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Autore: ThorinOakenshield    22/08/2016    7 recensioni
«Per lui sono una grande forza propulsiva: lo stimolano a cercare di assicurare loro un futuro.»
(Richard Armitage)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siete la mia forza
 
Il crepuscolo era ormai giunto, illuminando l’oriente. Tutti i nani stavano dormendo serenamente, nella sicurezza e nel caldo che elargiva la casa di Bard.
L’unico nano che, tanto per cambiare, non riusciva a prendere sonno, era Thorin. Si trovava seduto su una panca all’aperto, a fumare la pipa, mentre osservava impensierito la Montagna Solitaria, la quale si ergeva possente e caparbia tra la nebbia.
Nel cuore del nano tornò la paura. Non la paura del drago, bensì la paura di fallire.
“Posso sedermi accanto a te?”
Quella voce famigliare e tanto amata, ebbe solo il potere di rendere il re in esilio ancora più crucciato: se stava facendo tutto questo, era anche per lui.
Dopo il consenso di Thorin, Fili si sedette accanto a lui, contemplando con aria sognante la Montagna Solitaria. Quante storie che gli aveva raccontato lo zio! Storie tutte finalizzate ad esaltare la bellezza e la maestosità di Erebor. Il giovane nano non vedeva l’ora di andare a fare la festa a Smaug, non vedeva l’ora di ammirare lui stesso quel luogo meraviglioso di cui Thorin gli aveva tanto parlato.
Ma c’era qualcosa che non andava: lo zio era più pensieroso del solito. Perché non abbozzava un sorriso? Del resto, erano così vicini, potevano già definirsi vincenti.
“Hai paura?” gli chiese il nipote, interrompendo quel lungo silenzio.
Prima di rispondere, Thorin inspirò ancora un po’ di fumo, per poi soffiare fuori un anello che si librò delicato nell’aria fredda di Pontelagolungo. “Certo che ho paura” ammise. “Ho paura di fallire, ho paura di non riuscire a dare a te e a Kili un futuro migliore.”
Quelle parole parvero percuotere il giovane Fili. Guardò il nano con tanto d’occhi. “Zio, non devi preoccuparti per il nostro futuro, assolutamente!” gli disse in tutta sincerità, non volendo in alcun modo che il parente fosse in pensiero per quella questione.
Thorin non rispose, continuò a fumare la pipa, così Fili ne approfittò per aggiungere: “Anche se non riuscissi a riconquistare Erebor, io e Kili staremmo bene lo stesso. Ci hai assicurato un futuro nelle Montagne Azzurre, una vita di pace e prosperità, che vale più di tutto l’oro di Erebor.”
Scudodiquercia sorrise lievemente: quelle erano le stesse parole di Balin. Non è che si sono messi d’accordo? Pensò divertito.
“Ehi! Cosa fate qui tutti soli, senza di me?”
Dopo aver udito anche quella voce, il volto di Thorin si increspò in un tenero sorriso. Ben presto, alla sua sinistra si sedette Kili, il quale venne quasi subito stretto dallo zio, lo stesso trattamento toccò al fratello più grande.
Fili e Kili si lasciarono stringere da Thorin, sentendosi, per un momento, tornare bambini, quando avevano paura del buio e non riuscivano a dormire, quando facevano incubi nei quali vedevano loro padre morire, e lo zio li teneva stretti a lui per tutta la notte, facendo sparire la paura, come per magia.
“Voi siete la mia forza” sussurrò Thorin senza mollarli neanche per un secondo. “Dico davvero: quando vi guardo, mi sento ancora più determinato a riconquistare Erebor. La riprenderò per voi, e condurrete la vita che avreste dovuto condurre da quando siete usciti dal grembo di vostra madre.”
“Tu parli sempre dell’oro all’interno della montagna, ma non hai mai pensato che io e Fili, fino ad ora, abbiamo ugualmente condotto una gran bella vita?” gli chiese Kili, restando con la testa rilassata sulla spalla dello zio.
Thorin voltò il capo per guardarlo negli occhi.
“Io e Fili vogliamo ammirare la ricchezza della Montagna Solitaria, lo vogliamo da sempre, è il nostro sogno da quando eravamo bambini, un sogno che è nato grazie alle storie che ci hai raccontato. Ma voglio che tu sappi questo: anche se dovessi fallire – cosa che non avverrà, ne sono sicuro – noi saremmo comunque felici, perché avremmo ugualmente un futuro, il futuro che ci hai assicurato tu con tanta fatica.”
“Kili ha ragione” convenne Fili, annuendo. “Anche se non siamo vissuti nella sontuosità di Erebor, per ora abbiamo lo stesso condotto una bella vita, perché abbiamo avuto la fortuna di avere uno zio meraviglioso come te che non ci ha fatto mancare nulla.”
Se non fosse stato un re, se non fosse stato un nano dal cuore di ghiaccio – intenzionato al cento per cento a mantenere questa fama –, l'erede al trono di Durin si sarebbe messo a piangere. Non dalla tristezza, ma dalla gioia, dalla commozione.
Thorin Scudodiquercia restò a guardare il cielo ancora per un po’, mentre teneva Fili e Kili stretti a sé, quei due scapestratissimi nani che aveva sempre visto come se fossero stati suoi figli. Anche se la gente sarebbe passata di lì e lo avrebbe visto così affettuoso con i suoi nipoti, non gli sarebbe importato niente: perché doveva vergognarsi di volere bene ai suoi ragazzi?
 
L’Antro di Lucri:
 
Salute e salve! =D
Come potete ben immaginare, questa fanfiction mi è venuta in mente grazie alla frase di Richard Armitage, che ho riportato nello spazio dedicato alla trama. Siccome ultimamente sono fissata col rapporto zio/nipoti, probabilmente prossimamente pubblicherò un’altra fanfiction su questi tre adorabili esseri :3
Ma passiamo alle cose più importanti: dedico la fanfiction al bellissimo e bravissimo Richard Armitage, perché oggi è il suo compleanno *-*
Auguri, Re sotto la Montagna!
Con affetto
Tua – e SOLO tua
 
Lucri <33

   
 
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