Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Crybaby    18/09/2016    2 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
0! Zero! Fine! Capolinea! Dopo otto (OTTO!) anni in cui me ne sono successe di cotte e di crude, finalmente sono riuscito a concludere anche questa eterna fan fiction.

Che posso dire? Lo so che sono stato lento come un bradipo, tra pause di riflessione che andavano da un mese a più di un anno, ma alla fine quello che conta è che ce l’ho fatta.
Certo, lo so che parecchi di voi avrebbero preferito un ritmo un pochino più serrato fra la pubblicazione di un capitolo e l’altra (e infatti ho imparato la lezione, d’ora in avanti mi premurerò di completare molto più di un capitolo o due prima iniziare la pubblicazione, così da non tenervi in lunga attesa) ma allo stesso tempo spero che chi, come me, abbia fanfiction sospese da tempo immemore, riesca a ritrovare di tanto l’ispirazione per completarla e non lasciare le cose a metà. Possibilmente, senza impiegarci otto anni come ho fatto io ^_^’
Ad ogni modo, vi ringrazio di cuore per la pazienza che avete dimostrato, per avermi seguito fino alla fine e per aver inserito questa storia tra le preferite, le seguite e quelle da ricordare:

albarf90
alex_love
Anonimo9987465
Daga216
eugeal
FragileGuerriera
KairaStar21
Kiri_chan
Lan
Maka416
Marsie Sinclair
Nicoranus83
RH_Simon
rosasensuale91
Selen90
Suikotsu
T J Potter
Targul

Ringrazio in particolare, ed ovviamente, Suikotsu per il suo grande supporto e le sue recensioni sempre puntali.
A tal proposito, chiedo non solo a lui, ma a tutti voi che avete letto, di lasciarmi un ultimo commento generale, anche breve. Per sapere cosa in particolare vi è piaciuto, cosa invece non avete gradito, in cosa posso migliorare, eccetera.
Non vi obbligo, ci mancherebbe, ma mi farebbe piacere sentire la vostra opinione :)

E ora, bando alle ciance e sotto con l’ultimissimo capitolo di Witches 5 Strike Back

.

.

.

Epilogo

-Olla, olla, olla…
Era la gracchiante voce di una donna anziana, quella che Eudial sentì nel suo dormiveglia.
-Olla, olla, olla… Che il passato di questa strega appaia nella bolla…
O che credette di sentire. Eudial non era nemmeno certa di essere sveglia o dormiente.
Si sentiva leggera, quasi eterea, libera dal peso di un corpo, ma allo stesso tempo immobile e incapace di muoversi o pensare. L'unico ricordo che aveva, dopo essersi lasciata uccidere con successo, era l'immagine fugace di un grande palazzo dai tetti rossi sospeso in un tappeto di nuvole dorate, poi di una sorta di tubo che l'aveva immediatamente catturata e rinchiusa in un involucro, dove era caduta nello stato semi-comatoso in cui ora versava.
-Yuko Animura, o Eudial… Mmmh… Una vita poco allegra, la sua… Nessuno le è mai stato accanto per insegnarle la differenza tra il bene e il male, nessuno le ha mostrato le varie sfaccettature della vita…
Chi era quella vecchietta? E come si permetteva di leggere e riassumere in quel modo la sua storia? Eudial ebbe un improvviso fremito, una voglia di vedere questa persona in faccia e metterla a tacere, ma il suo stato semicomatoso la calmò automaticamente.
-Uhh… Interessante… Questa fanciulla ha capito e ha mostrato interesse per ciò in cui non aveva mai pensato di voler approfondire, anche se troppo, troppo tardi… Tutto a causa di un ragazzo… Sì, il verdetto è deciso! Eudial avrà una terza possibilità, e solo alla fine della sua nuova vita potremo davvero sapere se ad attenderla ci saranno gli inferi o il regno dei cieli!
Cosa significavano quelle parole? Nell'immobilità, la strega si fece mille e più domande. La sua mente, svuotata di tutto, dipinse il volto dell'ultima persona che aveva visto prima di morire.
Sarebbe tornata da lui, per giocare una nuova partita…
Un momento.
Lui, chi?
E lei, chi era? Come si chiamava?
Non appena il bozzolo in cui era rinchiusa venne bruciato dalle fiamme azzurre di una fornace, nulla aveva più significato. Nessuna cosa aveva un nome, nemmeno lei. O lui. Era solo un'anima senza nome, senza identità, senza ricordi.

-E questa è sistemata! Pausa caffè!
Non appena la Macchina Purificatrice di Anime segnalò con una luce verde che l'operazione si era conclusa con successo, il giovane demone responsabile del reparto si infilò le enormi cuffie del suo lettore musicale e girò i tacchi. Rischiando però di spalmare la faccia contro una sfera magica volante, su cui stava seduta una piccola vecchietta rugosa vestita di nero e dagli insoliti capelli a caschetto viola.
-Dove pensi di andare, giovanotto?
-Scusa, vecchia Baba, ma non sento nulla, ciao!
-Mi senti benissimo, invece! Ora spegni quell'affare e torna alla postazione, ci sono ancora quattro anime da giudicare e Re Yemma non accetta ritardi! …ehi!
Per nulla impensierito, il demone scansò la sfera magica con una mano e proseguì per la sua strada.
-Vado solo al bar a prendere un caffè e torno! Tanto le anime non vanno da nessuna parte, no?
-Ho capito, devo ricorrere alle maniere forti… FIUUUU-I!
Baba la divinatrice mise indice e medio tra le labbra e fischiò con tutto il fiato che le passava fra i pochi denti. In un secondo spaccato, il demone indisponente si vide la strada sbarrata da due altissimi individui: entrambi erano caratterizzati dalla pelle color verde scuro, da un turbante in testa e da un mantello bianco, ma da alcune piccole differenze si poteva capire che appartenevano a due razze aliene diverse.
-Oh… S-signor Piccolo, Signor Paikuhan! Stavo giusto per fare un salto in caffetteria, volete qualcosa anche vOOOOOHI!
Senza tanti complimenti i due guerrieri afferrarono il demone per le corna che spuntavano dai suoi capelli a caschetto, lo sollevarono da terra e lo lanciarono con precisione sulla sua sedia girevole, da cui rischiò di cadere all’indietro.
-Non posso crederci- brontolò Paikuhan, l'alieno privo di naso e dalle orecchie circolari -dopo il casino che hai combinato l'ultima volta, ci sei ancora tu qui?! Capisco che la purificazione e il riciclaggio delle anime sia un compito gravoso, ma mi rifiuto di credere che Re Yemma non abbia trovato almeno un sostituto!
-Io invece comprendo il perché Yemma abbia fretta di sbarazzarsi di queste anime- osservò Piccolo, il namecciano, esaminando con attenzione i quattro bozzoli disposti accanto alla macchina -se ho capito bene, queste cinque ragazze non sono state riportate in vita dalle sfere del drago, ma da una parte dell'energia di Chaos, il dio della distruzione…
-Ah beh, in questo caso sbrighiamoci! Prima le ricicliamo e prima potremo andare al baAHIA!
Il giovane demone aveva provato a prendere uno dei bozzoli per buttarlo nell'imbuto della macchina, ma venne tenuto a distanza da uno schiaffo al dorso della mano da Paikuhan.
-Se fosse così facile non ci avrebbero convocati per controllare che vada tutto bene. Giusto, Divinatrice Baba?
L'anziana annuì, quindi scese di fronte al bozzolo appena scampato al riciclaggio e saltò giù dalla sue sfera magica.
-Prima di decidere del loro destino, queste anime devono essere giudicate attentamente. Toccherà a tutte la reincarnazione, ma nel caso in cui non abbiano tratto profitto dalla loro seconda esperienza terrena per capire i loro errori passati, è giusto che debbano prima subire un periodo di punizione agli inferi, per poter poi entrare nella macchina senza incepparla con le loro impurità. Silenzio, ora! E vediamo cosa ci riserva la prossima anima! Olla olla olla… Che il passato di questa strega appaia nella bolla!

Si stava allenando a controllare la propria energia spirituale sulla spiaggia dell’isola, Ub, quando diversi abitanti del suo villaggio, praticamente la metà, accorsero da lui da svariate direzioni per richiamarlo a gran voce. Mantenendo la concentrazione, Ub richiamò con la mente la sfera d’energia che aveva immerso nell’oceano: senza sollevare una sola goccia d’acqua la sfera riemerse placidamente e si scompose in minuscole particelle, che tornarono nelle mani e nel corpo dell’allievo di Goku.
-Ecco fatto. Cosa succede, calmatevi! È successo qualcosa di grave?
-Non c’è tempo per spiegare!- disse un ragazzo più grande di lui, ansimando -ne stanno parlando adesso nel televisore! Devi correre subito!
-Quale televisore… ah, giusto! Vado subito!
Ub si librò in volo per tornare il più in fretta possibile al villaggio, e non gli ci volle molto per trovare il resto degli abitanti davanti all’apparecchio elettronico che avevano portato all’aperto.
Avutolo come regalo da parte della famiglia Brief, il televisore dallo schermo abbastanza grande funzionava a batteria e poteva collegarsi via satellite alle reti principali; nonostante fosse un oggetto che molti della tribù avevano sognato di possedere, però, in breve tempo fu accantonato per via delle notizie tutt’altro che pacifiche che trasmetteva. Per questo motivo Ub, e non solo lui, si dimenticava spesso di possederlo.
-Eccolo, è arrivato!
-Sei appena in tempo!
Parenti e amici indietreggiarono, permettendo al ragazzo di atterrare fra loro e guardare ciò che trasmetteva il televisore.
Non gli ci volle molto per capire il motivo tanta agitazione. Sullo schermo riconobbe subito Mister Satan, vestito di tutto punto e accomodato a gambe accavallate su una poltrona rossa, e Majin Bu, in piedi dietro di lui; i due si trovavano in quello che doveva essere il salotto della loro villa, e in loro compagnia, seduta su una poltrona identica, c’era una giornalista televisiva. Quello che attirò maggiormente l’attenzione di Ub, però, fu la scritta a caratteri cubitali che campeggiava in sovraimpressione: “TORNEO MONDIALE DI ARTI MARZIALI IN ARRIVO. ALLA RICERCA DEL NUOVO CAMPIONE DEI CAMPIONI.”

<< Mister Satan, prima di approfondire i dettagli di questo nuovo torneo >> esordì la giornalista armata di microfono << è d’obbligo chiederle di parlarci del cosiddetto elefante nella stanza. Ovvero, del suo definitivo ritiro dalle competizioni. Perché “alla ricerca del nuovo Campione dei Campioni”, come recita lo slogan, significa che lei non parteciperà al torneo per difendere il titolo. O abbiamo capito male? >>
<< Avete capito molto bene, invece! >> rispose serafico l’uomo, picchiettando il sigaro che stava fumando su un posacenere << so che deluderò molti dei miei fan, se non tutti, ma anche per me è arrivato il momento di annunciare il ritiro dalle competizioni. La finalissima del torneo di qualche anno fa è stato anche l’ultimo incontro della mia carriera. >>
<< Ce lo ricordiamo tutti quel giorno… >>
Con eccezionale prontezza, in un piccolo riquadro sullo schermo la regia trasmise proprio un filmato di quell’incontro. In cui Ub, allora fuso con Majin Bu, ad un passo dal vincere il torneo era stato a sorpresa spinto fuori dal ring da Mister Satan.
Nel vedere quelle immagini diversi uomini e donne del villaggio si avvicinarono per dargli delle consolatorie pacche sulle spalle, ma l’allievo di Goku in realtà non ne aveva bisogno. Esaudendo il desiderio dell’anima di Majin Bu dentro di lui Ub si era infatti lasciato sconfiggere di proposito: per far guarire Satan da una forte depressione, e mantenere la fiducia che i tifosi avevano in lui.
<< Dopo aver battuto l’avversario >> continuò la donna << lei aveva annunciato che non sarebbe andato più in pensione, come era previsto nelle sue intenzioni originali. Ci può dire come mai oggi ha nuovamente cambiato idea? >>
<< Beh, la spiegazione è semplice… >>
<< Inoltre, mi perdoni questa critica, ma lei è sempre stato famoso, tra le altre cose, anche per il suo narcisismo. Come mai, invece, ha voluto far passare in sordina l’annuncio del suo ritiro? Rispetto al nuovo torneo, questa è una notizia molto più clamorosa! >>
Irritato dall’interruzione, il buon Mister Satan espirò una grande nuvola di fumo e spiaccicò tutto il sigaro nel posacenere, prima di rispondere.
<< A voi giornalisti non si può mai nascondere nulla. Per rispondere alla prima domanda, non ci sono molti misteri da svelare. Molto semplicemente, come tutti i comuni mortali anch’io sto invecchiando. Posso ancora rompere quindici mattonelle impilate l’una sull’altra o strappare due elenchi telefonici insieme a mani nude, ma il mio fisico non mi permette più di sostenere lunghi incontri. Potrei rimetterci la vita! >>
<< Addirittura? >>
<< Confermo. E questo mi porta alla sua seconda domanda. Nell’ultimo periodo, a seguito delle mie continue dimostrazioni di debolezza ho notato che parecchi dei miei fan sono diventati eccessivamente apprensivi, come se il tenore delle loro vite dipendesse esclusivamente della mia salute. Di sicuro ricorderete tutti com’era diventata deprimente l’atmosfera, quando sono finito in com… >>
In quell’istante Majin Bu fu rapido a chinarsi accanto a Satan e bisbigliargli qualcosa nelle orecchie, sicuramente per ricordargli che nessuno si ricordava più degli avvenimenti causati dalle streghe.
<< …in com… PAGNIA di un noto medico per una visita specializzata, e tutti hanno subito temuto che mi fossero stati diagnosticati pochi giorni di vita! >>
<< M-mi scusi, ma quando è successo? Non mi pare di ricordare niente del genere!… >>
<< A-AH! Ecco qualcosa che voi giornalisti non siete riusciti a scoprire! Non ridete più adesso, eh? >>
La giornalista era rimasta ammutolita, ed Ub non poté fare a meno di applaudire divertito all’epico salvataggio in extremis di Mister Satan.
<< Ma ora basta parlare del triste passato! Si faccia da parte, lei! >>
Con il fuoco nelle vene il wrestler si alzò dalla poltrona, rubò il microfono alla sua ospite, ed invase l’inquadratura col suo faccione determinato.
<< Adesso mi rivolgo a tutti voi. A voi, miei fan che popolate il globo terracqueo. E anche a voi, lottatori grandi e grossi o piccoli e mingherlini, che da sempre avete cercato di spodestarmi. E a voi, che non avete mai avuto il coraggio di affrontare i vostri fantasmi senza chiedere l’aiuto di qualcun altro. Vi do l’opportunità di alzare il deretano dalla sedia, e prendere in mano la vostra vita una volta per tutte. Vi do l’opportunità di essere i nuovi Mister Satan, i nuovi eroi di cui questa Terra ha bisogno… >>
Satan indietreggiò di un passo per mostrare alla telecamera e al mondo intero un poster promozionale del torneo, raffigurante un gruppo di sagome nere con un punto di domanda al centro.
<< Vi do l’opportunità di essere i nuovi Campioni dei Campioni! Cominciate ad allenarvi da subito, perché questo sarà il VOSTRO momento! >>
Detto ciò Mister Satan lasciò cadere il microfono e alzò i pugni al cielo, beandosi degli applausi dei membri della troupe televisiva e di un orgoglioso Majin Bu alle sue spalle.
<< Da Satan City per il momento è tutto >> disse la giornalista, da qualche parte fuori dall’inquadratura << se ci saranno aggiornamenti vi richiederò la linea… >>

Finita la trasmissione, un ragazzo particolarmente grosso della tribù abbassò il volume e si caricò il televisore sopra la testa per portarlo via.
Nonostante non ci fossero ancora dettagli precisi, il semplice annuncio di un imminente torneo mondiale di arti marziali aveva seminato eccitazione nel villaggio. Forse fin troppa: Ub non ebbe nemmeno il tempo di dire la sua, che adulti e bambini lo circondarono come fan esaltati ad un concerto.
-Che dici, abbiamo fatto bene a chiamarti, eh?-Adesso che Satan si è ritirato, è come se tu avessi già vinto!-Scommetto che ci sarà anche un premio in denaro, mille volta più grosso dei precedenti!-Potremo avere tutto il cibo e i vestiti che vorremo per generazioni a venire!-È vero che ti travestirai ancora da Papayaman?…-
-ADESSO BASTA!!!
Il grido che ammutolì tutti non venne dalla bocca di Ub, non se lo sarebbe mai permesso, ma da quella di Ajit, che si fece largo tra la gente per mettersi quasi a difesa del fratello maggiore.
-Che accidenti ti è preso?
-Ajit, calmati…
-No, non mi calmo! Insomma gente, guardatevi! Siete in gran forma, siete atletici, siete forzuti, ma quando si tratta di uscire dal villaggio e guadagnare qualche soldo contate sempre e solo sull’aiuto di Ub! Non avete ascoltato il discorso di Mister Satan? È ora di smetterla di affidarci ad un eroe, è ora di provare ad essere NOI quell’eroe una volta tanto!
-Ma cosa pretendi che facciamo, Ajit?- lo rimproverò un uomo -Ub è più forte di tutti noi messi insieme, sarebbe inutile se partecipassimo anche noi al torneo! Cosa cambierebbe?
-Beh, prima di tutto, più saremo, più possibilità daremo al villaggio di vincere quei soldi. E poi… lo so che Ub è mille gradini sopra di noi, ma lotterebbe molto più serenamente sapendo che siamo al suo fianco a condividere le sue fatiche, invece che tra il pubblico a incitarlo e mettergli pressione!
Su quest’ultimo punto, calò il silenzio. Seguito da timidi borbotti che divennero via via più udibili. Le parole di Ajit avevano fatto centro.
-Sapete, non ha tutti i torti…-Abbiamo sempre messo tutta la responsabilità sulle spalle di Ub, ma non abbiamo mai pensato a come si sentisse…-Ehi, prima che arrivasse Goku ad allenarlo, eravamo tutti dei combattenti! Ricordate?-Certo, la nostra tribù era la più temuta dell’arcipelago!-Ma poi ci siamo rammolliti, non siamo stati nemmeno capaci di difendersi dai fiori troppo cresciuti di quella strega…-
Praticamente all’unisono, gli uomini, le donne, i ragazzi e le ragazze del villaggio si prostrarono ai piedi di Ub, testa contro il suolo.
-Ci dispiace!-Siamo stati degli egoisti, ma d’ora in avanti le cose cambieranno!-Torneremo a lottare, al meglio delle nostre possibilità!-Anzi, di più!-Ma abbiamo bisogno che tu ci aiuti ancora una volta… Abbiamo bisogno che tu ci alleni!-Dicci cosa dobbiamo fare!-
Ub li guardò uno ad uno, grattandosi la nuca imbarazzato.
-Che posso dirvi… Cinque giri di corsa intorno all’isola, tanto per sciogliere i musc…
-AGLI ORDINI!
Collettivamente, tutti scattarono giù per il pendio che portava alla spiaggia, sollevando un grande polverone, e lasciando Ub ed Ajit spiazzati.
-Che… Che dici, fratellone? Ho esagerato?
-Forse un po’. Ma è il risultato quello che conta!
Quasi imitando Rock Lee, Ajit rivolse al fratello maggiore un pollice alto e una risata soddisfatta. Risata che però venne subito interrotta da una dolorosa tirata d’orecchie, da parte della sorella gemella Sarasa.
-Beh? Tu non corri?
-C-c-certo che no, io sono… Cioè, noi e gli altri bambini siamo troppo giovani per cominciare ad allenarci!
-Ma se Ub era ancora più piccolo di noi quando si è iscritto al suo primo torneo!
-Oh… M-me n’ero scordato…
-E allora datti una mossa anche tu, pelandrone!
Salutando Ub, anche Ajit venne trascinato per un orecchio giù per la collina. Rimasto praticamente quasi da solo nel villaggio, il guerriero cominciò a dare calci e pugni all’aria per tenersi in allenamento, e allo stesso tempo pensare al prossimo esercizio da proporre alla sua gente.
“Quell’Ajit, anche stavolta lo devo ringraziare! Mi sento tanto uno stupido, se penso che avevo paura di confessare le mie preoccupazioni alla mia gente… Invece per lui è stato facile fargli capire come mi sentivo…”
Gli occhi di Ub si posarono su alcune anziane del villaggio, impegnate a costruire tende intrecciando tra loro delle enormi foglie verdi e rosse. Le riconobbe subito: erano gli ultimi resti delle Hyper Telulun, distrutte da lui qualche giorno prima.
“Già, è stato facile… Per Ajit… Io, invece, non ho nemmeno provato a ragionare di nuovo con lei. So che non posso farmene una colpa, ma mi chiedo se le cose sarebbero potute andare diversamente. Se solo avessi voluto parlare ancora una volta con…”

-Lulu Teruno, o Telulu… Santo cielo! è come se questa creatura non fosse mai nata!
-Che intendi dire, vecchia Baba?
-Intendo dire che tutte le decisioni prese in vita sua sono dipese dagli insegnamenti totalmente sballati di un padre rozzo e violento. E quel che è peggio, a differenza di Yuko, ciò in cui crede la povera Lulu è talmente radicato nella sua testa da impedirle anche solo di ponderare l'idea di essere nel torto…
-In parole povere?- domandò il demone addetto, grattandosi confuso una guancia.
-Nemmeno la peggiore delle punizioni degli inferi potrebbe aiutarla a capire i suoi sbagli! In casi come questo, la reincarnazione è l'unico passaggio obbligatorio per la purificazione di quest'anima! Procedi, giovanotto!
-Agli ordini!
Sotto lo sguardo severo di Piccolo e quello preoccupato di Paikuhan, il ragazzo demone sollevò l'involucro contenente l'anima di Telulu sopra la testa, lo fece rotolare sulle spalle come fosse un pallone da basket, e con un colpo di tacco lo calciò dritto nell'imbuto della macchina, che fece il resto. Sbuffi di vapore e rumori di ingranaggi sferraglianti uscirono da ogni fessura, mentre attraverso dei tubi trasparenti era possibile osservare il viaggio dell'anima: prima, passò in una piccola fornace per essere liberata dal bozzolo, e poi fu aspirata e chiusa in un grande cilindro, in cui un tubicino collegato ad una cisterna la irrorò con una sostanza formata da goccioline blu.
L'anima di Telulu, come Eudial prima di lei, fu avvolta dal vapore acqueo creato dalla misteriosa sostanza, e lentamente, ma non dolorosamente, dai piedi alla testa venne dissolta in microscopiche particelle.
-Luce verde! Yu-huuu!- esultò l'oni, come se avesse compiuto l'operazione per la prima volta in vita sua -visto? Non c'è nulla di cui preoccuparsi, ho tutto sotto controllo! Potete andare!
-A dire il vero, noi abbiamo un sacco di tempo libero- rispose Piccolo -quindi non ti dispiace se restiamo qui ancora un po' ad ammirare il tuo lavoro?
-Giusto- gli fece eco Paikuhan -mi piacerebbe saperne di più su questa macchina che tanti problemi ci ha creato in passato. Tu che sei un esperto non avrai problemi a soddisfare le mie curiosità, vero?
-Olla olla olla… Che il passato di questa strega appaia nella bolla!
Mentre i due alieni dalla pelle verde trattenevano il giovane demone impedendogli ogni via di fuga, la vecchia Baba aveva già proceduto ad analizzare l'anima successiva.
-…o Cyprine… Mmmh… Mmmh… MMMH…
-Ci sono complicazioni?- domandò Piccolo, notando che la divinatrice stava impiegando troppo tempo.
-Nella mia vita ultracentenaria non ho mai visto niente di simile. Questa ragazza ha ponderato ogni sua cattiva azione da sola, senza condizionamenti dall'esterno. Ma allo stesso tempo la sua mentalità è stata plagiata, quando era ancora bambina, da qualcuno. …qualcuno che però non esiste!
Piccolo, Paikuhan e il ragazzo demone si guardarono a vicenda, stralunati. Tutti e tre erano d'accordo sul fatto che non ci avevano capito nulla, e per questo la Baba li fulminò con un'alzata di sopracciglio.
-Cyprine aveva dato vita con la sua mente ad un'amica immaginaria, identica a lei in tutto e per tutto, e le aveva dato il nome di Petirol…
-Beh, che c'è di male?- obiettò l'oni -anch'io avevo un amico immaginario, prima di venire a lavorare qui!
"Questo spiega molte cose" pensò Paikuhan alzando gli occhi al cielo.
-Di sicuro il tuo amico immaginario non ha poi cominciato ad essere sempre più autonomo fino ad occupare metà della tua mente e del tuo corpo- spiegò ancora Baba -grazie alla magia nera, Petirol è diventata una creatura senziente ma immateriale, e comunque intrappolata nel corpo di chi l'ha creata…
-Allora il problema non si pone.
A parlare così era stato Piccolo. Il namecciano, figlio di un padre che in realtà era la metà malvagia del Supremo fatta carne, poteva dire di essere un discreto esperto in questa materia.
-Se, come dici, questa Petirol non si è mai separata dal corpo della sua "gemella", significa semplicemente che non è reale, ma solo uno sdoppiamento della personalità di Cyprine, che di fatto diventa l'unica responsabile delle proprie azioni.
-Il tuo ragionamento fila, Piccolo- si complimentò Baba -e sia! Che Cyprine trascorra un periodo di tempo indeterminato nel regno degli inferi, solo quando avrà finalmente negato l'esistenza della sua amica potrà essere pienamente purificata!
-Anche questo è compito mio, vecchia Baba! Guardate ed ammirate!
Dandosi la spinta coi talloni, senza alzarsi dalla sedia girevole l'oni raggiunse una plancia di comando più piccola, costituita solo da un pulsante e una leva direzionale: attivandoli, mise così in moto un gigantesco artiglio metallico appeso ad una gru, che si abbassò per raccogliere l'involucro. Afferratolo saldamente, l'artiglio si risollevò da terra e iniziò a muoversi in orizzontale, sopra le teste dei presenti, per raggiungere l'imboccatura di un tubo che conduceva direttamente al regno degli inferi sottostante.
-Non potresti calciare il bozzolo direttamente come hai fatto prima, invece di perdere tempo con questa specie di gioco?- osservò Paikuhan.
-E perdere l'occasione di mostrarvi le mie doti da manovratore? Naah, stai a guardare!
Per lasciare l'alieno a bocca aperta, l'oni compi una pericolosa manovra facendo dondolare l'artiglio proprio sopra la Macchina Purificatrice.

E proprio in quel momento, il bozzolo contenente Cyprine si mise a tremare intensamente, al punto di rischiare di trascinare verso il basso tutto l'impianto.

-È normale che si comporti così?
-N-no… Cioè, volevo dire, certo! Ma per sicurezza credo che sia meglio sospendere lo spettacol… ops.
Per la fretta, invece di riprendere in mano la leva l'oni premette l'unico tasto della plancia: l'artiglio si aprì, e il bozzolo, dopo qualche rimbalzo, cadde inevitabilmente nell'imbuto della macchina. Subito Piccolo si alzò in volo e allungò un braccio per recuperare l'involucro, ma si fermò in tempo, per non rischiare di essere risucchiato anche lui.
-Tu e la tua idiozia!- gridò Paikuhan, mentre strangolava il demone -l'hai fatto di nuovo!
-C-c-calma, amico! è solo un'anima! Non c'è pericolo che la macchina s'incepp…
Manco a farlo apposta, un assordante allarme riecheggiò per tutto il regno dei cieli, e sbuffi di vapore uscirono da ogni parte della macchina, come se stesse per saltare in aria.
-TU E LA TUA IDIOZIA!!! L'HAI FATTO DI NUOVO!!!

Era insolito che le anime all'interno della macchina riprendessero piena coscienza di sé, ma fu proprio ciò che accadde a quella incastrata in quel momento. Troppo grossa per passare nel tubo che conduceva alla camera di riciclaggio, la massa informe e trasparente fu risvegliata dall’assordante rumore degli ingranaggi, ma anche dalle ultime parole di Baba. Con immane sofferenza la creatura cominciò ad assumere una forma vagamente umana, e, arrivata al punto di massimo dolore, si strappò letteralmente in due parti distinte.
Alla fine, all'interno della camera di riciclaggio entrarono due anime anziché una. Entrambe avevano le stesse sembianze: quelle di una giovane strega coi capelli legati in una treccia laterale, di cui però differiva la posizione.
Le due si fissarono, come davanti a uno specchio.
Timidamente, allungarono una mano per provare a toccarsi.
Ci fu un contatto.
Quello, fu il momento più bello di tutta la loro vita.
-PETIROL!
-CYPRINE!
Le streghe gemelle si gettarono l'una fra le braccia dell'altra, e piansero. Piansero di gioia, di commozione…
-Petirol, dopo tutti questi anni… Lo sapevo, ero certa che tu fossi reale! Non ho mai smesso di crederlo! Nemmeno dopo le brutte parole che ha detto quell'idiota di un cyborg prima di ucciderci!
…ma anche di tristezza, e di dispiacere.
-Cy… Cyprine… Io non merito che tu mi voglia ancora bene, dopo quello che ti ho fatto! Io…
-Shhh. Non ci pensare, Petirol. Non ci pensare.
Cyprine accarezzò Petirol e la baciò sulla fronte. Quel gesto d'amore, che non aveva mai ricevuto prima di allora, fu forte abbastanza da farle cessare i singhiozzi e ridarle il sorriso.
-É vero, devo essere felice… Finalmente ho anch'io un'anima! Finalmente ho un'identità tutta mia! Finalmente io esisto! Anzi, meglio ancora… Finalmente noi esistiamo entrambe!
Ridendo di gioia Petirol strinse ancora la gemella, facendola roteare. Il sogno di una vita intera si era infine avverato, e niente avrebbe potuto rovinare quel momento di felicità. Nemmeno la subitanea pioggia della sostanza blu, che di lì a poco iniziò ad evaporare.
-Secondo te, quelle voci là fuori hanno detto la verità? Stiamo… Stiamo per ricominciare tutto da capo, vero, Cyprine?
-Già… Ma resteremo insieme anche nella prossima vita, te lo prometto. E anche se ci dovessero separare, io verrò a cercarti anche in capo al mondo.
Come per Eudial e Telulu prima di loro, anche i ricordi delle due sorelle vennero a poco a poco cancellati.
-Ed io farò lo stesso, chiunque tu sia.
Ma nemmeno il magico vapore della macchina poté distruggere il sentimento di affetto che le univa.
Cyprine e Petirol si dissolsero così. L'una stretta forte forte all'altra.

"E quando ci saremo ritrovate, quel cyborg sarà ormai troppo vecchio ed arrugginito per poterci fermare! Avremo la nostra vendetta, e a quel punto il mondo sarà nostro!"

Dalla Macchina Purificatrice uscì una doppia risata femminile, che fece accapponare la pelle ai quattro presenti. Poi, così com'erano cominciati, gli spaventosi rumori provenienti dal suo interno cessarono di colpo, e la luce verde lampeggiante confermò che le due anime erano state riciclate con successo.
-Ah… Ah ah. Ah ah ah!!! Che vi avevo detto? Tutto è bene ciò che finisce bene! Adesso per riprenderci dallo spavento andiamo a bere qualcosAH!
Come finì la frase, il demone pasticcione si ritrovò sospeso nel vuoto oltre il bordo della piattaforma, a testa in giù, tenuto per una caviglia da Paikuhan.
-P-p-per favore rimettimi a posto! Mi sta colando il sangue fino al cervello!
-MEGLIO! COSÌ MAGARI TI FUNZIONA!

Goten poteva ben dire di essere tornato alla solita routine di sempre, consistente nell'andare a zonzo in cerca di un'ispirazione la mattina, fare qualche allenamento da solo o con Pan prima di pranzo, andare di nuovo a zonzo con la sua ragazza Valese nel pomeriggio, passare eventualmente a salutare Trunks alla sera, andare ancora a zonzo dopo cena, dormire e ricominciare da capo il giorno dopo. Le disavventure dei giorni precedenti non avevano lasciato in lui segni particolari…
…eccetto un pensiero che continuava a tormentarlo. Non aveva ancora trovato il coraggio di confessarlo, ma era evidente ad un occhio esperto.
-Per caso stai pensando ad un'altra ragazza?- gli domandò Valese di punto in bianco, mentre passeggiavano mano nella mano gustando un cono gelato.
-Sì, a dire il vero- rispose Goten candidamente, ritrovandosi un gelato capovolto sui capelli.
-E hai anche il coraggio di ammetterlo? Lo sapevo, è da quando ti ho sentito flirtare con quella specie di vampira spaziale l'anno scorso che ho questo sospetto! Fedifrago che non sei altro, non voglio più vederti!
-Ma-ma no, cos'hai capito? Tu sei l'unica ragazza per me! Io stavo pensando a una strega!
-Oh, intendi una delle nemiche contro cui hai combattuto? Povero Goten, ne sei rimasto traumatizzato!
-Non esattamente… la strega a cui stavo pensando era… diversa- sospirò il saiyan, che per il disturbo si beccò un secondo cono gelato sul naso.
-A-ah! Allora non sei semplicemente fedifrago, tu sei polifedifrago! Non voglio più sentir parlare di te…
-Insomma Valese, basta! Io amo solo te! Lasciami spiegare! …appena mi sarò ripulito.
Goten inspirò a fondo ed immerse la testa nella più vicina fontana; quando la ritirò fuori, Valese si era già riaddolcita.
-Ahhh… Come ti stavo dicendo, quella strega era diversa. Sembrava malvagia come le altre, e anche un po' codarda, ma proprio alla fine ha avuto un ripensamento. Distraendo il demone volpe, mi ha permesso di passare la mia energia a Trunks per farlo arrivare al terzo livello di super saiyan. Io e Trunks le dobbiamo la vita.
-Ooh, ho capito adesso! Beh, questo cambia tutto!- esclamò Valese commossa, prendendo a braccetto il fidanzato -se quella strega ti ha salvato la vita, allora si merita anche il mio ringraziamento! …ma adesso dov'è, lei?
-Purtroppo è stata uccisa. Non mi va di raccontarti la fine che ha fatto nel dettaglio, è stato tutto così… macabro e violento. Posso dirti solo che il demone l'ha… distrutta, completamente, senza lasciare nemmeno un ricordo.
Valese si portò una mano alla bocca, scioccata.
-Poverina…
-Puoi dirlo forte, non si meritava una fine del genere. Non potendo darle una degna sepoltura, pensavo di dedicarle almeno una lapide… ma finora, a parte te, non ho parlato a nessuno della mia idea. Insomma, era pur sempre una nostra nemica, e temo che Gohan e Trunks mi prendano per matto…
-Beh, io non ti prendo per matto! Al contrario, quello che vuoi fare è un gesto molto nobile da parte tua! Coraggio, andiamo subito a parlarne con tuo fratello!
Tirando il fidanzato per un braccio, Valese s'incamminò a passo spedito lungo il marciapiede.
-V-Valese, questa strada va a Satan City…
-Oh. …beh, sempre da un tuo parente stiamo andando!
Sorridendo rassegnato, Goten aumentò il passo. Lungo il tragitto, si fermò ad un chiosco per comprare due nuovi coni gelato per sostituire i precedenti.
-Goten, sei un tesoro! SLURP… Ehi, non mi hai detto una cosa… SLURP… Sai già che cosa scriverai sulla lapide?
-Beh… Probabilmente qualcosa del tipo "Qui si celebra la memoria di una strega piccola ma grande, timida ma coraggiosa. Una strega chiamata…"

-Mimi Hakyu, o Mimete… Cielo, che disgusto!
-Che cos'hai visto, Baba?- chiesero in coro Piccolo, Paikuhan e l'oni ancora a testa in giù.
-Nonostante sia stata cresciuta da genitori amorevoli, che le hanno insegnato i più sani principi morali, l'unico scopo nella vita di Mimi è stato quello di diventare famosa come diva dello spettacolo! Uno scopo per cui è stata disposta anche ad uccidere le sue stesse compagne!
-Allora la spediamo negli inferi?- propose il demone.
-Aspetta, sciocco! La bolla sta ancora parlando! Dunque… Dopo essere stata riportata in vita, le sue malefatte si sono ridotte notevolmente… Uh, e vedo che ha subito svariate punizioni corporali, molto bene! E che sorpresa, è morta facendosi sbranare da una bestia enorme per salvare due ragazzi in pericolo di vita! Un cambiamento notevole!
-Allora la facciamo reincarnare?
-…macché! La bolla mi sta dicendo che Mimi non si è sacrificata per il bene dei due ragazzi, ma solo per farsi notare e ricordare da loro! Persino nel suo miglior atto compiuto in vita è stata mossa dal puro egocentrismo! CHE VENGA SPEDITA NEGLI INFERI SEDUTA STANTE! Un periodo di tempo indeterminato trascorso fra le peggiori canaglie dell'universo forse l'aiuterà a riflettere!
-Capito, vecchia Baba! Questa volta farò le cose come si dev…
-Questa volta faremo a modo nostro!- gridò esasperato Paikuhan, negando all'oni la possibilità di tornare coi piedi per terra -te ne occupi tu, Piccolo?
-Volentieri.
Dopo essersi sgranchito le nocche, il namecciano raccolse il bozzolo contenente Mimete.
Si avvicinò al bordo della piattaforma.
E prese la mira.
-ATTENTI LÀ SOTTO!!!
Piccolo lanciò Mimete il più lontano possibile fra le nuvole dorate, e tese l'orecchio. Dopo qualche istante, all'udito finissimo del namecciano giunse il rumore di un tonfo.
-Il pacco è arrivato a destinazione- annunciò pulendosi le mani -ora non ci resta che…
-E STA' UN PO' ATTENTO, MUSO VERDE!- gridò una voce dagli inferi.
-…che l'ultima anima.
Piccolo, Baba e Paikuhan -quest'ultimo trascinandosi dietro l'oni- si radunarono intorno all'involucro rimasto.
-Curioso…- osservò Baba -percepisco che l'anima di questa strega è fresca…
-In che senso?
-Nel senso che, a differenza delle altre quattro, quest'anima non è mai stata nell'aldilà prima d'ora. Eppure è già morta una volta, lo sento chiaramente…
-Questo spiega il perché re Yemma l'abbia affidata al tuo giudizio- osservò Piccolo -anche per lei, come le altre streghe, è necessario vedere se abbia approfittato della sua seconda occasione per rimediare agli errori passati.
-Ed è quello che farò, namecciano. Ora silenzio, per favore!
La divinatrice Baba si rimboccò le maniche e posò le mani sulla sfera magica, che già tremolava impaziente di mettersi al lavoro.
-Olla olla olla! Che il passato di questa strega appaia nella bolla!

Una piccola teca di vetro, contenente una sfera metallica posata su un cuscino, era stata collocata ai piedi di un albero nel giardino di casa Tomoe.
Il cielo era sereno e la temperatura piuttosto calda quel pomeriggio, così Hotaru ne approfittò per dare un po’ d’acqua ai fiori posti nel vaso accanto alla teca.
-È la tomba di Kaolinite, giusto?
Senza stupirsi o spaventarsi, Hotaru si girò per salutare colei che aveva parlato.
-Ciao, Usagi. È più un altare commemorativo, che una tomba vera e propria- rispose con un sorriso -vengo qui almeno una volta al giorno, quando posso, a pregare per lei, affinché possa essere felice nell’aldilà.
-È un gesto molto bello da parte tua, Hotaru!
-Grazie… è proprio di questo che volevo parlarti, ieri sera.
-I-ieri sera? Potevi dirmelo subito!
-In realtà avevo intenzione di prenderti in disparte alla fine della serata, ma poi… Ho dovuto cambiare i piani, quando Mamoru ha dovuto riportarti a casa.
Usagi si sbatté la nuca con una mano, in imbarazzo.
-Scusami, so che non è stato uno spettacolo decoroso! Ma Choji e il signor Bu erano così agguerriti, e quelle pizze erano talmente deliziose… Perdonami un attimo.
La ragazza si portò un pugno davanti alla bocca, e si massaggiò il ventre.
-Ti senti male, Usagi?
-No no, tranquilla. Ho appena finito di digerire l’ultima. Allora, di cosa mi volevi parlare?
La figlia di Tomoe aspettò che la gocciolona di sudore le sparisse dalla testa, prima di continuare.
-Ecco… lo so che tutto è finito bene, lo so che tu non ce l’hai con me, e quindi sarebbe inutile chiederti scusa… Ma voglio chiederti lo stesso cosa pensi di quello che ho fatto.
Usagi non disse nulla, per il momento. Aveva già intuito la preoccupazione della sua amica, ma preferiva lasciarla prima sfogare.
-Io desideravo poter aiutare Kaolinite a liberarsi dalla maledizione. Lo volevo con tutte le mie forze, e sarei stata disposta a sacrificarmi per far sì che ciò avvenisse… Ma l’unica persona che rischiava la vita eri tu, non io. Il tuo cristallo avrebbe permesso a Kaolinite di sopravvivere senza il sangue di Chaos, ma tu saresti morta nel giro di pochi giorni se non ti fosse stato reso. Preferendo la salvezza di Kaolinite alla tua, è come se avessi giocato con la tua vita! …in quel momento non me ne sono resa conto, anzi mi ero autoconvinta che tu avresti approvato la mia scelta. Ma poi ci ho ripensato, con più calma…
Hotaru si sedette sull’erba e si portò le ginocchia al petto. Usagi la imitò, mettendosi accanto a lei.
-…e ho capito di non essere stata giusta, non nei tuoi confronti. Tu, Chibiusa e le altre mi avete difesa in tutti i modi possibili, quando ero ancora posseduta da Mistress 9. Tu in particolare eri sempre convinta che ci fosse un altro modo per prevenire la distruzione della Terra senza uccidermi, e alla fine hai avuto ragione. Io… non sono stata capace di ripagarti allo stesso modo! Non… Non mi sono nemmeno impegnata per cercare una soluzione che salvasse entrambe! Ho solo pensato esclusivamente alla salvezza di Kaolinite, dando per scontato che tu saresti stata d’accordo… Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace…
Usagi passò un braccio intorno alle spalle di Hotaru, e la scosse leggermente.
-È tutto a posto, piccola. Hai agito con le migliori intenzioni possibili, e sei dispiaciuta per non essere stata in grado di fare ancora meglio. Tu sei una persona molto buona, ed è questa la cosa che conta di più. Mi hai capito?
Hotaru annuì, tornando subito a sorridere. Anche se aveva già previsto, più o meno, quello che Usagi le aveva appena detto, la più giovane sailor si sentì ugualmente sollevata e rassicurata.
Le due amiche rimasero per un po’ sedute sull’erba, in silenzio, a godersi l’aria quasi estiva di quel pomeriggio. Poi, con un sospiro profondo, fu ancora Hotaru a riprendere la parola.
-Vuoi sapere una cosa buffa? Un po’, mi dispiace che le anche Witches 5 non ci siano più.
-Davvero? Non sapevo che le conoscessi come conoscevi Kaolinite…
-A dire il vero ricordo poco di loro. Più che altro, mi dispiace che nessuna di loro abbia approfittato della seconda possibilità che hanno avuto dalla vita per migliorare le loro vite, per cambiare… Kaolinite è riuscita, alla fine, ad ottenere quello che desiderava nel miglior modo possibile, ma le altre? Sono morte e basta, senza cambiare e senza imparare nulla…
-Io non ne sarei tanto sicura.
Hotaru si girò verso Usagi, che le rivolse uno strano sorriso.
-Mi stavo appunto domandando quando mi avresti chiesto il motivo della mia visita. C’è una persona che vorrei presentarti.
La leader delle sailor alzò il polso sinistro ed attivò il sailorfono.
-Si sta caricando… Ecco, ci siamo! Hotaru, saluta…
<< ERA ORA CHE ACCENDESSI IL SAILORFONO, TESTA DI RAPA! È DA MEZZ’ORA CHE TI CERCO! >>
-S-s-scusa… Volevo presentarti ad Hotaru al momento giusto, senza rovinare il colpo di scena…
<< Incosciente che non sei altro, il sailorfono deve restare sempre attivato in caso di emergenze! >>
-Emergenze?! Un mostro sta attaccando la città?!
<< Niente di così soprannaturale, Usagi. Dei rapinatori hanno preso d’assalto la banca centrale, approfittando della distrazione causata dall’annuncio in mondovisione di Mister Satan. Fortunatamente si tratta di malviventi inesperti, infatti si sono tutti radunati nel caveau permettendo a chiunque altro presente nell’edificio di mettersi in salvo. Ami e Minako sono intervenute subito in aiuto della polizia per stanarli e catturarli, ma il loro complice che li attendeva all’esterno della banca è riuscito a fuggire a bordo di un furgone… Hai detto che ti trovi a casa di Hotaru? >>
-Ehm, sì, perché?
<< Sto seguendo il percorso del furgone tramite le telecamere di sicurezza di tutta la città, e se i miei calcoli sono esatti i posti di blocco della polizia lo devieranno proprio a due isolati dalla zona in cui ti trovi. Se fai in tempo, puoi riuscire ad intercettarlo! >>
-D’accordo, vado! Grazie Viluy, passo e chiudo!
Usagi si alzò subito in piedi, mentre Hotaru, ancora seduta, la guardava con occhi sgranati.
-Hai detto… Viluy? Proprio quella Viluy?
-Proprio lei! Ne abbiamo discusso a lungo, e alla fine Ami è riuscita a convincerci che valeva la pena darle una seconda possibilità. Essendo un’intelligenza artificiale, ci dà una mano nel modo che hai appena sentito.
Gli occhi della bambina luccicarono.
-Quindi… è passata dalla nostra parte?
-Esatto! Anche se, per ora, lo fa solo per Am…
<< VUOI DARTI UNA MOSSA, USAGI?! >>
-Ma che?… Viluy, avevo detto “passo e chiudo”!
<< Io sono sempre in linea, testa di rapa! E ora sbrigati >>
-Va bene, va bene! Uff… Possiamo rivederci più tardi alla sala giochi di Motoki, Hotaru? Così te la ripresento con più calma!
-Alla sala giochi? D’accordo! Sta’ attenta, mi raccomando!
-Tranquilla, basterà un Sailor Moon Kick ben piazzato per mettere quel mascalzone a nanna. A dopo!

Mettendo mano al medaglione che le permetteva di trasformarsi, Usagi cominciò a correre. Salutò distrattamente il professor Tomoe, uscì dal cancello della villa, percorse la via fino a raggiungerne il punto più elevato, ed aguzzò la vista.
-Mi sembra di aver visto un furgoncino rosso sgommare in lontananza, è quello?
<< Esatto. Calcolando la sua velocità, dovrebbe passare davanti a te fra due minuti circa. Tieniti pronta! >>
-Lo farò cappottare contro dei cespugli, così da non causare troppi danni!
Mentre attendeva impaziente l’arrivo dell’obiettivo, Usagi non poté fare a meno di considerare strano quel ritorno alla normalità. Di colpo, gli sembrava passata un’eternità dall’ultima volta in cui aveva avuto a che fare con criminali comuni… Anzi, dall’ultima volta che si era trasformata in Sailor Moon per sventare una minaccia.
“Sono stata in coma per una settimana o poco più, eppure ho l’impressione che sia trascorso molto più tempo. Quante cose mi sono persa… Quante cose non ho potuto prevenire… E quante persone ho fatto soffrire per colpa della mia stupidità.”
L’immagine di Eudial che la colpiva alle spalle, seguita dai visi di Mamoru e delle sue amiche, scorse rapidamente davanti ai suoi occhi.
“Nonostante tutti i nemici che ho sconfitto e tutte le volte che ho salvato la Terra, sono ancora lontanissima dal poter ricoprire il ruolo di nuova regina Serenity. Ma presto le cose cambieranno.”
Usagi strinse più forte il medaglione.
“Non permetterò mai più che Hotaru-chan, Mamo-chan, Rei-chan e tutti gli altri si preoccupino per me. Per loro, e per me stessa, diventerò ancora più forte. Più attenta. Più coscienziosa. …a cominciare da ora”

-MOON ETERNAL POWER, MAKE UP!

FINE

.

.

.

.

.

.

.

…okay, non proprio. C’è ancora una sottotrama che devo portare a termine ^_^

Capitolo Bonus: Quello Che Nessuno Dovrà Mai Sapere

-…cinquecento, seicento, settecento, ottocento, novecento, mille! Ci sono tutti! Ah ah!
Il gigantesco re Yemma posò l’ultima mazzetta di banconote sul piano della scrivania, su cui poi distese anche le gambe per ostentare tutta la sua soddisfazione.
-Non sei per nulla sportivo, Yemma. Fossi al tuo posto, non mi vanterei così apertamente sapendo di non aver fatto nulla per vincere la scommessa.
Al contrario, l’ospite ai piedi della gigantesca scrivania non era per nulla felice. Si trattava di un uomo piuttosto anziano, calvo, dalla grigia barba lunga ed appuntita come le sue sopracciglia.
-E non fare il guastafeste, vecchio Yamamoto! I termini della scommessa erano chiari, ormai è troppo tardi per discuterli di nuovo! Se qualcuno deve essere sportivo quello sei tu, nell’accettare la sconfitta!
L’uomo chiamato Yamamoto sospirò rassegnato.
-Immagino tu abbia ragione. La mia presunzione mi è costata molto cara…
-Puoi dirlo forte! Ricordo benissimo il giorno in cui il contatore delle anime presenti negli inferi è sceso di quattro unità senza che fossero state annunciate resurrezioni, e tu venutolo a sapere ti sei presentato alla mia porta, sicuro che sarebbero stati gli dei della morte a risolvere il mistero! “Scommetto che anche il peggiore degli shinigami riuscirebbe a ritrovare quelle quattro anime mancanti prima che lo facciano gli eroi terrestri!” Rido ancora al pensiero!
-Era l’occasione che aspettavo!
Il comandante degli dei della morte sbatté il suo bastone sul pavimento, seriamente arrabbiato.
-L’occasione per dimostrare che noi shinigami dovremmo essere gli unici responsabili del destino delle anime dei defunti, di tutti i defunti! E non solo di quelli che non hanno mai avuto rimpianti in vita e da essa non pretendono di più!
-Ma meritano ugualmente di vivere il resto dei loro giorni nel regno dei cieli o negli inferi, o di avere una seconda possibilità come tutte le anime che passano da queste parti, invece di essere trasformate in luce. Mi auguro che tu lo capisca un giorno… Per il momento, mi basta che tu abbia accettato di riempire le mie tasche. Ah ah ah ah!
Ridendo sguaiatamente, Re Yemma si fece aria con le banconote vinte. Pensava che il suo ospite se andasse a testa bassa, e invece, quando smise di sventolarsi, Yamamoto era ancora davanti alla sua scrivania, pensieroso.
-Sai, Yemma, mi è appena sorto un dubbio riguardo uno dei termini della scommessa. Quello sul tenermi nascosta l’identità delle anime fuggiasche. L’hai fatto solo per aggiungere un po’ di pepe al gioco…
-Certo che l’ho fatto per quello! Siccome ti vantavi così tanto della bravura degli shinigami sotto il tuo comando, allora io…
-…oppure perché, incapace come sei di fare il tuo lavoro, non ti sei mai preso la briga di alzare il sedere da quella poltrona e controllare di persona chi mancasse?
Improvvisamente Re Yemma sentì il bisogno di mettere i soldi al sicuro in un cassetto.
-Ehrm… ormai è andata così, caro Yamamoto! La prossima volta starò più attento!
“Dovresti augurarti che non ci sia una prossima volta, idiota…”
-Piuttosto, parlando di incapacità, dimmi dello shinigami che hai spedito a cercare le anime. Sarà il peggiore fra tutti, ma quanto vale preso singolarmente? È in gamba?
Yamamoto si accarezzò la barba e chiuse gli occhi, sperando di camuffare il suo imbarazzo dandosi un’aria di saggezza.
-Per usare un’iperbole, caro Yemma, ti posso dire che non sarebbe possibile considerarlo il migliore fra gli shinigami neppure se fosse l’unico.

Sperduto tra le montagne innevate da diversi giorni, Hanataro Yamada si era arrangiato come poteva per rendere la sua situazione più sopportabile. Aveva intagliato cortecce di alberi morti per farsi dei vestiti che in realtà sembravano un costume fatto di cartapesta, si era arrampicato sui rami più alti per rubare le scorte di ghiande dagli scoiattoli e dagli uccellini subendo le loro ire, aveva imparato ad accendere il fuoco, e si era fatto amico un solitario orso reso mansueto da un predatore più feroce di lui che lo aveva picchiato in passato.
Hanataro stava appunto dormendo addormentato sul suo dorso, assopito dal calore del fuoco, quando il plantigrado iniziò a tremare terrorizzato.
-Rrrronf… ? Che c’è, Ganju Junior… !!!
L’orso corse via spaventato, facendo cadere a terra il suo compagno di sventure. Il ragazzo alzò la faccia dalla neve, e tutto il suo sonno svanì in un lampo.
-Ciao, Yamada.
Davanti a lui si stagliava la figura di una donna vestita di bianco, e dai liscissimi capelli neri intrecciati davanti al petto. Agli occhi di chiunque altro sarebbe sembrata un angelo: il suo viso quasi ovale sfoggiava un sorriso sereno e rassicurante, e i suoi occhi, chiusi, trasmettevano simpatia.
-C-C-C-C-CAP-P-P-P-P-PITANO UNOHANA, C-C-C-C-C-C-CHE P-P-P-P-P-P-P-PIACERE V-V-V-V-V-VEDERLA!…
-Il comandante Yamamoto è furioso, Yamada. Le anime sfuggite al controllo di Re Yemma sono state ritrovate tutte e cinque. Sai cosa significa questo?
-Oh… M-m-m-m-mi disp-p-p-p-piace, c-c-c-c-capitano… Ho f-f-f-fatto t-t-t-t-tutto il p-p-p-p-possibile…
-Non lo metto in dubbio
Con fare materno, la donna chiamata Unohana si chinò sul suo sottoposto e gli accarezzò la testa.
-Purtroppo però questo non basterà a consolare il comandante Yamamoto, né tutti gli altri shinigami che contavano su di te.
Una porta di legno scorrevole si materializzò dietro Unohana, che grazie alla luce accecante proveniente dalle sue spalle sembrava quasi una dea pronta ad accompagnare le anime in un luogo migliore.
-È ora di tornare a casa, Yamada. Prendi la mia mano, coraggio.
-N-n-n-n-n-o… P-p-p-p-p-per favore… Non p-p-p-p-p-può f-f-f-f-f-farmi questo… NOOOOOOOOOO!!!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Crybaby