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Autore: thembra    31/08/2016    1 recensioni
Con DOFP da quello che mi sembra di aver appreso gli eventi dei primi X-men sono stati cancellati.
Ebbene, la mia storia si basa su questo.
Parte dal risveglio di Logan nel 2023 e proseguirà con la coscienza che nonostante Charles abbia mantenuto la sua promessa non sia riuscito a farlo appieno.
Se Magneto abbandona l'odio verso gli umani non ha motivo di cercare Marie per usarla nella macchina.
e quindi?
Vediamolo....
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, James 'Logan' Howlett/Wolverine, Marie D'Ancanto/Rogue
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Appoggiato allo stipite di marmo della grande porta finestra che dava sul terrazzo, in bocca l’inseparabile sigaro, Logan osservava la vita dall’alto soffermandosi su ognuno dei ragazzini che ricordava ridendo delle memorie che solo lui adesso custodiva e curioso di conoscere quelli che non rammentava.
Artie, cresciuto e oramai teenager cercava in ogni modo di convincere Syrin ad accettare di uscire qualche volta e nonostante fosse chiaro che oramai il ragazzino s’era fatto un uomo per lui rimaneva sempre il nanerottolo attaccabrighe sempre pronto a mostrare la linguaccia biforcuta a chicchessia. Quant’era stato leggero ad Alkali Lake il suo peso di bambino fra le braccia mentre ora, alto e fiero del suo metro e ottanta faceva arrossire la sua prima cotta.  
Se adesso fosse andato a chiedergli della loro avventura sicuramente l’avrebbe preso per pazzo, stesso discorso per tutti gli altri; nessuno oltre a lui aveva vissuto gli avvenimenti accaduti nella linea temporale che, con la riuscita della sua passata missione era stata cancellata.
Una sottile e dolorosa fitta gli attraversò il petto ma durò solo l’attimo di un ricordo. Così era molto meglio.
Rivedere tutti in salute sapendo di com’erano morti la maggior parte di loro, vederli sorridere in attesa del domani con l’innocenza nel cuore era infinitamente meglio.
La sua vita era stata così piena di addii che quasi stentava a credere ai possibili ricongiungimenti, dalla morte non si torna mai indietro è così che funziona; ma se si ha il potere di manipolare il tempo allora le cose cambiano e loro, gli X-men erano riusciti a trascenderlo spezzando e fondendone i limiti andando ben oltre le normali barriere fra vita e morte, fra tempo e spazio …
Sorrise, erano lì, la sua enorme famiglia era lì.
Lo sguardo però gli finì d’impulso sulla panchina che stava sotto l’enorme faggio a est del campo da basket e, nel vederla vuota per un attimo il suo spirito ebbe un sussulto.
Doveva esserci qualcuno lì ...
Indugiò con lo sguardo sul legno col quale era costruito il mobile come se da un momento all’altro qualcuno vi si potesse materializzare.
Ma chi?
Scosse il viso confuso quando la mente, giocandogli uno scherzo, gli mostrò una sagoma avvolta in un lungo cappotto verde intenta a leggere un libro.
 
Chi doveva esserci seduto lì?
….
Mancava qualcuno di importante il suo istinto continuava a dirglielo da che si era ripreso ma se solo avesse glielo avesse anche ricordato non avrebbe provato quel fastidiosissimo senso di … non sapere; le sensazioni non avevano visi o fattezze ma erano legate a luoghi gesti o profumi ed era già la quinta volta che il suo corpo gli faceva notare la mancanza di qualcosa, o qualcuno.
 
Quando, appena uscito dalla sua stanza, aveva visto Bobby immobile sull’entrata di  quella sull’altro lato era rimasto spiazzato nel vedere affacciarsi Kitty, come se dentro già sapesse che era un’altra la persona che avrebbe dovuto trovarsi là, che Xavier non fosse riuscito a …
Si alzò la brezza fredda tipica dei tardi pomeriggi d’autunno, quella che ti fa sentire profumo di neve nonostante all’inverno manchino ancora dei mesi, quella che porta cristalli ghiacciati che sanno di terra e foglie marce ad ogni respiro, aromi ai quali si incatenano ricordi indelebili.
 
Ebbe l’improvvisa sensazione di gelo.
 
“Che diavolo fai?”
“Scusa mi serviva un passaggio pensavo potessi aiutarmi”
“Scendi”
“Ma dove vuoi che vada?”
“Non lo so”
“Non lo sai o non t’importa?”
“Fai un po’ tu”
 
Per un battito di ciglia entrò in un mondo a parte fatto di neve e gelido vento impregnato dell’odore di pini rossi e lo Xavier’s Institute cessò d’esistergli intorno in favore di una foresta innevata.
 
Il tempo di riflettere e la terrazza tornò nella sua visuale coi limiti della dimensione dove realmente si trovava e non quelli dello strano ricordo che già faticava a ricordare.
 
Chiudendo le labbra s’accorse d’aver perso il sigaro e abbassando lo sguardo lo trovò intento a rotolare verso la fessura fra solaio e ringhiera.
Provò a prenderlo ma il tempo di reazione, vista la confusione, fu talmente lungo che compì i movimento quando il mozzicone oramai si trovava già quasi a terra.
Cosa Diavolo gli stava prendendo?
‘Merd’
 
“-ogan?”
 
Levò appena il mento cercando di apparire a Jean il più naturale possibile nonostante la posizione assurda in cui si trovava.
 
“Uhm … si?”
“Il professore vuole vederti.”
“Vado subito.”
 
Annuendo la rossa fece per voltarsi ma poi, siccome erano già ben sei giorni che si comportava da idiota, decise di chiedergli cosa diavolo avesse che non andava, sembrava del tutto fuori fase, rintronato ecco.
 
“Sicuro di stare bene?”
“Si, perché continui a chiedermelo?”
 
E lei, imitandolo levò il sopracciglio con aria saccente senza aggiungere altro certa del fatto che la situazione parlasse da sé.
Non si era mai visto il fantomatico Wolverine ginocchia a terra sulla terrazza col braccio incastrato fra le sbarre della balaustra.
Mai.
MAI.
 
“Ho la testa fra le nuvole ma che vuoi che sia? Siamo in una scuola e non ho mai tempo per me inoltre i ragazzini mi fanno imbestialire e…”
“Ti faccio notare che quello che tu definisci ‘testa fra le nuvole’ equivale ad un rimbambimento totale e il fatto di vivere in una scuola non ti ha mai impedito di prendere ed andartene quando ti pare e piace inoltre durante le tue lezioni non si sente volare neanche un pensiero, figuriamoci le mosche!”
 
Levò le mani in aria enfatizzando il doppio senso rivolto alla sua capacità di leggere le menti e lui la guardò per un attimo, spiazzato dalla passione celata dentro quei suoi occhi scuri e brillanti, per tossire poi un sorriso sghembo.
Eccola qua la vera natura della fenice, una forza ben più potente del fuoco che tutto di lei aveva consumato nel tempo passato; un potere che andava oltre la genetica e il possibile o meno giramento di coglioni del momento; erano la bontà, la dolcezza. In una parola.
Jean
Fu sul punto di dirle che era tutto ok ma ci ripensò.
Se taceva commetteva il medesimo errore di lei quando aveva fatto finta di nulla al risvegliarsi dei suoi poteri più  forti, se ignorava il suo aiuto probabilmente lo avrebbe rimpianto.
Anche solo parlare a volte faceva un’enorme differenza.
Sbuffando e decidendosi finalmente a lasciar perdere il dannato sigaro si rimise in piedi poggiandosi con la schiena alla balaustra mentre imbarazzato guardava distrattamente alla sua destra.
 
“Ti capita mai di fermarti di punto in bianco, e sapere che qualcosa non quadra?”
 
Lo sguardo fisso di lei lo esortò a continuare.
 
“Sai benissimo cosa mi è successo ” lei annuì avvicinandosi a lui con la meraviglia ancora negli occhi; usando i propri poteri alcuni giorni dopo il suo ritorno, aveva appurato di persona che la coscienza di Logan era davvero tornata indietro nel tempo e anche se le sembrava tutto assurdo non poteva negare la verità.
Quello che ora la incuriosiva era il comportamento del tutto innaturale di Logan. Sembrava essere diverso, continuamente sul ‘chi va là’, saltava per un non nulla, si  estraniava dal mondo d’improvviso per riemergere dal suo oceano di pensieri cercando disperatamente qualcosa.
La voce di lui distrasse le sue congetture e Jean tornò ad ascoltare.
 
“Ebbene sento che c’è qualcosa, qualcuno che manca.”
“Qualcuno?”
 
Schiudendo gli occhi si fece attenta.
 
“Eravamo d’accordo che vi avrebbe cercati, riuniti salvati e protetti tutti.”
 
Le sembrava di ricordare uno strano dialogo avvenuto a cavallo dei due tempi in cui Logan appunto chiedeva al professore di non arrendersi, di rintracciare tutti i suoi allievi e mentre faceva questo la sua coscienza inconsciamente trasferiva immagini e volti dei ragazzini che ricordava frequentassero l’istituto, molti di loro era andata a recuperarli lei direttamente assieme a Tempesta e Scott ancor prima dell’arrivo di Logan.
Si meravigliò pensando a questo.
Si commosse e fu felice d’aver accettato l’aiuto di Charles e di aver così conosciuto due fra gli uomini più buoni e altruisti del mondo.
 
“Va tutto bene?”
Logan si allertò avvertendo il profumo di sale provenire dalla donna senza sapere che quelle di lei erano si lacrime, ma di commozione.
“Oh, si … stavo pensando a come tutto in un certo senso si sia sistemato, ora capisco che noi, il fatto di trovarci qui intendo non sia che il compimento di un disegno scritto ancor prima della nostra nascita ed è … fantastico. ”
 
Rise le ultime parole con un espressione di estrema soddisfazione ritrovando un po’ di quella fede nel mondo che ultimamente stava andando via via perdendo.
Era assurdo, si era offerta di aiutarlo e invece era Logan che stava aiutando lei;  ogni sua parola era una ferrea certezza, era uno stimolo a credere e sforzarsi al massimo per il bene comune di umani e mutanti.
Guardare Logan era al contempo struggente e meraviglioso per lei che, essendo a conoscenza degli enormi sforzi e sacrifici che lui aveva affrontato senza paura del dolore né l’amarezza delle perdite e dei tradimenti, sapeva quanto doveva essere dura mantenersi in equilibrio senza dare di matto, perdere la fiducia nel mondo e cadere nell’oblio com’era successo a molti altri grandi uomini.
 
“Continua Logan”
“Dicevo, ho la sensazione che manchi qualcuno. Riconosco tutti i ragazzini dell’altro tempo e ce ne sono addirittura di più, alcuni nell’altra linea temporale erano nostri nemici, come Erik Mistica e Pyro che a un certo punto ci tradì; altri non li ho mai incrociati però lo stesso, sento che qualcosa non quadra, che da certe parti o a determinati orari dovrei essere con qualcuno, che …”
“Memoria sensoriale”
“Uh?”
“Probabilmente è successo che Charles non sia riuscito a trovare quel qualcuno che ti manca; forse deve ancora nascere magari è troppo presto per te per incrociarlo o avete mancato l’attimo giusto precludendovi la possibilità di incontrarvi; è possibile che gli sia successo qualcosa o peggio …”
“Non dirlo …” Le lanciò uno sguardo cupo e lei bagnandosi le labbra annui riprendendo il discorso.
“… tuttavia questa persona è così importante per te che il tuo corpo ha conservato la memoria del suo tocco, magari una rimembranza di profumo un fotogramma di una posa particolare … ”
 
Avvertì un improvviso dolore alla mano sinistra, lo stesso che provava quando sguainava gli artigli e distrattamente andò a massaggiare il palmo.
Non fece caso ai fotogrammi di memoria che accompagnarono quel gesto, gli capitava sempre più spesso di ricordare di come gli era stato impiantato l’adamantio ad Alcali Lake ma rimase pietrificato nel sentir nascere alla guancia un calore improvviso che poi diventava gelo e intorpidimento.
E di nuovo non era più appoggiato alla balaustra del terrazzo, ma a letto, svegliato di soprassalto da un incubo, con gli artigli conficcati in un candido e tiepido petto, due occhi verdi piantati nei propri e la paura d’aver fatto qualcosa di irreparabile a gelargli il cuore.
 
Chiamò aiuto e la luce si accese, entrarono alcuni ragazzini finalmente arrivò Ororo seguita da Scott e Jean.
 
“È stato un incidente …”
 
E mentre giaceva scosso dalle convulsioni quella voce tremante dolcissima e piena di spavento accompagnava il suo oblio dando conferma almeno su una cosa.
Chi cercava era una donna. Una ragaz-
 
‘Hey ragazzina’  Un treno due occhi pieni di paura, ‘avanti mi prenderò io cura di te’  una promessa e la mera possibilità di non riuscire a mantenerla.
‘Che diavolo vuoi da me?’ la sua voce grave e rabbiosa dettata dall’impossibilità di muoversi … ‘Da te? Mio caro ragazzo chi ha detto che voglio te?’ e lo sguardo glaciale di Erik che cerchiato dal maledettissimo elmo lo guardava superbo, come se valesse meno di zero, deridendolo della sua arroganza nel credersi degno del suo sforzo.
 
Quando riprese il controllo di sé giaceva a terra, la schiena contro la ringhiera la testa fra le mani, il respiro erratico il cuore che sembrava esplodergli nel petto, un’emicrania da fuoco e gli occhi di Jean che lo fissavano stupiti.
 
“L’ho vista Logan … ”
“L’hai …?”
 
 
Non finì di ripetere la domanda avvertendo la stretta che lei gli usava alle braccia probabilmente con l’intenzione di riscuoterlo dal trance. Forse i suoi ricordi erano stati così forti da essere percepiti anche da lei.
 
“… purtroppo solo di sfuggita ma non doveva aver più di vent’anni …”
“Il suo nome, sono sicuro di saperlo ma ”Chiuse gli occhi cercandolo fra le pieghe della memoria non trovandolo  “… me l’ha detto, sento che lo so eppure …”
Cercò nei propri ricordi quel cumulo di lettere trovando solo vuoto e nero, serrò la mascella riprovandoci aggrottando le sopracciglia ma tutto ciò che ne ottenne fu un dolorosissimo lampo d’emicrania.
“Rilassati e non sforzarti, stai attingendo a ricordi e pensieri che non dovrebbero nemmeno esistere nella tua mente, se insisti potresti farti molto male Logan.
Lascia che siano loro a svelarsi, poco a poco, senza fretta.”
“E se fosse in pericolo?”
“L’avresti già trovata … ”
“Uh?”
 
…….
 
 
Appoggiato alla sua Harley ripensò alle ultime parole che aveva scambiato con Jean.
 
“E se fosse in pericolo?”
“L’avresti già trovata … ”
 
Si fidava di lei, sapeva che aveva ragione, ma ora che la certezza della mancanza di qualcuno era comprovata non poteva far finta di niente, doveva trovare la ragazzina dagli occhi verdi con la paura nel cuore e farle di nuovo quella promessa.
 
La basculante sollevandosi pian piano proiettò all’interno del garage la luce amaranto del tramonto settembrino portando con sé i primi profumi dell’autunno; impugnò bene ogni estremità del manubrio dando gas mentre con un’ultima occhiata controllava di aver assicurato bene ogni bisaccia alla moto.
Fuori in cortile alcuni ragazzini stavano giocando a calcio, altri studiavano sulle panchine riparate del vento pomeridiano del patio, altri ancora leggevano sdraiati su teli colorati, un paio si erano accorti che stava partendo e seppur di malavoglia lo salutarono; sembravano delusi e Ororo una volta gli aveva detto che l’istituto era un mortorio senza di lui e i ragazzini si scatenavano solo quando lui e Scott animavano le giornate e perfino l’impassibile Ciclope sembrava ammosciarsi quando lui mancava.
Sarebbe ritornato entro pochi giorni, due settimane al massimo e avrebbe completato quel quadro con un elemento indispensabile, solo allora avrebbe avuto pace.
 
“Non la trovo Logan, o non è nata, o non fa parte di questo tempo e …”
 
Le parole di Charles lo avevano inizialmente freddato sul posto costringendolo a riflettere su quella situazione assurda.
Ma se non c’era, come mai lui si ricordava di lei? Che fosse vittima di una specie di jet-lag temporale?
Il buon Xavier poi lo aveva comunque esortato ad andare confidando nel suo istinto convinto che lo avrebbe portato sicuramente da qualche parte.
 
“Vai a cercarla se lo senti. Per un paio di settimane potremmo sostituirti io ed Hank, ma tienimi aggiornato d’accordo? ”
“Si, grazie Charles …”
 
Smise di pensare diede gas e partì diretto dove il cuore gli imponeva di andare.
 
A nord.
 
Oltre le foreste del Canada ed il confine con l’Alaska dove il mondo era selvaggio e la natura la faceva ancora da padrona e siccome da qualche giorno a questa parte continuava a percepire gli odori tipici di quei luoghi, dal vento freddo alla neve all’acqua melmosa ghiacciata, i tronchi degli altissimi alberi e la terra marcia d’inverno e gonfia di vita l’estate decise che forse passare di là gli avrebbe fatto bene.
Visto che non aveva nessun’altro indizio era comunque un punto di partenza.
 
 
 
 
TH
  
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