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Autore: aoimotion    27/07/2016    9 recensioni
1 - Più la guardava, più Nick si stupiva di quanto Judy Hopps fosse piccola.
5 - Nick tirò indietro le orecchie, leggermente offeso. «Le tue insinuazioni mi feriscono, Judy. Quale agente di polizia darebbe la colpa agli altri per la propria malasorte?»
11 - Nel buio, una voce a lei terribilmente nota sussurrò parole divertite ad un soffio dal suo orecchio. Judy si voltò di scatto e tentò di acciuffare le tenebre, ma ottenne solo di sbilanciarsi e finire col muso per terra.
«Nick!» gridò, al colmo della misura. «Vuoi darci un taglio, sì o no?»

13 - «Tu mi farai morire» le disse, sorridendo appena. «Sei una minaccia per la mia sanità mentale, Carotina.»
16 - Ma intanto le sue zampe erano già corse al telefono con l’urgenza di chi, annegando nell’oscurità, cerca disperatamente l’interruttore della luce.
20 - «È proprio questo il punto» le disse. «Che tu non capisci. Fino all’ultimo secondo, fino all’ultimo istante, tu non capisci.»
[Post-film] [I'm nothing but furry trash]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: Raccolta | Avvertimenti: Furry
Capitoli:
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~Coniglio~
28 - Pregiudizi (0)
 

 

 

 
 


Judy fermò il SUV alla fine della strada.
Non aveva condotto alcun tipo di ragionamento per arrivare a compiere quel gesto; semplicemente, giunta all’ennesimo bivio di quell’ennesimo giro di ronda notturna, qualcosa in lei scattò e la coniglietta seppe di dover accostare.
Nick la guardò, incerto. «Perché ti sei fermata?»
«Perché dobbiamo parlare» rispose lei. «Perlomeno, io devo farlo.»
La confusione nel volto della volpe svanì in quel preciso istante, per lasciare il posto ad un sentimento che le era familiare, ma di cui non ricordava il nome. «Se vuoi parlare di quello che è successo oggi» le disse, «ti invito già da ora a lasciar perdere.»
«No che non lascio perdere.» Judy rafforzò la presa al volante e vi appoggiò la fronte sopra con un sospiro. «Non posso far finta che non sia accaduto nulla.»
«Puoi sempre far finta che non sia accaduto nulla.»
«Solo perché tu hai vissuto così per buona parte della tua vita, Nick, non significa che io debba fare altrettanto.» ‘E in ogni caso… non ci riuscirei neanche se volessi.
Nick non replicò; girò, invece, la testa verso il finestrino e abbandonò il muso ad una zampa mollemente appoggiata alla sporgenza interna dello sportello.
Esattamente il tipo di atteggiamento che Judy detestava più di qualunque altro. «Perché non mi hai lasciato intervenire?» Percepì la propria frustrazione vibrarle nella voce, quella stessa frustrazione che aveva creduto di poter mettere da parte ma che invece era ritornata, amara e bruciante come l’aveva colta molte ore prime in quel bar. «Perché hai lasciato che ti guardassero… che ci guardassero in quel modo?»
Aveva trascorso l’intera giornata spingendo i suoi dubbi in fondo, in fondo al cuore, ogni volta che quelli riaffioravano in superficie come legumi dispettosi messi a bollire in pentola. Ma il ricordo era troppo vivido e brillava di colori accesi, violenti, quasi dolorosi; l’immagine non poteva sfocare, non poteva scomparire, era impressa a fuoco nei suoi occhi e lei continuava a vederla ovunque… e a soffrire per essa.
«Perché non c’era niente da dire» rispose Nick, ostinandosi ad indagare l’oscurità che li circondava.
«Che razza di risposta sarebbe?» Il suono aberrante di quelle parole l’aveva raggiunta come uno schiaffo in pieno volto. «Come puoi anche solo pensare che non ci fosse niente da dire?»
Nella sua mente, quelle dinamiche continuavano a ripetersi senza sosta: ogni minuto, ogni secondo, le sprezzanti risate e le occhiate di sdegno esplodevano intorno a lei, pure schegge di odio e ignoranza. «Non ti importa?» insistette Judy. «Il loro disprezzo non ti tange, Nick?»
«No.» Il partner si era voltato e aveva pronunciato quella singola negazione. E c’era talmente tanta forza in essa, talmente tanta risolutezza, che Judy vacillò senza neppure capire il perché.
Sentì le lacrime premere ai lati degli occhi. «Beh, a me sì. Non posso sopportarlo… non devo, non dobbiamo.» Lasciò la presa al volante, consapevole che quest’ultimo non era più in grado di darle la forza di cui aveva bisogno, e si aggrappò invece al braccio di Nick. «Ti hanno guardato come se fossi un criminale. Ti hanno giudicato senza neppure sapere chi sei, solo perché…» Era dura, era tremendamente dura. Forse, più dura di qualunque altro ostacolo si fosse mai trovata ad affrontare. «Io non so… non so come spiegarmi… se non riesci ad arrivarci da solo, io…»
«Judy…» La volpe le toccò una guancia e la costrinse a sollevare lo sguardo. «Perché stai piangendo?»
«Perché è triste.»
«Cosa lo è?»
«Non poterti difendere» rispose, senza esitazione. Due grossi lacrimoni rotolarono giù lungo le gote, e lui li catturò entrambi con un delicato movimento del pollice. «Perché non me lo permetti.»
Qualcosa nell’espressione di Nick mutò, ad un livello che la ragione, da sola, non poteva comprendere, e il suo muso si fece più vicino. «… Ed è solo questo che ti preoccupa?»
«Che altro?» chiese, tirando su col naso. «Hai trascorso una vita bersaglio dei pregiudizi di questa società, Nick… non voglio che questo accada mai più. Non finché ci sarò io al tuo fianco.»
«Hanno deriso anche te. Questo non è triste?»
Nick sembrava confuso, e quella confusione divenne la sua. «Perché tiri in ballo me? È di te che mi sto preoccupando, non sviare…»
«Non so sviando proprio nulla» la interruppe. «Tu eri partecipe quanto me, Judy. Tu eri coinvolta quanto me. Che senso ha che tu sia preoccupata solo per me?»
«Ha senso» insistette lei, afferrandogli entrambe le zampe con forza e allontanandole dal suo viso. «Io posso preoccuparmi solo per te, Nick. È questo che si fa di solito, no?» Tentò di sorridergli, lui non ricambiò ma a Judy non importò. «Preoccuparsi di coloro che si amano, dimenticandosi di se stessi.»
Le loro zampe unite ricaddero sulla gamba di lui e non interruppero mai il contatto, perché nessuno di loro desiderava che ciò che accadesse.
La volpe inalò, lentamente e profondamente. «E non pensi, stupida coniglietta, che possa valere lo stesso per me?»
Il modo in cui la stava guardando… Judy si ritrovò a deglutire, dimenticando per un istante qualunque altra cosa che non fossero le verdi iridi di Nick. Persino le lacrime avevano smesso di radunarsi agli angoli dei suoi occhi. «Io… non posso saperlo» si difese, incerta. «Posso soltanto vivere quello che sento dentro… perché è tutto ciò che so fare.» Si sentiva così sciocca a dire quelle cose, così sciocca ad ammettere i suoi limiti in quel modo. «E ciò che sento, Nick, è che non voglio mai più assistere ad una scena come quella oggi. Non voglio mai più vedere o sentire mammiferi che ridono di noi, di te, come se fossimo una bestialità, solo perché traiamo reciproco piacere dallo stare insieme.» … E adesso si sentiva anche in imbarazzo. «Uhm…»
Nick emise una breve risata. «Cos’era quello, Hopps?»
«Zitto» gli intimò, abbassando la testa fin quasi al grembo.
«Mi chiedi l’impossibile.» Il tono della volpe sembrava essere appena diventato un drappo di velluto che gentilmente si avvolgeva intorno a lei, come una carezza. Judy rabbrividì e rimpianse di non poter nascondersi ancora di più. «Parlare con te è l’unica cosa che mi rimane, Carotina. L’unica che possa fare senza sentirmi in difetto o fuori posto. Se mi togli anche quella… insomma, vuoi vedermi morire?»
La coniglietta non capiva – ma neppure questo la convinse a sollevare il capo. «Cosa intendi dire? Tutto ciò che voglio è…»
Si accorse troppo tardi di non conoscere il seguito di quella frase. Il silenzio crollò su di loro, scrosciante come una cascata, e il cuore cominciò a martellarle dentro il petto così forte che Judy temette che persino lui potesse sentirlo.
Così… quelle parole che non trovavano voce si trasformarono in un gesto, e tutto l’amore che sentiva dentro di sé divenne uno slancio che la portò ad aggrapparsi al collo di Nick come se fosse l’unica cosa che le avrebbe impedito di precipitare in un baratro.

 


 
 
 











__________________
Angolino dell'autrice:
Buongiorno e buonasera, fanciulli e fanciulle. Non ho nulla di particolare da dire se non che forse, forse mi sto riappropriando di qualcosa che credevo di aver perduto per strada. Ancora è tutto da vedere... ma forse nel prossimo capitolo sarà più chiaro cosa intendo, a voi ma in primis a me. E visto che è da un po' che non ribadisco l'ovvio... grazie a coloro che continuano a leggermi dopo tutto questo tempo. Grazie di cuore. Esattamente cinque mesi fa pubblicavo il primo capitolo di questa raccolta; essere ancora qui, dopo tutto questo tempo... credetemi, per me è un traguardo immenso.
   
 
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