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Autore: Tera_Saki    20/07/2016    1 recensioni
Un peccato, Gabriel. Un unico peccato è stato in grado di corrompere il tuo cuore per sempre.
[Gabriel/Lucifero]
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Resurrection


L'aria gelida sferza le ali abbandonate sulla schiena, produce sibili taglienti che feriscono le orecchie come mormorii cattivi, strappa e dilania la carne, artiglia le piume non più candide in un abbraccio di lame.
Gli occhi di Gabriel sono incrinati, schegge di vetro sottile che imitano iridi umane.

La vergogna verrà incisa nella carne come marchio Celeste, imprigionando l'anima in un'eterna condanna.

La caduta dura anni, settimane di pura agonia che stordiscono e disorientano più del dolore stesso. Gabriel è un vuoto involucro della luminescenza che era stato, e tuttavia non comprende, non riesce a percepire, per quanto si sforzi, l'essenza di quel tormento.

La lussuria macchierà la pelle come scritta indelebile, monito per coloro che verranno.

L'impatto non è solo dolore fisico, è l'anima che viene recisa dal petto insieme al rumore di ossa rotte. È l'eternità che viene spezzata, un respiro debole di vita che non più definirsi tale.

Un angelo che commette peccato non è più degno del Paradiso.

Le ali si macchiano di rosso mentre il sangue invade la bocca e scorre in gola. Gabriel sputa e vomita l'ultimo rimasuglio di purezza in una massa viscida che cola sul mento e gocciola per terra.
Si trascina malamente, allungando le braccia candide e artigliando il terreno con le dita. Le ossa gemono e stridono in scricchiolii orrendi; ne può sentire il rumore mentre sfregano l'una contro l'altra.

La Legge è Sacra Parola. La Legge è pace, ordine e regola.

Il sangue scorre viscido sulla pelle strappata, imbeve l'arido suolo, scivolando fra le crepe del terreno bruciato. Gabriel ansima mentre il cuore si contrae in spasmi sempre più dolorosi.
Gli occhi si spalancano, rivelando iridi di petrolio.

La Legge non ammette bestialità; priva del perdono chi le commette.

Un roco singulto raschia le pareti della gola e artiglia la lingua, ma i denti, più affilati ad ogni mormorio cattivo, intrappolano la blasfemia prima che possa scivolare fuori dalla bocca.
Gabriel dilata le iridi di cristallo mentre il sangue, sotto la pelle, si colora di nero. Stringe i denti tanto forte da farli scricchiolare quando sente le ossa cave delle ali contrarsi e risaldarsi di nuovo.

Il Suo Giudizio si abbatterà su chi infrangerà la Legge, e non ci sarà pietà nella Sua condanna.

La Terra con un boato si spalanca, risucchiando nell'oscurità il suo corpo. Gabriel tenta, barcollante e instabile, di mettersi in piedi. C'è odore di zolfo e terra bruciata, l'essenza pura della morte invade le sue narici al primo respiro.
Intorno a lui risuonano, nell'aria densa di fumo, mormorii spezzati, sussurri densi di rabbia repressa. Occhi vuoti trafiggono la sua carne, sguardi incattiviti penetrano il bagliore cupo che lo circonda.
All'improvviso, un sibilo, unico preludio di un urlo tanto potente da far tremare l'intero luogo. Le anime, scosse da un simultaneo terrore, si ammassano le une sulle altre in una disperata ricerca di fuga. Grattano e raspano sugli scheletri dei compagni in preda a una febbrile eccitazione che odora di sangue e carne viva.
Una folata improvvisa di vento bollente scuote e brucia la terra, scatenando urla e singulti di non più umana paura. Gabriel ha occhi vitrei fissi nel buoio, vuoti come il petto aperto intriso di sangue. Un muscolo nero è tutto ciò che le costole nude racchiudono.

Verrà rinnegato il peccato e il peccatore, dimenticati ed esiliati in eterno dall'Ordine Celeste.

Un dito scheletrico si sofferma sulla sua pelle di carta. Gabriel si volta di scatto e soffia cattivo contro l'anima che ha osato toccare il suo marchio.
Al suo fianco, l'oscurità sembra pulsare in un gelido ringhio irato. D'improvviso, una lama d'osso perfora l'oscurità e si conficca nel braccio dellla scheletrica figura. Quella vibra di dolore e con un sibilo acuto striscia nuovamente nelle tenebre.
L'odore di ferro riempie le sue narici. Un soffio caldo sfiora le labbra livide, e un paio di enormi ali nere lo avvolgono in uno sterile abbraccio.
-Non ti ha mostrato pietà, vero Gabriel?-
La voce è familiare, satura di un lontano rancore che verso di lui non è mai stato rivolto. L'essenza di quelle parole è dolce, solo per lui.
Gabriel produce un unico, debole sussurro fra le labbra spaccate -Fratello.-
Lucifero sfiora piano le ferite aperte, tingendo le dita sottili di rosso -Non potevo permettere che rimanessi in quel luogo indegno. Gli umani avrebbero avvelenato di menzogne anche te.-
Imprigiona le sue labbra in un bacio rovente, stringendolo con ferocia in un abbraccio quasi violento. Gabriel non ha bisogno d'altro. Asseconda il tocco possessivo di Lucifero con la stessa intensità brutale.

Un peccato, Gabriel. Un unico peccato è stato in grado di corrompere il tuo cuore per sempre.

  
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