quello che provo anche io.
Forse, se non fossi a contatto continuo con segnalazioni, indagini sulle
famiglie di purosangue più fanatiche...e tutto il resto, forse anche io vorrei
poter non vedere. "
" Odio quando sei così...corretto. "
La guardi per
diversi momenti, in silenzio. E ti chiedi quanto tu e Sean, tutti voi amici
possiate dire di conoscere veramente di lei. Quanto abbia scelto di aprirsi su
ciò che pensa, su come vede ogni cosa successa nel mondo magico, dopo la morte
dei suoi parenti.
Quanto veramente ci si apre agli altri?
Tu hai
desiderato per anni di non ricevere domande su tuo padre, di non dover
rispondere.
Fai per dirle qualcosa, ma desisti.
" Io mi sento..." cerca
di spiegarsi Meg, guardando avanti a sè. " Ho paura di tutta la rabbia che mi
torna a salire dentro. E mi sento egoista, nervosa, piena di collera...dopo la
Coppa del Mondo. "
Dopo che il Marchio Nero è tornato a macchiare il
cielo.
" Egoista...perchè? " le chiedi.
" Perché..." si asciuga le prime
lacrime con il dorso di una mano. " E' assurdo, ma quando sono entrata al
S.Mungo, negli ultimi giorni, non desideravo altro di riavere Sean in piena
forma, di riavervi accanto a me, in qualche modo...A farmi sentire che tutto si
può riparare, che sistemeremo tutto. Mentre voi, tutti voi...chissà cosa state
passando! "
" Sciocca! " riesci a dire soltanto questo, mentre l'abbracci
cercando di sciogliere quel groppo in gola.
Restate lì, aggrappandovi l'uno
all'altro, entrambi cercate di ricordare la sensazione di quei giorni a
Hogwarts, relativamente tranquilli, relativamente felici.
" Non finirà mai,
veramente " la senti mormorare contro il tuo maglione.
Cosa puoi dirle, ora?
No, ti sbagli, finirà molto presto. Non sarà come l'altra volta...?
Non puoi
mentirle su quello che senti. Perchè la sua non è soltanto una richiesta di
sicurezza, ma soprattutto un bisogno di sincerità.
" Forse non finirà.
"
Però si può fare qualcosa per affrontarla, un passo alla volta.
Continua...
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