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Autore: Aching heart    31/08/2016    0 recensioni
Quattro anni, quattro spettacoli diversi, stessa compagnia teatrale, stesso service.
Due ragazzi che si incontrano una volta sola all’anno e un’intesa speciale.
Perché a volte l’amore rimane in attesa per anni prima di sbocciare.
Dall'ultimo capitolo:
«Oh, la tua giacca. Tieni» e fece per togliersela, ma lui la fermò.
«Non importa, tienila tu. Così avrò una scusa per rivederti».
Lei sorrise e lo ringraziò. Si augurarono la buona notte – o buona mattina, da come uno voleva leggere l’orologio – e ancora una volta sembrò che Tessa dovette entrare dentro casa, tanto che l’altro si voltò e cominciò a incamminarsi, ma poi lei cambiò nuovamente idea.
«Andrea?» lo chiamò. Lui fece appena in tempo a voltarsi che lei si era già precipitata indietro, di nuovo fra le sue braccia. «Non hai bisogno di una scusa per rivedermi» gli disse prima di baciarlo nuovamente.
Lui fece uno dei suoi sorrisi obliqui. «Speravo che lo dicessi».
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Secondo anno – Amphitruo


«Cribbio, non ricordo mai quel cavolo di monologo! Libertà, sicurezza… e poi?» Tessa prese nervosamente il copione dalla borsa, controllò le parole e poi ve lo rischiaffò dentro, facendo avanti e indietro mormorando libertà, sicurezza, vita, famiglia e ricchezza, patria e figli come un mantra, nel disperato tentativo di memorizzarle all’ultimo momento.
«Calmati, Tessa. Se non sei riuscita a imparare quella parte in questi mesi, dubito che ci riuscirai stasera» cercò (scarsamente) di tranquillizzarla Maria.
«Tanto ci sono io, basta che mi ascolti» disse Giusy, la loro suggeritrice – e all’occorrenza anche truccatrice, parrucchiera e aiuto costumista – mentre finiva di raccogliere i capelli di Maria in una crocchia. Tessa invece era già pronta da un po’; quell’anno anche lei indossava dei comodissimi sandali, per la gioia dei suoi piedi.
«Lo so» bofonchiò la ragazza. «Ma mi sentirei più sicura se sapessi a memoria tutta la parte. Sono un pochino tesa».
«Colpa di Mina. Con questa storia della “promozione” il suo nervosismo pre-spettacolo ha raggiunto livelli mai toccati prima» le rispose Giusy, che conosceva la regista da tempo.
La “storia della promozione” era che, con il debutto dell’estate precedente, la compagnia aveva ottenuto un discreto successo, perciò il sindaco aveva chiesto loro di animare una delle serate del Summer Festival del loro paese. Il che voleva dire esibirsi non più nel cortile del Museo, ma in piazza, con un palco più grande e decisamente con molti più spettatori. 
Tessa dubitava che se non ci si fosse messa anche Mina sarebbe stata meno ansiosa, ma sicuramente la regista non rendeva la situazione più facile. Da due giorni si era chiusa in un silenzio scontroso che rompeva solo per abbaiare ordini o rimproveri, e aveva preso a non tollerare la minima mancanza. Iniziato lo spettacolo sarebbe sicuramente tornata la Mina di sempre, ma fino ad allora teneva tutti al guinzaglio. Motivo per il quale le due amiche si erano messe d’impegno per essere precise e puntali come un orologio svizzero.
E infatti erano entrambe pronte da ormai cinque minuti quando Francesca le venne a chiamare per il sound-check. Questa volta loro dovettero aspettare gli altri.
«Guarda un po’ chi si rivede» disse una voce maschile dietro di lei, che risultò appartenere a…
Occhi Azzurri. 
«Già, sono ancora qui» disse Tessa, un po’ in imbarazzo. 
«No, e i capelli?!» esclamò lui scoppiando a ridere, mentre le si parava davanti.
«Quest’anno sei stato fortunato che li abbia dovuti legare».
«Molto più comodo» confermò lui, sistemandole l’archetto. Poi, con la scusa di controllare che il ricevitore del microfono fosse collegato per bene, si chinò su di lei. «Ma non sono sicuro di preferirti così», le sussurrò all’orecchio. Poi ammiccò e passò oltre, lasciandola a corto di fiato e, immancabilmente, con le guance in fiamme.  
«I can see what’s happening…» Maria canticchiò alle sue spalle, un sorriso sornione sulle labbra. 
Tessa le tirò una gomitata.

«Losapevolosapevolosapevo! Lo sapevo che ce l’avresti fatta!» cantilenò Maria praticamente facendo le feste all'amica, quando furono a casa insieme per un pigiama party post-spettacolo. «Sei stata bravissima, il pubblico ti ha adorata!»
«Ma smettila» disse bonariamente lei, rossa per l’imbarazzo ma anche lusingata, e al settimo cielo. 
«E Occhi Azzurri, come ti guardava!» 
«Magari! Ma non mi sembra il tipo che apprezza il teatro».
«Non deve per forza apprezzare il teatro per apprezzare te» disse Maria facendole l’occhiolino. «Cos’è che ti ha detto quando ti ha tolto il microfono?»
«Niente, “ci vediamo l’anno prossimo”» e qualcos'altro, e Tessa cercò davvero di non sorridere come un’ebete nel ripensare alla scena e allo sguardo così luminoso e sereno del ragazzo.
«Ecco, vedi? Ti vuole rivedere».
«Macché» fece Tessa, un po’ a malincuore. In fondo le piaceva rimuginare sulle (poche) parole che lei e Occhi Azzurri si erano scambiati, ma sapeva che non doveva ricamarci su, o avrebbe finito solamente per illudersi. «È solo un ragazzo socievole, che sa che probabilmente il prossimo 10 di agosto saremo di nuovo su un palco e loro con noi ad assisterci. Non c’è nulla di più».
 «Come vuoi» cedette Maria, facilmente. Troppo facilmente. Non passarono neanche cinque secondi che… «Can you feeeeeel the looove toniiiiiiiight?» 
Per l’appunto. 





Note: - La commedia di questo capitolo, Amphitruo (o Anfitrione in italiano), è di Plauto, e se volete leggerla vi lascio il link:   https://professoressaorru.files.wordpress.com/2010/02/anphitruo.pdf
- Avete riconosciuto le citazioni in inglese? Sono prese da Can you feel the love tonight, la canzone usata nel Re Leone. Per chi non conoscesse questa versione, I can see what's happening è la parte che in italiano corrisponde a Io l'ho già capito, cantata da Timon (Maria è più felice però XD).

Angolo Autrice: Anche se il capitolo era già pronto ho aspettato fino a stasera prima di pubblicare perché non mi piace per niente. Succede poco ed è molto più corto rispetto al capitolo precedente perché essenzialmente è di passaggio, mostra che l'esperienza di Tessa nella compagnia continua e che la sua intesa con Occhi Azzurri è rimasta uguale anche a distanza di un anno in cui non si sono mai visti, anche se è costruita su poche parole, su pochi sguardi, su pochi incontri. 
Speravo di riuscire ad aggiungere o modificare qualcosa, ma questo è tutto quello che sono riuscita a tirare fuori. Non abbandonate la storia però, perché il terzo capitolo sarà diverso. 
Ringrazio chi legge e Eli12 per aver messo questa storia fra le seguite. I commenti sono sempre apprezzati. 
A mercoledì prossimo!


   
 
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