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Autore: Story_of_a_Joke    23/08/2016    3 recensioni
Una notte fredda. Il vento soffia forte e le gocce d'acqua scendono veloci dal cielo, per poi schiantarsi rumorosamente al suolo.
Dal tetto di un palazzo, una figura nera vigila su Gotham, quella città che ne aveva passate tante. Troppe.
In un vicolo buio, le urla di un uomo disperato si levano nell'aria...
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Joker aka Jack Napier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Batjokes'
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Premessa: per questa storia ho preso isprazione dalla storia "Pioggia di lacrime" della bravissima lapoetastra, Questo è il link della sua storia.  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2966729
Buona lettura!




Una notte fredda. Il vento soffia forte e le gocce d'acqua scendono veloci dal cielo, per poi schiantarsi rumorosamente al suolo.

Dal tetto di un palazzo, una figura nera vigila su Gotham, quella città che ne aveva passate tante. Troppe.

In un vicolo buio, le urla di un uomo disperato si levano nell'aria.


Batman scende silenziosamente dal tetto, dirigendosi nel luogo dove provengono quelle urla.

-DOVE DIAVOLO SEI??!- un uomo con i capelli leggermente tinti di verde urla, con lo sguardo rivolto al cielo, mentre le gocce di pioggia fanno colare il trucco sul suo viso.

L'uomo pipistrello si avvicina lentamente alla figura.

-Qui.-

L'altro, spaventato, si gira di colpo. Appena vede chi ha davanti, la sua ira diventa sempre più grande. Inizia a tirare pugni a tutto quello che trova, anche contro il muro.

-JOKER! Fermati!!- Batman afferra il criminale, cercando di farlo calmare.
-Che succede?- chiede, facendolo sedere.

-Io non ce la faccio più...- dice il clown principe del crimine, accasciandosi per terra, con la schiena appoggiata al muro -Non possiamo incontrarci sempre così, Bats! Lo vuoi capire?-

-Sei tu che devi capire. Mi vuoi uccidere da quando ci siamo conosciuti.- ribatte il pipistrello.

-No! Io non ti voglio uccidere, Batman!- urla Joker -Non potrei vivere senza te! Joker ha bisogno del suo Batman, come Batman ha bisogno del suo Joker! Tu... tu completi me!-

-Tu sei spazzatura, io non sono come te.-

-Se mi odi così tanto, allora, come mai sei qui farmi da psichiatra??- chiede il criminale. Le sue iridi scure non lasciano sfuggire quelle azzurre del cavaliere oscuro.

Batman lo guarda, ma non risponde.

-Mh...- Joker sospira -Come immaginavo... non lo sai... peccato che non lo hai ancora capito...-

-Cosa?- chiede l'uomo pipistrello, con un briciolo di curiosità.

-Che mi ami. Io l'ho capito che ti amo, sai? E' stato difficile accettarlo, ma alla fine mi sono lasciato andare!- 

Una fragorosa risata invade l'aria, mentre gli occhi dilatati di Batman fissano quelli lucidi del suo nemico.

-Tu non mi ami, Joker.- dice Batman, cercando di convincere più se stesso che l'altro uomo -Tu non sai neanche cosa vuol dire quella parola.-

-E invece sì!- il clown si alza di colpo, il rossetto sulle labbra e sulle cicatrici era quasi svanito -Come diavolo devo fare per fartelo capire??- agita le braccia in aria, cercando di far capire tutto quello che prova.

-Potresti iniziare scusandoti con questa città e...- 

-Scusarmi??- il tono divertito e allo stesso tempo disperato di Joker interrompe il discorso del pipistrello -Perché dovrei scusarmi per il mostro che sono diventato? Nessuno si è mai scusato con me per avermi fatto questo...- indica le cicatrici sul suo viso.

Joker si volta dall'altra parte, cercando di non guardare negli occhi Batman, che nel frattempo lo stava osservando.

Alza la testa, e le gocce di pioggia corrono libere sulle sue guance. Una risata improvvisa esce dalla sua bocca.

-Chi te l'ha fatto?- chiede Batman, cercando di essere impassibile.

-Non lo so nemmeno io...- dice il clown, ridendo -Non so come me le sono procurate o chi me le abbia fatte... So solo che... ciò che non ti uccide ti rende... più strano!-

-E' per quello che... ora sei... così?- chiede l'uomo pipistrello.

-Bhe... sì!- Joker ride -Come te, d'altronde! Anche tu hai avuto una...brutta giornata...!-

Batman si sente come trafitto da mille lame.

-Vedi...- continua il clown -la follia, come tu ben sai, è come la gravità: basta solo una piccola spinta!-

Il criminale si mette a ridere. Ma la sua risata dura poco, questa volta, e cade in ginocchio, adagiandosi sull'uomo pipistrello che, preoccupato, lo tiene tra le braccia.

Acqua scende lungo le guance di Joker, mentre Batman cerca di capire se sono gocce di pioggia, oppure lacrime.



[POV JOKER]

Ero appena riuscito a dire a Batman quello che provo  per lui.

Ma lui... no... lui non mi ha creduto! Mi ha detto che io non lo amo, e che non sapevo neanche cosa voglia dire "amare"! Ma chi è lui per poter parlare al posto mio?

-E invece sì!- gli ho urlato, disperato, mentre mi alzavo in piedi -Come diavolo devo fare per fartelo capire??

-Potresti iniziare scusandoti con questa città e...- 

-Scusarmi??- non riesco a trattenere una risata -Perché dovrei scusarmi per il mostro che sono diventato? Nessuno si è mai scusato con me per avermi fatto questo...- ho indicato le cicatrici sul mio volto.

Non ho potuto evitare di notare lo sguardo preoccupato di Batman, dietro di me, che si chiedeva sottovoce se stessi piangendo.

Ed io mi sono messo a ridere, con quella mia risata psicopatica per ricordare al mondo che ero Joker, e che non piangevo, che non erano lacrime quelle che mi rigavano le guance, ma solo gocce di pioggia.

-Chi te l'ha fatto?- mi ha chiesto, mentre mi sono girato per guardarlo negli occhi.

-Non lo so nemmeno io...- ho detto, ridendo -Non so come me le sono procurate o chi me le abbia fatte... So solo che... ciò che non ti uccide ti rende... più strano!-

-E' per quello che... ora sei... così?- 

-Bhe... sì!- ho riso -Come te, d'altronde! Anche tu hai avuto una...brutta giornata...!-

Lui mi ha guardato, e sono riuscito a leggere tutto il dolore che provava per la perdita dei genitori.

-Vedi... la follia, come tu ben sai, è come la gravità: basta solo una piccola spinta!-

Mi sono messo a ridere. Ma era una risata isterica, non era sincera. 

Sono caduto in ginocchio, smettendo di ridere. Ero serio. Serissimo.

Mentre mi avvicinavo, non potevo fare a meno di notare il mio Batsy che mi osservava preoccupato.

Si chiedeva sottovoce se stessi piangendo.

Io mi sono buttato tra le sue braccia, indifeso,  fragile, alzando gli occhi al cielo.

Ed ormai aveva smesso di piovere...

   
 
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