INCONGRUENZE
Daniel Dreiberg era l’eccezione alla regola. Daniel era speciale, se non diverso. Un diverso che non si specchiava con l’altra faccia sporca dell’umanità. Faccia che Rorschach annientava e inseguiva ogni notte con l’insistenza di un cane che inseguiva l’osso del padrone, sottoforma di banditi che dedicavano la vita al dolore del prossimo ; Ma… L’incongruenza dell’amico si respirava nell’aria come il fumo di una sigaretta oramai spenta nel posacenere: Daniel era un uomo senza stimoli e propenso alle maniere gentili, Gufo Notturno era un Vigilante senza esitazione ad uccidere;
Daniel era il rilievo, lo spigolo che quando incontrava sbatteva insistentemente contro il suo fianco, per renderlo memore della sua presenza. Un elemento singolare che Rorschach non riusciva a collegare alla maschera fredda del Gufo Notturno.
Rorschach cercava un collegamento utile a queste sue elucubrazioni d’ambiguità, in una disperata ricerca di una verità che non riusciva a trovare davanti all’amico e che gli ingarbugliava il cervello nascosto sotto al cappello.
Dreiberg era uguale a lui. Un uomo che indossava una maschera per affrontare la realtà a viso aperto. Codardo. Ma anche Walter Kovacs era codardo. Sotto quella maschera bianca e nera che vorticava impazzita stava il vero Rorschach: quel bambino dai capelli rossi messo al mondo per un errore di una donna senza scrupoli. Walter Kovacs era morto quella notte assieme alla bambina fatta a pezzi dalla mannaia ed è solo Rorschach la mente di quel corpo. Ma allora perché Daniel…
Rorschach è il principio d’un Vigilante la cui maschera testimonia l’animo muta forme delle persone, in parallelo alle chiazze d’inchiostro nero sul bianco candore di un anima pura.
Walter Kovacs è un semplice uomo di poche parole, capelli rossi, pelle bianca, codice d’onore. È un nevrotico malato di violenza e carente d’amore. Kovacs è l’anima intrappolata in una gabbia nera nascosta dentro al cuore, è il corpo stanco di una mente criminale che non accenna a sparire.
Gufo Notturno è il la chiave universale, il san Pietro custode di un mondo infernale .
Daniel è quel pezzo mancante che serve a completare un puzzle. È l’ago in un covone di paglia di miliardi di persone ammassate le une sulle altre. È un incredibile mistero, che gli rimarrà segreto.
Dreiberg è incongruenza, è dolore. È perfezione.
È la porta che rimarrà sempre aperta, nonostante lui continui a rompere la maniglia a calci. È la scatoletta di fagioli e il cubetto di zucchero nella mensola in alto a destra della cucina. È la finestra aperta con la tendina scostata per far passare meglio l’aria gelida della notte Newyorkese.
“Perché continui questo lavoro?”
“Dio guarda la gente morire senza muovere le mani”
“Ci sono i poliziotti”
“Uomini che portano un distintivo sulla spalla per una giustizia che non ha nome”
“Non capisco il vero motivo per cui tu continui a farlo. I criminali rimagono”
Daniel non capiva. Era incongruente. Sbagliato. Altalenante fino all’inverosimile. Completo. Rorschach non capiva.
“Hurm”
E a quel punto Dreiberg rideva senza vergogna, nascondendo la perplessità scritta in viso con i denti e le guance e le mani sulla pancia per trattenersi. E sotto la maschera Rorschach sorrideva senza motivo, mentre la gabbia nera si apriva nel suo cuore, trovando divertente un minuscolo dettaglio di quella volubile vita.
-Angolo buio dell'autrice-
Ebbene si, amo Rorschach, che ama Daniel e che ama me. Capito no?
Realmente, vi dico che è stato un travaglio questa storia, ed è per questo che la amo
Fatemi sapere se compaiono errori o semplicemente per dirmi la vostra opinione.
Biscotti gratis per tutti.
AngelofDrakness