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Autore: sister_of_Percy    13/09/2016    7 recensioni
STORIA INTERATTIVA || ISCRIZIONI CHIUSE
In tutti i distretti c'è un gran tumulto. La mietitura dei tributi per i Diciassettesimi Hunger Games si avvicina inesorabilmente.
Famiglie disperate, amici, orfani soli che non hanno più niente per cui vivere... Tra chi di questi verranno scelti i tributi?
Chi sarà il fortunato che verrà ricoperto di gloria e onore?
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Tributi di Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saluti

(Parte due)

 

DISTRETTO 7

 

CINGER ELSPET

 

Cinger stava aspettando che la sua famiglia adottiva facesse il suo ingresso nella piccola e cadente stanzetta in cui si trovava.

Nonostante il rispetto che provava per loro, non avrebbero mai potuto sostituire i suoi veri genitori e questo lo sapevano tutti.

Eccoli, stavano entrando.

Cinger si sforzò di mettere da parte la paura che le stava attanagliando il cuore.

Nami, sua madre adottiva, aveva gli occhi lucidi e si stringeva con forza a Godric.

Nonostante venisse continuamente respinta da Cinger, lei non si era mai rassegnata e aveva sempre cercato di starle vicina.

I figli della coppia, Marcus e Bonnie, cercavano di mostrarsi fiduciosi, ma sapevano bene che i pronostici non erano a favore della rossa.

"Oh, Cin..." mormorò la donna prendendo le mani della ragazza.

"Non ti preoccupare, farò una grande entrata in scena!" Disse decisa Cin scostando i capelli con un rapido colpo del capo.

Nami sorrise: non perdeva quel suo modo di fare nemmeno in una situazione del genere.

La donna sperò con tutto il cuore che non fosse costretta ad assistere anche alla sua uscita di scena.

 

AMON RAENAR

 

Amon strinse forte a sè Shandra.

La ragazza piangeva disperatamente mentra nascondeva il suo volto nel maglione del ragazzo.

Shandra si staccò e guardò l'altro negli occhi: "Promettimi che farai tutto per tornare! Promettilo!"

Amon non riuscì a ricambiare lo sguardo della ragazza, mentre annuiva con il capo cercando di nascondere tutti i suoi dubbi.

Shandra capì la sua paura, ma sembrava decisa a non infierire.

"Tieni." Gli disse porgendogli un piccolo oggettino di legno.

Amon lo studio attenzione: era un anello con incise sopra le loro iniziali.

"Non è molto, ma..."

"È stupendo." La interruppe il ragazzo per poi baciarla.

Quando Shandra uscì fu la volta di Steven.

Steve era il suo migliore amico da sempre e sapeva che gli sarebbe rimasto vicino in qualunque momento.

I due amici si abbracciorono, poi Amon disse: "Prenditi cura di Shandra."

Steve annuì e guardò l'amico, sperando che quello non fosse il loro ultimo incontro.

 

DISTRETTO 8

 

SIDNEY NINA GRAHAM

 

Sidney ebbe quasi paura quando Jennifer, la sua migliore amica, entrò come una furia.

"Tu, piccola sconsiderata! Perché hai sentito il bisogno di suicidarti?"

Sidney sorrise: era felice che Jennifer non fosse il tipo da pianti.

"Davvero riponi così poca fiducia in me?" Chiese Sidney con fare fintamente offeso.

"Se ti comporterai in modo così idiota anche nell'arena non sopravviverai al bagno di sangue." Rispose Jennifer con il suo solito tono scherzoso.

Sidney ridacchiò: non sarebbe mai cambiata.

"Sid, seriamente, non fare l'idiota. Non fidarti di nessuno e pensa solo a te stessa."

Il tributo annuì, cercando di rassicurare l'amica, poi la strinse a sè.

Avrebbe fatto di tutto per incontrarla di nuovo.

 

NORMAN PATTON CODD

 

Patton alzò gli occhi al cielo, ignorando le numerose imprecazioni di Sefton e Anson.

I due sembravano non essere in grado di capire la sua scelta di offrirsi volontario.

Non capivano che Patton aveva bisogno di uno scopo per cui vivere.

Sefton sembrò rendersi conto che non stava prestando loro attenzione, perché prese a guardarlo male.

Patton in tutta risposta alzò un sopracciglio.

"Ti rendi conto che potresti esserti appena suicidato?" Chiese Anson sospirando.

"Tanto ero già morto" si trattenne dal dire Patton.

Si limitò a guardare i suoi due migliori amici con sguardo di sfida.

Non avrebbe mai permesso che uno di loro morisse. Loro avevano ancora tutta la vita davanti, al contrario di Patton.

"Sei proprio un caso perso!" Sbuffò Sefton.

Patton non avrebbe potuto essere più d'accordo.

 

DISTRETTO 9

 

SHEILA WHITE

 

Sheila prese ad avvolgere distrattamente una ciocca di capelli intorno al dito.

Sapeva che nessuno sarebbe andato a salutarla, ma non capiva perché dovesse comunque stare in quella stanzetta buia ad aspettare.

Insomma, non aveva amici nè famiglia, chi sarebbe dovuto andare? La sua gatta?

Sembrava quasi che la sua amica pelosa fosse l'unica a cui importasse di lei.

Almeno avrebbe avuto il tempo necessario per elaborare una strategia.

Sapeva cacciare e aveva abilità di sopravvivenza, ma non era molto forte.

Sarebbe stato utile allearsi con qualcuno di forte fisicamente, ma avrebbe volentieri evitato i Favoriti.

Troppo snob e facili al tradimento, non si sarebbe potuta fidare di loro.

Sarebbe stato sicuramente complicato.

 

LEONARD ANDREW CARTER

 

Andrew sorrise mentre suo padre, Heman, e sua sorella, Melena, facevano il loro ingresso.

Non vide sua madre, ma non ne restò sorpreso. Quella donna aveva preferito vivere una vita con il sindaco al posto della sua vera famiglia.

"Andy, togliti quel sorriso da ebete." Disse la sua gemella con fare sarcastico.

Andrew decise di lasciar correre il nomignolo da lei usato.

"Sarebbe come chiederti di smettere di fare l'idiota." Rispose il ragazzo assecondando il gioco.

Herman scosse la testa, rassegnato alle continue discussioni dei figli.

Melena lo fulminò con lo sguardo, ma il padre la interruppe: "Ti prego, Andrew, fa' attenzione e non fidarti degli altri."

Ad Andrew si spezzò il cuore nel sentire il tono disperato del padre.

Si limitò a guardare la sua famiglia con aria di serenità.

Non si sarebbe fatto abbattere da Capitol, non avrebbe permesso a quei tiranni di strappargli via il sorriso.

 

DISTRETTO 10

 

HAZEL MARGARET WHITESTORM

 

Hazel osservo le sue migliori amiche mentre entravano nella stanza.

Mar, Lene e Milly avevano gli occhi lucidi, ma solo quest'ultima cercò di nasconderlo.

Si scrutarono per qualche secondo, poi Milly si fece avanti: "Haz, devi tornare. Anche se ci sarà anche tuo fratello, tu devi tornare."

Hazel sorrise di fronte alla preoccupazione delle amiche.

Nonostante sapessero benissimo quale sarebbe stato il suo scopo nell'Arena avevano provato a convincerla.

"Prendetevi cura di Lux, okay?" Disse il tributo trattenendo a stento le lacrime.

Vide le amiche scambiarsi sguardi nervosi, perciò insistette: "Promettetemelo!"

Le ragazze annuirono incerte e si avvicinarono all'amica, consapevoli che probabilmente sarebbe stata l'ultima volta in cui l'avrebbero vista.

 

RICHARD JAMES WHITESTORM

 

Richard non riusciva a smettere di torcersi le mani.

Non poteva essere vero, stata sicuramente sognando.

Si prese la testa tra le mani e strinse con forza le palpebre, cercando di cacciare indietro le lacrime.

Lui e sua sorella stavano irrimediabilmente andando a morire.

Richard non riusciva ad immaginare di trovarsi con lei in finale; no, sarebbe morto nel Bagno di Sangue piuttosto che guardare Hazel suicidarsi per permettergli di vivere.

Quella era l'unica certezza che Richard avesse: non avrebbe permesso che sua sorella si sacrificasse per lui.

Raddrizzò la schiena e osservò con sguardo deciso la sua famiglia, appena entrata.

Non poteva permettersi debolezze, perciò rimase distaccato.

I suoi genitori ne furono tremendamente delusi, per non parlare di Lux.

Loro non capivano la sua missione e mai avrebbero potuto farlo.

Avrebbe riportato Hazel a casa.

 

DISTRETTO 11

 

NELLY GREENTREE

 

Nelly era triste. Non rassegnata, non si sarebbe arresa facilmente, ma riusciva benissimo la paura che le stringeva la gola in una morsa.

Sarebbe finita nell'Arena, doveva accettarlo.

Doveva capire che se fosse voluta sopravvivere probabilmente lo avrebbe fatto con le mani sporche di sangue.

In quale mondo ragazzini come lei erano costretti a scegliere se uccidere o morire?

Quando i suoi genitori entrarono per salutarla prima della partenza lei nemmeno li guardò.

Non avrebbe sopportato di vedere le lacrime negli occhi della madre e la rassegnazione in quelli del padre. Sarebbe stato troppo.

Sentì la madre avvicinarsi e stringerla più forte che poteva, come se potesse impedirle di andarsene.

Nelly si decise a guardare i genitori e ad assecondare i loro saluti, sperando che non fossero gli ultimi.

 

SANTOS "CARLOS" MELS

 

Santos venne catturato dalla stretta di Damerae prima ancora che potesse rendersene conto.

Il migliore amico riusciva ad apparire forte persino in situazioni del genere e Santos ne aveva più che mai bisogno.

Si sentiva debole, quasi da non riuscire a reggersi in piedi.

Non aveva paura di morire.

L'unica cosa che temeva era di cedere al lato oscuro che si nascondeva da qualche parte nel suo cuore.

Aveva paura di diventare il mostro che lui respingeva con tutto se stesso.

Si sentì lo sguardo penetrante di Damerae puntato sulla faccia: "Perché l'hai fatto?"

Santos puntò gli occhi sul viso dell'amico.

Se solo lui sapesse...

Probabilmente sarebbe morto senza dire a Damerae la verità.

Lo scrutò ancora, valutando il modo migliore per rispondere senza rovinare tutto.

"Ah, al diavolo!" Pensò il tributo.

Attiro a sè Damerae e lo baciò con forza.

Quando si staccarono Santos era spaventato da cosa avrebbe letto negli occhi dell'altro.

Disgusto? O forse pietà?

Nel momento in cui trovò il coraggio di guardare l'amico vide solo sorpresa.

Prima che uno dei due potesse fare una mossa Damerae venne portato via da dei Pacificatori.

Tempo scaduto.

 

DISTRETTO 12

 

ZRINA BOLTON

 

Zrina osservò la stanza intorno a sè, annoiata dalle grida dei genitori.

La stavano accusando di essere un'incosciente, di non sapere a cosa stesse andando incontro.

Alzò gli occhi al cielo all'ennesimo rimprovero.

"Sentite, non mi importa se voi non credete in me. Io vincerò, vi mostrerò cosa siano la vera forza e il coraggio!"

I genitori sospirarono, rassegnati alla decisione della figlia.

Zrina sorrise: avrebbe provato a tutti di essere la migliore.

Strofinò insieme le mani, già pregustando il suo momento di gloria.

Vista così sarebbe potuta quasi apparire inquietante, se non sadica.

Ma a Zrina non importava, l'unica cosa che contava era la fama.

Osservò i genitori che se andavano, le schiene piegate come se condividessero un terribile peso.

Ancora non sapevano di aver messo al mondo una vincente!

 

EDWARD BENSON

 

Ed riuscì a stento ad evitare di imprecare quando vide Ivan farsi avanti.

Quel ragazzo non si rassegnava mai!

"Ivan, non sono stato abbastanza chiaro? Non mi importa niente di te e per te dovrebbe essere lo stesso!"

Il gemello sussultò alle parole del tributo, ma non si fece scoraggiare: "Ed, sono tuo fratello! Non mi interessa se non siamo cresciuti insieme, resti sempre il mio gemello, perciò non abbandonerò mai la mia missione!"

Edward sbuffò.

"La verità è che tu sei geloso. Sei invidioso perché sono stato adottato prima di te.

Ed, devi capire che non è colpa mia se mentre io facevo la bella vita, come dici sempre, tu stavi in orfanotrofio.

Non ho deciso di lasciarti là, ma adesso sto scegliendo di starti vicino e aiutarti in qualunque modo."

Edward sentì una specie di fitta al petto.

Ivan aveva colto nel segno, ma non poteva cedere.

Indossò di nuovo la sua solita maschera di ostilità e disse con tono freddo: "Devi andare, il tempo è scaduto."

Ivan scosse la testa ed uscì sbattendo la porta.

Il suo gemello aveva di nuovo lasciato Ed solo con se stesso.

 

 

Ehi! Volevo solo scusarmi con tutti voi per la lunghissima attesa e farvi una piccola domanda: vorrei che ognuno di voi mi indicasse via messaggio privato due OC (di cui almeno uno non proprio) con cui i propri personaggi sarebbero disposti ad allearsi (se hanno intenzione di farlo).

Prima mi fate sapere, prima potrò scrivere.

A presto!

   
 
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