Disclaimer
I personaggi non sono miei, appartengono a Yoichi Takahashi.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

Note personali: Questa storia mi è stata ispirata da Sigfrido di Xanten, non so se la leggerà mai, comunque a lui vanno il mio sincero ringraziamento e la mia dedica.

Ringrazio tutti coloro che dedicheranno del tempo alla lettura della mia storia e coloro che avranno la pazienza di recensirla.
Buona lettura!

Otousan *

Il sole caldo filtra dai finestrini, tutto si è fermato, le persone scendono.

Tu aspetti.

Sei l’ultimo della fila, è meglio così ma non perché potresti ripensarci e scappare.

No, hai scelto di restare in fondo solo per salutare, per rendere più lieve la separazione.

Sali le scale, senza indecisioni ma piano.

Misuri i passi, i pensieri, i sogni.

Stai per varcare la soglia, sta per cambiare tutto.

Ti volti e butti un ultimo sguardo al mondo che conosci, un cenno della mano come per salutare il tuo paese, i ricordi, gli amici, l’infanzia forse…

Entri.

Trattieni il respiro, è come un balzo, un tuffo nell’acqua profonda. 

Ti accomodi al tuo posto vicino al finestrino e, accanto a te, c’è Lui.

Ora, solo ora che siete lì capisci.

Impassibile, guarda davanti a sé, nascondendosi dietro i suoi occhiali scuri.

“Anche lui si nasconde!”

Pensi.

Distogli lo sguardo e abbassi la visiera sugli occhi, ora hai solo lui e il tuo sogno.

Lui è sempre stato al tuo fianco.

Ti ha allenato credendo nel tuo talento.

Ti ha spronato nel rincorrere le tue vittorie.

Ha combattuto la tua delusione quando Tsubasa violò la tua porta e ti sembrò che il mondo cadesse a pezzi.

Ha domato il tuo orgoglio ferito per farti tornare a combattere, sicuro e determinato.

Si è preso cura di te nell’esilio voluto dall’infortunio per farti tornare più forte di prima.

Ora eccovi, ti ha chiesto se volevi seguirlo e tu hai accettato ma non puoi fare a meno di chiederti se davvero era solo per realizzare un sogno.

E tra i mille dubbi che improvvisamente si affollano nella tua mente speri che sia sempre così.

Speri che cammini al tuo fianco ancora un po’ per inseguire insieme il tuo sogno, sopportando il tuo orgoglio così forte e radicato, i tuoi silenzi a volte così freddi e indisponenti.

“Mikami… Ci sarai domani?” 

Vorresti chiedergli.

Lo guardi.

Con sorpresa scopri che il suo sguardo era già su di te.

Conserva anche lui i momenti che avete passato insieme.

E lo sai che ci sarà.

Sarà al tuo fianco per consigliarti nelle difficoltà e gioire nelle vittorie.

Come sempre sopporterà il tuo orgoglio.

Come sempre insieme.

Come sempre…

Con affetto.

“Come un padre.” 

Ti sorprendi a pensare.

Sorridi, di nuovo abbassi la visiera.

L’aereo sta decollando verso una nuova vita, sei pronto Genzo.

FINE

Per ora mi fermo qui ma la mia GenzoMania è galoppante ci saranno molte altre storie :P

*La parola Otousan in giapponese è la più diffusa per parlare del padre degli altri, è infatti presente la o onorifica. Può capitare che anche i figli si rivolgano al proprio padre usando questo termine. Data la dualità della parola ho pensato fosse adatta come titolo per definire anche il rapporto tra Genzo e Mikami.