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Autore: Stella94    14/09/2016    5 recensioni
Dal primo capitolo:
"─Dove andrai?
Gli domandò con voce gracile, quasi con timore. Perché non voleva pensarlo nuovamente lontano, non voleva pensare che stava per perderlo ancora, non voleva pensare che non poteva più raggiungerlo, che lo aveva riabbracciato solo per dirgli addio.
Jon si voltò verso di lei. Il fuoco gli illuminò il profilo del viso più maturo di come ricordava. Aveva occhi grandi e profondi, due cerchi oscuri ricolmi di ombre nelle quali ci si specchiava vedendosi fragile, vulnerabile, un fuscello nella balia della tempesta.
─Dove andremo semmai."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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                                                                  Wildest Dreams 

         


                                                                                           
                                                           
                                                               Prologo




─Dove andrai?
Gli domandò con voce gracile, quasi con timore. Perché non voleva pensarlo nuovamente lontano, non voleva pensare che stava per perderlo ancora, non voleva pensare che non poteva più raggiungerlo, che lo aveva riabbracciato solo per dirgli addio.
Jon si voltò verso di lei. Il fuoco gli illuminò il profilo del viso più maturo di come ricordava. Aveva occhi grandi e profondi, due cerchi oscuri ricolmi di ombre nelle quali ci si specchiava vedendosi fragile, vulnerabile, un fuscello nella balia della tempesta.
─Dove andremo semmai. ─ Le rispose inarcando le sopracciglia, come se fosse una risposta ovvia ─ Se non ti proteggessi, il fantasma di nostro padre tornerebbe per uccidermi.
─Allora dove andremo?
Si corresse, sentendo fiorire una nuova speranza dentro di se. Era una bella sensazione, che credeva perduta. Quasi la fece sentire un po’ più felice perché non aveva combattuto per nulla. Perché non aveva rischiato la vita per nulla, perché non aveva sofferto per nulla, e affrontato la morte per nulla.
Aveva lui, lo avrebbe avuto ancora.
─Non posso restare qui. Non dopo quello che è successo. ─ Si voltò verso Sansa, il calore del fuoco colorì le sue guance di un pallido rosa ─Ti ricordi le storie della vecchia Nan? Sulle Isole dell’estate e le città libere?
─Le terre dal tramonto rosso.
Disse Sansa, la mente ricolma di sussurri lontani.
─L’inverno in quei luoghi non arriva mai ─ Jon era serio mentre parlava. Ritornò a rivolgere l’attenzione alle fiamme, che bruciavano nei suoi occhi fitti ─E non senti mai freddo. Puoi dormire sotto le stelle, riscaldarti con un lenzuolo. I cieli sono alti e immensi, sempre puliti e colorano il mare di un azzurro limpido. Hai pensato al cibo? La vecchia Nan diceva che potevi trovarci frutti di tutti i tipi, e che le terre sono fertili e le acque brulicano di pesci. E poi il vino, il vino più buono mai assaggiato dagli uomini è da lì che viene, e puoi berne fino ad ubriacarti, c’è spazio per tutti. In alcune isole è vietato scontrarsi senza la benedizione degli Deii, e la guerra è bandita, persino alcune tipo di armi.
─Tutto sembrava molto bello, raccontato dalla vecchia Nan.
Sansa sorrise, intrecciandosi le dita sul vestito logoro di fango e sangue. Ricordava quelle storie, e ricordava anche quella sensazione di fastidio al pensiero di dover essere costretta ad ascoltarle.
Avrebbe dato qualunque cosa per ritornare indietro nel tempo, in quelle notti gelide d’estate,  quando fuori era troppo buio e fitto, il cielo chiuso e la nebbia densa.
In quelle sere in cui si radunavano accanto al fuoco, tutti i fratelli Stark. E anche a Jon era permesso ascoltare, purché sedesse più in disparte, purché stesse attendo a non confondersi con coloro che si sarebbero presi cura dell’eredità di Eddard.
E in quelle sere Sansa guardava Jon, lo guardava spesso, chiedendosi cosa ci fosse dietro quell’espressione sempre cupa e pensierosa.
A Jon piacevano le storie della vecchia Nan. A Sansa piacevano le storie dei cavalieri dal cuore nobile. A Sansa piaceva sognare. Ora Sansa preferiva tenere gli occhi aperti.
─E se fosse vero?
Jon la sorprese, osservandola con un’espressione seria.
Anche così era bello. Più bello di come lo ricordava. Con la pelle del viso leggermente pallida, e gli occhi grandi capaci di abbracciarla tutta e farla annegare nella loro profondità. Sansa non ne conosceva il fondo, ma lo immaginava pieno di cose, che adesso le sarebbe piaciuto imparare.
─Vuoi spingerti così a sud?
─Pensaci, Sansa, non c’è più nulla che ci trattiene qui ─ Affermò con un tono solenne ─Solo ricordi dolorosi, rimpianti e sangue. La nostra casa, la nostra famiglia, le nostre speranze, ogni cosa è andata distrutta. Siamo tutto quello che ci rimane. Io e te. Nient’altro è più prezioso
─Ma Grande Inverno…
─Cosa ne è rimasto di Grande Inverno che ricordavamo? Il Nord non ci vuole più, Sansa. Siamo degli stranieri qui, senza casa né nome. Pensi che qualcuno sia disposto a stare dalla nostra parte? Cosa abbiano noi da offrirgli?
Sansa incrociò le braccia al petto ─Siamo degli Stark.
Il ragazzo scosse la testa, un ghigno appena accennato sul volto. Era un’espressione acerba, quasi amara. Distorceva il suo viso come una maschera accartocciata. C’erano cose di Jon che ancora le sembravano nuove e altre cose che non avrebbe mai davvero imparato.
─Tu sei una Stark ─ Ripose, gli occhi rivolti verso le fiamme, ardevano insieme alla brace ─Io sono uno Snow. I signori del Nord non mi ascolteranno mai, e non ascolteranno te perché sei una donna. Abbiamo perso, Sansa. Entrambi.
─Ma non è da codardi? ─ Nella semioscurità della stanza, Jon appariva come una figura di linee luminose e ombra ─ Scappare via e dimenticare tutto?
─Non stiamo scappando e non stiamo dimenticando. Stiamo raccogliendo tutto quello che rimane di noi, per farne una fortezza ancora più solida.
Sansa abbassò lo sguardo, il cuore palpitante. Si sentiva confusa e spaesata, come se continuasse a girare in tondo senza capire il motivo.
La prospettiva di Jon l’allettava a tal punto da lasciare libera la fantasia di immaginare un futuro che fino a quel momento non aveva concepito.
Giornate calde, piene di luce, una casa che affacciava sul mare sempre sereno, lunghe dormite su un letto di sogni, assaggiando cibi mai provati. E poi il sorriso di Jon aperto e splendente, le sue braccia che la tenevano al sicuro, nessuna minaccia, nessuna guerra, nessun trono, nessun inganno.
Oh, che bella vita che sembrava! Diversa da quella che aveva sperato ma pur sempre bella.
Non credeva che sarebbe stato tutto semplice. Il cammino era lungo, insidioso, alle calcagna un marito crudele e impietoso che non avrebbe esitato a torturarla più di quanto avesse già fatto.
Il nord era un luogo ostile, difficile. Le terre dei Setti Regni altrettanto minacciose e irte di ostacoli. Sembrava un’alternativa facile raccontata da Jon, ma Jon non conosceva il mondo nel modo in cui lo conosceva lei.
E inoltre che ne sarebbe stato della sua casa? Di ciò che era rimasto della sua famiglia? Arya, Rickon e Bran erano scomparsi, probabilmente alcuni di loro anche morti, ma non spettava forse a lei il compito di ritrovarli e metterli al sicuro? Se fossero stati in pericolo? Se avessero bisogno di aiuto?
Brienne le aveva assicurato che Arya stava bene, e che era felice di seguire un uomo di cui si fidava. Ma le sorti di Rickon e Bran rimanevano risucchiate nell’ignoto e Sansa sentiva che non poteva lasciare nulla al caso.
D’altra parte suo fratello aveva ragione, non c’era più nulla che potessero fare, o qualcuno che fosse in grado di aiutarli. Se avessero solo commesso un’unica mossa falsa, i cani di Ramsay non avrebbero tardato a trovarla, come la sua ferocie che non l’avrebbe risparmiata.
Cosa poteva fare? Cos’era giusto fare?
Non c’era dubbio sul fatto che dovevano lasciare la Barriera al più presto. Ma per dirigersi dove? Verso un tramonto di luce o un'alba di sangue?
─Ho paura, Jon.
Ammise soltanto, perché era vero ed era scritto nel suo sguardo smarrito. Sapeva che non sarebbe stato in grado di sfuggirgli.
─Sansa, non posso proteggerti se continueremo a rimanere qui. Ogni minuto che passa è un minuto in più che condiamo al nemico. Ramsay Bolton presto sarà al Castello Nero. Non ho abbastanza uomini con me per riuscire a contrastarlo, e come tuo marito può disporre della tua vita nel modo in cui più gli compiace. Questo non è più il nostro posto. Ci troviamo su una terra di spade. Ad ogni passo una lama ci trafigge. Senza contare che ci sono forze oscure al di là della Barriera, pronte a capovolgere tutto quello che conosciamo. ─Passò una scintilla nel suo sguardo, e si aprì una crepa, come uno squarcio. All’interno Sansa riusciva a vedere ogni cosa, anche quella più intima e nascosta. Una voragine che si era spalancata veloce e si stava richiudendo con altrettanta rapidità─Sono morto, Sansa. Morto. E ho visto cosa c’è oltre. Nulla. Voglio cominciare a credere che meritiamo di avere qualcosa qui. Senza più combattere. Sono stanco.
Lo guardò, come non aveva mai fatto prima. Il profilo di Jon era una linea dorata nella semioscurità della stanza. Avrebbe voluto scavare ancora nella nebbia dei suo sguardo, ma non era certa di cosa ci avrebbe trovato e non era sicura di voler rischiare.
Il cuore le batteva forte contro il costato. Ecco due strade che le si aprivano davanti agli occhi.
Erano illuminate, entrambe distanti, dai confini indistinguibili in nuvole bianche che si perdevano nel vuoto. Ma solo in una di queste, si rese conto con sgomento, vi era Jon, ad aspettarla con le braccia spalancate e la promessa di una vita che non le era mai sembrata tanto bella.
Non scelse quella promessa, non scelse nessuna gloria, non scelse la felicità o la codardia, non scelse di barricarsi e nascondersi nel terrore.
Scelse Jon. Semplicemente. Scelse il luogo in cui l’aspettava, il luogo in cui sentiva che adesso in poi avrebbe dovuto stare.
─Quanto lontano distano le Isole dell’Estate?
Non era una vera e propria domanda, era un grido d'aiuto.
Dimmi che andrà bene. Dimmi che sarà per sempre.
Jon la osservò con gli occhi carichi di stelle, l’ombra di quello che sembrava un leggero sorriso sul suo viso sempre corrucciato.
─Molto lontano. Così lontano che neppure l’odio potrà raggiungerci.
E fu come se avessero dormito per tutto il tempo e all’improvviso, ora con le palpebre aperte, guardavano il mondo, in quel verso tanto sorprendente da togliere il fiato.
 
 
CONTINUA…

 
 
 
 
Si si lo so, ho un’altra Jonsa da continuare, ma questa idea mi ossessionava e ho deciso di provare a scrivere il primo capitolo. La poterò a termine solo se vi ha incuriosito. A me come idea piace. Mi è venuta in mente mentre leggevo alcune cose. Ho pensato che Jon effettivamente voleva allontanarsi dalla Barriera e sembrava proprio di voler cambiare vita. Lui dice che vuole andare al caldo – o in un posto caldo- e mi sono venute in mente le Isole dell’Estate. Ho fatto alcune ricerche, e ci saranno dei cambiamenti che adotterò io per far seguire alla storia un certo filo e… nulla, mi sono chiesta come sarebbe stata la loro vita da un’altra parte, a partire da zero, mentre cercano di ricomporre i pezzi di loro stessi e iniziare tutto un’altra volta.
Forse dal prossimo capitolo capirete qualcosa di più su come voglio impostarla.
Se deciderò di continuarla, vi avverto, vi troverete in una fiction ben lontana dal mondo di GoT, pur mantenendo alcuni punti fondamentali. Sarà una storia che esplorerà i loro sentimenti, quindi sarà questo il perno di tutto. Non aspettatevi, insomma, scene di guerra o complotti sadici, ma è una fiction che esplorerà Jon e Sansa nella loro quotidianità, uno scorcio nella loro vita.
Ma fatemi sapere cosa ne pensate!! Ci tengo! Grazie comunque per averla letta! Un bacione grande da Stella! 
   
 
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