Cap.3
Ghost, love and real personality
Goku
riuscì a sfilare lentamente la mano dalle catene che lo
tenevano imprigionato, era ricoperta di sangue e abrasioni, lentamente
tentò di
liberare anche l’altra; si guardò intorno
osservando le pareti di marmo scuro,
macchiato di sangue, che lo circondavano. Spostò lo sguardo
sulla finestrella
grande quanto la sua testa, concentrando lo sguardo sulle sbarre che la
sbarravano.
Udì
dei passi e rimise le braccia in alto, facendo sembrare le
mani nuovamente imprigionate.
Finse
di essere privo di sensi, facendo ricadere la testa in
avanti e osservò di sottecchi attraverso la finestrella
della massiccia porta
di legno, intravedendo un MajinVegeta di secondo livello con un Vegeta
incosciente caricato sulla spalla.
MajinVegeta
superò la sua cella, entrato nella successiva,
lasciò ricadere Vegeta per terra. Fece apparire una sferetta
di energia dorata
nella sua mano, illuminando il buio che ammantava la prigione; con
l’altra mano
immobilizzò i polsi del prigioniero con due ganci di metallo
che fuoriuscivano
dalla parete.
Vegeta
mugolò e socchiuse gli occhi, riprendendo i sensi.
Rabbrividì trovandosi il viso del Majin davanti al suo,
illuminato dalla luce
dorata della sfera di energia. Il suo corpo, indolenzito e sanguinante,
non
rispondeva e non riusciva a muoversi.
«Liberami
subito…» intimò all’altro.
MajinVegeta
ghignò e si allontanò da lui, dandogli la schiena.
«Mi
hai sentito, codardo?!» gridò Vegeta, mentre
l’altro usciva,
chiudendosi la porta alle spalle.
«Tsk,
Vegeta, quasi mi vergogno ad utilizzare il tuo corpo. Sei
solo un pivello, rispetto a me, il principe dei saiyan»
disse, attraverso le
sbarre della finestrella.
Vegeta
sentì la serratura della porta scattare, intorno a lui
c’era solo oscurità.
***
"Urca,
ce l’ho fatta! È stato difficile, ma ci sono
riuscito" pensò Goku, liberando del tutto entrambe le
braccia. Raggiunse
la porta e fece leva sui cardini arrugginiti, spezzandoli
silenziosamente.
"Sono
nella mia mente e qui il collegamento mentale tra me
e Vegeta, creato dal nostro essere stati fusi in passato, dovrebbe
essere più
forte.
Forse
è stata proprio quell’apertura a far scappare
queste parti
di noi" pensò. Spostò la porta e uscì,
percorrendo un corridoio nebbioso
sulle punte dei piedi. Si acquattò contro la parete, con
l’aura azzerata, il
battito cardiaco accelerato.
"MajinVegeta
a quest’ora avrà già preso possesso del
corpo
di Vegeta" pensò, gli occhi arrossati gli pizzicavano.
«Bastardo!
Liberami! Dannato Majincoso!»
riconobbe la voce di Vegeta e andò in quella direzione. Si
trovò davanti una
porta uguale a quella della propria prigione e la aprì con
lo stesso metodo,
entrando.
«Urca,
Vegeta, calmati» bisbigliò.
«Liberami
da qui» ordinò Vegeta, ringhiando.
«Come?» chiese
Goku.
Vegeta
gl’indicò con la testa una roccia appuntita sul
pavimento
e Son la utilizzò per scassinare gli anelli di ferro. I
polsi del principe si
erano graffiati e, gonfi e arrossati, gli pulsavano.
"Se
usassimo i poteri, saremmo scoperti troppo
velocemente" pensò Vegeta. Mise una mano sulla spalla di
Goku ed entrambi
si allontanarono dalla cella, inoltrandosi nella nebbia del corridoio.
Attraversarono
una porta socchiusa e proseguirono, la nebbia
diveniva via via più fitta.
Goku
udì dei lamenti e si guardò intorno, la sua vista
si tinse
di rosso e strinse gli occhi, scuotendo il capo. Si
raddrizzò e tornò a vedere
nebbia intorno a sé, la presa sulla sua spalla si fece
più forte e Vegeta si
piegò in avanti, tossendo rumorosamente.
«Che
ti succede?» domandò con tono preoccupato.
«Questo
posto sta tentando di eliminarmi» biascicò Vegeta,
ansimando.
Goku
lo sostenne e Vegeta cercò di scansarsi, si piegò
in avanti
colto da una fitta violenta all’addome.
«Io
sono qui con te, ma non mi sta succedendo niente» fece
notare Son, aiutandolo a raddrizzarsi.
«Tu
e Kakaroth vi siete divisi nettamente. Forse avrai anche
accettato che sei un saiyan, ma tu sei buono e lui cattivo»
farfugliò Vegeta,
boccheggiando. Strinse gli occhi e tossì un grumo di sangue.
«Io
non sono così diviso dalla mia parte malvagia.
Perciò questo
luogo, cercando di eliminare Kakaroth e la sua crudeltà, nel
tentativo di farti
tornare padrone del tuo corpo, sta eliminando anche me riconoscendomi
come essere
negativo» spiegò, rischiando di cadere in
ginocchio.
Goku
lo sostenne.
«Quel
pazzo si farà chiamare ‘principe dei
saiyan’. Questo
perché nella mia vita ho passato più tempo a
rinchiudere questo lato di me,
quello diciamo neutrale, né buono, né
cattivo» proseguì Vegeta, la vista gli si
offuscò.
«Beh,
la prima volta che ti ho incontrato, non eri di certo
amichevole. Urca, dimmi cosa devo fare per risolvere il
problema» disse Goku,
caricandoselo in spalla.
«Questo
luogo ci metterà al massimo cinque-dieci minuti per
prosciugarmi del tutto» disse Vegeta, cercando di mantenere
un tono atono.
Goku
si piegò in avanti, gli strinse le gambe con entrambe le
mani e si mise a correre. «Ci metterò di meno a
portarti fuori da qui» promise.
«Senti…
c’è niente che possa fare per convincerti a non
fare
questa inutile follia?» chiese Vegeta con voce rauca.
«No»
rispose secco Goku, chiuse gli occhi e gli sorrise.
"Mi
eri mancato, fratello"
pensò Vegeta, abbandonandosi contro l’altro privo
di sensi.
Goku
continuò a correre fino a un portale ovale, luminescente,
che galleggiava nella nebbia; era formato da una sostanza argentea,
liquida.
«Addio
nebbia della disperazione»
salutò Goku e balzò all’interno della
sostanza. Gli mancò il respiro, strinse
più forte Vegeta cercando nuotare e chiuse gli occhi.
Roteò su se stesso,
avvertendo delle forti vertigini e atterrò in piedi.
Saltò
all’indietro trovandosi davanti Kakaroth, si mise in
posizione di combattimento.
«Principe,
cosa dobbiamo fare?» chiese Kakaroth, voltandosi.
Goku
inarcò un sopracciglio.
«Ehy
tu, mi vedi?» domandò; sventolò la mano
davanti a Kakaroth
e piegò di lato il capo.
«Io
propongo di distruggere subito questo insulso pianeta per
passare alla conquista di questo universo» propose Kakaroth.
Goku
gli fece una linguaccia e ridacchiò. «Non riesce
né a
vedermi, né a sentirmi!» esultò.
«Prima
passeremo alla Capsule corporation, caricando su
un’astronave qualsiasi cosa ci possa risultare utile e dei
viveri» rispose
MajinVegeta con voce atona. Socchiuse gli occhi, ghignò e si
leccò le labbra
attraverso i denti. «Dopo ci divertiremo»
sibilò, strofinando un piede sul
terreno rossastro.
Kakaroth
ridacchiò e annuì.
«Sì,
sua altezza» disse ed entrambi spiccarono il volo,
dirigendosi verso la città dell’Ovest.
Goku
li guardò allontanarsi e udì un mugolio.
Vegeta
riprese i sensi e mugolò nuovamente, guardandosi intorno,
ordinò con voce arrocchita: «Kakaroth, mettimi
giù» ordinò Vegeta.
Goku
lo mise a terra, il principe dei saiyan aveva un colorito
cadaverico.
«Siamo
davvero fuori da quel posto di merda» sussurrò
Vegeta, la
gola gli doleva; cercò di rimettersi in piedi.
«Ora dobbiamo raggiungere gli
altri».
«Gli
altri due noi stanno preparando la navicella, ma non ci
riescono né a vederci né a sentirci»
spiegò Goku.
Vegeta
rabbrividì.
«Loro
hanno i nostri corpi, quindi noi
adesso siamo come fantasmi.
Per gli altri non siamo corporei» spiegò, si
abbassò e passò con il pugno attraverso un sasso.
Goku
si grattò la testa, deglutendo. «Non possiamo
nemmeno usare
i nostri poteri?» domandò.
«Solo
quelli legati ai corpi fisici, incrementi di auree,
trasformazioni in supersaiyan e teletrasporti dovrebbero ancora
funzionare.
Inoltre, non possiamo nemmeno essere feriti, al momento» lo
rassicurò Vegeta.
«Urca,
anche se andiamo dagli altri, non servirà a niente se non
si accorgono che ci siamo» disse Goku, con voce trillante.
«Penseremo
a questo una volta che li avremo raggiunti» rispose
Vegeta.
******
Bulma,
seduta su una sedia, si mordeva il labbro, ondeggiando
avanti e indietro.
«Non
riesco a percepire in modo sensato le auree né di Goku,
né
di Vegeta» disse C18, osservando Crilin, Gohan e Junior stesi
incoscienti sui
letti.
«Sicuramente
il mio papà salverà il tuo» disse
Trunks a Goten,
entrambi i bambini erano seduti sul davanzale della finestra.
Chichi
lanciò uno strillo e saltò all’indietro.
«Che
succede, figliola?» domandò lo stregone del Toro.
Chichi
si passò l’indice sulle labbra. «Ho
sentito qualcosa di
gelido posarsi qui» sussurrò.
Yamcha
si guardò intorno, socchiudendo gli occhi.
«Non
percepisco auree minacciose» sibilò. Pual si
adagiò sulla
sua spalla, dimenando la coda dalla pelliccia blu.
«Spero
non sia qualche strano incantesimo di Dende»
borbottò
Tenshinhan. Rif annuì alle sue parole.
«Qualcosa
mi ha sfiorato, come un venticello» disse Bulma, con
voce acuta, avvicinandosi a Chichi.
«Guardate!»
gridò Marron, indicando lo specchio, sul cui vetro
si riflettevano le figure di Goku e Vegeta.
«Che
scherzo è mai questo?!» sbraitò
Muten.
«Posso
spiegarvi io» disse Junior, alzandosi seduto sul
letto. "Devo ringraziare ancora una volta le mie capacità
rigenerative se
sono ancora vivo" pensò, alzandosi dal letto.
«Nemmeno io riesco a
vederli, esattamente come voi. Però ho riconosciuto le loro
voci, simili a fruscii,
grazie al mio udito molto superiore al vostro.
Ho
riconosciuto nettamente le voci di Goku e Vegeta, posso
riportarvi cosa ci stanno dicendo» disse con voce roca.
«Temo
che i fagioli al momento possano poco» si lamentò
Jirobai.
Junior
avvampò. «Ti ho solo detto di dire a Chichina che
la amo»
borbottò Goku.
«Senti
muso verde, prendi in disparte entrambe le nostre donne.
Devi dire alla mia che se riottengo il mio corpo, esigo di avere almeno
una
nottata di passione, appena torniamo a casa»
s’intromise Vegeta.
Il
rossore sulle gote e sulle orecchie aguzze di Junior si fece
più acceso.
«Oh,
devi anche dire a Chichi che mi dispiace davvero tanto per
quello che ha fatto Kakaroth» aggiunse Goku.
«Chichi,
Goku vuole dirti che gli dispiace per quello che ha
fatto il suo doppio» riferì Junior.
Chichi
si portò le mani al viso e scoppiò a piangere.
«Goku,
amore, lo sapevo che quel mostro non eri tu» disse tra i
singhiozzi.
Goku
cercò di accarezzarle la testa, ma le sue mani
attraversarono il corpo della moglie, passando oltre anche ai capelli
corvini
di lei.
Junior
osservò la brezza leggera che scompigliava la mora
capigliatura di Chichi.
«Muso
verde, devi dire anche le altre cose!» sbraitò
Vegeta.
"Maledetto
nanetto, che brutta situazione" pensò
Junior e le sue antenne tremarono.
«Goku,
Vegeta, vi conviene aspettare. Dende ha detto che avrebbe
trovato l’incantesimo per far tornare tutto alla
normalità» disse Yamcha.
«Io
non mi sono mai fidata di Mr. Popo, i suoi occhi non mi
piacciono. Non vorrei desse a Dende l’incantesimo sbagliato
di proposito»
borbottò Bulma.
Vegeta
scoppiò a ridere.
«Sempre
la solita, la mia donna. Si fida degli dei distruttori,
ma dubita di persone amichevoli come Mr. Popo» si disse. Si
voltò verso Junior
e lo indicò.
«Dì
alle donne quello che ti abbiamo detto. Ci conto»,
indurì il
tono.
Junior
sospirò. "Dovrò davvero" pensò.