“Ballerai
con me?”
“Posso farne
a meno?”
Draco si
morse le labbra con forza, no, non poteva perché lo aveva messo alle strette,
aveva preso l’amore che provava per lui e gliene aveva chiesto la ricevuta.
Lo baciò, un
bacio veloce quasi a fior di labbra, perché vedeva quanto Harry era contrariato
e deluso e non sapeva se avesse il diritto di toccarlo, ma Harry lo afferrò con
decisione dalla nuca, scompigliandogli i capelli per affondare le dita tra di
essi e attirarlo maggiormente contro di sé, avvicinandosi alla sua bocca quasi
con irruenza per poi chiederne gentilmente l’accesso. Draco dovette aggrapparsi
alle sue spalle, le gambe di gelatina mentre la lingua del compagno giocava con
la sua, lasciando il suo corpo a gongolare in ogni sua fibra per ogni tocco
fugace.
Quando
infine Harry lasciò che si allontanasse Draco dovette riprendere fiato,
passandosi le dita sulle labbra ancora formicolanti. Ma Harry non scorse il suo
sguardo adorante, gli occhi fissi sulle ciocche di capelli biondi che erano
tornate diligentemente al loro posto non appena vi aveva sfilato le dita.
“Ora va… o
tua madre mi Crucerà ancora prima di quel maledetto ballo”
Fu in un
sussurro che gli disse che gli dispiaceva, ma Harry non fece altro che chiudere
gli occhi, costringendosi a non sentire più quel dolce profumo di gelsomino che
sembrava aver piantato radici nel suo naso.
Quando Draco
si ripresentò in sala lo accolse uno sguardo severo di sua madre, ma lui non ci
fece caso, le spalle irrigidite ma sul viso un sorriso gentile. Aveva sempre
dato per scontato tutta l’ipocrisia della sua vita, sapeva che Potter aveva
dovuto estrarlo da essa per trovarlo e sapeva che i primi tempi lo aveva odiato
per questo, ma ormai aveva raggiunto il suo equilibrio, la sua vita da Malfoy non era un peso, era essere solo
Draco con Potter che era un sollievo, una sottile differenza a parole e una
enorme nei fatti, non aveva mai rinnegato la sua vita precedente, l’aveva solo
messa da parte per fare spazio alla nuova.
Ancora una
volta fu gentile e attento ai suoi ospiti, la sua mente ancora lontana ma i
suoi modo perfetti, ancora più sotto controllo, ora che aveva confessato a
Potter cosa voleva da lui.
Quando
infine arrivò il momento dell’ultima danza la musica scemò dolcemente e il
vociare della festa si attenuò mentre gli invitati si azzittivano con un
sorriso sulle labbra. Draco Malfoy e sua madre erano ottimi ballerini e lo
dimostravano ogni anno fin da quando Draco non aveva che quattordici anni, era
uno spettacolo osservarli.
Questa volta
tuttavia la Signora Malfoy non si avvicinò al figlio, i suoi passi aggraziati
si allontanarono anzi da lui e mentre gli invitati che già avevano capito
trattenevano il fiato, quelli che ancora non lo avevano fatto aggrottavano le
sopracciglia, sorpresi: cosa stava succedendo?
Draco
aspettò al centro della pista, guardando Harry che aveva però gli occhi fissi
su sua madre che gli si stava avvicinando. Sarebbe dovuto essere suo padre ad
accompagnare Potter da lui, ma Lucius Malfoy era in
carcere e probabilmente si sarebbe Cruciato piuttosto di fare una cosa simile.
Narcissa si
avvicinò con lentezza, Harry Potter era immobile in sua attesa, ma nell’ultima
ora era visibilmente impallidito. Se ballare con lei per lui era stato un peso,
farlo con suo figlio era una tortura. Il suo spirito Malfoy si ribellò con
rabbia al ricordo di quanto era stata orgogliosa di ballare per la prima volta
con il giovane Lucius, ancora dovevano sposarsi, ma
il fidanzamento era già ufficiale e non ricordava di essersi sentita più fiera
del giorno in cui il suo Abraxas Malfoy le si era
avvicinato per portarla dal figlio, per la prima volta la Signora Malfoy, a
dispetto dei documenti.
Quando posò
gli occhi su Potter tuttavia non poté che sentire la rabbia svanire. Quel
ragazzo la odiava, odiava lei e tutto ciò che lo circondava… ma amava Draco e
per questo persino l’odio aveva fallito.
Questa volta
la sua mano non tremò quando la tese verso quella di Potter, questa volta
gliela strinse con gentilezza e il sorriso falso che piegò le sue labbra
serviva soltanto agli invitati, per nascondere loro le parole sussurrate che
solo Potter poteva sentire.
“La prima
volta che ho ballato con Lucius eravamo soltanto
fidanzati…”
Harry restò
in silenzio, ascoltando le parole di Narcissa con gli
occhi però fissi in quelli di Draco che lo stava aspettando: tremendamente
bello, tremendamente perfetto.
“Quando il
ballo si concluse ero la Signora Malfoy… “
Il sorriso
sottile di Harry si incrinò ma quando la donna gli strinse la mano, questi
riprese il controllo. Presero ad avanzare verso la pista da ballo, più
lentamente di quanto avrebbero dovuto, ma Narcissa
aveva bisogno di parlargli: per Draco, per il suo bambino.
“Non credo
che tu abbia colto il significato di ciò che ti ha chiesto e anche se ho
acconsentito a farti ballare con lui, non ti accompagnerò prima di essermi
assicurata che tu comprenda”
Harry aveva
gli occhi sempre fissi in quelli di Malfoy e vide un’ombra oscurargli il viso
nel rendersi conto che sua madre gli stava parlando e che c’era qualcosa che
non andava.
Eppure Harry
non rispose, prendendosi il tempo che non aveva perché seppur avanzando
lentamente stavano per raggiungere Draco. Rifletté e lo fece con calma, infine
il suo sorriso si rafforzò sul suo volto e lui si arrestò, fermando a sua volta
la Signora Malfoy.
“Non ballerò
con l’erede dei Malfoy, non prenderò mai il vostro posto, non sono adeguato e
non lo sarò mai, è un ruolo che non solo non mi si confà ma che in più
aborrisco…”
Narcissa lo
guardò dritto negli occhi ma non batté ciglio, sapeva apprezzare la sincerità e
sapeva che il ragazzo non aveva finito.
“Non ballerò
con l’erede dei Malfoy perché odio il significato di questo ballo… ma rispetto
il significato che gli da lui ed è per questo che ballerò con Draco”
La donna
annuì, nei suoi occhi quel rispetto che Harry non avrebbe mai pensato di poter
guadagnare, ma ancora non aveva finito. Sapeva che gli invitati stavano
cominciando a bisbigliare tra di loro, incapaci di immaginare la conversazione
che stava avvenendo tra loro due, ma c’era ancora una cosa.
Draco li
vide scambiarsi ancora qualche parola poi sua madre abbassò graziosamente il
viso in un assenso e lasciò la mano di Harry. Per un momento pensò che si
stesse rifiutando di accompagnarlo sebbene glielo avesse promesso, ma se sua
madre effettivamente tornò a raggiungere il lato della pista da ballo, lo
stesso non fece Potter, che continuò ad avvicinarsi a lui.
Quando
infine lo raggiunse Draco era un fascio di nervi: che diavolo stava succedendo?
Tuttavia le
labbra di Harry si distesero in un timido sorriso quando infine gli porse la
mano e Draco la accettò con naturalezza: era il suo Potter, non avrebbe mai
potuto fare altro che accettarla.
“Che cosa
succede?”
“Ho detto a
tua madre che ballerò con Draco e non con Malfoy…”
Draco annuì,
posizionandosi davanti a lui per il ballo e appoggiando il proprio corpo contro
quello del compagno con la sicurezza con cui negli ultimi anni lo cercava nel
sonno.
“Ma le ho
detto che non sarebbe stata lei a portarmi da te…”
Harry
strinse nella propria la sua mano destra come mille volte aveva fatto quando
averlo vicino non gli bastava e aveva bisogno di un contatto, fosse anche tanto
innocente quanto tenersi per mano.
“…perché
quello che mi lega a te…”
Entrambi
portarono la mano dietro la schiena del compagno. Draco sentì la mano di Potter
bollente appena sotto le sue scapole posarsi su di lui così come decine di
altre volte si era posata per guidarlo quando tentennava, per confortarlo
quando provava timore, per stringerlo a sé quando aveva bisogno di lui.
“…ha sempre
e solo riguardato noi due soli”
Draco
sorrise, un sorriso vero, un sorriso che fece sbattere le ciglia a più di una
signora e che accese nel loro petto un calore di cui difficilmente l’alta
società riconosceva l’esistenza. Perfino Narcissa
sentì il proprio cuore accelerare nel petto , non aveva mai visto un sorriso
simile sul volto del figlio.
La musica
cominciò e i due ballerini a malapena la notarono, lasciando che i loro corpi
si muovessero quasi spontaneamente, guidati da tutte quelle ore in cui si erano
ritrovati a ballare nel salotto di casa loro, stretti dolcemente laddove a casa
erano avvinghiati ben più di quanto sarebbe stato decoroso, con i passi che si
armonizzavano tra di loro anche se nel loro salotto finivano sempre per diventare
impacciati per le risate o per i baci che dopo un po’ il contatto ravvicinato
non poteva che suscitare, oppure per il piccolo Ted che finiva per aggrapparsi
alla cintura di uno dei due fino a quando non lo infilavano tra di loro,
lasciando che ballasse con i piedi su quelli di Malfoy, aggrappato ai suoi
fianchi con una risata sulle labbra.
Sparirono
gli invitati, sparì Narcissa Malfoy, sparirono
Neville e Blaise che li guardavano sopraffatti dall’emozione nel cogliere il
vero significato di quel ballo, sparirono tutti…
E quando
infine il ballo si concluse Draco continuò a guardarlo dritto negli occhi e
Harry ricambiò il suo sguardo: non era lui quello che doveva diventare la Signora Malfoy, era Draco che doveva
diventare il Signor Malfoy, ne aveva
bisogno perché lo aveva sognato da tutta la vita e perché quando tutto dei suoi
piani sul futuro era saltato quello gli era restato ancora. Era il Signor
Malfoy e tutti avrebbero dovuto prenderne atto, non faceva più le veci di suo
padre, ormai agiva soltanto per se stesso e il fatto che avesse cominciato a
farlo già molto tempo prima non contava affatto. Quel ballo lo aveva
trasformato in un Malfoy ed esserlo gli dava infine la libertà di scegliere di
vivere in quanto Draco.
Il sorriso
luminoso che Draco aveva temuto alla fine del ballo con sua madre fiorì infine
sulle labbra di Potter, ma lì, ancora stretto tra le sue braccia, riuscì a non
risultare per nulla inappropriato e mentre le sue ginocchia formicolavano per
l’emozione Draco si disse che un sorriso del genere non sarebbe potuto esserlo
mai.
Et Voilà!
La storiella
è finita, spero che vi sia piaciuta e che troverete il tempo di lasciarmi una
prova del vostro passaggio!
Baci8li.Ci.