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Autore: Mary P_Stark    14/07/2016    8 recensioni
1803. Yorkshire. La guerra infuria, in Europa, e Napoleone Bonaparte non nasconde le sue mire nei confronti della ricca Inghilterra. Christofer Harford, figlio cadetto del Conte Spencer, viene costretto dal padre a maritarsi prima della partenza per la guerra. Le imposizioni non sono mai piaciute al rampollo di casa Spencer, che mal sopporta l'ordine, e finisce con il rendere vittima la dolce e docile Kathleen, sua moglie contro ogni aspettativa. Le privazioni della guerra e la morte prematura del conte Harford richiamano in patria un Christofer distrutto dal dolore, che si ritrova ad affrontare non solo la morte del conte, ma anche una donna che non riconosce essere sua moglie.
Perché la nuova Kathleen è forte, non si piega alle avversità e, soprattutto, sa tenere testa al marito come mai aveva fatto prima della sua partenza. Ma cosa l'ha cambiata tanto?
Christofer è deciso a scoprirlo, così come è deciso a redimersi dalle sue colpe come marito. Ma nubi oscure si addensano all'orizzonte, minando la possibilità dei due coniugi di conoscersi, di instaurare un vero rapporto.
Saprà, Christofer, difendere la moglie da questo pericolo ormai alle porte e, nel suo cuore, potrà trovare spazio anche per l'amore?
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Epilogo.
 
 
 
 
02 – V – 1807
 
 
Intenta a osservare i gemellini alle prese con una palla di pezza, mentre Randolf li studiava con attenzione, Kathleen impiegò un attimo prima di accorgersi dell’arrivo di qualcuno.

Christofer fu più lesto di lei ad accorgersene e, distolto lo sguardo dal quadro che stava ultimando, sorrise nel dire: “William sta arrivando al galoppo. Pare avere fretta.”

Wendell, nei pressi del vicino torrente e tutto preso dalla pesca, lanciò un’occhiata curiosa al cugino, prima di mollare tutto e avvicinarsi al gruppetto steso sul prato.

Sorpresa a sua volta, Myriam distolse l’attenzione dal suo ricamo e lo fissò curiosa, dichiarando: “Forse, Bridget lo sta rincorrendo con un forcone.”

Il gruppo rise gaio – la coppia si era sposata il mese precedente, nella chiesa principale di York – e, quando infine William fermò la cavalcatura, Christofer esclamò: “Ben arrivato! Sembrava tu avessi davvero una fretta indiavolata.”

“Christofer…” lo salutò William, con un sorriso e un cenno del capo. “Wendell…”

Ormai, sia a Green Manor che a Casa Barnes, tutti erano a conoscenza del legame tra William e Kathleen e, pur se le apparenze venivano mantenute con gli estranei, in famiglia tutto ciò non avveniva più.

“Signore…” si inchinò poi l’uomo, sorridendo sia a Kathleen che Myriam, che risposero con altrettanta gaiezza.

Nel vederlo, Randolf lo salutò con allegria, pur non discostandosi dai cugini – si era fatto molto protettivo, con loro.

William salutò anche lui, ma rimase accanto alle due donne, estraendo poi dal panciotto una lettera con il blasone dei Phillips stampigliato sulla ceralacca.

Irrigidendosi immediatamente nel vederlo, Myriam fissò il cognato e mormorò ansiosa: “E’… è di Anthony?”

“Sì, Myriam. Per voi. Ho corso più veloce che potevo, per portarvela” le rispose William, consegnandogliela.

Deglutendo a fatica, la donna afferrò dalla sua mano la missiva e, dopo aver spezzato con nervosismo la ceralacca, aprì il foglio pergamenato e scorse velocemente il contenuto.

Un lento sorriso le si dipinse sul viso e, nel guardare la sua famiglia, mormorò a bassa voce:

 
Mia diletta Myriam, la mia missione in Spagna può dirsi conclusa.
Sto tornando con Emily e il suo amante, assieme a una non ben
precisata quantità del mio tesoro di famiglia (evidentemente, Emily
sa anche essere parsimoniosa, quando vuole) e conto di giungere a
Londra con il finire di maggio. I mari, come ben sai, sono piuttosto
agitati, e i francesi si innervosiscono per un nonnulla. Non mi succederà
comunque nulla, non temere. Siamo difesi dai migliori soldati della Corona
e, dopotutto, il conflitto si svolge in acque ben distanti da dove sto navigando
ora. Al momento, siamo fermi nei pressi di Bilbao, perciò ne ho approfittato
per scriverti e metterti al corrente di tutto. (interessante come, nonostante la
guerra, i commercianti se ne infischino della provenienza della merce)
 
Lì, Myriam si fermò un attimo per sorridere e Christofer, ghignando, dichiarò: “Anthony è un mago nel perdere il filo del discorso, quando scrive…”

“Già” assentì la donna, riprendendo la lettura.
 
Spero non te ne risentirai, ma ho acquistato una spada giocattolo per
Randolf, che intenderei regalargli per il suo prossimo compleanno. Ma
sono pronto a cambiarla con qualcos’altro, se non la riterrai un regalo
adeguato. Comunque, ho anche già pensato di contattare il mio avvocato,
che ha redatto i documenti per il divorzio. Emily si è dichiarata pronta a
firmare, ma solo in cambio di una rendita vitalizia a suo nome. Forse non
ha ancora capito che, quando saremo nuovamente su suolo inglese, le sue
parole non avranno più peso alcuno. Mi spiace agire a questo modo ma,
se fosse stata onesta con me, non saremmo mai arrivati a questo punto. Ho
le mie colpe, ma non me la sento di sobbarcarmi anche quelle di Emily.
A ogni modo, ho un regalo anche per te, pur se non ti dirò cosa. Spero solo
che, quando te lo darò, la tua risposta sarà ‘sì’. Ho detto troppo, forse, ma
ormai non vedo l’ora di rivederti, e il pensiero di raggiungerti non mi permette
di godermi il viaggio come vorrei. Sai essere dispotica anche quando non ci sei.
 
A quella frase, Myriam si accigliò leggermente, e Kathleen le batté una mano sulla spalla, consolatoria.
 
Non voglio tediarti oltre, so di diventare logorroico quando scrivo, perciò
interromperò qui il mio scritto. Desidero solo aggiungere una cosa…
Ti amo                                                               tuo Anthony
 
Stringendosi al petto la missiva, Myriam sorrise a William e mormorò: “Grazie per essere venuto subito qui, quando è arrivata.”

“Visto ciò che portavo, ho pensato di affrettarmi e, a quanto pare, ho fatto bene. Siete raggiante, Myriam” dichiarò l’attendente – e cognato – nel sorriderle.

Incuriosito dal sorriso della madre, Randolf domandò: “E’ dello zio Anthony?”

“Sì, Randy. Sta tornando, finalmente.”

Il bambino si illuminò in viso, nel saperlo e, lasciati temporaneamente i cugini all’occhio vigile di Kathleen, Randolf si andò a sedere accanto alla madre.

“Torna davvero? E non va più via?”

“No, non va più via” lo rassicurò lei, carezzandogli una guancia. “E, a questo proposito, vorrei porti una domanda.”

Il bimbo, allora, si fece serio e, annuendo, mormorò: “Dimmi, mamma.”

“Ti piacerebbe se lo zio Anthony diventasse papà Anthony?”

Sbattendo le palpebre con espressione confusa, Randolf lanciò un’occhiata dubbia a William, domandandogli: “Ma… si può, zio William?”

Lui, a quel punto, si accomodò a gambe intrecciate sull’enorme coperta a quadri su cui si trovava anche il nipote e, annuendo, gli disse: “Il tuo papà era Andrew, il mio fratello minore, e il fratello maggiore di zia Kathleen, ma tu puoi avere un nuovo papà, se la mamma si risposa.”

Grattandosi una guancia con espressione meditabonda, Randolf mormorò: “E lui mi vorrà bene come me ne voleva quando lo chiamavo zio?”

“Di più, perché sarai suo, e potrà donarti tutto l’amore che ha per te, senza che le persone abbiano nulla da dire in contrario” lo rincuorò William.

Inclinando il capo a scrutare sia la madre che lo zio, Randolf ci pensò su ancora un attimo, prima di rivolgersi anche agli altri zii.

Rivoltandosi sulla grande coperta, guardò Kathleen, Christofer e Wendell, prima di domandare: “E’ vero? Può fare il mio papà?”

“Certo che può farlo, tesoro. E sono sicura che tu saprai fare il bravo figlio, vero?” gli disse Kathleen, sorridendo.

“E… e il papà Andrew? Non …non potrò più dire il suo nome?” borbottò turbato Randolf, ora assai confuso.

Wendell gli sorrise comprensivo, carezzandogli il capo di capelli bruni.

Da quando la madre gli aveva spiegato che fine avesse fatto, Randolf era maturato molto. Quelle, infatti, erano domande più che lecite, e molto più che ragionate.

Lasciati colori e tavolozza accanto al treppiede che sosteneva la sua tela, Christofer andò a inginocchiarsi dinanzi al nipote e, nel carezzargli a sua volta il capo, disse: “Andrew e Anthony erano grandi amici, Randy, e si sono sempre rispettati. Anthony ha sofferto come noi tutti, quando il tuo papà è morto, perciò, non solo potrai parlare ancora di tuo padre, ma potrai chiedere ad Anthony di raccontarti storie su di lui. Così non lo dimenticherai, e aiuterai il tuo nuovo papà a sopportare il dolore di averlo perso.”

“Posso davvero?” mormorò speranzoso il bimbo.

“Puoi fare tutto, Randy. E Anthony vorrà bene sia a te che alla mamma, così non sarete più soli” lo tranquillizzò Christofer.

“Vorrà bene anche a nonna Georgiana?”

A quel punto, tutti risero e Myriam, annuendo, disse: “Penso non ci saranno problemi. E poi, da quel che so, nonna Georgiana ha già qualcuno che si sta prendendo cura di lei.”

Kathleen la fissò sorpresa e la cognata, sorridendo maliziosa, mormorò: “Io proverei a chiedere a tua madre quante volte passa a trovarla lord Conroy… forse, sarai sorpresa di saperlo.”

“Il cugino di nostro padre?” esalò Kathleen, lanciando un’occhiata interrogativa all’indirizzo di William, che parve ugualmente sorpreso dalla notizia.

“Da quel che so, è rimasto vedovo nel gennaio di quest’anno e, da quel momento, ha abbandonato il palazzo di King’s Street a Londra per tornare qui al nord, nella sua tenuta nei pressi di Fulford.”

“Oh,… non mi era stato detto” esalò sorpresa e dispiaciuta Kathleen.

“Tesoro… in quel periodo eravamo in Cornovaglia, se ben ricordi” le rammentò Christofer.

“Già… chissà dove ho la testa, ultimamente?” brontolò contrariata Kathleen. “Quindi, mi stai dicendo che mia madre e il cugino Bastian stanno…”

Myriam sorrise divertita e replicò: “Parlane con lei. Non voglio dire cose che posso anche essermi solo inventata. Di sicuro, se la cosa andasse in porto, lo zio Constantin si rincrescerebbe molto, visto che mal si sopportano.”

“Solo per questo, farò il tifo per il nostro cugino di Londra” ironizzò allora Kathleen, sorridendo a un sorpreso William. “Se si sposassero, diventerebbe la figura più vicina a un padre che tu abbia mai avuto.”

“State facendo i conti senza l’oste, signore” replicò William, levandosi in piedi per raggiungere i nipotini. “E lui, in ogni caso, lo è sempre stato, in un modo o nell’altro… che vi fosse o meno una parentela tra di noi.”

Sollevati poi i bimbi tra le braccia, tra strilli entusiastici e divertiti, si avviò verso il torrente assieme a Wendell e, nel chiamare con sé Randolf, anch’egli si allontanò dal gruppo.

Kathleen e Myriam, allora, si levarono in piedi e, dopo un sorriso alla cognata, Myriam li raggiunse.

Rimasta sola col marito, Kathleen si avvicinò a Christofer, che era tornato al suo quadro e, sorridendo nell’ammirare quel bellissimo scorcio di natura, mormorò: “Davvero stupendo.”

Lui la baciò su una guancia, le porse il pennello e disse: “L’ultima pennellata vorrei la dessimo insieme. Non potrà mai essere perfetto, senza il tuo tocco.”

Kathleen assentì in silenzio e, con un sorriso malizioso, si pose innanzi a lui, poggiando la schiena contro il suo torace.

Christofer ne aspirò il dolce profumo, intrecciò la mano sinistra con quella della moglie e, delicatamente, la poggiò sul suo ventre.

Sembrava tutto uguale al solito, eppure…

“Sono io che ho male interpretato o le tue distrazioni continue, ultimamente, sono sintomo di qualcosa in particolare?” sorrise speranzoso, dandole un bacio delicato sulla tempia.

Lei ridacchiò e, annuendo, gli disse: “Credo che diverrai di nuovo padre, Christofer. Spero che la cosa ti renda felice come lo rende me.”

Il conte allora afferrò il pennello dal basamento su cui lo aveva poggiato e, intrecciata la mano destra a quella di Kathleen, sollevò lo strumento e fissò il quadro.

Ci aveva lavorato per quasi un mese, scegliendo sempre un tipo di luce particolarmente trasversale, così che i raggi filtrassero in maniera quasi magica tra le foglie.

Ora, gli sembrava pronto per essere dichiarato finito ma, come aveva detto alla moglie, senza il suo tocco non sarebbe mai stato adeguato.

La baciò quindi sulla tempia e, insieme, diedero un ultimo tocco di colore alle chiome più scure degli alberi.

Sorridendo soddisfatto, poggiò infine il pennello e, portandosi la mano di Kathleen alla bocca, dichiarò: “Sì, ora è perfetto.”

Kathleen gli sorrise e, mentre le risate dei bambini si mescolavano a quelle degli adulti, Christofer baciò la moglie e lasciò che il suo calore penetrasse in lei.

Sì, era davvero tutto perfetto, adesso.







Note: E qui si concludono le avventure di Kathleen, Christofer e famiglia. Spero di aver soddisfatto tutti/e e di avervi lasciato con un bel ricordo nel cuore.
Io, di sicuro, mi sono divertita a sperimentare per la prima volta il romanzo storico e, forse, se la fantasia lo permetterà, ritenterò la fortuna.
Per ora, ci salutiamo per un po' (devo ricarburbare, e non ho nulla di nuovo da offrire, in effetti) ma, per chi avesse letto la saga di Occhi di Lupo, posso dirvi che è stata quasi completamente revisionata e che, a breve, comparirà anche un finale alternativo del primo dei tre racconti della trilogia.
Se foste interessate a dargli un'occhiata, ne sarei lieta, perciò, tenete d'occhio la mia bacheca.
Altro non mi rimane da dire, se non grazie per la vostra partecipazione e per il vostro supporto.
A presto, spero!
 
  
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