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Autore: Solitary_soul_    15/07/2016    1 recensioni
È il compleanno del capitano e una certa russa non vuole lascialo solo in quella giornata così importante. Cosa succederà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff, Steve Rogers, Tony Stark
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Quest'anno sono 98..." fu il primo pensiero del Capitano Rogers quando suonò la sua sveglia. Si preparò per andare a correre come faceva ogni mattina. In giro per la città tutti si stavano preparando per i festeggiamenti dell'Indipendence day. La sua festa preferita fin da quando era bambino. In quanto il 4 luglio coincideva con il proprio compleanno. riteneva inutile festeggiare il suo compleanno anche ora, in quanto per lui l'età non era nient'altro che un numero, e anche se avesse voluto non avrebbe avuto con chi festeggiare. Nel pomeriggio dopo chilometri di corsa per la città tornò nel suo appartamento, sfinito e con la testa che sembrava scoppiargli. 《Com'era l'indipendence day nel '45?》quella voce. Quella voce riuscì a fargli dimenticare qualsiasi problema in men che non si dica. Spostò lo sguardo verso la fonte della voce, e una Natasha Romanoff più bella che mai, guardava steve incuriosita nascondendo un sorriso. Steve si passò una mano tra i capelli biondi, evidentemente in imbarazzo. Quella donna aveva sempre avuto un talento naturale nel mettere in soggezione le persone. Cercò di mantenere la calma anche davanti ai flessuosi movimenti della rossa che si aggirava per casa alla ricerca di qualcosa. Arrivata alla cucina si accigliò facendo del suo meglio per fare un caffè. 《Diverso...》fu tutto quello che riuscì a dire, colto da un amarezza portata dai mille ricordi. Natasha se ne accorse e si pentì subito di aver posto quella domanda. Era andata a casa sua con l'intenzione di fargli passare un bel compleanno e invece aveva toccato un tasto dolente. Osservava la figura muscolosa dell'uomo appoggiato allo stipite della porta e gli si avvicinò cauta. Non sapeva perchè, ma non riusciva a vederlo soffrire. Ogni volta che lo vedeva stare male le si creava un nodo nello stomaco e una strana sensazione di disagio la avvolgeva. Gli posò una mano sul petto, richiamando così la sua attenzione su di lei. I loro sguardi si cercarono magnetici, attratti l'uno dall'altra. 《Cosa sei venuta a fare qui?》la voce gli uscì come un soffio caldo sul viso di Natasha, che solo in quel momento si rese realmente conto di quanto fossero pericolosamente vicini e rabbrividì. Spinta da una forza invisibile si voltò dando le spalle al capitano, aveva un tremendo bisogno d'aria iniziava a sentire caldo. 《Non volevo restassi solo...》quelle parole le suonavano familiari sulle labbra. Quella frase rese irrequieto Steve, e si allontanò turbato dalla cucina. Il ricordo di quel giorno lo perseguitava, aveva perso l'amore della sua vita, ma poi era arrivata lei e come sempre gli aveva fatto scordare tutto con un solo sguardo. Vedova si morse la lingua, per la seconda volta aveva scelto le parole sbagliate. Si diede dell'imbecille, dell'insicura e dell'incapace, ogni volta con lui si innervosiva perdendo il controllo su se stessa. Cercò di riprendere in mano la situazione e si diresse nell'altra stanza a cercarlo. Steve era voltato di spalle e si stava spogliando per farsi la doccia, lo sguardo della donna si perse nella schiena nuda e muscolosa dell'uomo. Steve si accorse di essere osservato e si voltò mostrando così il suo petto perfettamente scolpio e peggiorando la situazione, notò una luce strana brillare negli occhi della russa che vagavano sul suo corpo. 《Preparati, devo farti vedere un posto e sta sera andiamo a bere qualcosa. Non accetto scuse!》dette queste parole si allontanò silenziosa, seguita dallo sguardo attento del capitano che si soffermò sul suo fondoschiena. Si riscosse immediatamente dai suoi pensieri, e si buttò sotto la doccia gelida per provare a calmare il suo corpo che sembrava voler prendere fuoco. Non aveva la minima idea di dove lo stesse portando la spia, ma più di una volta gli aveva dimostrato di essere degna di fiducia, l'avrebbe seguita ovunque senza esitare. Se si fosse presentata l'occasione le avrebbe affidato la sua stessa vita, talmente era cieca la sua fiducia. Si trovarono davanti ad una scalinata che avrebbe dovuto portare sul tetto di un palazzo. 《Chiudi gli occhi. È una sorpresa!》il sorriso naturale di Natasha lo spiazzò, era così raro vederla sorridere, e vederla sorridere a causa sua lo rendeva felice. La donna lo incitò nuovamente a chiudere gli occhi e lui contro voglia lo fece. Avrebbe preferito continuare a guardare il suo sorriso. Quando lei gli afferrò le mani per guidarlo su per le scale, gli sembrò di essere scosso da una scarica elettrica inspiegabile. 《Fermo qui... ecco. ora apri gli occhi.》 Davanti a lui si apriva teatrale lo skyline della città. A quell'altezza si aveva una vista mozzafiato e una pace quasi irreale. Steve rimase a bocca aperta, impressionato dalla vista. Natasha al suo fianco si appoggiò al parapetto perdendo lo sguardo all'orizzonte. 《Sai...》iniziò lei titubante senza spostare lo sguardo. 《ci sono momenti in cui non so a cosa credere, a chi credere. Momenti in cui sento di essere sola a lottare contro il mondo. E ho bisogno di fermarmi per riflettere. Allora vengo qui, è il mio posto preferito in città.》spostò lo sguardo sul capitano incontrando così i suoi occhi blu, guardava la russa in modo indecifrabile. Mille pensieri turbinavano nella testa del soldato, ma bastava incontrare gli occhi verdi di Natasha per farli tacere tutti, lasciando spazio solo a lei. 《Non sarai mai sola...》le parole uscirono irrefrenabili. Il cuore della spia sembrò perdere un battito, e le sue gote farsi più rosee. 《Una vodka liscia per me e un margarita per il mio amico...》come se fosse la cosa più naturale del mondo, una Natasha fasciata da un vestito aderente nero visibilmente troppo corto abbinato a dei tacchi vertiginosi, ordinava con disinvoltura da bere per lei e Steve. Da quando erano entrati nel locale un gruppo di uomini sulla quarantina avevano messo gli occhi sulla bella russa, provocando così un istinto irrazionale omicida nel capitano. Natasha prese per mano Steve e lo guidò fino ad un tavolo, il contatto tra le loro mani sembrava emanare energia vera e propria, che cresceva nel suo corpo. 《Allora soldato, hai finito di folgorare con lo sguardo quelle povere persone?》al capitano che in quel momento stava sorseggiando la sua bevanda, per poco non soffocò. Provocando delle risate alla donna al suo fianco. A volte si dimenticava che quella minuta ragazza era in realtà una spia e quindi una acuta osservatrice, e in fondo lui non aveva neanche provato a non farsi notare. Stava perdendo le staffe e basta. 《Non sarai geloso Rogers?》un sorriso malizioso le comparve sul volto. La donna oer qualche assurdo motivo sperava quasi in una risposta positiva. 《Cosa? Di te? No!》era diventato paonazzo in viso. Diamime se era tremendamente geloso! Non se ne spiegava il motivo ma il modo famelico con cui guardavano la sua amica lo faceva imbestialire. In fondo tra lui e Natasha non c'era mai stato nulla, se non quel bacio per non farsi scoprire. Il ricordo di quel bacio si fece vivido nella sua mente, l'adrenalina dovuta alla fuga e poi lei che con un solo sguardo gli aveva fatto dimenticare il resto. E quando le labbra della vedova si erano poggiate sulle sue, aveva risposto al bacio con tale naturalezza da sorprendersi di se stesso. Ripensare al quel momento fece nascere un sorriso sincero sul volto del capitano. 《A cosa pensi?》la donna storse leggermente la testa di lato in attesa di risposta, il soldato si avvicinò pericolosamente al suo viso fino ad avere pochi centimetri a dividere i due. 《A te...》le soffiò sul viso. Non riusciva più a capire se fosse l'alcool a parlare per lui, in fondo erano già al terzo giro. Il suo respiro le solleticava le labbra, provicandole scariche elettriche miste a brividi in tutto il corpo. Si sentì mancare l'aria quando una mano di lui salì lungo la sua coscia tirandola più vicina a se. Lei gli appoggiò una mano sul petto sentendo il cuore di lui scalpitare sotto il suo tocco. Ormai tra i loro visi la distanza era quasi nulla. Con delicatezza le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio avvicinandosi successivamente ad esso. 《Io non sono geloso di te. Io sono pazzo di te.》le bació il collo provocando un gemito soffocato alla spia. Probabilmente l'alcool aveva dato alla testa ad entrambi, nessuno dei due poteva credere che quello che stava succedendo fosse reale. La donna non riuscì più a mantenere il controllo e si buttò sulle labbra morbide e calde dell'uomo, che avido rispose al bacio come se da quello ne dipendesse la loro vita. La tirò su di se facendo aderire i loro corpi l'uno contro l'altro, in quel momento entrambi pensarono che sembravano essere stati creati per rimanere vicini. Si separarono contro voglia per riprendere fiato, i loro occhi si cercarono a vicenda ipnotizzati e sopraffatti dalle emozioni, la donna rise leggermente. 《Non ridere Nat! Sai che non era veramente il mio primo bacio dal '45!》la spia rise ancora più forte, adorava quell'uomo. A prima vista era un omone alto, bello e sicuro di se, ma lei aveva imparato che la sua sicurezza era solo una facciata che usava per aiutare chi amava a costo della sua stessa vita, difendendo con tutte le sue forze i suoi ideali. Sotto quella montagna di muscoli batteva il cuore più grande e puro che avesse mai visto. Smise di ridere e si perse negli occhi azzurri dell'uomo. Accarezzandogli dolcemente il viso gli lasciò un bacio casto sulle labbra. 《Mai nessuna di speciale però...》glielo sussurrò all'orecchio facendolo rabbrividire. Notò la sua reazione e sorrise ancora, era felice di sapere che lei era in grado di provocargli le stesse sensazioni che provava lei ad ogni suo tocco. 《Nessuna di loro riusciva a farti rabbrividire con un tocco...》stava usando questa scoperta a suo favore, si divertiva a provocare il capitano, conducendo il gioco. Gli infilò una mano sotto la maglietta accarezzando i suoi addominali e il respiro di Steve si fece irregolare. Non era in grado di resisterle, le afferrò il polso facendo così sobbalzare la ragazza. 《Vogliamo giocare?》Capì immediatamente l'allusione, lo aveva detto lei stessa tempo prima alludendo a un famoso film. Si mordicchiò distrattamente il labbro innervosita dalla situazione, il gesto fece perdere ancora di più il controllo al capitano. Usó la presa che aveva sul suo polso per tirarla a se e baciarla. Quasi per miracolo arrivarono a casa ancora vestiti. I loro abiti vennero rimossi in un batter d'occhio e sparsi per tutto l'appartamento. Da qundo si erano baciati non erano più riusciti a separarsi, si nutrivano di quel contatto e delle emozioni che scaturiva. Le labbra di Steve percorsero ogni centimetro del corpo di Natasha provocandole gemiti e brividi in tutto il corpo. Consumarono un' indimenticabile notte di passione, fino a crollare sfiniti l'uno tra le braccia dell'altro. La mattina seguente convinto di trovare il capitano già sveglio, stark entrò a casa sua senza bussare. "Hey Captain Ghiacciolo!" La scena che gli si parò davanti lo spiazzò. Non si sarebbe mai aspettato di trovare il capitano ancora addormentato insieme alla bellissima russa che dormiva serenamente con la testa sul suo petto. Non si sarebbe mai aspettato di trovare il capitano con una donna e basta! Era di un'altro secolo, impacciato e completamente incapace di flirtare! Sorrise compiaciuto e lasciò i due riposare serenamente. Andò in cucina a farsi un caffè. Il frastuono delle stoviglie seguito da un'imprecazione svegliò il capitano. Aprii gli occhi e notò la snella e minuta figura di Natasha, addormentata sul suo petto, ancora intontito sorrise rimettendosi comodo. Con gli occhi socchiusi iniziò a passare le dita tra le onde dei rossi capelli della donna. Fino a quando un'altro rumore di qualcosa che si infrangeva non gli fece spalancare gli occhi. Senza svegliare la rossa si alzò dal letto e si infilò rapidamente dei boxer, prese il suo scudo e andò alla ricerca della causa del rumore. Giunse in cucina e vide Tony chino sul pavimento impegnato a raccogliere i cocci di una tazzina andata in frantumi. 《Che diavolo ci fai tu qui Stark?!》non sapeva se essere più arrabbiato o più sorpreso di vederlo. Posò lo scudo e aiutò il miliardario a ripulire il danno che aveva fatto. 《Mi preparo un caffè... non capisco come facciate a vivere senza macchine! A casa mia sarebbe bastato un tasto e magicamente il caffè sarebbe stato caldo nella mia mano pronto ad essere bevuto!》il genio continuò ad armeggiare con la caffettiera finchè Steve non lo fece spostare e prese il suo posto. Mettendo finalmente a riscaldare la bevanda. Osservando la schiena del capitano attraversata da strisce rosse, il miliardario notò gli inequivocabili segni di una notte di passione. Sorrise tra se e se felice per l'amico. Steve si voltò verso Tony che si era messo comodo su una sedia e appoggiando i piedi sul tavolo. Si fissarono per qualche secondo interdetti. 《Quindi... tra te e Romanoff...?》questa domanda confermò i sospetti del capitano. Li aveva visti. 《Non c'è niente.》rispose la russa, che aveva appena fatto ingresso nella stanza coperta solo da una camicia che le arrivava poco sotto la coscia e i suoi slip. Le cose più vicine che aveva trovato. 《Niente?》chiese ancora incuriosito Tony che nel mentre non riusciva a staccare gli occhi dalle gambe nude della donna. Lei lo folgorò. Zittendolo. 《Niente. Solo sesso.》rispose lei fredda sfidandolo a ribattere. Steve che fino a quel momento era rimasto a guardare si sentii morire dentro. Quelle due parole lo avevano ferito più di qualsiasi altra cosa. 《Solo sesso...》ripetè il capitano sotto voce. Ma abbastanza alta per essere udita dalla spia. Che spostò lo sguardo su di lui, accorgendosi solo in quel momento di ciò che aveva detto. Lo sguardo ferito del capitano fu come un pugno in pieno viso. 《Okay. Chiaro... vi lascio soli. Milady...》il playboy si allontanò dalla cucina lanciando un'ultimo sguardo al fisico dell'amica, certo che se il capitano lo avesse visto probabilmente lo avrebbe ucciso. Rimasero immobili incapaci di proferire parola fino a quando non sentirono la porta sbattere. 《Solo sesso?!》ripetè più forte il capitano, si sentiva ferito. Si fidava di lei... Natasha era terrorizzata da quello che provava, era stata addestrata a mantenere il controllo su ognuna delle emozioni che conosceva. Ma come poteva controllare qualcosa che non aveva mai conosciuto prima, qualcosa di così destabilizzante. Tentò nell'unico modo che conosceva. Richiudendosi a riccio. 《Eravamo ubriachi. È stato un errore... non è stato niente.》lo disse ancora, più per convincere se stessa che il capitano. Ogni volta che lo diceva però faceva più male di una pallottola in pieno petto. L'uomo scosse la testa incredulo, poi restò in silenzio a testa bassa per un po', finché non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo. Osservò gli occhi lucenti come smeraldi della donna, li teneva bassi, fissi sul pavimento. Incapaci di alzarsi e scontrarsi con quelli del capitano. Perché sapeva che se lo avessero fatto non sarebbe più stata in grado di mentirgli. Se non se ne era ancora andata però voleva dire che qualcosa la tratteneva lì. Il capitano fece l'unica cosa che gli era sempre sembrata giusta, seguii il suo cuore, che per quanto potesse essere ferito, gridava il suo nome come fosse un urlo di battaglia. A ogni suo passo in avanti ne corrispondeva uno indietro della donna, finchè non si ritrovò a spalle al muro senza vie di fuga. Si fermò a pochi centimetri di distanza dal suo corpo, poggiando le mani contro la parete ai lati della testa della rossa. Lei iniziò a sentirsi le gambe molli e pesanti. Steve avvicinò pericolosamente il viso a quello di Natasha che istintivamente trattenne il respiro. 《Mi stai dicendo che questa notte per te è stato solo sesso? Che ogni volta che ti sto vicino il tuo cuore non impazzisce? Che ogni volta che ti tocco tu non rabbrividisci? Che ogni volta che i nostri occhi si incontrano non provi un formicolio sotto pelle?》pronunciò ogni parola con estrema attenzione. Descrivendo in realtà quello che provava lui ogni volta, e che era certo provasse anche lei. La donna scosse la testa incapace di rispondere in altro modo. Sopraffatta dalla sua vicinanza. 《Non ti credo.》obbiettò deciso. Con una mano l'afferrò per il fianco facendo scontrare i loro corpi. L'altra l'affondó nei suoi capelli. Vedova chiuse gli occhi consapevole di quello che stava per accadere, si abbandonò completamente al capitano felice di essere sorretta da lui. Ma non accadde nulla. Aprì gli occhi spiazzata, incontrando così lo sguardo insistente del capitano. Si perse nei suoi occhi blu. 《Adesso non puoi più mentirmi, sento il tuo cuore scalpitare, la tua pelle d'oca contro la mia, il tuo respiro irregolare...》aveva perfettamente ragione, il corpo non le rispondeva più, completamente in balia delle emozioni. Il cervello sembrava essersi sconnsesso del tutto 《Io... ho paura...》le uscì dalle labbra come un sussurro che raggiunse sottile le orecchie del capitano che non esitò un secondo a stringerla a se. Si accoccolò come una bambina tra le sue braccia scoppiando in lacrime. Non era più in grado di ragionare lucidamente, terrorizzata dalle sue emozioni. Voleva perdersi in quel sentimento caldo che le provocava stare con Steve, ma era spaventata dalle conseguenze. 《Nat... guardami.》lo fece, trovando rassicuranti i suoi occhi e il calore che trasmettevano. Le baciò dolcemente la fronte. 《So che sei spaventata da quello che provi, cosa dovrei dire io? Ho 98 anni. E a quanto pare sono innamorato di una ragazza che ha un terzo dei miei anni...》cercò di sorriderle per rassicurarla, le accarezzó il viso asciugandole le lacrime che aveva sulle guance. In questo momento era impossibile pensare che in realtà sarebbe stata in grado di uccidere un'intero esercito da sola, sembrava così piccola e fragile tra le sue braccia. Nella testa di Natasha rimbombava insistente ciò che aveva detto il capitano, era realmente innamorato di lei? Sembrava così irreale ma allo stesso tempo così magico... quella parola le aveva provocato una stranissima sensazione allo stomaco. L'aveva destabilizzata. Non sapeva perché ma per la prima volta in vita sua decise che forse era meglio smettere di ragionare e lasciarsi andare. Gettò le braccia al collo del capitano e lo baciò. Il gestò lasciò spiazzato il soldato, ma si lasciò subito trasportare dalle labbra morbide della donna. Era vero erano insicuri, pieni di incertezze e problemi. Ma li avrebbero affrontati insieme. Perchè qualcosa di troppo forte e unico li univa, niente li avrebbe più separati. 《Il migliore compleanno di sempre...》scoppiarono a ridere entrambi all'affermazione del capitano. Era vero... questo per lui, era stato il più bel compleanno della sua vita.
   
 
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