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Autore: CaramelizedApple    21/09/2016    1 recensioni
La storia di una giovanissima donna che si trova faccia a faccia con una piccola parte del gruppo di Rick, spero vi piaccia e magari un giorno scriverò altro, rendendo questa one shot una storia a più capitoli!
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Carl Grimes, Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Rick Grimes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una goccia di sudore scivola sulla mia guancia, trascinando via con se lo strato di terra e sangue che ho sul volto, in una linea sottile e frastagliata. Trattengo le mie mani dall'asciugare la fronte per evitare di peggiorare la situazione, concentrandomi sul gruppo davanti a me. Sono cinque uomini e un ragazzino quelli che osservo da questa mattina, la mia ultima speranza per ottenere dell'acqua da quando, più di ventisei ore fa, ho terminato anche le mie scorte di emergenza. Il caldo intollerabile che nelle ultime settimane è arrivato da sud si sta trasformando in una vera e propria carestia, almeno per me. Alcune delle bottiglie di plastica che avevo lasciato nel mio nascondiglio più sicuro sono diventate inbevibili, prima che io potessi fare qualcosa.
Nascosta dai cespugli, le rocce e gli alberi della fitta foresta tengo gli occhi fissi sulle borracce che si passano tra di loro gli uomini, usciti probabilmente a caccia di animali o uomini, chi può dirlo? Hanno lasciato il loro enorme campo base alle prime luci dell'alba, incuranti di avere un'ombra alle calcagna. Spesso durante l'arco della giornata ho avuto l'istinto di scoccare le mie frecce e prendere ogni loro cosa, ma la coscienza ha sempre la meglio sulle mie mani. Non sarebbe nemmeno giusto sporcare l'arco di mio padre per un gesto simile, sarebbe come ucciderlo un'altra volta.
-No- dice calmo uno degli uomini, i capelli scuri che ricadono disordinati sul viso, la barba appena accennata che si concentra maggiormente su mento e baffi, una giacca smanicata in pelle nera con due ali cucite sul retro che fa molto motociclista e una balestra stretta nella mano sinistra, indubbiamente un buon modello, ma l'arco mi è sempre stato più fedele. -Tieni quella per il rientro, Rick- si rivolge ad un altro uomo, i capelli scuri portati lunghi e la barba abbastanza curata, considerando la circostanza delle cose, che tiene pigramente una pistola nella mano destra. -La tua borraccia è la più piena-.
-Buona idea- dice semplicemente annuendo quello che risponde al nome di Rick, che da ciò che ho potuto capire sembra essere il punto di riferimento del gruppo. Il ragazzo più piccolo dovrebbe essere il figlio di quel Rick, Carl lo chiamano, l'uomo della balestra Daryl e, infine, l'uomo più gracile che come arma usa semplicemente un coltello, il rosso muscoloso con un debole per l'accetta e il tipo in carne con le grandi basette dovrebbero essere Abraham, Eugene, Aaron, ma ancora non sono riuscita a collegare nomi e persone.
Carl, con il suo cappello da sceriffo e i capelli fin troppo lunghi, non è molto grande, ma resta comunque senza problemi lontano da casa, probabilmente è uscit spesso.
Rick, fortunamente distaccato dal resto del gruppo di qualche metro, fa per riagganciare quella particolare e allettante bottiglia alla sua cintura.
È questo il momento, ne sono certa.
Ora che sono calmi e rilassati.
Ora che non se lo aspettano.
Ora che il tramonto sta per arrivare e portare le ombre scure della notte sulla foresta.
Salto in un balzo fulmineo verso l'uomo, suscitando leggeri versi di stupore, stringo la mano sul collo della bottiglia e la strappo alle sue mani sfruttando la spinta guadagnata dal salto. L'uomo viene leggermente sbilanciato dal mio attacco e si regge ad un tronco per non cadere, mentre io per evitare di finire a terra, facendo miseramente fallire il mio piano, faccio una capriola che mi permette di riaquistare l'equilibrio.
Senza rendermene conto quando freccio via di corsa, e loro si gettano al mio seguito, dalle mie labbra esce una risata. Non credevo sinceramente sarei uscita dalla prima fase del mio folle piano illesa.
I miei nuovi amici sono piuttosto veloci e se nei boschi, fitti come questo, la migliore strategia non fosse quella di usare gli alberi che ti circondano con gesti agili, probabilmente, mi avrebbero già presa.
-Quella ci serve!- sento la voce del ragazzino raggiungermi da sinistra e mi sorprendo vedendolo avanzare alla mia velocità qualche fila di alberi più in là, il cappello che minaccia di volare via, mentre sulla foresta iniziano a scendere le obre scure della sera.
L'idea che la notte si avvicini mi dà una strano senso di sicurezza, li posso seminare con le tenebre. Velocemente cambio direzione, lanciando un'occhiata di sfida al suddetto Carl, mentre con una certa attenzione svito il tappo della borraccia, prendendone un piccolo sorso, per non rovesciarne il suo contenuto. Il sapore dell'acqua mi fa rabbrividire, nonostante abbia raccolto le tracce di sangue e terra delle mie labbra, sembra la cosa più buona che abbia avuto la possibilità di ingerire negli ultimi anni di vita.
L'acqua come se fosse intrisa di magia mi da la carica, permettendomi di distanziare il gruppo con un verso di frustrazione del ragazzo. -No!-.
-Non sprecate colpi!- sento urlare l'uomo a capo del gruppo. -Cercate solo di riprendere l'acqua prima che la finisca. È solo una ragazzina, non ne vale la pena!- la voce sempre più lontana, saranno veloci, ma io sono agile e brava nella resistenza.
-La ragazzina sarai tu, Rick!- urlo infastidita dal nomignolo. Ho ventiquattro anni e mi sono sempre chiesta come le persone possano ancora scambiarmi per una ragazzina, certo, non sono molto alta e di certo un'apocalisse non aiuta le mie forme ad emerge, ma insomma, ragazzina è eccessivo!
I passi che fino ad adesso ho sentito provenire dalle mie spalle sono scomparsi completamente, lasciando spazio al solo fruscio delle foglie secche sotto ai miei piedi.
Continuo a correre allo stesso ritmo per un'altro centinaio di metri, prima di fermarmi, guardando il bosco deserto alle mie spalle
Sono stata così tanto veloce da lasciarli già indietro?
Improbabile.
Si sono arresi?
Non credo, l'acqua è piuttosto rara da trovare in questi giorni. Certo, sono ad una giornata di cammino dal loro campo, o città piuttosto, ma potrebbero anche lasciare perdere.
Rimane un'unica possibilità.
Hanno cambiato strategia? Sicuro, se poi sono soppravvisuti fino ad ora sicuramente quel Rick deve sapersi adattare piuttosto bene alle emergenze.
Speriamo solo non finisca troppo male.
-Pensa positivo- sussurro a me stessa scrollandomi, ancora immobile con fiatone. Predo un'altro sorso, riscoprendo l'acqua meno buona della prima volta con un sorriso. Riprendo lentamente a camminare, riponendo la borraccia e aprendo di poco la cerniera della giacca per ottenere una sensazione di solievo. -Stupida giacca- mi lamento, senza però avere il coraggio di togliere l'indumento che aggiunto al forte caldo mi fa letteralmente morire di caldo. Fortunatamente sta scendendo la sera e avrò, finalmente, solievo con il dolce vento che posso trovare sulle pianure qui vicino.
Sobbalzo quando il giovane ragazzo di nome Carl salta sulla mia strada dalla sporgenza soprastante, puntando la sua pistola, identica a quella del padre, verso di me con sicurezza. -Dammi la borraccia, adesso!- dice concentrato e serio.
-Santo cielo!Quante storie- sbuffo io osservando il suo viso. -Sei molesto, te lo ha mai detto nessuno?- con un calcio veloce ed improvviso colpisco la sua mano che automaticamente perde la presa sull'arma che intrappolo a terra, tra il terreno e la scarpa. Fa giusto in tempo ad emettere uno strano verso sorpreso che io ritrovando l'quilibrio punto una freccia sul suo volto, tendendo impeccabilmente il mio arco.
Sono sempre stata molto veloce ad armare il mio arco, la migliore del corso da quando avevo nove anni.
-Levati o perderai l'altro occhio- fisso con insistenza la benda da pirata che porta sotto i capelli puliti e leggermente crespa. Il ragazzo non si sposta, sicuro di sè, mi guarda con sfida. -Avanti! Non mi va di ammazzarti! È solo acqua e ne avete ancora, dovete solo tornare alla vostra stupida cittadina-.
Un rumere, come uno scricchiolio alle mie spalle mi fa strabuzzare gli occhi.
-Abbassalo- mi raggiunge la voce di Rick alle spalle, seguito dal suono di altri scricchiolii, probabilmente più di una pistola e almeno una balestra puntano alla mia testa ora. -Toglilo dalla faccia di mio figlio e buttalo a terra, non lo dirò ancora-.
-Dannazione- dico in un sussurro, questo è esattamente ciò che volevo evitare. Resto immobile indecisa per una frazione di secondo, mentre la mia schiena si raddrizza ancora incerta e le dita fremono all'idea di scoccare la freccia. Tendo ancora la corda, vorrei quasi spezzarla, ma finisco per abbassare l'arco e gettarlo a terra ferocemente, con una ferita fresca nell'ogoglio. -Cazzo!- dico con forza, guardando con gli occhi stretti a due fessure il ragazzo davanti a me.
-Indietreggia e voltati- eseguo il suo ordine facendo due passi indietro e voltandomi, seria, senza far trsparire la minima emozione, osservo la pistola ora molto vicina al mio viso.
Devo uscire viva da questa situazione.
Alzo lentamente le mani allargando sul mio viso un sorriso molto largo. -Va bene mi hai presa, anche se...bhè...sei contro una, non è leale- l'uomo rimane serio.
-Hai iniziato tu- fa secco. -Ci hai fatto perdere un sacco di tempo- dice mentre l'obra della notte ricopre il suo volto e il sole scompare definitivamente all'orizzonte.
-Vero- alzo le spalle attendendo la sua prossima mossa, mentre il figlio alle mie spalle raccoglie la sua arma, imitando gli altri del gruppo.
Rick fa un segno all'uomo dai capelli rossi con la testa che velocemente mi raggiunge, spingendomi con poca cura verso un'albero. -Tieni le mani in alto- mi ammonisce l'uomo con la balestra, quando vede il mio tentativo di trovare distanza dal compagno dai grossi baffi.
-Chi con un caldo come questo se ne va in giro con una giacca così pesante deve avere qualcosa da nascondere, giusto?- mi domanda tastanto la giacca all'altezza delle tasche, prima di slacciarla e sfilarmela malamente di dosso, automaticamente stringo le braccia, ora coperta solo dalla leggera maglia a maniche lunghe, che copre le numerose cicatrici del mio corpo.
-Le mani- mi ricorda Daryl, che ignoro deliberatamente.
L'uomo prende a frugare nelle tasche, non prima di avermi tolto il coltello, tirandone presto fuori la borraccia che lancia al suo "capo", pronto a prenderla al volo con la mano libera. Alzo gli occhi al cielo quando vedo che lascia cadere la giacca a terra. -Cos'è che nascondi?- lo guardo torva, facendo silenzio.
-Lascia stare Abraham, abbiamo riavuto l'acqua- dice l'uomo più piccolo.
-Ne ha bevuta un bel pò, non mi piace chi ruba- dice il rosso prima di stringere la mascella e guardarmi con rabbia, la barba e i baffi fin troppo curati.
-Vuoi farmi a pezzi con la tua accetta?- domando senza paura. -Non c'è problema, oggi io, domani tu, no?- dico con indifferenza, arresa all'idea che questa volta non basterà un bel sorriso ad allontanare il problema. -E comunque ti sembra il modo, è così che si tratta la roba altrui? Io ho avuto cura della vostra boraccia-.
-Sarei quas...- dice lui con sguardo cattivo.
-Non esagerare- fa Rick interrompendolo, mentre si avvicina a me. -Voleva solo bere, probabilmente è rimasta senza acqua da un pò e ha colto l'occasione al volo- sospira. -C'è solo un gran bel problema, probabilemente sa perfettamente dove si trova Alexandria e potrebbe portarci il suo gruppo...- mi osserva attentamente.
-Non ho un gruppo- alzo le spalle. -Cioè lo avevo, ma sono morti tutti, finisce sempre così. Arrivo in un posto, i mostri finiscono per sfondare la recinzione e uccidono tutti-.
-Non te?- domanda Daryl.
-Ancora no- mi osservo le braccia. Se solo sapessero ciò che io so.
-Come ti chiami?- domanda l'uomo dalle lunghe basette. -Tu conosci i nostri nomi- risponde al mio sguardo perplesso.
-Sophie-dico in un sussurro, prima di sbuffare. -Ora me ne posso adare?- guardo l'uomo con la balestra dritto negli occhi, passando poi a tutti gli altri, a rispondermi è Rick, quando passo per i suoi.
-No- dice serio. -Devo farti alcune domande-.
-Bene- scivolo contro il tronco fino a terra. -Fantastico- commento, stringendo ancora le braccia. -Potete anche abbassare le armi...-.
-Ci piace essere previdenti- fa l'uomo abbassandosi alla mia altezza, nonostante le sue parole abbassa l'arma imitato da tutti, tranne Daryl. -Allora, quanti vaganti hai ucciso?-.
Lo osservo di traverso. -Li chiamate così voi? Vaganti?- lo faccio annuire. -Nessuno- dico semplicemente, vedendo le loro espressioni sorprendersi. -Non direttamente, non ne ho mai avuto bisogno-.
-Come è possibile che tu sia soppravvisuta fino ad ora?- domanda Carl.
-Ecco, questa cosa è personale, ognuno ha i suoi metodi- dico.
-Certo, ne parleremo più tardi- dice Rick facendomi alzare gli occhi al cielo. Più tardi, fantastico! -Quante persone hai ucciso?- domanda ancora.
-Otto- dico sperando di allarmarli, senza riuscire ad alzare lo sguardo dal terreno.
-Perchè?- è Daryl a chiedere questa volta.
-I primi tre li ho incontrati a circa tre mesi dal collasso di ogni cosa- dico controvoglia. -Non era passato troppo tempo, ma la situazione gli aveva dato alla testa e...bhè...non vedevano una ragazza da molto tempo e hanno tentato di...ecco...stuprarmi, per mia fortuna non erano molto forti e nemmeno intelligenti. Forse mi hanno solo sottovalutata, ma è stato un errore, è stata la prima volta che ho sparato con una pistola, ma li ho presi tutti al primo colpo- dico sentendomi in imbarazzo. -Ho attirato un sacco di quei vaganti, come li chiamate voi. Fu una notte molto lunga-.
-Gli altri cinque?- domanda Rick.
-Gli altri cinque me lo hanno chiesto- dico frettolosamente. -Non chiedermi di nuovo per quale motivo, perchè non ti risponderò- alzo lo sguardo su Daryl.
-Non volevo chiederlo- mi guarda con intensità.
-Posso andarmene ora?-.
-Non vuoi un posto in cui restare? Dove sistemarti, fare una doccia, parlare con altre persone, avresti anche cibo e acqua. Sarebbe un nuovo inizio-.
-Così succederà come tutte le altre volte? Morirrano tutti non appena inizierò ad ambietarmi...- alzo gli occhi al cielo. -No, grazie-.
-Chi ti dice che non morirai anche tu?- chiede Carl.
-Ho i miei metodi- evito i loro sguardi.
-Potresti insegnarceli-.
-Non funzionerebbe con voi- mi limito a dire.
-Siamo già sopravvisuti ad un'invasione e ora siamo più forti- il ragazzino mi fa alzare la testa, mentre con la coda dell'occhio scorgo anche la balestra abbassarsi nel buio, ache Rick si rialza.
-Vieni con noi- dice lui. -Se troverai poco sicuro il posto troveremo un modo per lasciarti andare via-.
-Ho scelta?- domando.
-No- è Daryl a parlare.-Alzati, è meglio se ci muoviamo-.

Mi stringo nella giacca che mi fa sentire al sicuro, nascondendo ogni centimetro di pelle che potrebbe potenzialmente crearmi un problema.
-Non manca molto- dice Abraham.
-Me lo ricordavo più lontano- tengo gli occhi fissi davanti a me, sull'arco di mio padre assicurato sulle spalle di Daryl. -Sono passate solo un paio d'ore- continuo, fino a questo momento la conversazione si è limitata a vaghi sussurri e strani sguardi. A questa gente non piace muoversi la notte, ritengono il buio un'ostacolo alla difesa.
-Non conosco i tuoi orari, ma è da questa mattina che siamo svegli- si avvicina a me, riducendo il suono a un sussurro.
-Non lontano c'è un capanno che abbiamo ripulito un paio di mesi fa- dice Rick avvicinandosi come il compagno. -Abbiamo bisogno di riposarci o non saremo abbastanza vigili-.
-Giusto- dico in un sussurro stando al loro gioco, senza spostare lo sguardo. Odio non avere armi a portata di mano, non mi hanno lasciato nemmeno un coltello.
Un leggero sibilio e un rantolo strozzato mi fa rabbrividire, la freccia di Daryl si è conficcata nella testa di uno di quei mostri senza la minima fatica.

-Hai fame?- mi domanda Rick, vedendomi rannicchiata in un angolo dello sporco capanno intenta a fissare un punto indefinito del pavimento.
Ho fame.
-No, grazie- dico subito, ma ad uno sguardo del gruppo, che ha fino ad ora confabulato lontano da me, cambio la mia risposta. -Sì, ma non voglio nulla- appoggio la testa al muro umido. -Non mi piace mangiare con la faccia coperta di sangue- mi sfioro la guancia, sentendo sotto i polpastrelli il composto ormai secco.
-Perchè vai in giro così?- domanda semplicemente Aaron, attirando lo sgurdo di tutte le altre persone.
-Bhè...- dico interdetta, senza sapere come rispondere.
-Se ti copri di sangue marcio e di loro interiora, i vaganti non ti notano, visto che principalmente si basano sull'olfatto anche se come tecnica non dura molto, ma effettivamente tu non hai odore di marcio...-mi guarda confuso Rick, mentre Daryl, che forse è il suo braccio destro, si avvicina osservandomi attentamente.
-Bhè...è perchè...si, si tratta di...bhè,seccandosi il cattivo odore si sente meno...- abbozzo borbottando agitata, cercando di trovare una scusa per cambiare argomento. -Comun...-.
Improvvisamente Daryl punta un dito verso di me, interrompendomi. -Sono tagli quelli? Li avevo visti anche prima- mi fa sobbalzare.
Quando le dita di Rick spostano il mio viso sobbalzo ancora, allontanando malamente la sua mano. -Sì, sono tagli- dice sorpreso.
-Sei infetta- una sua mano scatta verso la mia fronte e prima che possa allontanarlo la ritrae da solo, prima di tornare in piedi. -Scotta- anche Rick si allontana automaticamente alle parole dell'amico, mettendosi le mani tra i capelli e respirando profondamente. -Devi andarte- mi dice Daryl senza guardarmi negli occhi, ma passandosi una mano dietro il collo.
-Certo, lo capisco- dico con un'involontaria nota di delusione nella voce. -Prendo le mie cose e vado via- dico alzandomi senza cercare lo sguardo dei presenti, avida all'idea di chiudere le dita intorno al mio arco. Non che voglia usarlo, ma tenerlo in mano mi fa sentire sicura, come se mio padre fosse ancora con me.
-Credo sia meglio di no- fa Eugene guadagnandosi una mia occhiataccia. -Non ti abbiamo sentita arrivare una volta, niente ci garantisce che non tornerai per ucciderci-.
-Non lo farei mai- dico secca. -A cosa mi servirebbe?-.
-Ha ragione- mi guarda Carl. -Potrebbe tornare, abbiamo cibo e acqua, entramb cose che le mancano-.
-Cosa?- la situazione inizia a darmi sui nervi perchè infondo so che arrivati a questo punto c'è solo una cosa che può convincerli a farmi restare. -No, datemi le mie cose e lasciatemi andare via- scatto in avanti nel tentativo di arrivare ai miei effetti personali, ma improvvisamente mi congelo sentendo gli scricchiolii delle pistole scattare verso di me. Automaticamente mi allontano stringendo le mani nei capelli e chinandomi a terra. -Per favore...vi prego-.
-Rick?- la voce di Daryl suona alle mie spalle.
-Non lo so- risponde ad una tacita domanda del compagno.
-Non le servirebbe, praticamente è già morta, non ha senso lasciargli quelle cose- dice un'altro.
-Abraham, non siamo dei mostri- fa Rick rabbioso. -Non possiamo prendere le sue cose e lasciarla così-.
-Lasciale acqua allora! Magari qualcosa da mangiare per quel poco che ancor...-.
-Non sono infetta- sputo le parole con sconforto e rabbia, slacciando lentamente la zip della giacca.
-Sì, la sei- dice la voce di Carl. -Ti sei infettata da sola-.
-Ho detto di no-scatto con rabbia, strappandomi la giacca di dosso. -Non sono infetta, sono immune!- alzo le maniche della maglietta, scoprendo le braccia, che presentano più di cinque segni di morsi, ben visibili anche se cicatrizzati. -Questi li ho da mesi, così come la febbre! Non chiedetemi perchè, ma anche solo l'odore del mio sangue li disgusta- osservo le loro espressione sorprese perdersi sulle cicatrici. -Sono immune al virus-.


Ciao! Spero che la storia vi sia piaciuta, anche se non è così, fatemelo sapere con una recensione se vi va! :*

  
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