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Autore: _Joanna_    25/07/2016    0 recensioni
Fanfiction incentrata sulla Guerra di Conquista di Aegon Targaryen e delle sue sorelle/mogli. Ebbene sì, ancora Targaryen, ancora draghi, ancora Fuoco e Sangue
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{«Centoundici anni» [...] «Credi che si fossero accorti che in quel momento tutto il loro mondo stava crollando?»}
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{in quel preciso istante la conquista dei Sette Regni ebbe inizio}
Genere: Fantasy, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Westeros Warriors'
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Aegon the Conqueror

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I graffianti artigli del mattino fendevano impietosi il cielo a oriente, strappando ad Aegon il suo dono notturno. Tenne gi occhi ancora chiusi e lasciò che il respiro regolare della sorella lo cullasse. Rhaenys era adagiata sul suo petto, ancora immersa nel sonno in cui entrambi erano scivolati chissà quando, stremati e appagati l’uno dell’altra, per quanto Aegon potesse davvero sentirsi sazio di lei. Lentamente, per non svegliarla, scivolò fuori dal suo abbraccio e si diresse verso la finestra. La Strada delle Ossa si srotolava sinuosa attraverso il territorio brullo e irregolare. Istintivamente volse lo sguardo a sud, scrutando la penombra che mano a mano andava illuminandosi. Nessuna traccia di presenza umana, solo silenzio e pace.
Nel frattempo il sole aveva fatto capolino all’orizzonte; Aegon ne seguì i vivaci raggi che prepotentemente filtravano nella stanza, accarezzando il corpo di Rhaenys, giocando con i mille riflessi dei suoi capelli argentati.
Un rumore di passi lo distolse da quella visione. Rapidamente infilò le brache nere abbandonate in mezzo alla camera la notte prima, quindi, afferrato un semplice farsetto di cuoio, uscì dalla stanza. Come previsto, il diligente Jon Mooton stava salendo gli ultimi gradini del piccolo fortino e per poco non perse l’equilibrio nel trovarsi Aegon in cima alle scale, in attesa.
«Maestà, buongiorno, stavo appunto venendo a chiamarti» disse, accentuando il più possibile il tono infastidito.
«Non dirmelo, di nuovo la nostra volpe?» chiese Aegon con un sorriso amaro.
«Esattamente, sire» borbottò il lord «È più testardo di un mulo, dovrebbe cambiare stemma, lo dico sempre» polemizzò, scuotendo esageratamente la testa mentre si avviava di nuovo giù per le scale.
Aegon lo seguì, interrogandosi sul sistema per liberarsi definitivamente dalle fastidiose lagnanze di lord Florent.

     Dopo la grandiosa vittoria di quella che era stata subito soprannominata la battaglia del Campo di Fuoco, Aegon aveva nominato i suoi nuovi lord, quindi aveva fatto levare le tende e indirizzato il suo esercito verso Nord, per intercettare le truppe di lord Stark che rapidamente stavano discendendo il Continente per combatterli. Evidentemente, però, a qualcuno non era piaciuto il modo in cui lui aveva risolto la questione di Alto Giardino. Lord Arvid Florent, infatti, subito dopo aver appreso la notizia che Harlen Tyrell era stato nominato nuovo lord dell’Altopiano, aveva marciato a spron battuto verso Nord, per presentare al nuovo re il suo amaro disappunto. A quanto pareva infatti, entrambe le case dei Tyrell e dei Florent vantavano dei legami di sangue con l’ormai ex dinastia regnante dei Gardener, ma lord Arvid sosteneva che la sua famiglia avesse maggior prestigio, antichità e, di conseguenza, un diritto di sangue più forte per succedere al seggio di Alto Giardino. Tutto molto giusto, se fosse stato che ad Aegon importava ben poco di dinastie e millantate parentele: Aegon esigeva lealtà e rispetto al prezzo più conveniente, e, per sfortuna di lord Arvid, i bistrattati Tyrell erano dannatamente più a buon mercato.
Alla fine, però, lord Florent aveva afferrato il nocciolo della questione, e, a giorni alterni, si era presentato al cospetto del re carico di omaggi: un giorno aveva portato splendidi gioielli, un altro aveva fatto condurre con sé tre magnifici cavalli di razza, uno per ciascuno dei sovrani, un altro ancora aveva cercato il favore delle regine con sontuosi abiti ricamati nei colori dei Targaryen, un dono, quest’ultimo, che aveva mandato Visenya su tutte le furie.
Persino alla vigilia dello scontro con lord Stark, il signore delle volpi si era insinuato nella tenda del re, blaterando di leggende degli antichi Florent, ricoprendo di quando in quando Aegon di esagerati e immeritati elogi.

     Aegon ricordava perfettamente quel mattino. Il cielo era quasi del tutto limpido, soltanto volgendo lo sguardo verso nord si potevano distinguere alcune nubi candide, gonfie e pesanti, come se gli Stark stessero portando l’inverno con loro. E anche lui aveva qualcosa della propria terra con sé. L’aria era satura dell’odore del fumo di decine e decine di fuochi da campo ormai estinti, che avevano formato una leggera foschia a non più di un metro di altezza, trasmettendogli quell’inconfondibile odore di cose che bruciano, lo stesso che la Roccia del Drago trasudava; l’odore di casa.
E che poco dopo aveva impregnato l’aria a est di Delta delle Acque, a miglia di distanza dalla Fortezza dei Targaryen.
Lame di fuoco erano piovute dal cielo, uno spettacolo pirotecnico di spaventosa bellezza. Re Torrhen Stark, come si era presentato ad Aegon, aveva osservato pietrificato i tre draghi volteggiare in alto, in una danza mortale, e riflettersi sulla liscia superficie della Forca Rossa. Aegon si era ritrovato a sperare che al signore del Nord bastasse quell’innocua dimostrazione. Era stanco di morte. Lo aveva visto guardarsi attorno, misurare la forza numerica degli avversari, quindi voltarsi e contare le centinaia e centinaia di soldati al suo seguito: padri, figli, mariti, fratelli, amici; e poi di nuovo scrutare il cielo, dove i tre draghi si rincorrevano ancora nell’aria. E dopo un momento durato ore, l’ultimo re dell’Inverno aveva posto il ginocchio a terra, gettato la spada ai piedi dei tre Targaryen e giurato fedeltà al drago: era stata la più gloriosa sconfitta che Aegon avesse mai visto.

     E che, lo sapeva, non si sarebbe ripetuta. Dorne era un regno orgoglioso, fiero, non si sarebbe mai piegato al dominio dei draghi senza combattere. Quel gioco a rincorrersi era solo l’inizio della vera guerra.
Nel frattempo lui e lord Mooton avevano raggiunto la sala centrale di Blackhaven, la roccaforte dei Dondarrion, dove lord Florent attendeva quietamente, affiancato da quattro corpulenti valletti che sorreggevano due enormi casse di legno lavorato. Aegon sospirò esasperato, aveva faccende più importanti di cui occuparsi. Superò senza neppure degnare di uno sguardo il petulante lord, e uscì all’esterno, seguito a ruota da lord Mooton.
«Ringrazia lord Florent per il generoso dono» disse Aegon, non appena sentì il vento caldo del sud frustargli il viso «E ribadiscigli pure che la mia decisione ormai è presa, le sue insistenze mi annoiano. E dirgli che cosa capita a chi mi annoia» aggiunse, accennando un sorriso che poteva tranquillamente significare scherno o schietta verità. Lord Jon si affrettò ad eseguire gli ordini, felice di poter fare la voce grossa con l’insopportabile lord Volpe, come gli piaceva chiamarlo.
Superò alcune tende piantate nel cortile del forte e si diresse verso una delle basse alture che si rincorrevano ai due lati della Strada delle Ossa. Era sicuro di aver visto levarsi del fumo, volute dense e torride: il respiro dei draghi. E infatti, superato uno sperone roccioso, come aveva previsto, si ritrovò davanti allo spettacolo che molti sognano di contemplare, ma che pochi hanno il coraggio di ricercare: tre magnifici draghi erano distesi al caldo sole di Dorne, crogiolandosi sotto i suoi raggi dorati che traevano riflessi multicolori dalle loro scaglie. Visenya era seduta in mezzo a loro, perfettamente a suo agio nella sua leggera armatura nera, il cui colore, unito alla potenza dei riverberi della luce solare, faceva risaltare ancora di più i suoi lunghi capelli innaturalmente splendenti e candidi.
Aegon si sedette accanto a lei, ad ammirare la vista di quella terra unica anche nel paesaggio, che rifiutava ancora di sottomettersi al dominio dei draghi.
«Ancora storpi e vecchie raggrinzite?» chiese tutto d’un tratto Visenya.
«Sì» rispose tranquillamente Aegon «Un pugno di uomini inabili al combattimento fatti prigionieri. I dorniani nel frattempo continuano le piccole schermaglie contro le truppe di avanguardia» proseguì «e solo stanotte quattro esploratori uccisi»
Visenya rimase in silenzio.
La resistenza, testarda, orgogliosa e atipica di Dorne era stata un fattore che Aegon non aveva considerato, credendo che nessun regno avrebbe potuto resistere a lungo al fuoco dei draghi.
Ma ormai Aegon aveva deciso. Aveva fatto troppo per conquistarsi quella corona ed era giunto il momento che l’intera Westeros assistesse alla sua ascesa al trono. L’incoronazione avvenuta davanti alle nere acque della baia dove erano approdati era stato un atto dovuto, simbolico. Ora l’intero reame avrebbe dovuto assistervi.

     E così, due settimane dopo, con Dorne che continuava a rimanere imbattuta, Aegon calò su Vecchia Città, sede della casa Hightower, salutato lungo la marcia da folle di sostenitori: alti lord, contadini, cavalieri, mercanti, tutti inneggiavano ai Cavalieri dei Draghi.
Quando finalmente giunse in vista dell’Alta Torre, trovò le porte della città aperte e lord Manfred Hightower ad attenderlo, pronto a riconoscerlo come suo signore e re. Aegon accettò l’atto di sottomissione e, tre giorni più tardi, convertitosi al Credo dei Sette, venne incoronato dall’Alto Septon, che lo proclamò re Aegon, primo del suo nome, re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, lord dei Sette Regni e Protettore del Reame.

     E tale rimase, per trentasette anni. Amato dal suo popolo e dai suoi lord, governò dall’alto del Trono di Spade, contorto e intricato scranno forgiato dal respiro di Balerion, fondendo le lame di tutti i nemici che aveva affrontato e quindi sconfitto.
Per trentasette anni regnò, anni felici, a volte difficili, che segnarono l’inizio della Dinastia del Drago che per quasi tre secoli avrebbe dominato Westeros.

 

 

… Ma questa è un’altra storia.

 

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Angolo Autrice

 Ebbene eccoci arrivati alla fine delle guerre di conquista di Aegon I. Mi scuso innanzi tutto per il mostruoso ritardo nell’aggiornamento, e spiego la scelta che mi ha portato a concludere, forse un po’ bruscamente la storia.
Ho iniziato altre fan fiction, dedicate alla storia di Westeros, dove ovviamente i Targaryen ci sono dentro fino al collo, e ho pensato che fosse meglio chiudere il ciclo delle conquiste di Aegon per approfondire poi nel dettaglio le figure dei Targaryen nei ritratti che sto facendo nelle due raccolte “Westeros Kings” e “Westeros Queens”. Pertanto non sentitevi sollevati, vi riempirò di fan fiction ancora per un po’!

 A presto,

 
_Jo

 
P.S. mi raccomando non astenetevi dal commentare!!! ;)

  
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