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Autore: piccolo_uragano_    22/07/2016    7 recensioni
[SPIN OFF DI 'TI AMO PIU' DI IERI..' / CROSSOVER HARRY POTTER-DOCTOR WHO(o almeno è un tentativo)]
[SCRITTO E IDEATO CON Always_Potter]
possibili spoiler sulla storia del Decimo Dottore
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Kayla Lily Black, secondogenita di Sirius e Martha, si sente sola e confusa quando incontra uno strano uomo chiamato 'il Dottore'.
Dal testo:
“Fidati di me, piccola strega. Sono il Dottore.”
“E allora?”
L’uomo si grattò la nuca. “Di solito alla gente basta questo.”
Kayla allargò le braccia con aria esasperata. “Alla gente basta questo? Come se la frase ‘sono il Dottore’ equivalga a ‘io ti salverò’?!”
“Di solito è così.”
“Di solito?!” domandò lei, rialzandosi.
“Sì!” rispose lui, alzando la voce – ma non arrivando comunque al tono di lei. Si alzò anche lui, risultando parecchio più alto di lei.
“E nel tuo ‘di solito’,quante volte ti succede di trovarti in un mondo appeso ad un filo?”
Il Dottore sorrise. “Oh, non sai quante.”
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 1, Doctor - 10, Jack Harkness, TARDIS
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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"... e tieni in gabbia le paure per non farti troppo male 
tu che sei la sola chiave che ti può liberare."

(Marco Ligabue - quanto ti sai bastare)



Capitolo 1.

Kayla passeggiava indisturbata per il giardino di Hogwarts. Quella mattina si era svegliata senza la minima voglia di ascoltare nessuna delle lezioni a cui avrebbe dovuto presenziare. Nessuna, nemmeno Incantesimi. Eppure, la scuola era iniziata da pochissimo, ma lei sentiva chiaramente che quell’anno sarebbe andato di male in peggio. Così come il resto del mondo magico.
Così come tutti noi, pensò, camminando senza meta.
Così aveva detto ad Astoria che stava male, aveva aspettavo ch lei uscisse e poi si era infilata i primi vestiti che aveva trovato: una vecchia maglietta di Robert con il logo degli Stones, i pantaloni larghi e strappati che i suoi fratelli detestavano e per cui Sirius la prendeva in giro, aveva infilato le sue fedelissime Converse rosse e, senza nemmeno pensarci, era uscita dai sotterranei.
Anche ammesso che non stesse per nulla male, stare chiusa nei sotterranei era la soluzione peggiore. Si sentiva soffocare, là sotto.
Si sedette con la sua solita grazie, osservando il Lago Nero tranquillo sotto di lei. Si trovò ad invidiare la tranquillità di quel lago ampio e scuro. Lì era sempre tutto tranquillo. Appoggiò il mento sul suo stesso ginocchio, chiedendosi perché non poteva essere semplicemente una creatura del Lago Nero.
Almeno, per le creature che popolavano il Lago, Voldemort non era tornato.
Chissà com’era vivere dentro quelle acque, si chiese. Era sicura che nessuno, lì sotto, desse del bugiardo a nessuno. Nessuno progettava di uccidere nessuno, nessuno puntava il dito contro nessun altro.
Perché non poteva vivere nel Lago Nero?
Non trovò mai risposta a questo. Perché, in quel preciso istante, il suono di una sirena stridula attirò l’attenzione della giovane Serpeverde verso un punto pochi metri dietro di lei.
Fantastico! Neanche fingendosi malata riusciva ad avere un po’ di pace.
Fu immediatamente costretta a riformulare quel pensiero, però, perché quando tirò fuori la bacchetta dalla tasca dei jeans, vide una sagoma rettangolare e blu piano piano prendere forma, sotto a una luce che, a quanto pare, era la sirena che non voleva smettere di strillare.
Quando la forma si fece più nitida, Kayla vide che era una cabina per chiamare la polizia, come si poteva notare dalla scritta luminosa sopra la porta. Non abbassò la bacchetta – suo padre le aveva insegnato a non farlo mai – inclinò leggermente la testa per fissare quella cabina con aria curiosa.
Che genere di magia poteva essere?
Era sicura che la McGranitt non avesse mai parlato di cabine blu in grado di Smaterializzarsi, senza contare che la Smaterializzazione era immediata e praticamente silenziosa, e quella cosa ci aveva messo almeno cinque rumorosissimi secondi prima di apparire davanti a lei.
Pensa, Kayla, pensa.
Non ci si può Materializzare e Smaterializzare entro i confini di Hogwarts.
Era parecchio lontana dal parco, ma era più che sicura di essere ancora nei confini della scuola.
Pensa, Kayla, pensa!
Non aveva mai prestato attenzione alle lezioni di Babbanologia, e per quello si maledisse, ma era cresciuta con una nonna babbana, quindi …
Un uomo alto, magro, con i capelli sparati in aria ed un completo da uomo marrone a righe uscì dalla porta di quella cabina, guardandosi attorno con aria assonnata. “Ehilà! Puoi dirmi dove posso trovare il buon vecchio Godric?”
Kayla lo osservò stranita, puntando la bacchetta. “Stai scherzando, vero?”
“No, nient’affatto. Abbassa quella roba, o caverai l’occhio a qualcuno.” Le disse, chiudendo le porte della cabina dietro di sé.
“Che genere di scherzo è? Andiamo, chi ti manda? Fred e George? Robert? O mio padre? O tutti loro insieme?”
L’uomo si mise le mani in tasta e ciondolò avanti e indietro. “Non conosco né Fred, né George, né tantomeno tuo padre o Robert, chiunque sia. Sto cercando il mio amico Godric. Sai, un tipo alto, un sacco di capelli scuri, spropositato senso di giustizia, parla tanto, accento scozzese, alito pessimo.”
“Chi diamine sei? Come hai fatto ad apparire così dal nulla?”
“Beh, è complicato, ero … ero a Londra, ho riportato la mia amica Donna a casa, e …”
“Sei parecchio lontano da Londra. Siamo in Scozia.”
“Uh, sono stato molto più lontano di così da Londra.” Rispose, alzando le spalle.  “Puoi abbassare quella cosa? Sono contro le armi.”
“Stai attento a come parli. Questa è una bacchetta magica!”
L’uomo sorrise, producendo una risata acida. “Si, certo. Puoi dirmi dove si trova Godric, o no?”
“Torna da quel testa di Bolide di Fred e digli che non è divertente.”
L’uomo scosse la testa. “Lascia stare. Come hai detto che ti chiami?”
“Non ti ho detto come mi chiamo. E non te lo dirò, fino a quando tu non mi dirai come ti chiami.”
“Oh, scusa. Io sono il Dottore.”
Kayla alzò gli occhi al cielo. “Guarda che non sto scherzando. Ti Affatturo.”
“Grandioso, è una cosa dolorosa?”
“Parecchio.”
“E lo faresti con quella … bacchetta magica?”
“Direi di sì.” Rispose lei.
“Vorresti farmi credere che quella cosa fa davvero le magie? Godric ne aveva una, nella tasca, ma non ha mai osato usarla. ”
Kayla sbuffò rumorosamente, fissando quell’uomo con diffidenza. Dopo qualche secondo, proprio quando lui stava per dire qualcos’altro, puntò la bacchetta contro la cabina blu, e, in mezzo secondo, divenne verde acido.
CHE DIAMINE HAI FATTO?” strillò lui, alzando la voce di parecchie ottave. Corse verso quella strana cabina,accarezzandola come se si fosse in qualche modo offesa. “RIMETTILO SUBITO A POSTO!”
Kayla sorrise. “Non l’ho mica rotto. L’ho ringiovanito. Ora, di grazia, puoi dirmi chi sei?”
“Te l’ho detto!” Rispose lui. “Sono il Dottore.”
“Ma il dottore chi?”
“Il Dottore e basta!”
“Dannazione, è come se io dicessi sono la Strega!”
“Oh, grandioso! Anche tu, come Godric e la sua amica con il vestito blu! Non sopporto voi maghi, non vi stupite mai e giocate con il tempo.”
Kayla scosse la testa. “Dimmi il tuo nome.”
“Te l’ho appena detto!”
“Non puoi chiamarti ‘il Dottore’!” esclamò lei, incrociando le braccia sul petto.
“Scommettiamo, piccola strega?” mise una mano nella tasca della giacca a righe ed estrasse un piccolo portafoglio di pelle nera, e quando lo aprì le mostrò il suo interno.
Lei scosse la testa. “Sai, Dottore della cabina blu, ne so qualcosa di Occlumanzia, ho una predisposizione naturale.”
“A che cosa?”
“All’Occlumanzia. Non ho idea di che cosa sia questa cosa che mi hai appena mostrato, ma so che non c’è scritto assolutamente nulla se non ciò che tu vuoi che io veda.”
“Di grazia, cosa sarebbe l’Occlumanzia?”
“La difesa magica della mente contro la penetrazione esterna.”
Magia?”
“Tu e la tua cabina siete sbarcati a Hogwarts e tu non credi nella magia?!”
“Ripetimi dove siamo, per favore.”
Lo sguardo di Kayla si addolcì per via del tono gentile assunto dall’uomo. “A Hogwarts.” Disse. “Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.”
“Magia e Stregoneria?” domandò lui, grattandosi la nuca. “Ma sul serio? Io stavo davvero cercando un vecchio amico.”
Kayla fece spallucce. “Sul serio.” Spostò leggermente  il peso avanti e indietro. “Sul serio, cercavi Godric Grifondoro?”
“Certo che cercavo Godric Grifondoro! Siamo vecchi amici, l’ultima volta insieme ad altri tre maghi aveva una mezza idea di fondare una scuola …” indicò il castello alle spalle di Kayla. “… una scuola di Magia e Stregoneria! Credo ci sia riuscito!”
Kayla alzò gli occhi al cielo. “Sì!” strillò Kayla, fingendosi scocciata. “Più di mille anni fa!”
L’uomo si mostrò perplesso. “Che giorno è?”
“Oggi è lunedì dodici.”
“Di che mese?”
“Settembre.”
“Mh. E in che anno?”
“Millenovecentonovantacinque.  Merlino, ma quanto sei stato in quella cabina?”
“Non è una cabina. A proposito, ti darebbe tanto fastidio farlo tornare blu? Si mimetizza meglio, e poi credo si sia offeso.”
“La cabina si è che cosa?” domandò Kayla, assumendo nuovamente quel tono acido che la contraddistingueva.
“Non è una cabina, dannazione.”
“E che cosa sarebbe?”
“Un Tardis.”
“Oh, fantastico!” Esclamò lei, guardandosi attorno. “E tu che genere di creatura saresti? Non puoi essere un babbano se sei qui.”
“Te l’ho detto, sono il Dottore.” Rispose lui, guardandosi attorno con aria curiosa.
“Ma esattamente Dottore in cosa?” chiese di nuovo lei.
“Per l’amor del cielo, piccola strega, non c’è una risposta a tutto. Sono il Dottore e basta!” esclamò.
“Va bene, va bene!” sbuffò lei. “Ma che ci fai qui?”
“Te l”ho già detto! Cercavo Godric! Ho avuto una brutta giornata, e … avevo voglia di passare un po’ di tempo con un vecchio amico!”
“Beh, che tu ci creda o no, sei in ritardo di parecchio tempo.”  
“Vedi perché voi maghi non mi siete mai piaciuti? Il vostro tempo funziona in modo diverso rispetto a tutte le altre razze. A questo punto, credo che il Tardis abbia deciso di portarmi qui e non da Godric. Ma perché mai avrebbe dovuto farlo?”
“Oh, ora la cabina decide, anche?” strillò Kayla, già esausta.
“Sto ragionando! E, per l’amor del cielo, non è una cabina!” urlò lui in risposta.
“È una dannatissima cabina della polizia!!”
“Ah si? Prova ad entrare!”
Kayla lo fissò, riducendo gli occhi a due fessure. Dopo qualche secondo, strinse i pugni e, con passo deciso e furioso, si diresse verso la porta da cui era uscito il Dottore poco prima. La aprì senza esitazioni, vi entrò di pari passo per poi uscirne e chiudere la porta di scatto. “Come … non si può! È illegale!”
“Cosa?”
“Un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile così potente! Potrebbe cedere!” strillò di nuovo. “Senza contare che mi hai mentito: solo un mago potrebbe Estendere così tanto l’interno di una cabina del telefono, quindi sei un mago almeno quanto me!!”
“Ti sbagli, ragazzina. Sono un Signore del Tempo.”
“Oh, prova a darmi di nuovo della ragazzina e ti ...”
“Tu, invece, non mi hai ancora detto il tuo nome.”
Lei alzò gli occhi al cielo.
“Ti ho detto che sono il Dottore, ti ho detto che cosa sono e sei entrata nel Tardis. Perché ora non parli un po’ tu?”
Lei lo fissò con aria stanca. “Sono tante cose anche io, sai? Sono una studentessa annoiata, sono una ragazza preoccupata, sono una strega in pericolo, sono …”
“Ah, ecco perché mi ha portato qui. Perché sei in pericolo?”
Lei si fece malinconica. “Sai, è … complicato, da spiegare.”
“Sono molto intelligente,  le capisco le cose complicate.”
Lei scosse la testa, di nuovo. “È una storia lunga, davvero.”
“Beh, io ho tempo.” Rispose lui, alzando le spalle e spostando il peso dal tallone alla punta del piede.  Kayla gli guardò le scarpe e sorrise. “Che cosa ti fa sorridere, piccola strega?”
Lei tornò a guardarlo in viso. “Io … niente. Beh, le … le tue scarpe.”
Anche lui si osservò le scarpe. “Che vuoi dalle mie scarpe? Sono bellissime.”
Lei allargò il suo sorriso. “Certo, è che … sono uguali alle mie.”
Lui portò immediatamente lo sguardo verso i piedi di Kayla, notando che anche lei portava delle Converse bianche. E così, anche lui, sorrise. “Ti piacciono gli Stones?” domandò.
“Non troppo: mi piace rubare le magliette a mio fratello. Preferisco i Beatles.”
“I Beatles. Si, piacciono molto anche a me.  Ti va di vederli dal vivo?” 






Okay allora, ci sono parecchie cose da dire. Prima di tutto sappiate che io e la mia fantastica e stordita amica stiamo lavorando a questo crossover da moltissimo tempo, non sempre seriamente e non sempre del tutto sobrie, ma le idee ci frullano in testa da parecchio e lavorarci insieme a lei è fantastico.
Le cose da dire sono che i capitoli all'inizio verranno pubblicati in parallelo a 'Ti amo più di ieri e meno di domani', per poi sfumarne a frequenza ma la presenza del Dottore sarà comunque una costante per Kayla anche all'interno della storia originale. 
Alcune informazioni per i non-Whoians: SI, il Tardis è quella cabina blu che è più grande all'interno (Eleventh ci fa sapere che è infinita, al suo interno) Ha le sembianze esterne di una cabina telefonica blu della polizia britannica molto comune negli anni Sessanta, per via di un malfunzionamento del "Circuito Camaleonte", che normalmente dovrebbe mimetizzare il TARDIS, adattandolo all'epoca e al luogo in cui si trova  . Nella serie in lingua originale ci si rivolge a questa astronave come a una femmina, ma nella traduzione in italiano il Dottore e i vari companion ne parlano al maschile. Io non ho ancora preso una decisione definitiva. Ah, ed è sempre per via di un guasto che fa così tanto rumore quando si sposta. Ma ci sarà tempo per parlare del Tardis. 
Credo di aver detto tutto ciò di necessario per questo primo capitolo.  Beh, ci sarà da divertirsi. :)

Allons-y!

 
   
 
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