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Autore: Cipollina    08/08/2016    4 recensioni
Harry stava tornando dai suoi allenamenti di Quidditch dopo essersi attardato in una doccia particolarmente lunga, quando si rende improvvisamente conto che forse sarebbe stato meglio se si fosse sbrigato... o forse no?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il freddo del muro dietro di sé: unico appiglio saldo nella vertigine della sorpresa, il respiro affannato nel petto: quasi che tutta l’aria volesse improvvisamente uscire dai suoi polmoni ed entrare al contempo, i pensieri turbinanti nella testa e migliaia di brividi che si rincorrevano giù per la schiena… una sola domanda e questa era la sua reazione. Bel Salvatore del mondo magico era se poche semplici parole avevano il potere di paralizzarlo tanto!

Ma, in fondo non era il mondo che doveva salvare adesso, ma solo la sua sanità mentale, non era un pazzo sadico che doveva sconfiggere, ma solo il suo desiderio più grande e profondo, desiderio che fino a quel momento non sapeva neanche di avere.

Malfoy sorrise appena, quasi che riuscisse a seguire il corso scombinato dei suoi pensieri, ma rimase immobile nella sua posizione, una mano leggera sul suo petto, l’altra appoggiata al muro alle sue spalle, tutto il suo corpo posto da barriera fra lui e il corridoio, fra lui e la libertà, fra lui e una vita di menzogna e ipocrisia.

Gli allenamenti di Quidditch erano stati particolarmente duri quel giorno, il tempo decisamente inclemente e il Boccino abbastanza collaborativo da permettergli di prendersi una mezza polmonite. Quando finalmente avevano finito, non era riuscito a privarsi di una lunga doccia calda, ma certo i suoi compagni non potevano aspettarlo: le loro ragazze li stavano aspettando piene di istinto materno pronto a sfogarsi sui loro fidanzatini zuppi e stanchi e chi avrebbe resistito al petto caldo di una ragazza innamorata per aspettare l’unico deficiente che, malgrado l’offerta non mancasse di certo, non aveva nessuno da cui farsi coccolare?!

Dieci minuti e Harry si era ritrovato solo, non proprio deluso dall’esserlo, ma irrimediabilmente solo… e se fosse restato qualcuno, se qualcuno avesse avuto la pietà di aspettarlo, ora di certo non si sarebbe trovato in quella situazione.

Era tornando dal campo di Quidditch che aveva incontrato Malfoy, non sapeva neanche da dove era sbucato e che diavolo ci facesse lì… ma in ogni caso lo stupore non era stato reciproco. Il Serpeverde si era gettato su di lui come un ghepardo su un cucciolo di antilope, lo aveva incatenato con i suoi occhi di ghiaccio e spinto contro il muro: in ogni suo movimento dolcezza, ma fermezza al tempo.

E poi era arrivata la domanda, sussurrata direttamente sulle sue labbra schiuse dallo stupore… così imprevedibile, inaspettata, così impossibile…

“Posso baciarti?”

Il ragazzo prese un respiro profondo cercando di scacciare tutte le emozioni che si stavano scatenando nel suo petto: quello era Malfoy, il Furetto, lo stronzo figlio di Mangiamorte, la persona che aveva cercato di rendergli la scuola un inferno, quella che aveva passato sei anni ad insultare lui e i suoi amici con gli epiteti più ingiuriosi e offensivi… eppure…

Harry alzò gli occhi, tornando a fissarli in quel mare di platino, così freddo a prima vista e così tremendamente scottante a tutte le successive… perché non lo aveva mai fatto? Perché in quei sei anni passati ad odiarlo non si era mai preso il tempo di guardarlo negli occhi? Di guardarlo davvero negli occhi, in quegli occhi dal taglio perfetto e dal colore incredibile, incastonati in quei lineamenti rigidi e raffinati che aveva presto imparato a conoscere… e la pelle così chiara e diafana… le labbra così… invitanti…

Ma quello era Malfoy, non era solo quel volto, quegli occhi, quelle labbra, quello era Malfoy… e non poteva fingere che non lo fosse…

Il Serpeverde sorrise di nuovo, dolcemente, in un modo che Harry non gli aveva mai visto fare, nemmeno a Zabini o alla Parkinson…

“E… se dicessi… di no?”

Le labbra fini si piegarono in una piccola smorfia mentre il loro proprietario si prendeva un secondo per un respiro profondo, forse che Harry non fosse il solo a dover lottare contro le emozioni prorompenti, ma poi si ridistesero mentre Draco rispondeva, le parole sussurrate direttamente sul suo volto con una malizia quasi innocente, come se non si rendesse conto dell’effetto che il suo corpo così vicino stava avendo su di lui:

“Se dicessi di no domani tutto ritornerà come prima… come se non fosse successo nulla”

Il fiato gli sfuggì tremolante dalle labbra mentre le sue palpebre si chiudevano con forza sugli occhi, nella speranza che così facendo, con la sola forza del pensiero, potesse scacciare via il Serpeverde e risvegliarsi nel suo letto o anche semplicemente ritrovarsi in quel corridoio completamente solo… ma non funzionò e il suo cuore continuò a scandire con un colpo ogni decimo di secondo che stava trascorrendo, mentre un nuovo pensiero si formava nella sua mente: se in sei anni non aveva mai sentito un tono tanto dolce provenire dalle labbra di Malfoy, se in sei anni non aveva mai notato quanto belli e profondi fossero i suoi occhi, se in sei anni non lo aveva mai visto sorridere con così tanta naturalezza… allora forse c’era un Malfoy che non conosceva, un Malfoy che si era sempre nascosto dietro a quello che lui pensava di conoscere, un Malfoy che chissà come quella notte era riuscito a palesarsi… con lui, in quel corridoio freddo e vuoto… un altro Malfoy… un Malfoy che forse…

“E… se dicessi di… sì…”

Harry riaprì gli occhi scoprendo che quelli grigi ancora non lo avevano abbandonato e che anzi Draco si era ulteriormente avvicinato, ora il petto a pochi centimetri dal suo e il lieve profumo di cannella gradevolmente penetrato nelle narici.

All’inizio il suo movimento fu del tutto impercettibile, più inconscio che reale e Malfoy credette di esserselo solo immaginato, di star vedendo solo quello che stava desiderando con tutta la sua forza, i pensieri confusi nel sentire sotto al proprio palmo il cuore del compagno che da agitato sembrava impazzire definitivamente… ma non appena Harry si rese conto di quello che stava facendo non riuscì più a fermarsi e la sua testa si mosse con decisione verso l’alto e poi verso il basso, una volta, due volte, tre volte… poi i suoi occhi si fissarono in quelli grigi e le sue labbra lasciarono passare un sussurro:

“Sì”

 

 

 

 

Ed eccomi tornata con una oneshot, una delle più vecchie della mia cartella… spero vi sia piaciuta!

Al prossimo lunedì con la prossima storia…

Baci8li.Ci.

  
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