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Autore: Hikari_Sengoku    29/07/2016    0 recensioni
Un inno alla dignitá delle persone che, nonostante tutto, sono ancora umane.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa storia mi é venuta in mente guardando un esperimento sociale su youtube, in cui il giorno di san valentino venivano regalate a donne di facili costumi delle rose, che mi ha fatto pensare. Nessuna di loro se lo aspettava, credevano tutte in un doppio fine. Senbrava come se gli stessero dando qualcosa che spettava loro di diritto, ma che gli era stato negato, e che non conoscevano. Mi ha fatto pensare, e cosí ho scritto questa cosa di getto. Un'inno alla dignitá.

Bocca di rosa

La chiamavano bocca di rosa
metteva l'amore, metteva l'amore,
la chiamavano bocca di rosa
metteva l'amore sopra ogni cosa.


C'era una volta una ragazza frivola e bionda. Non era stupida. Non era ricca, anzi, e aveva fame. Cosí era cominciato tutto. Il giorno fatale, in cui aveva avuto fame e non c'era che il proprio orgoglio e la propria dignitá da mangiare, si era detta che tanto valeva dedicarsi al pranzo con tutta la propria forza, e fare della propria vergogna un modo per sopravvivere anche spiritualmente. Si era detta: Ameró amare. Anche se lei, dando amore, avrebbe ricevuto denaro.

Appena scese alla stazione
nel paesino di Sant'Ilario
tutti si accorsero con uno sguardo
che non si trattava di un missionario.


Quel giorno, tutti la videro. Se prima la sua miseria era stata invisibile, ora si era vestita di luccicanti pailletes, trucco pesante e borsetta, e appariva agli uni come il rimedio di una notte, ad altri come la scoria impura dell'umanitá, maschera carnevalesca titolo ed esempio dei muserabili del mondo. Ad altri ispirava pietá. A nessuno ispirava Marta, che era lei.

C'è chi l'amore lo fa per noia
chi se lo sceglie per professione
bocca di rosa né l'uno né l'altro
lei lo faceva per passione.


Ameró amare. Ritornello triste nelle sue vene, nel momento in cui un uomo le si era avvicinato, comprandole per 50 euro la sua dignitá. E lei, lasciandosene condurre, quella notte aveva per la prima volta amato amare, con tutta la sua anima.

Ma la passione spesso conduce
a soddisfare le proprie voglie
senza indagare se il concupito
ha il cuore libero oppure ha moglie.


Cosí cominció. E amare l'amore divenne amaro nelle sue vene.  E l'amore si fece vortice in lei, risucchiando la passione degli uomini in cui lo cercava , scoprendo che l'amore che aveva dato non le tornava indietro, perché era sbagliato, era troppo, e si chiamava lussuria. E la lussuria divorava tutto, alla ricerca di quell'amore. Divoró la dignitá, l'orgoglio, trasformando quella necessitá per miseria in brama, e infine... Divoró lei, che non era piú Marta, ma Furious Tiger, e come un animale senza piú raziocinio, non divideva piú una preda dall'altra.

...


Ma la melodia infinita e trascinante della miseria a quel punto, miracolosamente, si spezzó. Proprio quando ormai il vortice infernale dei lussuriosi si stava per chiudere sopra di lei, quando la sua luce stava per scomparire nel fondo del barile, la catena di dare amore-ricevere denaro si spezzó. Quel giorno, il calendario segnava il quattordici febbraio - beffa crudele per lei, giorno dell'amore per tutti, tranne per chi, come loro, ne dava di piú. Era sulla strada da tanto, e le sue gambe erano stanche. Nel momento in cui stava per ritirarsi, qualcosa di rosso entró nel suo campo visivo. Una rosa. Sorpresa. Alzó lo sguardo, incredula. Un ragazzo, giovane, bello, le sorrideva con semplicitá. Non abituata alle gentilezze, chiese: "Cosa desideri?". E il ragazzo rispose: "Nulla. Solo darti la rosa. É San Valentino anche per te" "Sul serio non vuoi nulla?" Lui scosse la testa e le sorrise "No" e dopo un breve silenzio "arrivederci" e la lasció lí, cosí, con una rosa in mano e un "arrivederci" sussurrato sulle labbra. Sbigottita, non si rese conto di essere felice finché sedendosi sul bordo del marciapiede non riguardó la rosa. Si fece una foto, postandola sui social. "Sono felice" scrisse. L'amore era tornato indietro, il vortice si era sciolto, finalmente sazio. E felice, lo era davvero. Semplice, come il suo, il loro sorriso.






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