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Autore: Cipollina    06/09/2016    4 recensioni
Blaise è appena stato svegliato nel miglior dei modi possibili, eppure potrebbe aver trovato da ridire sulla presa d'iniziativa di Neville... a cosa porterà la loro discussione?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Si svegliò e il cuore gli stava già galoppando nel petto, eppure la sensazione era tutt’altro che spiacevole. I suoi occhi si erano spalancati sul vuoto soffitto, ma le mani erano corse verso il basso e Blaise si ritrovò a sorridere come un idiota nel rendersi conto delle proprie dita sprofondate nei capelli del compagno.

Azzardò un’occhiata verso di lui, ma dovette distogliere subito lo sguardo, non c’era alcun contegno nel suo corpo quando Neville sorrideva, ma quando lo faceva con la testa fra le sue cosce a quanto pare non era proprio capace di tollerarlo.

“Buongiorno!”

Blaise rispose con un grugnito, ma il suo corpo rispose in tutt’altro modo nel percepire le vibrazioni della gola del compagno risalire contro l’interno coscia.

“Levati da lì”

Neville finse di non aver udito il suo brusco ordine, anche se la voce roca di Blaise gli era arrivata fino all’inguine: aveva visto il suo sorriso un istante prima e per quanto lui potesse fare lo scorbutico, l’inizio di erezione contro la sua guancia discordava parecchio dalle sue parole.

Con una naturalezza che suscitò l’immediata pelle d’oca a Blaise, schiuse le labbra e la fece scivolare sulla sua lingua.

Blaise si alzò di scatto a sedere e Neville, senza scostarsi, lasciò esprimere la propria sorpresa da un mugolio che si riverberò direttamente su di lui con l’effetto di una frustata di eccitazione. Sorrise nel sentirlo crescere nella propria bocca, ma Blaise lo stava guardando ad occhi sbarrati e vederlo distendere le labbra con quella solita aria sbarazzina negli occhi, quell’aria che spingeva sempre il suo cuore a battere veloce, vederglielo fare con la sua erezione luccicante di saliva a distorcere oscenamente il sorriso…

Gli afferrò il volto quasi dolorosamente, ma fu solo per spingerlo lontano e, non ancora soddisfatto, si alzò rapido dal letto, infilandosi i pantaloni che la notte prima aveva lasciato cadere con noncuranza e arretrando fino ad avere alle spalle una parete a cui appoggiarsi, senza fiato.

Dovette aspettare un paio di secondi prima di trovare il coraggio di guardare verso Neville: c’era un’aria seria negli occhi nocciola, un’aria tetra che era troppo profonda per essere accusatoria, ma che era di certo delusa.

“Mi dispiace…”

Blaise strabuzzò gli occhi nel rendersi conto che il compagno era sì deluso, ma di se stesso soltanto. L’aria severa di Neville svanì all’improvviso e le sue guance presero fuoco, non fu tuttavia il suo chiaro imbarazzo a spingere Blaise nuovamente verso di lui: c’erano davvero delle lacrime nei suoi occhi?!

Quando si tese verso di lui, alla ricerca del contatto che prima gli aveva così bruscamente negato, tuttavia, Neville si scostò, allontanando il viso dalle sue dita tese e irrigidendosi all’improvviso:

“…pensavo solo ti sarebbe potuto piacere e… so di non essere bravo in quelle cose, so che tu sei abituato a… a… mi dispiace, va bene?!”

Blaise, tanto senza parole da non essere in grado nemmeno di controllare i propri lineamenti, continuò a guardarlo con gli occhi sgranati. Neville si sfregò le braccia con forza, ma la vergogna non fece altro che fungere da miccia per la sua rabbia:

“Non compatirmi! Io conosco i miei limiti, ma non potrò mai… soddisfarti se non mi insegni! A chi dovrei chiedere secondo te?! E’ anche colpa tua se io sono… così!”

Neville si alzò di scatto, le lacrime di frustrato imbarazzo che ormai minacciavano di scorrergli sulle guance, ma Blaise si riprese abbastanza da afferrarlo appena prima che riuscisse a sfuggire dalla Stanza delle Necessità e per quanto provò a non fargli male, dovette stringerlo tanto da lasciargli dei segni rossi sulla pelle per riuscire infine a trattenerlo.

“Lasciami!”

“NO!”

Neville incassò la testa nelle spalle, scioccato, non lo aveva mai sentito gridare, mai, nemmeno nei peggiori litigi la sua voce si era mai alzata al di sopra degli standard della buona educazione. Smise istintivamente di lottare e cercò il suo sguardo, fu con una carezza infinitamente dolce su una guancia umida di lacrime che il compagno ripeté in un sussurro la sua ingiunzione:

Nomai!”

Neville si rifugiò contro il suo petto, le lacrime silenziose ancora più rapide ora che aveva le sue braccia attorno. Chissà come, incapace di pensare a qualcosa di meglio di essere consolato e protetto da quella stessa persona che lo aveva ferito. Ci mise un paio di minuti a calmarsi, ma Blaise continuò a stringerlo dolcemente, fino a quando la presa stretta sui suoi fianchi non si allentò.

“Mi dispiace…”

“Smettila!... smettila di scusarti, hai ragione tu, è solo colpa mia se non lo sai… avrei dovuto… ma è inutile recriminare ora, ormai è chiaramente troppo tardi, continuo a dimenticare che tu…”

Gli occhi nocciola levati su di lui tornarono a riempirsi di lacrime, ma prima che Blaise riuscisse a completare il pensiero, Neville si lasciò sfuggire la sua spontanea e disperata supplica:

“Non è troppo tardi, io posso farlo! Posso imparare!”

Zabini spalancò gli occhi e Neville sbiancò nel rendersi conto di quanto fosse patetico, ma per quanto l’orgoglio gli mordesse il petto con denti avvelenati, si rese conto che pur di averlo accanto, pur di continuare ad essere felice, avrebbe fatto qualunque cosa. Tuttavia, prima di ripetere la sua supplica, mentre nuove lacrime gli bagnavano le guance a sottolineare la propria umiliazione, Blaise gli prese il volto fra le mani, unendo le loro labbra in un bacio arrabbiato, appassionato, violento e quasi animalesco.

“Mai! Mai ti chiederei di mettere da parte il tuo orgoglio, mai ti chiederei di umiliarti, mai ti chiederei di stracciare la tua integrità per… me!”

C’era disgusto su quell’ultima parola e per la prima volta quella mattina Neville sentì la sicurezza dei propri cupi pensieri vacillare e contro ogni previsione il dubbio gli permise di prendere un respiro profondo e di trovare la forza di allontanarsi dalle braccia del compagno.

Blaise si passò nervosamente le dita fra i capelli, scompigliandoli inconsapevolmente e Neville sentì il proprio cuore rispondere con un paio di battiti in più. Perché Blaise doveva essere tanto… perfetto, perché non poteva essere un pochino sfigato, solo un pochino, solo per riuscire a… Neville abbassò gli occhi da lui, forse amarlo sarebbe stato un pochino meno doloroso, se Blaise avesse avuto anche un solo piccolo, insignificante difetto.

Si avvicinò nuovamente a lui, ma Neville sviò le sue braccia, nascondendosi dal suo sguardo. Ora che l’orgoglio era tornato tra i suoi pensieri, si sentiva ancora più vergognoso del suo sfogo di poco prima e l’umiliazione aveva ripreso a bruciargli nel petto: non era un bambino, era ora che smettesse di comportarsi come tale!... e chissà che comportandosi da adulto, Blaise avrebbe finalmente potuto amarlo come eguale e non come…

Neville strinse le labbra con forza, cercando di scacciare la lacrime che erano tornate ad affacciarsi nei suoi occhi.

Blaise si passò ancora una volta le dita fra i capelli, poi prese un respiro profondo:

“Ti va di ascoltarmi un attimo?… ci sono cose che devono essere dette e… puoi sederti, per favore?”

Neville si avvicinò al letto con gli occhi ancora bassi, ma quando si sedette si ritrovò ad arrossire violentemente: era completamente nudo! Ed era quasi uscito dalla stanza conciato a quel modo?!

Blaise ignorò il suo imbarazzo, troppo perso nei propri pensieri si limitò a sedersi sul pavimento davanti a lui.

“Lo sapevo che non avevi molta autostima e dopo averti dovuto ripetere tre volte quello che provavo per te, prima che mi prendessi sul serio, ne ho anche avuto la prova… è solo che mi sembra impossibile che una persona tanto straordinaria possa…”

Neville si irrigidì e Blaise prese uno sconsolato respiro profondo prima di tirarsi su sulle ginocchia e afferrare il suo volto fra le mani, sul viso tanta serietà da poter essere rabbia:

“Sei straordinario Nev’, tu sei speciale, sei… accidenti, tu sei perfetto!”

Fece per parlare, ma Blaise gli posò un dito sulle labbra, con dolcezza, ma fermezza al tempo.

“Lasciami finire, ti prego, o ancora una volta lascerò che l’occasione di dirtelo svanisca… Ti amo, ti amo anche se prima di te mi ero rassegnato all’idea di non esserne capace, ti amo anche se prima di te nemmeno immaginavo che cosa significasse amare, ti amo anche se i primi tempi ho cercato di non farlo… ti amo anche se so di non meritarti affatto, ti amo anche se non passa giorno in cui mi dico che se non fossi tanto egoista dovrei lasciarti trovare qualcuno di migliore, ti amo Neville, ti amo anche se cerchi ancora dei motivi per cui secondo te non dovrei farlo, io ti amo!”

Neville, le guance in fiamme e il cuore tanto veloce nel petto da avere la testa che girava, non alzò gli occhi su di lui. Ora l’idea di essere nudo stava diventando insopportabile e anche se sapeva che non sarebbero stati gli indumenti a proteggerlo dalla sensazione di essere completamente esposto, abbassò le mani fra le cosce, le labbra strette e lo sguardo puntato sulle ginocchia.

Blaise cercò di alzargli il volto per incontrare i suoi occhi, ma Neville sfuggì ostinatamente la sua carezza e lui sospirò, sedendosi sui talloni e voltandosi per raccogliere il primo indumento che trovò sotto alle mani, gli passò la sua camicia e il compagno se la stese sulle gambe, coprendosi il più possibile.

Passarono due minuti interi prima che Neville lasciasse emergere la propria irritazione, due interi minuti di stridente silenzio che riuscirono a vincere il suo autocontrollo e che lo spinsero a mostrarsi ancora una volta insolitamente emotivo, tanto peggio di quello che era già successo quella mattina non poteva accadere:

“Io non sono perfetto! Non sono una persona da piedistallo! Non sono speciale in niente di niente, mia nonna ha cercato del buono in me per tutta la mia vita e sta ancora cercando!... e questo non centra niente con quello che è successo oggi!”

Blaise provò a dire almeno tre cose contemporaneamente con il solo effetto di uno sconclusionato balbettio. Dovette fermarsi a deglutire prima di rispondere con cautela:

“Ok, allora dimmi che cosa è successo oggi...”

“Ho provato a farti un pompino e mi ci sono avvicinato soltanto perché dormivi!”

Blaise riprese a balbettare e Neville incrociò con rabbia le braccia sul petto, le guance rosse ma gli occhi arrabbiati.

“Io… io non volevo…”

“Tutti vogliono un pompino! Il punto è che tu non lo volevi da me! Tutte le volte che provo a ricambiare anche solo una piccola cosa di tutte quelle che mi fai quando… non lasci mai che ti faccia nulla! So di non essere bravo in quelle cose, ma non potresti insegnarmi, invece di respingermi tutte le volte?”

“Ma, ma…non puoi dire che non sei… io non ho bisogno che tu…”

“Non me ne frega nulla di quello che tu hai bisogno, ti è così difficile immaginare che io voglia farti provare piacere? Io…”

Il bruciore sulle guance di Neville si intensificò ancora e lacrime di frustrazione e imbarazzo si affacciarono per l’ennesima volta nei suoi occhi, per la sua più viva irritazione. Voleva vederlo perdere il controllo a causa sua, voleva poterlo avere in sua balia, voleva sentirlo implorare, voleva gli dimostrasse abbastanza fiducia da perdere il suo ferreo autocontrollo… perché doveva sempre essere il contrario? Perché doveva sempre essere lui a cedere? Lui non era solo un pupazzetto da rigirare a piacere, voleva potersi permettere di mordere la sua pelle cioccolato perché Blaise glielo avrebbe lasciato fare, voleva poter sviare un bacio, voleva poterlo costringere ad ignorare un’intera stanza affollata per voltarsi verso di lui tutte le volte che sentiva il bisogno di perdersi nei suoi occhi… possibile non capisse?

Blaise aprì e chiuse le labbra un paio di volte, completamente senza parole, poi prese un respiro profondo.

“Ho passato tutta la mia vita sessualmente attiva a umiliare i miei compagni di letto, non me lo perdonerei mai se facessi a te una cosa simile. Non voglio essere il solo i cui desideri vengono soddisfatti, non voglio essere servito…”

“Quindi quello servito devo essere io?!”

“No! E’ diverso con te, con te è…”

“Umiliante?! Ti senti umiliato a occuparti di me?!”

“No!”

Blaise sottolineò la negazione con una decisa stretta sulle sue ginocchia, negli occhi la serietà della verità e il bisogno febbrile di essere creduto e Neville sentì sciogliersi la morsa d’ansia che gli aveva inconsciamente stretto il petto.

“Non è umiliante perché non c’è niente di sbagliato se tu mi ami e se io amo te, non è vero?”

Blaise annuì, deciso, e Neville sospirò, sciogliendo l’irritazione nella tenerezza e sentendo improvvisamente tutto lo sconforto che provava:

“Allora perché dovrebbe esserlo per me?”

Blaise si morse le labbra. Non poteva dirgli che non si riteneva degno di lui, sapeva che Neville non sopportava sentirselo dire, sapeva che non riusciva nemmeno a concepire l’idea, ma al compagno bastò scorgere il suo sguardo impotente per rabbuiarsi immediatamente.

“E’ perché io sono perfetto, giusto?!”

“Neville…”

Blaise gli accarezzò un ginocchio, rispondendo con tenerezza alla sua rabbia, ma Neville gli allontanò bruscamente la mano:

“Non provare a rabbonirmi! E’ come se io ti dicessi che ti amo perché hai la pelle bianca! Io non sono affatto perfetto, come potresti amarmi per questo! Tu dici di amarmi e poi dimostri di non sapere chi sono, secondo te non dovrei essere terrorizzato?!”

Blaise spalancò gli occhi, colpito da quella rivelazione: quella non era rabbia!

Tornando ad inginocchiarsi vinse definitivamente la sua resistenza unendo le loro labbra, leccando via dal compagno le sue parole, solo quando lo sentì spingere verso di lui, all’istintiva ricerca di un contatto maggiore si allontanò, stringendolo fra le braccia:

“E così siamo tornati al punto iniziale, ancora una volta non pensi di essere abbastanza, non è vero?… è snervante la poca autostima che hai, ci sono così tante cose che non fai perché non ti ritieni in grado anche se non è vero e fa male quando perdi un’occasione di essere felice. Vediamo… vuoi che ammetta i tuoi difetti, giusto? Va bene, la tua autostima è il primo, il peggiore, poi… spesso ti perdi nei tuoi pensieri anche se io sono accanto a te ed è difficile sopportare che tu abbia qualcos’altro nella testa proprio mentre io ti sto parlando. E anche quando scopri qualcosa su quelle tue maledette piante e hai quell’aria felice e soddisfatta che mi fa sempre venire una fitta di gelosia, è come se io debba dividerti con un miliardo di specie viventi. Mi fa arrabbiare quando non ti curi del tuo aspetto, dando per scontato che non ne valga la pena, ti ho regalato un maglione che ti sta magnificamente, ma l’hai messo una sola volta, quasi che fosse troppo per te, quasi che dovessi cercare l’occasione per metterlo, invece di farlo e basta… e tendi ad arrabbiarti per poco, come se avessi accumulato i tuoi motivi giorno dopo giorno e fossi infine arrivato al limite ed è orribile pensare di averti ferito chissà quante volte senza neanche accorgermene. Sei sempre disposto ad ascoltare i problemi o anche solo le stupidità che genero ogni giorno senza limiti, ma quando si tratta di te è difficile riuscire a scucirti più di un paio di parole, fosse anche solo su come ti è andata la giornata…”

Neville lo stava guardando con gli occhi umidi spalancati e Blaise si rese conto che tremava. Con un debole sorriso gli posò un bacio delicato sulle labbra, accarezzandogli una guancia.

“Quando dico che sei perfetto non intendo in assoluto, conosco i tuoi difetti e sono terribilmente contento che ci siano, altrimenti sarei davvero costretto a lasciarti trovare qualcuno di più degno…ma io penso davvero che tu sia perfetto, perché assieme a tutti i tuoi difetti, tu sei perfetto per me. Se non fossi tanto silenzioso, io non potrei riempire i tuoi silenzi con le mie stupidaggini e se mi ascoltassi di continuo ti renderesti conto di quanto sono scemo. Se fossi più consapevole del tuo fascino morirei di gelosia, se non fosse stato per le tue dannate piante non avrei mai potuto innamorarmi del tuo sorriso prima di innamorarmi di te e… e la competizione mi ha sempre stimolato… quanto all’autostima… non posso fare a meno di pensare che sia l’unica cosa che ti trattenga dal trovare qualcuno che ti meriti sul serio…hai ragione, mi comporto da stupido, ma è solo perché vorrei poterti proteggere,… da me stesso, primo fra tutti, ma anche da te stesso e da… dal mondo immagino, eppure malgrado tutti i miei sforzi continuo a fallire…”

“Blaise, io non voglio essere protetto, è proprio quello il punto…”

“Ma io voglio che tu smetta di soffrire!”

Neville prese un respiro profondo, ripensando a quando aveva intimato ai Serpeverde di lasciarlo in pace, ferendo il suo orgoglio nel trattarlo come un bambino, oppure quando aveva fatto una sfuriata alla professoressa Sprite perché lo aveva fatto passare tutta la settimana nella serra delle piante artiche e lui si era preso un raffreddore, mettendolo in imbarazzo davanti alla donna. Ricordò di quando lo aveva trovato davanti all’ingresso di Hogwarts, le unghie mangiate a sangue, solo perché era andato a trovare i suoi genitori.

“… non puoi proteggermi dal dolore, nessuno potrebbe… ma puoi…”

Si mordicchiò le labbra, alla ricerca delle parole giuste. Era anche colpa sua se il compagno si comportava a quel modo, lui non glielo aveva mai impedito.

“Io vorrei… non voglio uno scudo contro la vita, voglio solo che tu la condivida con me, voglio potermi occupare di te e voglio poterti proteggere, voglio… voglio sentirmi libero di… di essere me stesso e… voglio poter litigare con te, un pochino, a volte, senza che tu cambi opinione o cerchi di rabbonirmi, voglio solo poterti… poterti fare quello che voglio…”

Vide l’emozione colorare il viso del compagno e lo baciò nuovamente fino a quando non lo sentì aggrapparsi alle sue braccia, l’equilibrio perso nella passione.

“Anche io ti amo Blaise e smettila di dire che non ti merito, è ridicolo! Quanto ai miei difetti: cercherò di dirti quello che mi passa per la testa più spesso e cercherò di non distrarmi quando mi parli, ma tu devi promettermi che smetterai di essere irritato quando parlo di piante e che non ti addormenterai quando ti racconto dei miei esperimenti… non puoi lamentarti che non ti parlo se poi quando lo faccio non mi ascolti!”

Blaise incassò il colpo:

“Lo farò… ma dovrai indossare il mio maglione e dovrai smettere di andare in giro con il camice… voglio poterti guardare il sedere tutte le volte che mi va, senza quell’informe straccetto di mezzo!”

Neville lo guardò, un mezzo sorriso sulle labbra:

“Sei sicuro di volere il maglione? L’ho messo solo una volta, è vero…ma tu hai passato tutto il giorno a ringhiare a quelli che lo guardavano...”

Blaise arrossì violentemente, accidenti a lui, lo aveva fatto davvero!

“Sono sicuro, ma dovrai ammettere che non guardavano il maglione, guardavano te!… perché ti assicuro che era così e pur odiandoli non posso biasimarli.”

Neville sbuffò, imbarazzato e dentro di sé per nulla concorde, era assurdo pensare che guardassero lui! Blaise scosse la testa sconsolato, ma lo attirò a sé, baciandolo ancora una volta. Quando le sue mani corsero alla camicia stesa sulle sue gambe, tuttavia, Neville la afferrò strettamente, opponendo resistenza alle sue mani:

“Ancora una cosa… voglio farti un pompino!”

Blaise fece per dire qualcosa, ma non appena schiuse le labbra si lasciò andare ad un sospiro sconsolato e Neville si accasciò a sua volta fra le sue braccia:

“Perché no? Perché? Io… perché sento anche solo il bisogno di chiederti il permesso?! Non è giusto!”

Nev’ non si tratta di quello…”

“E’ perché non sono capace? Mi puoi insegnare… dimmi quello che devo fare!”

Blaise gli afferrò le spalle con decisione, un’improvvisa aria tanto arrabbiata che Neville si ritrovò a trattenere inconsciamente il fiato;

“Tu non hai nulla da imparare Nev, nulla! Smettila di dire che non riesci a soddisfarmi, sei sempre riuscito a mandarmi fuori di testa più in fretta di chiunque altro e in un modo che nessuno mi aveva mai fatto provare. Anche senza tener conto dei miei sentimenti per te, sei uno dei migliori compagni di letto che abbia mai avuto e il fatto che ti ami ti rende senza dubbio insuperabile! La tua naturalezza è più eccitante di qualsiasi cosa io abbia mai provato, te lo posso assicurare!”

Neville era arrossito, c’era troppa serietà nel compagno perché fosse una menzogna:

“… e allora perché non vuoi?”

Blaise chiuse gli occhi con forza, avvicinandosi al suo orecchio con le guance in fiamme:

“… perché verrei ancora prima di sentire il tuo alito sulla pelle

Neville spalancò gli occhi, ma quando Blaise gli prese la mano e la guidò verso il suo basso ventre si ritrovò ad arrossire anche lui, il cuore a mille e un sorriso irrefrenabile sul viso: l’erezione del compagno abbastanza avanzata, alla sola idea, da essere ben più chiara di tutte le parole che avrebbe mai potuto usare.

“Ricordi quando hai detto che sei riuscito ad avvicinarti solo perché dormivo? Avevi ragione, ma non era il motivo che pensavi tu…”

Neville si morse le labbra, cercando di smorzare la felicità che sbocciava sul suo viso, ma il suo sorriso non fece che restarne sottolineato e Blaise arrossì ancora di più mentre la sua erezione rispondeva anche a quello.

“Blaise… potresti… potresti farmi da esperimento oggi?...”

Il ragazzo scostò la sua mano, chiudendo gli occhi con forza e respirando piano…

“Non puoi farlo…”

“Che cosa? Farti venire solo dall’aspettativa?”

Blaise aprì gli occhi di scatto su di lui, ma Neville non abbassò lo sguardo, con un sorriso felice e un’aria maliziosa.

“Neville…”

“Non ho nessuna intenzione di tirarmi indietro ancora una volta… mi sono umiliato con te oggi… non voglio che succeda più, voglio sentirmi autorizzato a… voglio farti provare piacere… voglio che tu mi dia la tua definitiva autorizzazione…”

“Non hai bisogno della mia autorizzazione…”

“Sì invece, ne ho bisogno perché per averla mi sono dovuto umiliare e allora la voglio, oggi una volta per tutte…”

“Io… hai il mio permesso per fare qualunque esperimento ti passi per la testa… ma solo è qualcosa che ti… solo se non lo fai solo per me, solo se per te non è umiliante”

“Sei tu l’unico che può renderla un’umiliazione, è la tua reazione a renderla tale…”

“Io… credo di averlo capito, ma non sgridarmi, ti prego non sgridarmi anche se me lo merito… mi dispiace”

Neville prese un respiro profondo.

“Che crollasse il mondo, io oggi ti farò un pompino!”

Blaise gemette rumorosamente il suo disappunto, ma la sua erezione, che il compagno stava liberando dai jeans e che le sue mani non osavano fermare, rispose in tutt’altro modo. Neville sentì l’emozione mischiarsi all’eccitazione e sorrise: non avrebbe più dovuto piantarsi le unghie nei palmi, non avrebbe più soffocato i gemiti tra le lenzuola, non si sarebbe più trattenuto: e Blaise sarebbe stato definitivamente suo!

 

 

Et voilà, come promesso una BlaiseXNeville!

La prossima storia sarà pubblicata, lunedì prossimo!

 

P.S. Ho dovuto ripubblicare la storia in seguito ai problemi del sito di EFP perciò se la storia vi è apparsa e scomparsa da sotto gli occhi un paio di volte, non preoccupatevi, il problema sembra ora essere stato risolto.

 

 

 

  
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