Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Stella94    10/08/2016    9 recensioni
Dal primo capitolo:
"─Resta con me.
Disse la ragazza senza neppure riconoscere la sua voce, credere che avesse realmente pronunciato quelle parole, farsi una ragione della sua impalcabile sfrontatezza. Dov’era Sansa? Chi era Sansa?
─Sansa, io resterò sempre al tuo fianco. Qualunque cosa accada tu..
─No! ─ Lo interruppe imbarazzata, il calore sulle guance come brace ardente che le intorpidiva la pelle ─Resta con me. Questa notte. Qui."
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







                              
                        Ad occhi chiusi 





                                   Sansa 








Doveva sentirsi più al sicuro ora che si trovava protetta tra le mura inespugnabili e familiari di Grande Inverno.
La realtà è che ogni cosa le appariva troppo grande, troppo vuota, piena di buchi neri, ombre che nell’oscurità minacciavano di ghermirla.
C’era ben poco dei suoi ricordi in quella fortezza che sembrava grondare ancora sangue.
Era stata contaminata, sporcata. Avevano cancellato ogni cosa, quel suo granitico splendore che la faceva risplendere d'argento sotto i raggi sempre deboli del sole, ed ora c’era solo un’immagine sfuocata, un ricordo che stava sbiadendo.
Sansa si guardò intorno sperando di ritrovare quello stesso sentimento che da bambina aveva più volte rinnegato, addirittura detestato. Anche il suo cuore era stato contaminato, perché non c’era nessuna passione nell’idea di essersi rimpadronita di ciò che ingiustamente le era stato sottratto.
Si trovava lì, nella stanza che un tempo era stata dei suoi genitori, ma non era abbastanza, la sua anima come esausta sembrava deprivarla di qualsiasi emozione.
Si era immaginata molte volte quel momento, negli incubi si era svegliata progettando ansante la sua vendetta. Non era servito a niente. Era vuota.
Si sedette sul letto indecisa sul da farsi. Avrebbe dovuto riposare, ma sapeva che non ci sarebbe riuscita. Quel letto era decisamente grande, imponente,  inadatto ad una ragazza sola e assalita dai tormenti. Faceva freddo, nonostante il fuoco scoppiettasse nel camino ardente di braci, e le ombre si stavano allungando diventando fitte e impenetrabili.
Sentì bussare alla porta, si portò le mani in grembo.
─Avanti.
Disse con un tono che sembrava non appartenerle, così gracile, incrinato. Quel tono di voce che non si addiceva ad una ragazza che aveva dato in pasto il suo assalitore a quei cani che gli erano stati tanto fedeli.
Dov’è il mio cuore?
La testa di Jon fece capolino da dietro la porta. Sansa si affrettò ad alzarsi, aggiustandosi il vestito.
─Vostra Grazia.
Mormorò mettendosi dritta. Non ricordava se avesse pianto, si toccò lo stesso il viso per accettarsi che non ci fosse scritto nulla che non volesse rivelare nella sua espressione impassibile.
─Vostra Grazia? ─Jon fece un passo nella stanza, chiudendosi la parta alle spalle ─Pensavo conoscessi bene il mio nome.
Sansa intrecciò le dita in grembo. Ad un tratto si rese conto che qualcosa in lei sembrava ancora essere vivo. C’era come un formicolio al centro dello stomaco, adesso si, poteva anche avvertire un lieve battito palpitare contro il petto. C’era ancora il suo cuore, forse c’era anche se stessa. E si sentì meglio, un po’ più sicura. Ero lo stato d’animo che aveva associato alla vicinanza di Jon.
─Sei il mio re adesso. Non più mio fratello.
─Io sarò sempre tuo fratello ─ Jon le si avvicinò pacato, con uno sguardo cordiale e sicuro. Aveva tolto il pesante mantello con il collo adornato da pellicce, e stava elegante nel suo farsetto pulito e finemente ricamato, i capelli mezzi legati all’indietro come suo padre spesso raccoglieva ─E a proposito di questo, vorrei porgenti le mie scuse. A nome mio e a nome di tutte le persone presenti alla cena di questa sera.
─Per quale motivo?
Jon spostò il peso da un piede all’altro, nei suoi occhi di oscurità e tenebre, vi era una sorta di nebbia, un velo sinistro di frustrazione, forse senso di colpa.
Non tormentarti Jon.
─Avresti dovuto essere tu ─ Convenne con convinzione ─E’ stato merito tuo, tutto quanto. Se non fosse stato per te non saremmo usciti vivi da quella battaglia. Io non sono l’eroe che loro pensano, li stavo conducendo alla morte in realtà. Non ho nessun diritto di pretendere un trono che non mi appartiene e che non ho conquistato con onestà. Sono stato ingenuo ed egoista. Tu…
─Shhh…
Sansa interuppe le sue parole mettendogli le dita sulle labbra. Jon parve colpito, i suoi occhi grandi più profondi, come se si fossero aperti quasi per farla entrare. E c’era come un nuovo mondo che sembrava caderle addosso.
Sansa poteva vedersi riflessa in quello sguardo, così fragile, quasi più piccola. E non le parve vero, non le parve possibile. Lei con le dita sulla bocca di Jon Snow, quelle labbra che non immaginava tanto morbide.
─Io sono felice per te, Jon ─ Sussurrò appena, la mano che ritornò a posarsi lungo il suo fianco ─Te lo meriti. Hai combattuto con coraggio, ti sei fatto avanti con onore. Tu sei il re che il Nord stava aspettando.
─Non ne sono così sicuro.
─Robb avrebbe voluto così ─Fu travolta nuovamente dal desiderio di toccarlo. Jon le sembrava quasi un dono, davanti a lei, indifeso, vulnerabile, entrato nel suo piccolo mondo di paure per essere preso, per renderlo meno vuoto. Non lo fece ─E anche nostro padre. Loro sarebbero fieri di te.
Jon piegò leggermente la testa, i riccioli scuri che le sfioravano le spalle. Sansa conosceva quello sguardo, l’aveva visto prima in quello di Ned, di tanto in tanto si era aperto anche su quello di Robb.
Era il modo in cui uno Stark ti leggeva dentro, e difficilmente riuscivi a nasconderti.
Potevi fingere, ma loro sapevano leggerti il cuore, potevi nasconderti, ma erano bravi a seguirti anche nell’ombra. Sansa sentì il bisogno di arretrare, ma come aveva già prospettato, Jon non perse tempo a raggiungerla.
Non era cambiato molto. La distanza tra i loro corpi era la stessa, ma Sansa sapeva che adesso non vi era più nessuna barriera, nessuna maschera sul suo viso pulito e fragile.
─E allora perché ho come la sensazione che non mi stai dicendo tutto?
Sansa si morse le labbra. Improvvisamente troppo stanca per reggersi in piedi, si lasciò cadere sul letto, osservandosi le mani pallide e prive di calore.
In un attimo l’immagine di Petyr Bealish le balzò alla mente, facendole fermare il cuore, un senso d’angoscia che la mise a disagio tanto da spingerla a chiudere gli occhi.
Jon non sapeva, lui non aveva assisto all’atrocità di innumerevoli menti contorte che ancora la tormentavano di incubi. Non poteva capire, non era così astuto, si fidava troppo spesso e di chiunque.
Jon aveva un animo troppo grande e nobile, era deciso ma anche giusto. Era spietato ma anche leale.
Lui decideva con l’amore e la speranza. Jon era capace di scorgere la luce anche lei luoghi più bui.
Ma alcune tenebre rimangano per sempre ombre, e Sansa le aveva ne aveva conosciute molte, così com’era stata testimone della crudeltà feroce e di quella sottile, nascosta da falsi sorrisi, gesti apparentemente innocui.
Petyr Baelish sapeva usarli tutti, il mondo si stava già accerchiando intorno a loro in una morsa di acciaio e sangue.
Perché sei così cieco, Jon?
─Sono preoccupata ─Confessò con timore ─Sai meglio di me cos’hanno fatto all’ultimo Re del Nord.
Il ragazzo piegò le ginocchia fino a raggiungere la sua stessa altezza. Erano vicinissimi, e Sansa poteva vedere ogni cosa.
La linea della sua cicatrice sulla fronte, le leggere increspature pallide e frastagliate, come sottili ragnatele. Le ciglia lunghe, scurissime, ben definite che gettavano strane ombre sulle guance. Gli occhi grandi, lucenti, aperti, quasi ad abbracciarla. E poi le labbra, incorniciate da uno spesso strato di barba incolta. Piene, rosee, fin troppo perfette. Ripensò alle sue dita posate sulla bocca di Jon, le sarebbe piaciuto avere un buon motivo per rifarlo.
─Questo non significa che ciò che è successo a Robb debba succedere anche a me.
La rassicurò deciso, un leggero sorriso nella speranza di convincerla.
─Tu sei buono, Jon. Il tuo cuore non è rotto. Riesci ancora a renderlo parte di te ─ Disse Sansa quasi come una preghiera ─ma li fuori ci sono persone pronte a tutto per ottenere quello che vogliono. Non si fermeranno davanti a nulla, neppure davanti al nome di una casata a cui hanno giurato fedeltà.
─E credi che non lo sappia? ─ all’improvviso gli occhi del ragazzo persero profondità, come se avesse innalzato un muro, una roccaforte, tra il suo mondo interiore e quello che voleva mostrare. Era ritornato quasi ad essere il vecchio Jon, quello imbronciato, taciturno, sempre assorto, costantemente corrucciato, un’ombra tra fiocchi bianchi di neve tutto intorno. ─Sono stato ucciso, Sansa,  dai miei stessi fratelli. Persone di cui mi fidavo ciecamente, a cui avevo donato tutto quello che mi era rimasto da donare. Non ho paura. Non sono stupido come credi.
─Non penso che tu sia stupido, Jon ─ Rispose Sansa piegando la schiena per farsi più vicina ─Penso che il mondo sia stupido. Sai una cosa? Non riesco a fare a meno di pensare a come sarebbe stato se quella sera, quando venni al Castello Nero da te, fossimo scappati via, lontano da qui. Magari in un luogo in cui nessuno avrebbe conosciuto il nostro nome.
Per un attimo quasi scorse tutti i suoi sogni nello sguardo impressionato del fratello. I suoi stessi desideri, le sue stesse speranze, le sue stesse fantasie che le nutrivano l’anima. Ci sarebbero potuti stare serenità e dolci sorrisi. Li scorse tutti attraverso i suoi occhi meno cupi.
Ma durò poco, il tempo di sbattere le palpebre e ogni cosa si era già infranta. Come un vetro rotto ridotto a mille pezzi, schegge di cristallo acuminate come pugnali.
─Non saremmo mai stati felici, Sansa, e tu lo sai. ─ le strinse una mano con le sue dita grandi e callose. Doveva essere sicuramente un gesto gentile, uno scambio d’affetto, eppure quella presa sembrava troppo forte, troppo vera, troppo tangibile, reale. Un calore prepotente le salì frettolosamente al viso ─Qualcosa ci avrebbe spinti a ritornare qui. In fondo sei stata tu che mi hai convinto a combattere, per tutte le persone che sono morte proteggendo quello che noi ci siamo ripresi. Andrà tutto bene, te l’ho prometto.
Ed era così bello averlo vicino, percepire il suo tocco timido eppure così deciso, quasi come un giuramento. Sansa lo osservò meglio, nel modo in cui non avrebbe mai immaginato di fare.
Era cambiato Jon, nello spirito e nell’aspetto. Aveva preso le sembianze di un uomo maturo, dai tratti marcati e le linee nette, precise, quasi perfette.
Aveva l’aspetto giusto che si addiceva ad un Re, regale, ben curato, ma con i segni di un indomito coraggio impressi sulla pelle, della furia con cui aveva affrontato ogni battaglia, e della determinazione che gli era stata decisiva per vincere il dolore.
Era bello, bello come un sogno oscuro.
─Resta con me.
Disse la ragazza senza neppure riconoscere la sua voce, credere che avesse realmente pronunciato quelle parole, farsi una ragione della sua impalcabile sfrontatezza. Dov’era Sansa? Chi era Sansa?
─Sansa, io resterò sempre al tuo fianco. Qualunque cosa accada tu..
─No! ─ Lo interruppe imbarazzata, il calore sulle guance come brace ardente che le intorpidiva la pelle ─Resta con me. Questa notte. Qui.
Lo vide deglutire, aprire e chiudere le palpebre prima di serrare le labbra in una smorfia di confusione. Sansa si pentì subito della sua audacia.
La stanza improvvisamente le parve come rimpicciolirsi, e tutto diventare troppo ingombrante, maestoso, quasi come se ogni cosa le stesse precipitando addosso minacciando di soffocarla.
Aveva caldo, sentiva solo il bisogno di nascondersi, sperare che la sua convinzione potesse renderla invisibile.
Non voleva guardarlo, non desiderava neppure una risposta. Era stata una stolta e una sciocca, priva di moralità e rettitudine. Era chiaro, lampante addirittura, quanto Jon si trovasse in imbarazzo, la sorpresa nei suoi occhi scuri dipinta in innumerevoli scintille d’argento.
Il ragazzo schiuse le labbra, emise un leggero bisbiglio, quasi un gemito. Arricciò la fronte, le parole che sembravano essersi bloccate in gola.
─Io…
─Perdonami, Jon. ─Lo interruppe ancora scuotendo la testa, il tono gracile, tremante, lo squittio di un uccellino ferito ─Non so cosa mi sia preso. È questa stanza, suppongo. Riporta a galla troppo ricordi dolorosi, una vita passata che sembra essere appartenuta ad un’altra persona. Questa è la mia casa, queste mura mi hanno vista crescere e diventare donna. Eppure è come se non fosse la stessa. Non riconosco più nulla, niente sembra appartenermi. Sono circondata a da fantasmi e sussurri. Non vanno mai via.
Le servì tutto il coraggio di cui disponeva per alzare lo sguardo scoprendo che Jon la stava ancora fissando. La luce fioca della candela creava giochi di luce e ombre sul suo viso pallido, nei riccioli scuri si accendeva di sottili strisce dorate. Sperava solo che avesse capito.
E forse addirittura era stato capace di leggerle l’anima, perché la presa sulla sua mano divenne più salda e si trasformò in una carezza, un sorriso appena accennato contornato dalla barbara incolta.
─Sansa…
─Non devi dirmi nulla. ─ Affermò la ragazza rossa di vergogna ─Sono stata sfacciata e inopportuna. Senza contare che, tu sarai stanco e io continuo a trattenerti qui con le mie stupide paure e le mie folli richiese. Mi dispiace, devo aver perso il senno. La battaglia…
─Sansa Stark, vuoi smetterla di interrompermi per una buona volta?
Sansa sorrise sentendosi un po’ meno in imbarazzo.
─Sono desolata, vostra grazia.
Disse restando al gioco.
Jon annuì quasi soddisfatto, gli occhi scuri splendenti di stelle.
─Bene. Perché è già da molto che sto cercando di dirti che voglio rimanere. Voglio cancellare quei sussurri, e scacciare via ogni fantasma. Lascia che sia io a proteggere i tuoi sogni.
 
 
CONTINUA….

 
Ed eccomi qui, come promesso con una long jonsa. Spero che il primo capitolo vi abbia incuriosito, che vi sia piaciuto. Insomma fatemi sapere se vale la pena continuarla o meno.
Ringrazio tutti voi che l’avete letta, ringrazio tutte le persone che hanno letto le mie precedenti shot jonsa e mi hanno convinto, con le loro splendide parole, a scrivere una storia più lunga su di loro. Vi ringrazio davvero di cuore. Insomma, fatemi sapere cosa ne pensate. Vi mando un grosso bacio e un abbraccio! E buon ferragosto a tutti! 
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Stella94