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Autore: _Joanna_    14/09/2016    1 recensioni
Cross over Game of Thrones / Harry Potter
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Esperimento 1.0
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«Stazione di King’s Cross, 1 settembre, ore 10.45 . Aveva atteso questo momento per tutta l’estate, ma l’euforia che l’aveva accompagnato fino a quel momento l’aveva abbandonato nell’attimo stesso in cui si era trovato davanti alla barriera tra i binari 9 e 10» [...]
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«Sua sorella, la ragazzina seduta di fronte a lui, aveva gli stessi boccoli dorati e i medesimi occhi color smeraldo, anche se, questo Bran aveva dovuto ammetterlo, le donavano molto di più che al fratello. Anzi a dirla tutta era decisamente graziosa» [...]
Genere: Drammatico, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest
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cross 4

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Angolo Autrice

Salve a tutti!

Innanzi tutto mi scuso per il mio mostruoso ritardo, ma tra esami e lavoro, non ho proprio avuto un momento libero, nè per scrivere nè per rispondere alle recensioni che avete lasciato. Quindi mi scuso davvero e ringrazio tutti coloro che hanno lasciato un commento o che stanno semplicemente seguendo la storia; GRAZIE davvero, appena potrò, spero entro questa settimana, risponderò.

Piccola anticipazione su questo capitolo: ho aggiunto un altro pezzo di storia passata modellato su GoT, spero che il risultato vi piaccia, in ogni caso fatemi sapere, sono aperta a tutte le critiche.

Altra piccola precisazione, mi sono ricordata che qualcuno di voi mi aveva chiesto di Jon, per sapere come intendevo gestire il fatto che fosse illegittimo; non siamo in Got, quindi i cognomi come Snow, Waters, Stone etc, non esistono. Jon quindi è uno Stark, ma la sua condizione di illegittimo lo rende comunque una sorta di paria per alcuni maghi (un po' come i nati babbani) e ovviamente Catelyn non lo può vedere. 

Bene non intendo tediarvi oltre con il mio cianciare, buona lettura (spero) e se volete fatemi sapere che cosa ne pensate. 

A presto,

_Jo

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The First Task

 

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Le ultime settimane erano passate in un lampo. Un minuto prima gli sembrava ancora di trovarsi nella Sala Grande, immersa nella penombra azzurrina del Calice di Fuoco. Se chiudeva gli occhi poteva vedere chiaramente la scena: il preside, algido e severo, stringeva nel pugno serrato un piccolo pezzo di pergamena bruciacchiata; la sua voce, secca e tonante, riempiva le sue orecchie, incapaci di trasmettere al suo cervello il significato delle parole che avevano udito. E quando riapriva gli occhi la Sala Grande, Silente e gli studenti svanivano e lasciavano il posto a una visione ben più terrificante: lembi di seta color crema e decorati ad arabeschi lo assediavano da tutti i lati, imprigionando i quattro campioni nel loro soffocante abbraccio.
«Bene, campioni» esordì qualcuno entrando nel padiglione «Venite tutti qui in centro» ordinò. Era Roose Bolton, Direttore dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Reggeva in mano un piccolo sacchetto di stoffa, dal quale si levavano di tanto in tanto piccole volute di fumo nerastro.
Harry obbedì e si unì agli altri. Bolton spiegò brevemente in che cosa sarebbe consistita la prima prova e invitò i campioni a sorteggiare il loro avversario. Il primo fu Theon che estrasse dal sacchetto un piccolo drago blu, il Grugnocorto svedese, miniatura perfetta del drago reale che avrebbe affrontato. La smorfia di finta sorpresa che fece suggerì a Harry che anche lui doveva essere venuto a conoscenza del contenuto della prova in anticipo.
Quindi toccò a Daenerys Targaryen. La bella campionessa di Beauxbatons scrutò con i suoi magnifici occhi violetti il draghetto verde che si contorceva sul palmo della sua mano. La sua reazione fu diversa: non solo non sembrava sorpresa, ma addirittura divertita, come se affrontare un drago le venisse naturale come fare colazione la mattina.
Viktor Krum estrasse la replica del Petardo Cinese e si limitò ad osservarlo con la sua tipica espressione ottusa.
Harry si rassegnò all’evidenza: l’Ungaro Spinato che Hagrid gli aveva mostrato, il più selvatico e brutale dei quattro sarebbe toccato a lui. La sua solita fortuna sfacciata.
Bolton augurò a tutti buona fortuna, quindi lasciò il padiglione, seguito poi dai presidi delle tre scuole che si erano attardati a dare gli ultimi consigli ai loro studenti.
Dopo quella fatidica sera, Silente aveva ritrovato la sua consueta benevolenza. Aveva deciso di credere alla versione di Harry e aveva fatto di tutto per lasciargli intendere che, qualsiasi cosa si fosse celata dietro la sua sospetta iscrizione, lui, Harry, sarebbe stato al sicuro.
Persino Rhaegar aveva riposto la sua completa e assoluta fiducia nelle capacità di Silente, nonostante la sua evidente preoccupazione.

     Rhaegar, il suo padrino. Era evaso da Azkaban, la prigione-fortezza dei maghi, un anno prima. Allora tutti lo credevano uno spietato assassino, un folle seguace di Voldemort, fuggito da Azkaban per dare la caccia a Harry e ucciderlo. Ma poi, appena qualche mese prima, Harry era venuto a conoscenza della verità che era rimasta taciuta per tredici anni.
Quando ancora Aerys Targaryen era Ministro, Rhaegar, suo fratello minore, era a capo delle squadre di Auror che combattevano contro i Mangiamorte. Mago dalle doti singolari, era stato un campione di Quidditch, capitano della Nazionale inglese e idolo del padre di Harry, James, che da semplice fan era diventato suo amico, finendo poi col nominarlo padrino di suo figlio. Quando l’ombra di Voldemort si era allungata, nera e minacciosa, sul mondo dei maghi, Rhaegar aveva lasciato il Quidditch e aveva impiegato tutte le sue energie per tentare di arrestare il potere crescente del Signore Oscuro.
Ma non era bastato.
Un fatidico giorno Lyanna, la sorella di lord Eddard Stark, nonché fidanzata e prossima alle nozze con Robert Baratheon, all’epoca un semplice Auror, si era recata al Ministero per avere notizie dei suoi cari, impegnati da mesi nella lotta contro Voldemort. Aveva così conosciuto Rhaegar e quel semplice incontro si era trasformato nella follia che aveva pervaso le loro vite per le settimane seguenti. Rhaegar, sposato e con due figli, si era innamorato di lei e lei di lui. Una cosa pericolosa per loro in quei giorni terribili e oscuri. Rhaegar alla fine lo aveva capito e aveva posto il suo alto compito e la sua famiglia al di sopra di tutto e di tutti e Lyanna aveva compreso ed era tornata alla sua vita.
Ma una notte lei era corsa disperata tra le sue braccia. Una minaccia terribile era piombata su di lei e Rhaegar non aveva potuto fare altro che trovarle un posto sicuro e nasconderla. Quel gesto di amore, quella sua unica debolezza, però, gli erano costati tutto.
La notte in cui Voldemort venne condotto alla casa dove Harry e suoi genitori avevano trovato rifugio, anche i suoi Mangiamorte si recarono in altre case con i medesimi intenti omicidi.
Lyanna Stark venne trovata da suo fratello in un lago di sangue. L’ultima lettera che Rhaegar le aveva scritto nella quale le assicurava che nessuno, a parte lui, sapeva di lei e del suo segreto, era ancora stretta nel suo pugno, bagnata di lacrime e sangue.
Da un’altra parte, molto lontano da lì, gli Auror si erano trovati davanti al teatro di un altro efferato massacro. Rhaegar stringeva tra le braccia il corpo senza vita di sua figlia, Rhaenys, mentre accanto giacevano, ugualmente morti, la moglie e il figlio più piccolo.
Per Robert era stato facile saltare alle conclusioni. Rhaegar, come suo padre, era un seguace di Voldemort, malvagio e crudele. Aveva rapito Lyanna, quindi, dopo essersene stancato, aveva mandato i suoi Mangiamorte ad eliminarla e, in  preda alla follia e alla brama di sangue, aveva provveduto personalmente a sterminare la sua stessa famiglia, non prima di aver consegnato i Potter al suo Padrone.
Semplice evidenza.
Rhaegar era stato sbattuto ad Azkaban senza processo e qualunque dubbio circa la reale sequenza dei fatti era stato velocemente liquidato.
Ma ora Harry sapeva la verità e tanto bastava. Per il momento.

     Un boato improvviso distolse Harry dai suoi pensieri insieme felici e dolorosi.
Veniva dalla fossa poco distante dove Theon doveva aver appena terminato la sua prova. Lee Jordan stava infatti annunciando il suo trionfo contro il drago, mentre un coro di ovazioni si levava per il “vero campione di Hogwarts”. Anche Ron doveva essere tra quelli, pensò Harry amaramente.
Dopo pochi istanti un colpo di cannone annunciò l’ingresso nell’arena della campionessa di Beauxbatons. Harry si avvicinò alla soglia del padiglione, dove Krum osservava accigliato la scena.
Nascosti dagli spalti, drago e strega si stavano dando battaglia. O forse non proprio. In meno di un minuto un nuovo boato riempì l’aria. Daenerys Targaryen aveva domato il drago ed era riuscita a conquistare il suo uovo.
Un nuovo colpo di cannone segnalò l’inizio della prova di Viktor Krum e Harry decise di rientrare nel padiglione. Questa volta l’attesa fu interminabile, o forse fu solo una sua impressione. Quando il colpo di cannone echeggiò per la quarta e ultima volta, Harry fece il suo ingresso nella fossa. Il drago, enorme e terrificante, era appollaiato su di una roccia e Harry vide l’uovo d’oro brillare silenzioso tra le sue zampe possenti. Sentì le gambe cedere. Non ce l’avrebbe fatta, lo sapeva.

      E invece ci era riuscito. Nella Sala Comune di Grifondoro i festeggiamenti per Harry e Theon erano nel pieno del loro svolgimento. Tutti sembravano aver dimenticato gli eventi della sera dell’estrazione dei campioni. Sorrisi e complimenti piovevano da tutte le parti e per entrambi. Ron si era scusato per il suo comportamento e adesso, seduti davanti al fuoco, tra un sorso di Burro Birra e l’altro, tra loro era tutto come prima.

E tutt’intorno a loro c’erano solo risate e grida di gioia.
Theon, seduto all’altro capo della Sala, era circondato dalle sue ammiratrici, mentre Fred e George distribuivano le loro speciali caramelle agli ignari studenti del primo anno e i quadri che adornavano le pareti partecipavano alla festa con tutto l’entusiasmo che la loro condizione permetteva.
Quella notte nel dormitorio dei Grifondoro non avrebbe dormito nessuno.

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