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Autore: Briseide12    02/09/2016    1 recensioni
Cosa si nasconde dietro la sicurezza e l'arroganza del giovane Malfoy? E' davvero così crudele? In questa storia si svela l'animo del principe delle serpi.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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<< Basta parlare di futuli regali…tra poco ritorneremo ad Hogwarts ed io…. >> lei m’interrompe << Sarai insopportabile con me, per ottenere il rispetto dei serpeverde >>. Lo sapevo che era intelligente, ma pensavo di essere stato più discreto. << Si in sintesi si, cioè sei tu che hai un problema…ovvero non ci sarebbero problemi >> << Se io fossi una purosangue. >> . L’ha fatto di nuovo, mi chiedo che le parlo a fare, se sa tutto. Il suo viso, adesso è altero e freddo. Temo di averla ferita. << Quindi, Malfoy , pensi che sia giusto così. Fare l’amico e poi girarmi le spalle appena puoi. >>, io so che ha ragione, ma io voglio tutto. << In pratica si >>, i suoi occhi lacrimevoli mi distraggono dal sonoro schiaffo che mi segna il volto << Lurida serpe!! >>. Veloce come la felicità si tramutava in tristezza così lei se ne andò via, lasciando impronte nella neve appena posata sul terreno. Ho sicuramente dei seri problemi con me stesso, io voglio stare con lei e non perdere il rispetto dei serpeverdi, ma una cosa esclude l’altra. Mi ritrovo sulla panchina a riflettere per diverse ore, nonostante tutto non ottenni la soluzione che cercavo. Camminai verso la mia dimora pensieroso, mi distesi sul letto e rimasi immobile a fissare il vuoto. Cosa potevo fare….non avevo la minima idea. Finchè non capii che il vero problema ero io, ero io il problema non lei. Chiamai il mio servo straccione e con gioia gli chiesi di far partire Matthew e di cambiare il mio aspetto in quello dello stramboide Matthew (cosa bisogna fare per non perdere qualcuno). Se non potevo essere Malfoy per lei sarei stato Matthew, almeno per le vacanze. **Con le sembianze del cugino mi presentai alla sua porta con un mazzo di gelsomini ,i suoi fiori preferiti. La Granger mi aprii la porta era spettinata ed aveva gli occhi gonfi, ma appena mi vide (o meglio vide Matthew) si rallegrò e con un enorme sorriso mi baciò la guancia, ringraziandomi dei fiori. << Matthew , ma non dovevi partire ? >> io ero ancora imbarazzato dal bacio inatteso e titubante << Granger ti ho fatto uno scherzo… non potevo partire così presto >>. Lei mi invitò in casa, non era certo la mia dimora, ma sapeva di casa e di calore quello che mancava alla mia. I babbani genitori della Granger mi salutarono con calore e sua madre mi diede un biscotto al cioccolato, mi salvai con un grazie a bocca piena. La mezzosangue mi tirò su per le scale nella sua stanza (sembrava più una biblioteca) erano inverosimili le colonne di libri che circondavano un letto centrale, alquanto piccolo in confronto alla scrivania che si estendeva per tutta la parete della stanza, sulla quale erano sparsi libri e giornali. In particolare un libro mi attirò, al di sopra della pila centrale, riportava il nome di famiglie purosangue ed era aperto alla lettera G. Lei mi studiò un po’ << Cosa c’è Matthew? sembri disorientato >> io la guardai negli occhi << No nulla, ho visto che avevi pianto e cercavo di capire perché >>, lei fissa lo sguardo nei miei occhi e comincia di nuovo a piangere << Oh Matthew….sai da sempre che sono una strega, ma devi sapere che nel mondo magico non tutte le streghe sono uguali ad altre >>. Le lacrime non si arrestavano dopo queste parole ed io mi sentii un vero idiota, lei sembrava sempre così forte. Invece era molto sensibile, un elemento in più che la rendeva particolare ai miei occhi. La dolcezza non sapevo neanche cosa fosse, anzi nella mia famiglia era debolezza. << In che senso Granger? non ti capisco, che tipo di strega saresti? >> cercando di controllare i singhiozzi mi strinse la mano << Io…non sono una purosangue….cioè i miei genitori non hanno poteri…per questo stavo cercando nella genealogia magica, non posso essere l’unica della mia famiglia >>. Ero un verme, uno schifoso verme..mi sarei schiaffeggiato da solo << Prima non eri così triste…è stato Draco a dirti questo ? >>. Lei si siede sul letto e nascondendo il viso tra le mani, mima un si. << Non devi pensarci un momento, non devi pensare a quello che dicono questi purosangue. Tu sei migliore di loro. >> lo pensavo veramente, lei era migliore di tutti per me. Mi sedetti vicino a lei e la cinsi tra le braccia cullandola. << Grazie Matthew…mi mancherai quando ricominceranno le lezioni >> le baciai la fronte << Non sei sola lì, hai degli amici.. Potter e Weasley >> non credevo neanche io alle mie parole..la stavo buttando tra le braccia dello sfregiato e dello straccione. Lei alza il capo e con sguardo accigliato mi fissa intensamente << Come fai a sapere i loro nomi?…io non te l’ho mai detto. >>. Per la miseria, non avevo pensato che Matthew poteva non saperlo… << Io….ho letto la tua posta…ero curioso di sapere cosa scrivessero i maghi >> lei mi scruta per un tempo lunghissimo e poi con un sospiro dice << Il solito spione..va bene dai ti perdono, comunque dalle mie ricerche risulta che esiste un giudice magico purosangue di cognome Granger…forse sono imparentata con lui..devo approfondire le conoscenze di famiglia >>, me la sono letteralmente cavata per un soffio. Dato che mi trovavo solo con lei e avevo le vesti del suo confidente non potevo farmi sfuggire l’occasione (da buon serpeverde ) per indagare su quello che lei provava per me. << Comunque, perché ti importa tanto di cosa dice questo Draco ? >> finsi di sentirmi risentito, mentre in realtà bramavo una risposta. << In realtà non lo so neanche io perché…ma credo che ci sia del buono in lui..qualcosa di molto bello e credevo di cominciarlo a scoprire adesso..ma mi sbagliavo >>. << Perché credevi ci fosse del buono ? >> il mio cuore palpitava come cavalli in corsa, credeva in me…aveva scoperto il vero me.. << Per un episodio stupido della nostra infanzia >>. Il mio cuore si bloccò, trovai appena il fiato per chiederle << La vostra infanzia..lo conoscevi da prima? >> , lei mi guarda disorientata << Te l’avevo detto che mi sembrava il bambino del parco giochi..ricordi che ti ho detto che l’ho portato lì e lui…..bè…lui.. >> la interruppi io adesso << Ti ha baciata, come allora >>. Lei mi fece un segno di assenso , si asciugò gli occhi << Va bene, adesso basta piangersi addosso. Ho tanto da studiare, l’inizio si avvicina. Grazie Matthew..ti voglio bene >>, mi accompagnò alla porta e come prima mi salutò con un bacio. Ero felice, in un modo non credevo si potesse essere…non sono sicuro di voler rinunciare a questa felicità.
   
 
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