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Autore: ChrisClear    20/09/2016    0 recensioni
Quando, Harry Styles timido ragazzo di pese, si scontra casualmente con un ragazzo nel bagno di un aroporto, non sa ancora quello che gli riserverà il futuro. Non ha idea che qual momento gli cambierà radicalmente la vita. Louis Tomlinson, frenetico cittadino di Londra, non immagina che le risposte che cerca siano racchiuse negli occhi verdi di un ragazzo qualunque.
Tra coincidenze e casualità, attraverso vecchi incubi e problemi attuali, riuscirà l'amore a sbocciare?
-Alcuni amori sono semplicemente quastione di un attimo.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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  LOUIS

-Gemma questa è la mia stanza, puoi dormire qui­- gli spiegai mentre spalancavo le finestre per cambiare l’aria viziata. La mattina non sapevo che avrei avuto ospiti e già ero fortunato di essermi ricordato di fare il letto.

­-Grazie mille Louis, non starò qui molto, giusto il tempo di trovare un alloggio e me ne vado- ­ disse lei abbracciandomi per poi trascinare le valigie all’interno della camera.

-Non avere fretta, non mi disturbi affatto. Vieni ti faccio vedere come funziona la

doccia,è difettosa.­-

Mi assicurai che avesse capito come funzionasse il miscelatore e feci per andarmene quando iniziò a parlarmi con tono preoccupato.

­ -Senti Louis come si trova davvero Harry? Sai è la prima volta che si trova così lontano da casa ed è solo. E’ molto chiuso dopo ciò che gli è accaduto. Vorrei solo sapere se ha degli amici.­-

Ciò che gli è accaduto? Dovevo essermi perso qualche passaggio. Di sicuro.

­-Cosa intendi con “ciò che gli è accaduto”?-­ chiesi cercando di fare chiarezza.

Lei mi fisso con quei sue due grandi occhi verdi, così simili a quelli del fratello, rendendosi subito conto di essersi lasciata sfuggire qualche parola di troppo.

-Oh non lo sai...beh di sicuro ti dirà tutto lui quando si sentirà pronto-

asserì lei chiudendo così il discorso e buttandomi fuori dal mio bagno.

Tornai in salotto dove Harry mi aspettava, seduto comodamente sul divano e mi accomodai di fianco a lui. Nessuno dei due parlava. Entrambi sapevamo che prima o poi il momento di chiarire sarebbe arrivato, ma nessuno dei due sapeva come cominciare. Nella mia testa frullavano un sacco di domande che non avevano risposta e di cui forse non volevo avere risposta. E se una di quelle risposte che tanto disperatamente volevo ricevere fossero in realtà altri motivi per cui la nostra “relazione” non sarebbe potuta funzionare?

Il momento imbarazzante venne interrotto da Christina che entrò in casa mia come un uragano.

­ -Ditemi un po’ chi era quella tipa che vi siete portati dietro? Ragazzi lo sapevate che se volevate fare una cosa a tre potevate chiedere a me...­- cominciò con sguardo malizioso e scherzoso tanto per prenderci un po’ in giro.

­-In realtà quella è Gemma, la sorella di Harry-­ dissi io seccato. Per quanto bene le volessi alcune volte non riuscivo proprio a sopportare le sue continue invasioni nella mia privacy.

­-Oh...mea culpa. Ad ogni modo domani, come Louis già sa, faccio gli anni e stasera pensavo di portarvi a cena fuori tutti quanti. Se vuoi puoi portare anche Gemma.­- la frecciatina era rivolta a me.

Mi ero dimenticato del compleanno della mia migliore amica. Ero una persona orribile, così preso dai miei problemi che avevo iniziato a ignorare le persone a cui tenevo.

-Certo grazie per l’invito-­ rispose educatamente Harry abbassando lo sguardo sulle sue mani. Christina senza dire altro girò i tacchi e se ne andò senza neanche lasciarmi il tempo di scusarmi. Merda.

                                                                      ***

Io, Gemma ed Harry arrivammo davanti al ristorante italiano dove lavorava Niall leggermente in anticipo così ci ritrovammo ad aspettare gli altri sotto il bel portico dove si trovava il locale. Faceva piuttosto freddo e io mi ritrovai a preoccuparmi per Harry che indossava solo un paio di skinny jeans neri e una camicia nera con i primi quattro bottoni slacciati. Mi detti da solo del ridicolo e pensai a come togliere quella maglietta ad Harry, cosa che non sarebbe stata molto difficile visto la mancanza di bottoni da slacciare, ma mi resi conto molto presto che sbatterlo al muro davanti alla sorella non era affatto una mossa furba.

Tutte le mie fantasticherie vennero interrotte dall’arrivo di una ragazza che non avevo mai visto prima. Aveva dei ricci capelli neri che le arrivavano alle spalle e a giudicare dall’aspetto era abbastanza ricca, dato che la pelliccia che aveva sulle spalle sembrava essere vera. Ad andare a scuola con i ricconi ci si abitua a riconoscerli.

­-Buonasera, voi dovete essere Harry e Louis e... temo che Niall non mi abbia mai parlato di te.-­ disse tendendoci la mano e fissando intensamente Gemma che sembrava essere a disagio quanto me.

­-Io sono la sorella di Harry, Gemma, e tu sei?-­ disse Gemma piuttosto sulla difensiva. Non capivo, e sospettavo che non avrei mai capito, le dinamiche delle conversazioni tra donne. Sembravano dettate da delle regole non scritte che conoscevano solo loro.

­- Oh, che maleducata non mi sono nemmeno presentata! Io sono Isabelle, la ragazza di Niall.­- La figlia del proprietario del ristorante per cui Niall si era preso una cotta. Ecco spiegata la pelliccia e i vestiti firmati. E per la seconda volta mi ero perso ciò che accadeva nella vita dei miei amici.

­ -E’ un piacere conoscervi. Che ne dite di entrare? Niall ci sta aspettando dentro.­-

Ci fece strada aprendo, con le sue chiavi, le porte del locale che notammo essere stranamente vuoto.

­-Stasera doveva essere chiuso, ma diciamo che faranno un eccezione per noi-­ spiegò Isabelle davanti alle nostre facce confuse, mentre andava dietro il bancone a preparare qualche aperitivo. Niall fece il suo ingresso dalla porta sul retro per poi posare un tenero bacio sulle labbra della ragazza con la pelliccia.

- Direi che possiamo accomodarci che ne dite? Gli altri saranno qui a breve­- disse il biondo mentre scribacchiava qualcosa su un pezzo di carta, probabilmente il numero del tavolo.

Il ristorante era un posto davvero molto elegante. Luci soffuse lanciavano ombre sulle pareti e le tovaglie rosse ricamate davano l’aria di essere finiti in un altro secolo. Mancava solo un orchestra che aprisse le danze. Il nostro tavolo era vicino a una delle grandi tende color crema che ricoprivano le finestre. Iniziai a preoccuparmi del conto a fine serata, sembrava un posto davvero costoso e io ero solo uno studente squattrinato che percepiva una paga appena sufficiente per coprire le spese dell’affitto.

­-Ehilà Tommo!-­

Zayn, insieme a Clear e a Christina, stava avanzando nella nostra direzione. Feci un cenno di saluto e spostai la sedia per farlo sedere accanto a me. Presero tutti posto e come se fossero attratti da una calamita girarono la testa in direzione della copia di Harry al femminile. Lei sentendosi osservata alzò lo sguardo da menù ritrovandosi puntata da diversi paia di occhi.

­- Gemma, sorella di Harry-­ disse lei imbarazzata mentre faceva scorrere lo sguardo sui presenti.

-Harry non mi avevi detto di avere una sorella di tale bellezza-­ Zayn ammiccò

-Scommetto che è molto aperta, in senso sociale, considerato che ha un…-­

­ -ORDINIAMO!­ - esclamai forse un po’ troppo forte io. Cosa passava per la testa di quel coglione? Voleva forse dire che Harry era omosessuale davanti alla sorella?

Lui mi guardò senza capire per poi rendersi conto della situazione. Spalancò gli occhi ma non disse nulla. Poi ci voltammo verso Gemma che lo guardava interrogativa. Per nostra fortuna sembrava non aver capito.

Un cameriere che probabilmente deve avermi sentito urlare si affrettò nella nostra direzione.

-Desiderate ordinare?­- chiese lui in tono educato ma con una nota seccata a tradire il suo stato d’animo.

Mi vergognai dei miei modi di fare, pensando che al mio compleanno un McDonalds sarebbe andato benissimo. Dato che non avevo avuto neanche il tempo di dare un occhiata al menù, presi lo stesso piatto di Harry senza nemmeno riflettere nella speranza che mi sarebbe piaciuto.

- La portata è piuttosto grande, quindi vi consiglio di prendere un piatto per due.­- disse il cameriere con sguardo impenetrabile. Io arrossii violentemente mentre Harry si alzava dalla sedia e prendere il posto di Zayn, che mi fece un occhiolino di nascosto, in modo da stare più comodi per la cena. Il riccio si sedette accanto a me e le nostre gambe si sfiorarono provocandomi dei brividi su tutta la superficie del mio corpo. Vedendo la sua faccia supposi che stesse provando le mie stesse sensazioni.

- Allora Niall, perchè non ci racconti un po’ di questa ragazza seduta accanto a te?­- chiese Clear cercando di spostare il discorso lontano la noi. Dovevo andare in bagno adesso, prima di lasciar intravedere a tutti le mie emozioni, emozioni che non potevo permettermi di provare.

­-Che dire.. Era una grigia giornata di qualche mese fa quando cominciai a prendere servizio in questo ristorante. Stavo giusto sparecchiando un tavolo quando vidi la creatura più bella del mondo entrare da quella porta, e per poco non feci cadere tutti i piatti sporchi.­- cominciò il biondo guardando estasiato Isabelle che nel frattempo era diventata bordeaux. Tutto questo romanticismo mi stava dando il volta stomaco, o forse ero solo geloso della loro felicità.

-Scusate io devo andare al bagno-­ sussurrai e per poco, dall’agitazione, non inciampai    sui miei passi.

- E’ meglio che vada anch’io, per lavarmi le mani prima della cena­- sentii la sua voce provenire dalle mie spalle. Fantastico. Mi sarebbe venuto un infarto. Camminammo uno accanto all’altro in silenzio finchè non entrammo nella toilette. Questa, come il resto del ristorante, era davvero molto raffinata.

-Non è questo né il luogo né il momento adatto­- mi disse Harry mentre guardava il suo riflesso nello specchio.

-Non è mai il momento adatto­- risposi incazzandomi .

Lui sospirò e scosse la testa. Sapeva che avevo ragione ma non voleva ammetterlo.

-Immagino che tua sorella pensi che tu sia un etero convinto. O sbaglio?­- Mi sentivo a pezzi e il suo silenzio non fece altro che peggiorare le cose. Questa situazione,anche se non lo davo a vedere, mi stava lacerando dall’interno.

­ -Mia sorella pensa che io sia una persona fedele e non il bastardo che sono­- replicò duramente Harry che adesso aveva spostato lo sguardo su di me. Non era colpa mia se lui aveva scoperto troppo tardi di essere gay. Era una novità anche per me dopotutto e avevo dovuto accettarlo proprio come avrebbe dovuto fare lui.

­ Cosa vuoi da me?­ gli chiesi irritato. Era solo la seconda volta che discutevamo e già ricadevamo sugli stessi punti. Non potevo immaginare una relazione duratura.

­-Voglio che tu mi dia del tempo.­-

­Tempo? Il tempo lo vuoi quando non sei impegnato a togliermi i vestiti. Mi stai usando Harry? Perchè se è così voglio almeno una spiegazione, un motivo valido del perchè lo stai facendo. Centra con i tuoi problemi? I tuoi sporchi segreti che mi stai fottutamente tenendo nascosti?-­

Lui sbiancò. Non avrei dovuto dirlo. Ma non me ne importava, la rabbia continuava a crescere dentro di me senza accennare a fermarsi. Mi stava divorando da troppo tempo, avevo passato il punto di non ritorno, e adesso non era rimasto altro che la mia lingua tagliente a sputare parole acide.

­ -Gemma ti ha detto tutto­- boccheggiò Harry che si era appoggiato al lavandino per reggersi in piedi.

-Non mi ha detto nulla se è questo che ti preoccupa, mi dispiace ma non ho tempo da darti. Mi nascondi delle cose, cose importanti da quello che ho capito, e hai una fidanzata innamorata che ti aspetta a casa. No, non ho tempo. Risolvi i tuoi casini ma non pensare che al tuo ritorno io sarò qui pronto a scopare come se niente fosse successo.­-

Chiuse gli occhi, colpito dalle mie parole dure ma necessarie.

­-Penso che dovremmo finirla qui. Qualsiasi cosa ci sia stata tra noi si chiude qui. Ciao, Harry.-­ mi girai e me ne andai, senza voltarmi indietro, ignorando i singhiozzi che fuoriuscirono dalle sue labbra. Era finita. Ma mi resi conto che non era neanche mai iniziata.
   
 
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