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Autore: Kilian_Softballer_Ro    12/07/2016    3 recensioni
Silver è un impacciato cameriere di tavola calda, con un fratello da mantenere e una storia non proprio allegra alle spalle.
Blaze è la tranquilla figlia di due ricchi imprenditori, forse un po' viziata ma in fondo di buon cuore.
Sembrano appartenere a due mondi diversi. Ma cosa succede se questi due mondi non solo si incontrano,ma si scontrano e si intrecciano? E se tutto ciò accade fra le mura di un luogo all'apparenza tranquillissimo come il South's Diner?
Questo resta tutto da scoprire.
(AU, Human!Verse, presenza di OC e probabilmente di personaggi OOC)
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Silver the Hedgehog, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Silver rimase in fibrillazione fino alla fine del suo turno, praticamente saltellando sul posto. Non vedeva l'ora di parlare con Blaze. Voleva capire, voleva risposte, qualunque esse fossero. Solo dopo averle avute si sarebbe potuto dare pace e avrebbe potuto dire qualcosa a Tikal, che per tutte le ore rimaste lo aveva seguito con lo sguardo, visibilmente piena di domande ma sempre in silenzio.
Finalmente giunsero le sei. Il ragazzo praticamente volò fuori dal locale, un Dodgeball ignaro del motivo di tanta confusione alle calcagna. Ora nella sua agitazione si era insinuato anche un dubbio: Blaze, dopo aver prestato il suo aiuto durante la caotica ora di pranzo, se n'era andata, promettendo di incontrarlo più tardi. E se non si fosse presentata? Se si fosse trattato di uno scherzo a suo danno, un inganno per il quale lui sarebbe rimasto lì ad aspettare sul marciapiede come un idiota?
Ma lei era lì, in attesa. Aveva i capelli sciolti sulle spalle e un grande sorriso sul volto ed era bellissima e no, non si sarebbe mai pentito di averle dato retta, anche se tutto si fosse rivelato uno scherzo. 
- Ciao - disse Silver, cercando di mantenere la calma. Me! Stava aspettando ME!
- Ciao - replicò lei, e il suo sorriso si allargò. Gli prese la mano e la tirò scherzosamente. - Andiamo?
- Dove andiamo?
- È una sorpresa. - Blaze gli strizzò l'occhio e cominciò a camminare. Lui non potè fare altro che seguirla, confuso.
Lungo la strada non dissero una parola, ma alla fine andava bene così. Avere la mano di Blaze nella sua, così morbida e calda, era un calmante per ogni dubbio. Certo, tenere a bada un bambino di sei anni con l'altra mano rompeva un po' la magia, ma non si poteva avere sempre tutto.
Camminarono a lungo, finchè non arrivarono a un piccolo parco che Silver non aveva mai visto. Probabilmente era un angolo dei quartieri alti, a giudicare dalla zona, ben oltre la sua "linea di competenza". 
Ma era bellissimo. Gli alberi erano verdi e pieni di vita, e l'erba tagliata a regola d'arte. Persino le panchine e i giochi per bambini erano intatti e privi di graffiti, una cosa che aveva visto di rado in periferia. Loro tre erano i soli presenti.
Blaze li fece sedere su una panchina. - Vado a prendere da mangiare - annunciò, poi diede un colpetto al naso di Dodgeball. - Hai fame?
Il bambino annuì vigorosamente, ma era già distratto dai giochi distanti pochi metri. - Silver, posso andare là? - Chiese, dopo che Blaze si fu diretta verso il chiosco all'ingresso del parco.
- Dopo mangiato - rispose lui, quasi distrattamente. Se ci aveva visto giusto, lui e Blaze avrebbero avuto molte cose da dirsi...da soli.
Aspettarono finchè la ragazza non ritornò con tre panini che sembravano di lusso come il parco e mangiarono di gusto, sempre senza parlare. Quando terminarono, il sole aveva appena iniziato a tramontare, grazie alle lunghe giornate estive.
Dodgeball scappò a giocare non appena gli fu possibile, lasciando i due giovani soli. Silver si ritrovò a guardare Blaze nei grandi occhi dorati. La ragazza stava sorridendo e lui si sentì scivolare via dalla bocca tutte le domande che aveva avuto intenzione di formulare. 
Cercò di dire qualcosa, ma l'unica frase che gli uscì dalla bocca fu: - Sei bellissima.
Il suo sorriso divenne grande e luminoso. - Anche tu.
- Ma è abbastanza? - Smettila, smettila di dire cose a caso.
- Non lo so. Tu che dici? - Sussurrò Blaze prima di baciarlo sulle labbra, e fu tutto come al locale, solo più privato e molto, molto più lento.
Quando si staccò, Silver disse piano: - Spero di sì.
Lei gli accarezzò il viso : - Perchè speri? Credi che non funzionerà?
- Siamo...Veniamo da due mondi troppo diversi, Blaze. Tu vivi in questi posti meravigliosi e io...
- E tu sei un ragazzo e io una ragazza. E ci siamo innamorati. Tutto il resto non conta niente. Non siamo dentro Romeo e Giulietta o...o Aladdin, accidenti. Non deve succedere qualcosa di tragico.
- Ma cosa diranno i tuoi genitori? O le tue amiche?
- Non sono più una bambina che deve dare ascolto agli adulti. Quanto alle mie amiche...o a tutti i presenti di stasera, per quanto mi riguarda...se qualcuno avrà qualcosa da ridire, se lo terrà per sè. Nessuno scandalo. Quasi tutti hanno avuto la loro brava storia con un cattivo ragazzo o una cattiva ragazza.
Un piccolissimo sorriso comparve sulle labbra di Silver. - Io sono un cattivo ragazzo?
Blaze rise, prendendogli la mano. - Oh, no. Tu sei una bravissima persona. Sei gentile, e forte, e qualunque cosa accada voglio che noi due funzioniamo. Tu cosa dici?
- Dico che va bene.
Poteva funzionare. Avrebbero trovato il modo di farla funzionare.
 
 
Parlarono ( e non soltanto) per quella che sembrò loro un'eternità, ma il momento di separarsi arrivò comunque. Blaze doveva camminare fino a casa e Silver doveva recuperare la sua macchina dal parcheggio del South, e quindi era giocoforza che andassero in due direzioni diverse.
Di fronte al cancello del parco si scambiarono un ultimo, languido bacio, poco inclini a separarsi, ora che erano finalmente riusciti a venirsi incontro. Ma era necessario, perciò Blaze si separò da lui malvolentieri e fece un passo indietro. - Scrivimi, quando arrivi a casa. D'accordo?
Silver annuì. - Anche tu.
La ragazza girò sui tacchi e si diresse verso casa propria, sentendo crescere dentro di sè un desiderio improvviso di ridacchiare istericamente. Ho un ragazzo.
Smettila. Non hai più tredici anni.
Ma ho un ragazzo. E l'ho BACIATO.
Era un pensiero troppo ridicolo perchè potesse trattenersi dal ridere. Già, aveva baciato Silver. Diverse volte, anche. Ed era stato fantastico.
Continuò a ridere fra sé, camminando verso casa con un nuovo brio. Non aveva mai avuto certe reazioni con i ragazzi prima di allora. Era assurdo...però la faceva sentire bene, anche. La faceva sentire completa.
Tuttavia, anche la migliore delle reazioni avrebbe vacillato alla prospettiva di parlare con Rouge e Amy. 
Arrivata alla porta di casa Blaze esitò, poi scosse la testa ed entrò col passo più deciso di cui era più capace. Doveva affrontare le conseguenze delle sue decisioni.
I suoi genitori, impegnati con un convegno l'una e con una riunione l'altro, erano ancora fuori casa, ma le sue amiche erano lì ad aspettarla, sedute al tavolo della cucina. Sembravano quasi una coppia in attesa del ritorno della figlia dal ballo scolastico. Beh, questo sì che è imbarazzante.
Sentendola entrare, le due raddrizzarono la schiena e puntarono gli occhi su di lei. - Blaze!
-...ciao? - La ragazza si avvicinò e si sedette insieme a loro. Quegli sguardi fissi la rendevano nervosa. - Non fissatemi così, non ho ammazzato nessuno.
- Perchè non ci hai detto che ci stavi provando con il cameriere? - Chiese Amy, incrociando le braccia. - Non dovresti tenere certi segreti.
- Perchè non ci stavo proprio...provando...Ho capito cosa sentivo io e cosa sentiva lui e ho deciso di fare...un passo avanti. -Blaze si interruppe, notando le occhiate maliziose che le venivano lanciate. - No, no, no. So cosa state pensando. Non l'ho placcato per un'avventura di una notte. Voglio una storia seria.
- Ceeerto...- Rouge fece un risolino, poi continuò in tono indulgente, come se stesse parlando a una bambina. - Tesoro, non puoi avere una storia seria con uno come lui.
- Perché no? Lo avete visto, lui è una persona seria.
- Ovvio, non lo metto in dubbio, ma...Hai visto dove lavora? La zona in cui vive? Siete troppo diversi, non puoi fidarti di lui. Se lo fai avvicinare troppo, oltre a rovinarti la reputazione potrebbe approfittare della tua...ingenuità. Farti pagare per qualcosa o rubarti dei soldi direttamente.
Amy annuì, convinta. - È molto probabile, sai. Una notte a volte è perfino troppo con gente come lui. I ragazzi sono tutti dei gran bastardi.
Blaze taceva, sbigottita. Il suo volto era impassibile, ma dentro la sua testa si era scatenato il caos. Non riusciva a credere che le sue amiche, due persone di cui si era sempre fidata, le stessero dicendo certe cose. Ancora meno riusciva a credere di aver mai avuto pregiudizi del genere. Ora si rendeva conto di aver commesso dei gravi errori.
In silenzio si alzò dalla tavola e cominciò ad allontanarsi. Rouge allungò una mano per fermarla. - Blaze...
- Vi è passato per la mente - sibilò lei stringendo i pugni - che se avesse voluto derubarmi avrebbe provato a flirtare e affascinarmi come fanno tre quarti dei ragazzi che vediamo ogni giorno, mentre lui a stento osava parlarmi? Credete che se avesse avuto cattive intenzioni sarei stata io a fare il primo passo?
- Blaze, andiamo...
- E il motivo per cui non vi ho detto niente è proprio il fatto che avreste reagito così, e avevo ragione! - Così dicendo la giovane si chiuse la porta della cucina alle spalle, sbattendola, e scappò verso la sua stanza. Era furibonda, e sull'orlo delle lacrime. Mai avrebbe pensato che la sua giornata d'oro sarebbe stata rovinata così.
O forse sì, se lo era aspettato. Sapeva che ci sarebbe stata gente contro di loro.
Ma li avrebbe ignorati. Oggi, domani, finchè necessario.
Almeno ci avrebbe provato.
 
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ALLELUIA. Finalmente sono riuscita a mettere mano a questa storia. Con mezzi MOLTO di fortuna, come avevo detto in Mirrors, ma meglio di niente,no?
Spero davvero di poter fare di più, ora. Per adesso, godetevi questo nuovo capitolo e ditemi che ne pensate. A presto!
^Ro
  
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