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Autore: Cipollina    29/08/2016    4 recensioni
Harry e Draco convivono da cinque mesi e tutto sta andando alla grande... oppure no, perché a quanto pare Draco è incazzato nero, o qualcosa del genere...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Sfregò appena le labbra contro la sua schiena, seduto sulle sue cosce, con le braccia che passavano sotto a quelle del compagno per potersi aggrappare alle sue spalle e il suo sedere sotto il ventre.

Harry fece per voltarsi, ma lui lo fermò, puntando i gomiti contro i suoi fianchi, fingendo di non accorgersi che in quel modo gli faceva male.

“Draco?”

Il tono era interrogativo, nessun timore o irritazione, solo un po’ di sorpresa e confusione.

Draco inarcò la schiena, passando questa volta il naso contro la sua pelle, ripercorrendo la leggera curva della schiena fin dove riusciva ad arrivare senza spostarsi.

Harry tornò a rilassarsi contro il lenzuolo, senza muoversi, ma Draco sapeva che non era più a suo agio, aveva capito che c’era qualcosa di strano e voleva sapere che cosa.

A nessuno sarebbe importato, probabilmente nessuno se ne sarebbe mai nemmeno reso conto, ma non Potter, Potter voleva sapere, Potter voleva sempre sapere tutto di lui, Potter non si lasciava sfuggire nulla e tantomeno era disposto a fingere di farlo.

Stringendo i denti con improvvisa e furiosa rabbia spinse con le dita sulle sue spalle fino a sbiancarsi i polpastrelli, puntando i gomiti nei suoi fianchi e stringendo le cosce contro le sue, immobilizzandolo sotto di sé anche se non aveva mai nemmeno accennato ad impedirglielo.

“Mi stai facendo male…”

Il tono era ancora neutro, se anche era turbato non sembrava avere intenzione di mostrarglielo.

Draco sentì la rabbia crescergli dentro fino a gorgogliare nel cervello e annebbiargli del tutto ogni autocontrollo.

Sentiva sotto di sé, contro di sé, la pelle bruciante del compagno, i muscoli tesi e il corpo sodo che resisteva alla sua stretta senza nemmeno tendersi. Sentiva il suo sedere contro lo stomaco nella rotondità praticamente perfetta e vedeva quella schiena che tante volte aveva accarezzato, baciato, afferrato e graffiato, quella pelle serica che lo aveva sempre stregato e quel profumo così puro, così tutto Potter che nemmeno il sapone riusciva mai ad eliminare.

Abbassò il naso contro la sua scapola, annusandolo con forza ma senza che la sua ira scemasse anche solo di poco, un secondo dopo piantò i denti nella sua spalla.

Harry gemette, sorpreso, dolorante, per un attimo lottò contro la sua stretta, incapace di comprendere cosa stesse succedendo, ma quando lo afferrò dai polsi, tirandoglieli sopra la testa in modo da impedirgli di reggersi sui gomiti, Harry aveva già smesso di ribellarsi. La guancia appoggiata al materasso e gli occhi puntati contro il muro.

Se lo avesse guardato, se solo avesse scorto i suoi occhi nei propri… forse Draco si sarebbe fermato, forse gli avrebbe permesso di voltarsi e sarebbe sprofondato tra le sue braccia. Ma Harry non si voltò e nemmeno provò a farlo, restò con gli occhi puntati verso un punto che non vedeva, concentrato nel nulla e lui non si fermò.

Draco leccò il segno rosso che avevano lasciato i suoi denti, consapevole che il giorno dopo si sarebbe trasformato in un livido, eppure incapace di provarne rimorso, lo aveva ferito, gli aveva fatto male e la prova ce l’aveva proprio davanti agli occhi, eppure questo non gli impedì di morderlo nuovamente questa volta sul fianco.

Harry strinse i denti fino a farsi dolere anche la mascella, ma non disse nulla, avrebbe potuto chiedergli di smetterla, ma non sapeva se avrebbe sopportato il vedersi ignorato. E poi c’era anche un altro aspetto da considerare… Draco eccitato, Harry sentiva l’inizio di un’erezione contro di sé e per la prima volta il suo corpo non rispecchiò quello del compagno, per la prima volta l’eccitazione dell’altro non lo lasciò altro che sgomento.

Draco si spinse contro di lui con più decisione, l’erezione che sfregava contro le sue natiche, consapevole in qualche parte dentro di sé che era Potter, Potty!, quello contro cui si stava spingendo eppure tutta la rabbia che provava che si poneva tra quella consapevolezza e il presente. Era cosciente di ciò che stava facendo e per questo dentro di lui qualcosa stava urlando, eppure continuò a farlo, con una soddisfazione quasi masochista perché lui amava Potter… e Potter amava lui, lo amava con tutto e malgrado se stesso.

Lui era Draco Malfoy, solo Draco Malfoy, eppure Harry Potter lo amava.

Harry si rilassò nella sua stretta, lasciandosi ricadere morbidamente contro il materasso, non aveva mai iniziato a ribellarsi, ma ora eliminò qualunque tipo di resistenza, costringendo se stesso a distendere uno ad uno tutti i muscoli. Offrendosi con una remissività che non gli era mai stata richiesta e che non aveva mai mostrato. La sua mente che lentamente e meccanicamente gli ricordava tutti gli incantesimi che avrebbe potuto usare, tutte le tecniche di difesa che aveva imparato in quegli anni, tutto ciò che avrebbe potuto dire per far sì che Draco si fermasse... e con la calma ripetitività della cantilena ritrovò la calma necessaria a non usare nessuno di quegli incantesimi, nessuna di quelle mosse, nessuna di quelle parole… era semplice: si fidava di lui.

Draco a malapena si accorse del cambiamento avvenuto in lui, continuando a spingerglisi contro senza allentare la stretta con cui lo tratteneva, non era eccitato, non lo era sul serio, una pallida copia di erezione sfregava contro le natiche dell’uomo che amava e per quanto impegno ci mettesse a dimenticare chi fosse, il suo corpo lo stava sbeffeggiando, ormai diventato incapace di fare semplice sesso con colui che gli aveva insegnato come si fa l’amore.

Una lacrima gli scese sulla guancia, sfocandogli la vista per qualche secondo e lasciando che un po’ del panico che provava si mostrasse, quello stesso panico che si era sempre negato.

Convivevano nella stessa casa da ormai cinque mesi, dividevano il letto da più del quadruplo, eppure ancora aveva paura, ancora non riusciva ad accettare quanto dipendesse da quell’uomo e da quella felicità che nemmeno sapeva di poter provare. Ma più di tutto ancora, temeva Potter. Malgrado tutti i ti amo sussurrati e tremanti contro le sue orecchie, malgrado tutti i litigi e tutte le volte che avevano fatto l’amore, malgrado le volte che Harry si era permesso di essere debole, malgrado le volte in cui debole lo era stato lui, malgrado tutto, ancora non riusciva a credere che Potter lo conoscesse davvero, perché se davvero lo avesse conosciuto, allora sarebbe scappato da tempo…

Ma ora basta!

Era stufo di tornare a casa con il terrore di non ritrovare il suo sorriso, era stufo di passare le giornate a rigirarsi nella mente i ricordi, quasi non potesse formarne di nuovi, quasi non stesse facendo altro che godersi il giorno presente, in attesa della fine. Era stufo di sentire il cuore martellargli nel petto prima di uscire per andare al lavoro, perché adesso era ancora amato, ma chissà cosa sarebbe potuto succedere dopo aver lasciato la loro casa. Era stufo di giocare con Ted con il solito pensiero fisso, quando sarà grande si ricorderà ancora di quella persona che lo lanciava in alto in alto, facendolo ridere fino a togliergli il fiato? Quando sarà grande Harry gli parlerà di quanto gli aveva voluto bene? Basta!

Era stufo, era ora che Potter sapesse, che squarciasse quel velo di irrealtà che regnava sulle loro vite e lo vedesse davvero, lui, Draco Malfoy, meschino, piccolo e vile, così come era sempre stato. Voleva essere visto per quello che era davvero… quasi desiderava essere cacciato via dalla sua vita, così che potesse infine provare dolore, il vecchio atroce dolore a cui era abituato e che avrebbe infine preso il posto di quella strana felicità che era troppo, semplicemente troppo per riuscire a sopportarla.

Chiuse forte gli occhi per fermare le lacrime e il profumo del compagno giocò con il buio dietro alle sue palpebre, ricordandogli quante volte aveva provato quella sensazione: essere attorniato da Potter nel buio, protetto, cullato, salvato.

E con la consapevolezza dei propri sentimenti la realtà schiaffeggiò la sua rabbia, ridendo di lei e di ciò che sotto ad essa provava a nascondere.

Le sue dita lasciarono i polsi dell’uomo quasi stessero scottando e Draco fuggì dalla camera, troppo terrorizzato da quello che avrebbe potuto leggere negli occhi del compagno per fermarsi anche solo un secondo di più.

Harry restò seduto sul letto per tutto il tempo che servì al suo cuore per smettere di battere veloce, ma ne passò altrettanto perché si decidesse infine a smettere di passarsi le dita sulla pelle dolorante e alzarsi davvero.

Si appoggiò lentamente alla porta del bagno dietro la quale si era chiuso Malfoy, prendendo un respiro profondo e cercando di mettere in ordine i pensieri.

Lasciò scorrere i secondi prima di abbassare la maniglia.

Per un istante non riuscì a capire cosa stesse succedendo e fece più forza, ma poi la realtà colpì il suo cervello con una fitta di rabbia: la porta era indiscutibilmente chiusa… a chiave.

 “Apri la porta”

Non era un ordine, non ne aveva il tono, eppure Draco sentì in quelle parole una richiesta che esigeva di essere soddisfatta. Allungò istintivamente le dita verso la chiave, ma proprio quando aveva già sfiorato il metallo, esitò. Cosa lo aspettava? Cosa avrebbe detto Potter? Cosa avrebbe fatto? Era l’ultima volta che avrebbe parlato con lui? Come avrebbe potuto sopportare l’idea senza finire ridotto in pezzi?

Ancora un paio di secondi e Draco vide la serratura sciogliersi sotto i propri occhi. Ebbe appena il tempo di scostarsi dalla porta che Harry piombò in bagno.

Draco schiuse le labbra, sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa, sapeva che era il momento giusto, forse l’ultimo per implorare il compagno, per dirgli che lo amava, per scusarsi, ma ancora una volta non seppe districare quello che voleva davvero dall’alone di panico.

Tuttavia Harry non si aspettava che parlasse, probabilmente se lo avesse fatto si sarebbe solo infuriato di più, semplicemente lo afferrò da un braccio e lo spinse fuori dal bagno. Draco incespicò, ma a metà spingendolo e a metà sorreggendolo il compagno riuscì a trascinarlo fino al letto per poi spingerlo su di esso.

Draco lo guardò, gli occhi pieni di lacrime e parole che non riusciva a pronunciare, ma tutto quello che Potter gli permise di vedere fu il palmo della mano appena prima che calasse sulla sua guancia.

Faceva male, Draco sentì i propri denti affondargli nella guancia, non aveva la bocca chiusa, una cosa estremamente stupida da fare quando qualcuno ti schiaffeggia, ma d'altronde lui non aveva mai ricevuto uno schiaffo da qualcuno, lui riceveva i pugni, gli schiaffi erano per le persone a cui tieni e nessuno che lo faceva, o che pretendeva di farlo, aveva mai avuto il coraggio di dimostrarglielo sul volto.

Per un secondo restò destabilizzato, gli occhi che sbattevano e la mano che gli saliva spontaneamente sulla guancia bruciante, ma quando infine la abbassò e cercò di parlare Harry gli tirò un secondo schiaffo.

“Sta zitto e apri le orecchie.”

Harry lo squadrò con rabbia, ma Draco era ben lontano dal contraddirlo e annuì appena.

“Se vuoi urlarmi contro, se vuoi prendermi a pugni, se vuoi farmi male, se vuoi usare la forza…”

Draco strinse i denti e abbassò gli occhi, le guance brucianti e nuove lacrime che gli bagnavano le guance senza che lui avesse l’ipocrisia di credere che fossero stati gli schiaffi.

“… se hai avuto una giornata di merda, una settimana di merda o un mese di merda, se anche ti girano le palle per nessun motivo plausibile…”

Harry lo afferrò con forza dal mento, costringendolo ad alzare gli occhi su di lui e il Draco pianse ancora di più di fronte al suo viso sfocato perché lo amava, amava da matti quell’uomo e non poteva farci nulla.

“… fallo! Per Merlino, fallo! Non mi importa il motivo, non mi importa come, ma se hai bisogno di sfogarti fallo e basta! Non voglio che tu sia sempre felice, non voglio che sia tutto perfetto, voglio che sia vero e voglio te!”

Harry gli lasciò il mento, trasformando in una carezza la sua stretta e facendogli scivolare le dita sul volto, attento a non toccargli la guancia in fiamme e infilandogli i capelli dietro un orecchio, sedendosi sui talloni così da mettere i loro visi alla stessa altezza.

“Io ti amo Malfoy, smettila di comportanti come se dovessi svegliarti da un momento all’altro”

Harry aveva affondato le dita nei suoi capelli, gli occhi terribilmente dolci su di lui come una medicina contro qualunque male, ma quando Draco cercò timidamente di avvicinarsi a lui, terribile dentro di sé il bisogno di sentire un contatto, allora Harry si tirò indietro, ritrovando la passata rabbia in tutta la sua intensità:
“E non azzardarti mai più a fuggire da me!”

Draco riprese a piangere, aggrappandosi a lui e dimenticando l’amor proprio o qualunque autocontrollo. Singhiozzando contro la sua spalla e affondando il volto nella pelle tiepida del compagno.

Gli aveva fatto male, lo aveva morso e se il suo stesso corpo non lo avesse tradito, avrebbe fatto molto peggio!, ma quello che davvero Potter non aveva potuto sopportare era quando pieno di vergogna era scappato da lui e dal suo giudizio.

Un istante soltanto e Draco si ritrovò a sussurrare piano contro il suo collo perché non voleva che la voce rendesse vere le proprie parole:

… non mi scrivono da tre settimanemi hanno gettato via come una mela marcia …”

“Non ti hanno gettato via, non potrebbero mai farlo, sono i tuoi genitori e ti hanno sempre amato, lascia che continuino a farlo anche se alle loro stupide condizioni… ma non confondermi con loro, i tuoi genitori possono anche fingere di allontanarsi da te, ma non io, mai!, non riuscirai a mandarmi via, puoi mettermi alla prova tutte le volte che vuoi, puoi dire o fare cose orribili, non mi importa perché non smetterò mai di amarti e non mi arrenderò mai, qualunque cosa accada non ti lascerò da solo…”

Draco pianse ancora più forte, stringendosi a lui nel vedere i suoi occhi spaventati, nel percepire il timore nella sua voce, quello stesso timore che lui provava ogni giorno, il timore irrazionale di essere abbandonato.

“…e se avrai bisogno di un’altra famiglia io e Ted saremmo felici di fornirtene una, devi solo volerlo. Ti amo Draco, ti amo e non ti lascerò scappare via da me”

Draco singhiozzò, stringendosi a lui, ancora una volta tanto forte da fargli male, ma adesso anche Harry lo stava stringendo e non lo avrebbe lasciato andare… mai.

 

 

 

 

Sono una santa, ma voi senza alcun dubbio vi sareste meritati una DobbyxEdvige … non pensavo fosse tanto difficile votare, ma a quanto pare… vabbè, abbiamo appurato che io sono una santa e voi delle cacchine, passiamo oltre:

Spero che vi sia piaciuta la storia, la prossima sarà la BlaisexNeville e la pubblicherò lunedì.

 

  
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