Erano seduti a terra dentro una
capanna, prigionieri dei
pellerossa e senza sapere che fine avrebbero fatto, ma continuavano a
parlare
cose nulla fosse.
“Allora ho afferrato la mia
sciabola e mi sono fatto largo
attraverso una muraglia umana. Quando sono arrivato al timone, quasi
non
riuscivo ad afferrarlo tanto avevo le mani lorde di sangue.”
raccontava tutto
accaldato Silver
Poi fu il turno di Jim:” Io
invece con la mia goletta Horfes
ho sfondato le linee nemiche e, balzando con una cima sulla nave
ammiraglia, mi
sono aperto la strada sparando all’impazzata, poi con la
spada meno fendenti a
destra e a manca. Quando mi sono voltato il pontile era un tappeto di
cadaveri.”
Si raccontavano le loro storie in
attesa di una soluzione,
tanto non potevano ammazzarli, come aveva detto Spugna.
Il racconto di Spugna.
“Il mio nome non ha
importanza, un tempo ero un capitano
ambizioso e disonesto, un vero sanguinario. Ho trovato la morte in mare
per
colpa della marina, ma molti ho portato con me di quei cani.
Poi mi sono ritrovato qui, su
quest’isola, infatti da
Sottomondo sono stato inviato qui per equilibrare lo spirito guardiano
Pan,
ormai fuori controllo.
Con lui e con la sua compagna, Giglio
Tigrato, mi sono
accordato per un gioco: pirati e bambini.
Un gioco in cui non moriva nessuno
perché, privi dell’ombra,
diventavano pirati, bambini o pellerossa se colpiti e uccisi.
Tu Jim, stranamente, hai come me e
Pan un’ombra, il che ti
impedisce di trasformarti e quindi di morire, sei l’eccezione
alla regola.
Uncino non conta niente, è
solo una pedina per innescare il
gioco.
Questo è quando puoi e
devi sapere.
Ah un’ultima cosa:
l’isola non è che la proiezione delle
nostre emozioni, guardala sempre con occhi nuovi per trovare una strada
diversa.”
Intanto, mentre Jim e Silver si
dilettavano a raccontarsi le
loro avventure, da un’altra parte dell’isola
qualcuno si annoiava.
“Mi annoio.”
Stava borbottando Pan:” Piumino che mi dici?”
Il bambino sperduto, che rispondeva a
quel nome, rispose:”
Niente, nessun pirata all’orizzonte. Rispettano la
tregua.”
“Stupidi pirati e la loro
tregua.” Mugugnò allora Pan
“Fratellino.”
Disse poi:” Raccontaci una storia.”
Il bambino che rispondeva a quel nome
si sistemò il cilindro
sulla testa, si sistemò gli occhiali col mignolo destro e
afferrò il suo
ombrello, brandendolo come se fosse una bacchetta da concerto.
La storia di Fratellino
Nel Mondo di qui vivevano tre
fratelli che si volevano bene,
ma venne la guerra e tutto cambiò.
Non c’era che miseria, non
c’era che disperazione e tuttavia
i tre fratellini no avevano perso la loro gioia.
Anche quando a i genitori li avevano
abbandonati in
campagna, anche allora i tre fratellini non persero la loro gioia,
grazie ad un
libro di fiabe e al fratello maggiore che le raccontava.
Poi venne il signore del lago e
dell’isola sul lago e donò
al fratello più grande una ocarina bleu, perché
allietasse le sue notti
suonandole.
Fratellino stava continuando a
raccontare quando Pan gli
lanciò contro una brocca piena d’acqua, facendolo
stramazzare al suolo.
“Finiscila.”
Squittì come un bambino infastidito:” La tua
storia non mi piace.”
Intanto altrove anche altri stavano
parlando.
“E dimmi Silver come facevi
a sapere che nella Nebulosa del
Cigno ci fosse una falla?” Chiese Jim
“Non faccio la spia
io.” Rispose piccato Silver e poi
chiese.” E tu, come hai fatto?”
“Non faccio la spio
io.” Ribatté ironico Jim e poi disse:”
Mi sei mancato tanto, vecchio mio. Ma ora dimmi sinceramente che sei
venuto a
fare qui?”
“Il Tesoro di
Kormandù.”
“Quel tesoro?”
Chiese Jim esterrefatto:” Ma non era solo una
leggenda?”
“No, il tesoro di
Kormandù esiste ed è il bottino più
grande, alla pari solo al bottino dei mille mondi.”
“Non ho visto forzieri o
luoghi segreti qui, però.” Ribatté
Jim
“No, nessun forziere, ma
questi pellerossa hanno la mappa.
“Disse Silver, dando poi di gomito a Jim, come un segnale
d’intesa:” Troviamo
la mappa. Troviamo il tesoro. Spartiamo il tesoro. Viviamo da
re.”
Intanto a Sottomondo, dove erano
arrivati, Wendy e il Cappellaio
Matto erano stati accolti da un attacco del Ciciarampa.