Anime & Manga > No. 6
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Autore: Windstorm96    07/09/2016    2 recensioni
Due ragazzi nel fiore dell'adolescenza, una camera troppo piccola, un letto troppo grande. E un subconscio che gioca strani scherzi...
Genere: Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che non ho ancora letto il romanzo, perciò mi attengo semplicemente al manga e all'anime... che dire? La storia si commenta da sola. Una piccola fantasia, niente di più :)
 
 
 
 
 
"Nezumi?"
"Mh?"
Il ragazzo giaceva ormai da ore disteso sul suo letto, completamente immerso nel romantico mondo del Romeo e Giulietta di Shakespeare (una delle sue opere preferite, sebbene avesse sempre cura di nasconderne il titolo a Shion).
"Posso dormire sul letto questa notte?"
Nezumi alzò gli occhi e vide che Shion aveva appoggiato il libro che stava leggendo fino ad un attimo prima sul cuscino del divano, con grande disappunto di Hamlet e Cravat; i topini, accoccolati sulle sue spalle, avevano iniziato a squittire seccati per l'interruzione.
"Che?!"
"Sono stufo di dovermi accontentare del divano, è così scomodo..." continuò Shion con voce lamentosa.
"E vorresti che ci dormissi io? Ti ricordo che questa è casa mia, sei tu l'intruso qui."
"Non ho mica detto che lo voglio tutto per me. Non credi che ci sarebbe abbastanza spazio per entrambi, se ci stringessimo un po'?"
Il ragazzino dai capelli bianchi si alzò, si avvicinò al letto e si sedette per terra di fronte a lui; sapeva che era meglio mantenere una distanza di sicurezza, in quei casi.
"Stai proponendo di dormire assieme? Ma che ti passa per la testa?"
"Qual è il problema? Anche quattro anni fa abbiamo dormito nello stesso letto, e nemmeno ci conoscevamo."
Gli occhi cinerei di Nezumi, fissi in quelli dalle iridi rosse di Shion, tradivano ora un velo di vaga preoccupazione.
"Eravamo solo dei bambini allora."
"E dai, me ne sto buono buono. Non mi muovo, non russo, sarà come se non ci fossi neppure" implorò Shion, adottando ora il tono di un bambino che chiede insistentemente ai genitori un giocattolo troppo costoso.
"Però ci sei. Sei caldo, e io ti sento. E poi, scusa, come fai ad essere così sicuro di avere un sonno tranquillo? Dopo aver visto come ti sei comportato con quella tua amica, mi riesce difficile credere che tu abbia mai anche solo condiviso il letto con qualcuno."
Shion distolse lo sguardo, improvvisamente in imbarazzo.
"Beh, quando ero più piccolo, a volte andavo a dormire da mio cugino..."
Nezumi si mise a ridere. Chiuse il libro senza neppure curarsi di segnare la pagina e si mise seduto a gambe incrociate sul letto, fissando divertito il ragazzo dai capelli bianchi, il quale sembrò scoprire un improvviso interesse per le crepe e le imperfezioni che segnavano le piastrelle del pavimento.
"Ma davvero? E sentiamo, quanto piccolo?" chiese Nezumi con un sorriso sornione.
"Beh, ecco, più o meno fino ai dodici anni..."
"Shion..." replicò Nezumi scuotendo la testa, ancora col sorriso sulle labbra "non lo sai che in un ragazzo si verificano alcuni cambiamenti dopo quell'età?"
Le guance di Shion avvamparono; come spesso gli capitava quand'era con Nezumi, di colpo si stupì della propria ingenuità.
"Non vorrei rischiare di svegliarmi con te appiccicato addosso. E, d'altro canto, non posso neppure garantirti che io stesso me ne stia sempre fermo e buono. Perciò mi rincresce, ma non se ne parla neppure" tagliò corto Nezumi, tornando a distendersi e aprendo nuovamente il suo libro.
Ma il ragazzino non si diede per vinto; anzi, più determinato di prima, si alzò da terra e si sedette di fianco a lui, fissandolo negli occhi con un'espressione serissima.
"Avresti paura?"
Il moro dovette sforzarsi per reprimere l'istinto di autodifesa che gli guidava la mano verso il coltello a serramanico, e rimase a guardarlo perplesso da dietro le pagine.
"Eh?"
"...che possa succedere qualcosa di... inopportuno? O ti dà semplicemente fastidio il contatto umano?"
"Contatto umano?" ripeté Nezumi con un sorrisetto divertito.
Con una mossa fulminea, si alzò di scatto e afferrò il compagno per il colletto della camicia; mezzo secondo dopo, senza neppure rendersene conto, Shion si ritrovò disteso sulla schiena.
Nezumi, seduto a cavalcioni su di lui, gli stava immobilizzando le braccia, sfoggiando un sorriso pericoloso. Shion, rimasto a bocca aperta per la sorpresa, vedeva i ricordi e le immagini del loro primo incontro sfilare nitidi davanti ai suoi occhi.
Senza lasciare un attimo la presa sui suoi polsi, il moro avvicinò lentamente la bocca all'orecchio del ragazzo sotto di lui, e ridacchiando sussurrò:
"Lo sai Shion, io adoro il contatto umano. Per questo ritengo sia meglio per il tuo bene se continui a dormire su quel divano."
Poi Nezumi lo lasciò per tornare alla sua misteriosa lettura; soltanto allora Shion si rese conto che stava trattenendo il respiro, mentre strani brividi continuavano a scivolargli lungo la spina dorsale.
E pensò che forse, dopotutto, avrebbe fatto meglio a tenerglisi alla larga.
 
 
A notte fonda, Shion ancora non dormiva. Non riusciva a prendere sonno, aveva la testa troppo occupata da pensieri sconnessi, di quelli che solo la notte può portare.
I suoi occhi vagavano nel buio. La stanza era completamente immersa nelle tenebre e nel silenzio. Le uniche tracce che indicavano la presenza di vita erano il flebilissimo respiro dei due ragazzi e lo zampettio quasi impercettibile di Amleto e Cravat, che come sempre gironzolavano alla ricerca di qualche cosa da rosicchiare.
Si rigirò per l'ennesima volta su un fianco, e subito un dolore acuto gli trafisse una spalla, strisciandogli rapidamente su per il collo. Quel divano era terribilmente scomodo; gli sembrava quasi di dormire sul pavimento, e tutto il suo corpo protestava incessantemente ormai da troppi giorni.
Si alzò a sedere sospirando, e nel tentativo di drizzare la schiena fu colto da un'altra fitta di dolore. Si sentiva a pezzi.
Nezumi aveva ragione; lui era suo ospite, non aveva il diritto di lamentarsi, almeno non finché avesse contribuito ad aiutare in qualche modo...
Tuttavia, più lo guardava, e più quel letto gli sembrava fin troppo grande per una sola persona. Ci sarebbero stati tutti e due senza problemi, lui ne era convinto. E decise che glielo avrebbe dimostrato.
Si alzò e sgattaiolò furtivo fino al letto di Nezumi, avendo cura di non urtare niente lungo il proprio percorso. Come da sua abitudine, il ragazzo stava dormendo girato verso la parete alla sua sinistra, e respirava lentamente.
Cercando di fare il meno rumore possibile e trattenendo il fiato nella speranza che l'amico non si svegliasse, Shion si distese sul bordo del materasso, che si incurvò leggermente sotto il suo peso.
Chissà se Nezumi teneva un coltello sotto il cuscino? Shion era convinto di sì. Tuttavia, non avrebbe certo avuto problemi ad ucciderlo anche a mani nude, se l'avesse sorpreso nel suo letto...
Quando si accorse che il respiro lento e regolare del ragazzo al suo fianco non era cambiato, sospirò e rilassò i muscoli tesi e doloranti, provando immediatamente un profondo sollievo. Sollievo che, però, durò ben poco.
"Si sta davvero così male su quel divano?"
La voce di Nezumi lo fece sobbalzare, al punto da farlo quasi cadere per terra. Maledizione, si era svegliato! Di certo ora l'avrebbe massacrato di botte.
"Ah... i-io... proprio non riuscivo a dormire, c-così..." balbettò Shion, rimpiangendo di aver infranto il divieto.
Il moro si voltò; nonostante il buio gli impedisse di vederlo in volto, Shion era certo che stesse sorridendo.
"Sei fortunato che io fossi già sveglio. Lo sai che non mi piacciono molto le sorprese."
"Ti prego, lasciami stare qui, solo per una notte. Prometto che non ti darò fastidio" piagnucolò il ragazzino, nella speranza di impietosirlo almeno un poco.
"So che non dovrei dartela vinta... ma va bene, solo per stanotte. Però devi rimanere da quella parte del letto, non emettere un fiato, non muovere un muscolo, e soprattutto non mi toccare."
"E perché mai dovrei toccarti, scusa? Voglio solo dormire, io."
"..."
"...Nezumi?"
"Che vuoi ancora?"
"Grazie."
"Hmph" sbuffò il moro, e tornò a girarsi verso il muro.
   
 
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