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Autore: ButterflySeven    09/09/2016    1 recensioni
Settembre è iniziato da parecchi giorni, ma Belle e i suoi amici non rinunciano a una vacanza di fine estate in California, ospiti nella villa del padre di Bae, il signor Gold.
Belle è innamorata del signor Gold, ma non ha mai confessato il suo amore, credendo di essere solo un'amica per lui.
Sarà davvero così?
Tra sole, mare, pomeriggi rilassanti e una festa di fine estate, ne vedremo delle belle...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Holiday in September
 

Settembre era entrato ormai da parecchi giorni, eppure Belle riusciva ancora a godersi il sole scoppiettante delle 10 del mattino, l’odore frizzantino della spuma di mare e la sensazione di libertà di una lunga camminata sulla battigia, con le onde del mare a rinfrescarle i piedi.
L’idea di una vacanza al mare all’inizio le era sembrata per nulla accattivante.
Belle era sempre stata un tipo da vacanze autunnali (o primaverili), nel cuore di pulsanti città d’arte, intenta a cogliere le mille sfumature che avevano tanto da raccontare al visitatore. E poi amava immergersi nelle librerie sontuose delle grandi metropoli: riusciva sempre a scovare libri interessanti, magari parecchio voluminosi, ma che già solo sentendone il profumo antico, riuscivano a proiettarla in tempi passati. E a quel punto Belle amava fantasticare sulle vicissitudini del contesto storico di quel libro, e con la mente iniziava a proiettare immagini di sé nel medesimo ambiente di cui il libro era originario.
Sì, Belle era una sognatrice, una di quelle che persino in una vacanza al mare non riesce a far altro che lasciare che lo sguardo si perda tra le nuvole, in cerca di un significato alle forme bizzarre da esse generate.
- Ehi Belle, vuoi venire a giocare a palla?-
Belle tornò al pianeta terra. Si voltò e sorrise all’amica Arial, che aspettava una risposta con il pallone tra le mani.
- Grazie Ariel, ma lo sai che non sono brava a pallavolo… Se volete posso farvi da arbitro!-
- Sempre la stessa storia! Lo sai che nessuno di noi è un campione olimpico, non ti giudichiamo mica se sbagli una schiacciata!-
- Lo so, ma preferisco ugualmente di no…-
- Beh, non posso certo obbligarti… Allora ci vediamo dopo-
Ariel la salutò e Belle ricambiò con un cenno della mano. La vide sparire tra la folla, sicuramente in cerca del resto della comitiva per spostarsi nel campo di pallavolo.
 
L’estate del 2016 per Belle era stata parecchio faticosa: aveva lavorato in biblioteca fino ad Agosto inoltrato. I giovani universitari di Storybrooke l’avevano supplicata di lasciare aperta la biblioteca per qualche giorno in più, ognuno in preda alle solite crisi da studente in crisi prossimo alla laurea. E Belle, da ex studentessa universitaria, non se l’era sentita di voltare loro le spalle. Così, con qualche fatica e ringraziando l’inventore dell’area condizionata, aveva rinviato la sua chiusura annuale a favore della cultura dei giovani.
Per lei non era un sacrificio lasciare la biblioteca aperta (lei amava i libri), ma Agosto era anche il mese dei matrimoni e papà aveva sempre bisogno di un aiuto in più per gestire le spose impazienti.
Ecco dunque che il resto del mese di Agosto, lo trascorse tra i fiori profumati, le chiese e le spose in trepido fermento per il fatidico sì.
Il pensiero del matrimonio la fece sorridere, perché lei aveva avuto il coraggio di lasciare un fidanzato che non amava, proprio ad una settimana dalle nozze.
Gaston era il suo fidanzato storico dei tempi del liceo, ma il sentimento che li teneva uniti si era affievolito anno dopo anno. Lui aveva tentato di ricucire i rapporti chiedendole di sposarla, ma Belle era stanca dei modi rozzi del ragazzo (e soprattutto della sua immaturità), così dopo tanti tentennamenti (otto anni di relazione erano comunque tanti) Belle mise la parola fine a quel rapporto obsoleto.
Ripensando a tutto ciò, alla soglia dei suoi 26 anni, si diceva che forse avrebbe potuto chiudere quel rapporto anche qualche anno prima, ma non rimpiangeva le scelte fatte.
Con quei pensieri, si diresse al chiosco della spiaggia per comprare un gelato e fu lì che il cuore mancò diversi battiti (come sempre, in sua presenza).
- Ciao, Belle- le disse l’uomo seduto al bancone.
Aveva 15 anni più di lei, era affascinante con quei capelli castani e ciuffi biancastri, che con il soffio del vento ondulavano dolcemente e gli accarezzavano il volto. Non era alto, non era particolarmente muscoloso, ma ai suoi occhi era la perfezione. E il suo sorriso era la morte. 
- Salve, signor Gold. Credevo foste rimasto in villa…-
- Sì, in effetti le intenzioni originarie erano quelle, ma non ho saputo rinunciare a un po’ di tintarella e un bagno rinfrescante di fine estate…-
- Non si può proprio resistere a queste giornate fresche e soleggiate- rispose sorridendo.
- Esattamente… Ma siediti, ti offro un drink-
Gold le fece cenno allo sgabello libero e lei si sedette più che volentieri.
Ordinò un succo rinfrescante e poi iniziarono a parlare amabilmente di qualsiasi argomento venisse loro in mente: dalle olimpiadi di Rio terminate qualche settimana prima, a strani eventi paranormali divenuti leggenda in quelle vicinanze, a mostre d’arte, film o serie tv in uscita. Trovarono di particolare interesse un confronto su Stranger Things, la serie Netflix che in poco tempo era riuscita a catturare l’attenzione globale, tanto da essere definita già un cult.
Belle amava conversare con l’uomo. O meglio, in poche, semplici parole, Belle ne era perdutamente innamorata.
Si conoscevano da molti anni: il signor Gold era il padre del suo amico Baelfire e spesso si era ritrovata a casa sua, nell’impossibile impresa di aiutare Baelfire con lo studio. Bae era più piccolo di tre anni, la mamma era scappata di casa quando aveva dieci anni e il rapporto con il padre era rimasto incrinato per parecchi anni. I due riuscirono a trovare un equilibrio da qualche anno, quando suo padre ebbe un infarto ed entrambi capirono di aver sciupato parecchi anni in discussioni inutili. Così il signor Gold iniziò ad aprire le porte di casa anche agli amici del figlio, per non farlo sentire più solo. E Belle, pian piano, iniziò a scorgere molto di più della buia personalità che Gold era solito mostrare alla città.
Per tutti gli abitanti di Storybrooke, Gold era semplicemente il proprietario del 70% delle abitazioni  della città (tutte date in affitto) e del piccolo negozio di antiquariato che sorgeva proprio di fronte alla biblioteca. Ma Belle scoprì presto la sua profonda passione per la storia, per la scienza, per l’arte e la lettura. Era un uomo di cultura, ma sapeva smorzare questa sua serietà con un’ironia tenuta ben nascosta agli altri.
Più di una volta Belle si chiese se la causa della rottura con Gaston fosse dovuta a un paragone tra i due uomini e a ciò che in lei provocava la compagnia dell’uno o dell’altro.
Con Gold, Belle si sentiva sempre protetta, al sicuro da qualsiasi male, mentre Gaston le aveva sempre dato la sensazione che fosse lei quella a dover proteggere entrambi. Non che Belle volesse essere protetta, era felice della sua indipendenza ed era sempre stata il tipo di ragazza che se la cava da sola (forse anche a causa della morte della mamma in adolescenza), ma il senso di protezione era una sensazione di calore a cui sentiva di non voler rinunciare.
Ovviamente Belle era consapevole che il suo era un “amore impossibile”, uno di quelli che se li avesse letti in una fan fiction si sarebbero risolti con i due protagonisti felici e contenti in post matrimonio. Ma la realtà era “leggermente” diversa e Belle aveva rinunciato a reclamare particolari pretese.
- Come mai non sei con i ragazzi?- le chiese Gold a un tratto.
- Beh, ovviamente loro stanno giocando a pallavolo, ma non sono molto portata per lo sport. Adoro seguirli, ma nella pratica sono un vero disastro!-
- Anch’io non sono mai stato un tipo da attività fisica. A scuola ero bravo nelle maratone, perché oltre a una resistenza fisica serviva una forte forza mentale, ma oltre quello non amavo nessun tipo di sport… Bae invece adora la pallavolo, il calcio, il tennis… Mi chiedo se ci sia una cosa che non ami fare…-
- E’ questo il bello: poter essere diversi dai propri genitori e fare le proprie scelte in assoluta libertà, persino sul tipo di sport da praticare…-
Gold le sorrise in quel modo che le piaceva tanto.
- Cosa c’è?- chiese incuriosita.
- E’ che riesci sempre a trovare le parole giuste al momento giusto. Ho sempre pensato fossi più matura dei tuoi coetanei. Sei speciale, Belle…-
A quelle parole Belle sentì la terra franare sotto i piedi.
Lui pensava che fosse speciale…
- Io… - tentò di mettere insieme una frase di senso compiuto, ma tutto ciò che si sentì di dire fu semplicemente – Grazie…-
Gold le sorrise ancora, ma stavolta incrinò le labbra, dando al suo sguardo un aspetto furbastro.
- E’ ciò che penso, mia cara… Ogni tanto mi chiedo come mai Bae non si sia innamorato di te, piuttosto che di ragazze come Emma, o Wendy…-
- Io e Bae siamo troppo amici, non riuscirei ad immaginarlo come fidanzato nemmeno tra dieci vite. E scommetto che anche lui direbbe lo stesso-
- Sì, hai ragione. Bae ha bisogno di una donna un po’ aggressiva, quasi selvaggia-
- Wendy non è certo selvaggia…- precisò Belle, pensando all’attuale compagna del suo amico, molto dolce e gentile nei modi di fare.
- Solo perché questo è ciò che mostra al di fuori delle mura domestiche, ma ti assicuro che ha un carattere molto peperino. Mi piace come riesce a tener testa a mio figlio. Voglio bene a Bae, ma quando si mette in testa strane idee, gli serve qualcuno che lo aiuti a ragionare-
Belle rise, perché era vero: Bae era un ragazzo molto dolce, ma era anche molto testardo, per questo lui ed Emma si erano lasciati cinque anni prima. Erano troppo uguali su alcune cose per riuscire a bilanciarsi, Wendy invece era sempre molto pacata, ma con una dose di grinta e tenacia che non consentivano agli altri di ostacolarle il cammino.
- Si è fatto tardi- riprese Gold osservando l’orologio al polso – Devo scappare all’ipermercato…-
Belle si rabbuiò in un istante, ma sperò di non aver fatto trapelare le sue emozioni.
Perché il tempo doveva trascorrere così in fretta quando era in sua compagnia?
- Ma sì, certo… Io… Non so, magari torno un po’ alla battigia…-
- Non dovresti stare sotto il sole a quest’ora. Se ti va potresti accompagnarmi, non so cosa volete comprare per la festa di domani, puoi essermi d’aiuto-
- Davvero?- il sole tornò a splendere in un istante, così non ci pensò due volte e scese dallo sgabello – Allora accetto l’invito!-
 
Belle e Gold salutarono velocemente i ragazzi e si avviarono all’ipermercato.
Il tragitto fu molto breve, circa due minuti di macchina, poi entrarono in quello che scoprì fosse l’ipermercato più grande che avesse mai visto in vita sua.
Quella fu la sua seconda sorpresa in pochi giorni. La prima riguardò l’alloggio delle loro vacanze.
Il signor Gold aveva una grande villa di proprietà in California e quell’anno Bae invitò tutta la comitiva in una gita di fine estate, ospitandoli a casa sua.
Quando Belle vide la villa per la prima volta, pensò fosse comparabile solo a quella del Grande Gatsby: era immensa, con una grande piscina all’ingresso del giardino e una sorta foresta con alti pini, ciliegi e alberi secolari tutto attorno.
La villa in sé, aveva uno stile medioevale che le ricordava Hogwarts e forse anche per quello le sembrò di vivere in un sogno.
Il signor Gold aveva raccontato ai giovani ospiti, che in 15 Settembre ci sarebbe stata una grande festa, come sorta di chiusura della stagione estiva in Villa Gold.
Belle non pensava che al cibo se ne occupasse il proprietario stesso, ma lungo il tragitto Gold le spiegò che per lui era necessario affidarsi a gente di fiducia, così il giorno prima della festa, era solito recarsi all’ipermercato più grande della città per definire gli ultimi dettagli.
Fu a causa di questo chiarimento che Belle si chiese perché l’uomo insistette per portarla con sé.
Mentre Gold parlava con i vari capi reparto, Belle ebbe la certezza che la sua presenza fosse del tutto irrilevante agli scopi, ma le fece piacere notare la disinvoltura con cui Gold  la inseriva nel dialogo, dandole comunque un potere decisionale su alcuni aspetti, come i dettagli degli antipasti, o i dolci da servire.
- Grazie per la compagnia- le disse Gold quando erano ormai giunti in villa – un parere femminile è sempre gradito-
- Di niente, mi ha fatto piacere…- rispose sinceramente.
Nella villa regnava un silenzio assoluto, segno che i ragazzi fossero ancora a mare, nonostante fosse ormai ora di pranzo.
- Provo a chiamare Bae per capire se hanno intenzione di tornare a casa per pranzo- le spiegò Gold, allontanandosi un attimo per fare la chiamata.
Belle, nel mentre, si accomodò nell’immenso salone, pieno zeppo di libri da sfogliare, cd di qualsiasi genere musicale e una quantità industriale di DVD.
Aveva sempre desiderato un angolo di quel genere a casa sua, ma le condizioni economiche della famiglia non erano mai state delle più rosee, quindi si accontentò di riempire la sua stanza con ciò che amava.
Prese a sfogliare distrattamente un libro d’illustrazioni e non si accorse che Gold tornò in sala.
Saltò in aria quando si sentì sfiorare la spalla e Gold rise con gusto alla sua reazione.
- Non mi ero accorta foste tornato- si giustificò subito per non sembrare ridicola.
- I ragazzi rimangono al mare per tutto il giorno, vuoi unirti a loro? – le disse. Belle gli fu grata di non averla derisa, ma di aver scelto di cambiare argomento - Personalmente ne ho le tasche piene del caldo, credo che cucinerò spaghetti e vongole fresche e guarderò un film. Se vuoi unirti a me, preparare per due non è certo un problema… E poi mi piacerebbe poter commentare insieme un film -
Belle rimase nuovamente spiazzata per quella proposta. Davvero per lui non sarebbe stato un problema trascorrere un pomeriggio insieme?
- Non posso certo dire di no ad un piatto di spaghetti e volgole…- rispose infine.
Forse era solo una ragazza innamorata, ma adorava quelle attenzioni così speciali.
Gold era una persona riservata e sulle sue, non l’aveva mai visto trattare con tanta gentilezza una persona.
Una parte remota di sé, sperava che dietro quella gentilezza ci fosse un sentimento ricambiato…  O forse era semplicemente una sognatrice incallita.
Con quei pensieri contrastanti, Belle andò a farsi una doccia per togliere il sale residuo, ma soprattutto per schiarirsi le idee.
 
Preparare il pranzo con Gold, scoprì essere molto divertente.
Rispetto al resto della popolazione maschile, Gold aveva una certa dimestichezza con i fornelli.
- Abito da solo e con un figlio che a stento sa riscaldarsi il latte la mattina, inoltre amo avere nel piatto un prodotto che so sia stato cucinato a dovere, sano ma gustoso. E si sa, gli chef tendono spesso a friggere ogni cosa e questo mi urta parecchio-
- Io cucino per necessità, non ho un’opzione B su chi possa prepararmi da mangiare. Non farei mai cucinare a papà, ha sempre avuto il vizio di essere poco ordinato. Erano più le ore spese a pulire la cucina, che quelle impiegate a cucinare…-
- Ti capisco, la pulizia è fondamentale in cucina, altrimenti diventa tutto un enorme caos-
Belle lo osservò pulire le vongole affascinata. Lei non aveva mai potuto permettersi di comprare vongole fresche.
- E’ la prima volta che vedo come si puliscono le vongole – confessò.
- E’ molto semplice: basta togliere tutta la sabbia in eccesso, perché noi non vogliamo masticare sabbia, dico bene?-
- Ovviamente no…- rispose ridendo.
Ed amò le ore trascorse a chiacchierare e cucinare.
Quando si sedettero a tavola, Belle ebbe la visione di loro due in una casa tutta loro, magari come conviventi, o marito e moglie…
Bevve un lungo sorso di vino bianco per stemperare le sue fantasie. Sembrava una di quelle adolescenti in preda alle prime cotte e questo la fece vergognare parecchio.
- Ti piace?- le chiese Gold.
- Moltissimo! E’ buonissima! – rispose cercando di evitare il suo sguardo penetrante.
- Lo dici solo per cortesia…- la provocò.
- Assolutamente no! Non sono il tipo di persona che direbbe una bugia…-
- Vuoi dirmi che se sei ospite di qualcuno, ma non ami ciò che hai nel piatto, diresti apertamente “non è di mio gradimento”?-
- Beh, non potrei mai essere scortese… Magari direi semplicemente “è piacevole”, senza sbilanciarmi in troppi complimenti…-
- “Piacevole” non è certo un complimento, mia cara -
- Allora inventerei qualcosa di più appropriato!- rispose sbruffando.
Con sua immensa sorpresa, Gold iniziò a ridere di cuore, di quelle risate a piene polmoni, belle e sincere. Una risata contagiosa, che la fece sussultare.
Far ridere qualcuno, era la gioia più grande al mondo, ma far ridere la persona che si ama, è tutta un’altra storia.
- Sei davvero unica, Belle!- ripeté per la seconda volta in un solo giorno.
Belle lo fissò intensamente: i suoi capelli scomposti, la camicia leggermente sbottonata, le mani affusolate, lo sguardo penetrante e le labbra incrinate in un mezzo sorriso, pronte ad essere baciate.
Gold non distolse lo sguardo, anzi, lo intensificò ancora di più.
Così rimasero intrappolati in quel gioco di sguardi per un tempo indefinito, scandito dal ticchettio dell’orologio, che divenne l’unico suono udibile in quella strana dimensione dove esistevano solo loro due.
Sarebbe stato così bello potersi alzare dalla sedia e avvicinarsi all’uomo pian piano, andargli ad accarezzare il volto, incastrare una mano tra i capelli e magari potersi assaporare dolcemente, come perfetto dessert a quel pranzo altrettanto perfetto…
La magia finì nell’attimo in cui il cellulare di Belle iniziò a squillare.
Entrambi distolsero lo sguardo. Gold si alzò dal tavolo ed iniziò a sparecchiare e Belle corse in soggiorno a recuperare il telefono.
Quando lesse “papà” sullo schermo, si affrettò a rispondere preoccupata.
- Ehi, va tutto bene? – chiese in ansia. Non era da papà contattarla due volte al giorno e gli aveva già chiamato la mattina.
- Sì, io sto bene. Tu come stai? Sai benissimo quanto sono in ansia a saperti a casa di Gold! Quell’uomo non mi piace affatto!-
Belle alzò gli occhi al cielo. Suo padre odiava a morte il Signor Gold, a causa dei debiti accumulati negli anni dopo la morte della mamma. Ma quei debiti erano ormai un ricordo lontano. Belle lo aveva aiutato a estinguere le vecchie rate, inoltre grazie all’amicizia che li legava, Gold aveva abbuonato parecchi mesi di affitto del negozio.
- Papà, per favore, non sono più una bambina. So badare a me stessa e sai benissimo che qui va tutto bene. Non devi preoccuparti per me. Pensa solo a rilassarti anche tu, ok?-
- Ok, ma promettimi di fare attenzione a quell’uomo!-
- Sì, certo, lo farò…-
Sospirò. Suo padre l’avrebbe sempre considerata la sua piccola da proteggere.
- Tutto bene?-
Belle si voltò appena e sorrise.
- Ma certo! Mio padre è semplicemente uno di quei genitori apprensivi -
- Lo capisco benissimo! Odio quando Bae va a New York e non mi chiama per settimane! -
Belle evitò di dirgli che la sua situazione fosse leggermente diversa… Odiava anche lei quell’aspetto del carattere dell’amico. Quando tornava a New York nel periodo universitario, era capace di non farsi sentire per settimane intere!
- Spero di non essere una madre apprensiva, un giorno…- rispose, tornando al discorso originario.
Gold si sedette nel divano e lei lo imitò.
- Ti piacerebbe diventare madre?-
- A quale donna non piacerebbe?- rispose sincera – solo che prima di pensare a un figlio, bisognerebbe trovate l’uomo adatto, ma sembra non voglia arrivare…- non poteva certo dire di essere innamorata di lui!
- Magari l’uomo che aspetti è proprio accanto a te, solo non l’hai ancora notato…-
Per poco Belle non soffocò.
Ok, questo non significava nulla. Non poteva riferirsi a lui.
Lo guardò ancora una volta intensamente, cercando di scorgere una risposta nel suo sguardo magnetico.
- E’ che… - non sapeva se esporsi o no, ma Belle era sempre stata una ragazza coraggiosa e non si tirò indietro – In effetti una persona speciale c’è, è solo che non ho il coraggio di farmi avanti per paura di un rifiuto… Inoltre sono quasi certa di essere invisibile ai suoi occhi…-
- Come fai a dirlo? Questo “lui” ha forse un’altra donna? Ha manifestato solo sentimenti di amicizia nei tuoi riguardi?-
- No, non ha un’altra donna… Ma credo di essere solo un’amica per lui…-
Gold la scrutò indagatore e Belle ebbe l’istinto di andarsi a rifugiare in un angolo della stanza, magari fuori dalla portata del suo sguardo.
- E se anche lui fosse in dubbio come te? Hai pensato a quest’ipotesi? Hai pensato che magari anche lui prova un sentimento forte per te, ma ha paura di non essere ricambiato?-
- Non credo sia una di quelle persone che terrebbe un sentimento per sé. E’ uno di quegli uomini sempre con la risposta pronta, intelligente, perspicace, che ti mette sempre a tuo agio. Non si perde mai in chiacchiere e se una cosa non gli va bene, la dice apertamente. E’ una persona sincera, o almeno con me lo è sempre stato…-
- Credo che uno dei due debba fare il primo passo, o rischierete di non incontrarvi mai…-
Il cuore di Belle prese a correre impazzito, ma cercò di non farsi troppe illusioni. Molto probabilmente era solo il suo cervello ad aver elaborato strane conclusioni a quel discorso. Magari Gold voleva davvero darle solo dei buoni consigli.
- Beh, io sono qui, quindi spero che prima o poi i nostri cammini si incrocino davvero…- si era esposta più del dovuto, lo sapeva bene, per questo cambiò subito argomento – Intanto mi piacerebbe poter guardare un bel film, aveva qualche idea?-
- Stavo pensando a Inception…-
- Oh si! Adoro Christopher Nolan! Ho iniziato ad amare Batman solo grazie a lui! E il Joker di Heath Ledger è stato indimenticabile…-
- Hai perfettamente ragione! Sarà per questo che non mi ha molto convinto il Joker di Jared Leto in Suicide Sqad. Per carità, ha avuto pochissime scene, ma ho trovato il suo rapporto con Harley Queen un po’ troppo romanzato…-
- Esatto! Pensavo di essere l’unica a pensarla così! Mi sento meno sola – le venne quasi da piangere, perché per le sue amiche era l’opposto – Mi è sembrato innaturale vedere il Joker trattare con tanta attenzione Harley! Sappiamo tutti benissimo quanto sia malato il loro rapporto… Nei fumetti è tutto molto più “folle” e malato, questo rendeva i personaggi davvero unici e matti! Così si perde un po’ quella componente matta che li ha sempre contraddistinti. Sembrano più un boss mafioso e la sua lady, mentre il Joker ha sempre trattato Harley in modo brutale e spietato!-
- Ecco, mi hai tolto le parole di bocca. Magari a molti sarà piaciuta questa nuova trasposizione, ma personalmente questo dettaglio mi ha lasciato un po’ perplesso… Sono curioso di vedere Jared Leto nei prossimi film dell’universo DC, per ora mi astengo da qualsiasi giudizio-
Gold e Belle inconsciamente si erano avvicinati, troppo presi da quel confronto di idee e dallo scoprirsi, ancora una volta, affini in quegli argomenti che li appassionavano tanto.
- E’ bello poter parlare di queste cose con qualcuno. Spesso mi sento non capita dai miei coetanei…-
- Figurati io che ho passato la soglia dei 40!-
Belle incrinò le labbra e lo guardò.
- Forse dovremmo cercare quel dvd…- disse per distogliere entrambi da una nuova situazione d’imbarazzo.
- Hai ragione…-
Così trascorsero le ore successive amabilmente seduti nel divano, a guardare quel film avvincente, a commentarlo insieme e a mangiare pop corn in totale spensieratezza.
Ogni tanto Belle si voltava per vedere le sue reazioni durante il film, poi tornava a guardare la tv appena percepiva che l’uomo si stesse voltando.
Alcune volte sentì un formicolio lungo la schiena, percependo di essere osservata a sua volta, ma non osava girarsi per paura di incrociare il suo sguardo.
Sarebbe stato uno di quegli appuntamenti ideali che aveva sempre sognato di trascorrere in compagnia di Gold, ma poi si ricordava che la realtà era ben lontana dalle sue fantasie e il suo cuore si rasserenava per un attimo.
Gold fu talmente carino da preparare il tè per entrambi.
Il film era finito da un pezzo, ma entrambi preferirono rimanere seduti sul divano, guardando distrattamente le paralimpiadi di Rio in tv.
Iniziarono a raccontarsi strane vicende d’infanzia e quelle di Gold erano tutte scioccanti e avvincenti allo stesso tempo.
- … E quindi a undici anni mi hanno accusato di aver ucciso il gatto della mia vicina di casa e di avergli dato fuoco – 
- O mio Dio! – dallo shock, Belle fece cadere la tazzina che teneva in mano. Per fortuna aveva già finito il suo tè, ma la tazzina si scheggiò – Mi dispiace tanto…- disse Belle prendendo in mano la tazzina per esaminare il danno – Si vede appena, ma è scheggiata…-
- E’ solo una tazza, non importa…- le rispose lui dolcemente. Le prese la tazzina dalle mani e la poggiò sul tavolino, dove aveva sistemato la sua un attimo prima – Comunque non sono stato io a uccidere quel gatto, ma il figlio della signora, che è sempre stato un grandissimo mascalzone -
- Ma la signora a chi ha creduto?-
- Ovviamente al figlio! Così mi sono beccato un mese di punizione e lui ha continuato a condurre la sua vita in assoluta libertà-
- Questa è un’ingiustizia! – Belle rimase sconvolta da quel racconto. La gente non si rendeva conto del male che procurava agli altri.
- Beh, diciamo che è stata una delle prime, ma non ultime ingiustizie subite… Purtroppo molte cose non vanno mai come ti aspetteresti… Ho costruito i miei vent’anni solo in prospettiva della famiglia, per dare una dignità a mia moglie e a Bae, ma poi arriva il bel ragazzo di turno, che ti ruba la moglie e mette fine alle tue certezze… Sono cose che non ti aspetti, ma quando ti succedono non puoi fare altro che accettarle e rimboccarti le maniche per portare avanti la baracca. Non ho mai mollato e spesso posso sembrare un uomo ombroso e cinico, ma è la vita che mi ha messo addosso questa corazza che mi porto dietro. Sarò destinato a rimanere solo? Forse. Ma non sono più disposto a cambiare per gli altri. Questo sono io, con le mie luci e le mie ombre -
- Capisco cosa vuol dire – lo consolò Belle – per anni sono rimasta intrappolata in una relazione che mi stava stretta. Spesso ho annullato me stessa, ho rinunciato a tante piccole cose solo per il bene della coppia. Quando poi ci si lascia, cosa rimane? E’ vero che bisognerebbe ripensare al passato senza rammarico, ma ogni tanto non posso che chiedermi se avessi potuto fare alcune scelte in modo diverso…-
- Quello che ho capito io, è che comunque anche le scelte sbagliate mi hanno reso quello che sono. Si cresce, le esperienze, anche sbagliate, servono a questo -
- E’ che magari penso che avrei potuto girare il mondo, studiare in un college più prestigioso grazie alle borse di studio, invece ho rinunciato a tutto per il bene di papà e per non separarmi da Gaston. E giuro che la rabbia è sempre pronta a tornare a galla!-
Belle nemmeno si rese conto di aver iniziato a tremare. Afferrò con forza i lembi della gonna, quasi fino a farsi male.
Aveva tenuto il risentimento ben nascosto per tanti anni. Aveva sempre fatto finta che andasse tutto bene, che non si fosse pentita di niente, ma il discorso di Gold aveva fatto riemergere quelle insicurezze che teneva celate.
- Ehi, non fare così… Va tutto bene…-
Gold le afferrò le mani e le strinse forte, ma a quel gesto Belle non seppe più trattenere le lacrime e per istinto poggiò il capo sulla spalla di Gold.
Pianse parecchio, bagnò la camicia di Gold con le sue lacrime amare, ma Gold non la spinse via, anzi, le fece spazio nel suo petto, la strinse a sé e continuò a cullarla.
Ogni tanto le dava dei baci sulla nuca, poi altri sul collo e grazie a questi piccoli gesti si calmò.
Belle si aggrappò all’uomo e lo strinse forte.
- Grazie… E chiedo scusa per lo sfogo-
- Hai fatto bene… Un pianto spesso è ciò che serve -
Belle si accucciò nel suo petto ed ebbe l’istinto di fare le fusa (ovviamente non lo fece), ma tra le sue braccia si sentì finalmente bene.
Era una sensazione bellissima, qualcosa di mai provato prima.
Il cuore batteva forte e sperò vivamente di non sembrare ridicola ai suoi occhi.
Fosse dipeso da lei, non avrebbe lasciato mai più quel petto, quelle braccia, quel calore che le ricordava le sicure mura di casa. E avrebbe voluto urlare a Gold quelle sue emozioni, quella sensazione di calore che le stava infiammando il petto.
Gold le accarezzò i capelli e lei per istinto alzò il capo, per vederlo finalmente negli occhi.
Il suo sguardo era così intenso che poteva perdersi nel fissare quegli occhi nocciola.
Sorrise in trance e per l’imbarazzo abbassò lo sguardo, ma inaspettatamente Gold le accarezzò la guancia, poi scese nel collo, infine le alzò piano il mento per avere di nuovo la sua attenzione.
E poi la mente iniziò ad annebbiarsi.
Per qualche strano scherzo della forza di gravità, le loro labbra si avvicinarono come fossero due calamite.
Sentì le mani di Gold asciugarle le guance ancora rigate dal pianto, per poi scendere, creando un percorso tutto loro, fino a sfiorarle la schiena e procurarle parecchi brividi.
Sentiva i loro fiati fondersi, la distanza ormai era davvero misera.
Belle chiuse gli occhi, preparandosi ad assaporare quel momento tanto atteso.
Accarezzò il petto di Gold, poi gli strinse alcune ciocche di capelli, per fargli capire quanto stesse desiderando tutto ciò.
E proprio quando le labbra finalmente si sfiorarono, sentirono un rumore sospetto dall’ingresso, seguito da un forte frastuono.
- Ehi! Papà, siamo tornati!- sentirono dire a Bae.
Entrambi furono catapultati drasticamente alla realtà.
Belle spalancò le palpebre e si scusò con un filo di voce, poi di tacito accordo si separarono, sedendosi ognuno in un lato opposto del divano.
- Siamo qui- rispose Gold con tono composto. E Belle si meravigliò di come riuscì a tornare alla solita tranquillità nell’arco di pochi secondi.
Belle sentiva il viso ancora in fiamme, così respirò forte e mise una mano sul petto, come per tentare di rallentare il battito impazzito del cuore.
Per fortuna la tv era rimasta accesa alle paralimpiadi, quindi quando il gruppo entrò in salone, nessuno badò a lei o a Gold.
Ci era mancato poco, davvero poco. In ogni senso.
Un istante ancora e sarebbero stati scoperti.
Un istante ancora e Gold si sarebbe potuto pentire di aver baciato l’amica di suo figlio.
Un istante ancora e il desiderio di Belle sarebbe divenuto realtà.
 

Continua…

 

Sì, sono tornata! Era ora!  
Non sapete da quanto tempo sento il desiderio di scrivere una ff Rumbelle, ma la vita di tutti i giorni non mi ha concesso questo mio desiderio.
Ho scelto di scrivere una AU molto leggera, piena di argomenti fluff e contesti altrettanto "normali". Una ff di ciò che è la vita di noi comuni babbani per farla breve XD
Tutti i riferimenti alle cose da nerd sono discorsi attuali (adoro stranger things, a proposito! *-*)

La storia sarà di due capitoli, il prossimo non so se arriverà già la prossima settimana, comunque non dovrete aspettare molto ;)

Lasciatemi una recensione, se vi va. Adoro leggere le vostre opinioni. Ovviamente sono ben accetti consigli o qualsiasi altra cosa. 
Magari vi va di discutere sul rapporto tra Harley e il Joker in Suicide Sqad! XD
Ok, smetto di divagare e vi do appuntamento alla seconda e ultima parte.
 Baci! ♥                                                                               
  
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